Il 29 di aprile, Itel, il gigante dei microprocessori annuncerà i nuovi chip della serie Ivy Bridge, i primi con processo produttivo a 22 nanometri. La notizia vine confermata da diverse fonti, la prima fra tutte, molto autorevole CPU World. La notizia, è importante, perché buona parte dei PC oggi in circolazione, sia desktop che laptop, sono equipaggiati con processori della casa di Santa Clara. I modelli, che saranno presentati sono diversi, in tutto una dozzina che avranno una road map di presentazione che inizia ad aprile e termina a dicembre di quest’anno. I primi a essere presentati saranno i core i7 in velocità da 3,1Ghz a 3,5Ghz utilizzando la tecnologia di Intel Turbo Boost I modelli previsti si occupa di incrementare temporaneamente la frequenza operativa dei core della CPU. Prima di procedere all’incremento della frequenza operativa, il sistema di gestione dell’energia (PCU – Power Controller Unit) effettua dei controlli.
Verifica il consumo energetico della CPU e lo confronta con il massimo consumo consentito: nel caso in cui il consumo della CPU sia inferiore rispetto al massimo consentito, il sistema valuta il divario per capire quanto margine di azione vi sia e dà il primo “via libera” per l’innalzamento della frequenza operativa.
Il secondo controllo è condotto sulla temperatura del die: se questa è inferiore alla cosiddetta T-junction (ovvero la massima temperatura consentita affinché il sistema possa operare in maniera affidabile), viene data la seconda conferma.
Un terzo controllo va a determinare quanti core siano funzionanti, a seconda del tipo di applicazione in esecuzione, se single o multi-threaded.
Verificate queste tre situazioni, il sistema dispone un ultimo controllo: determinare se sia realmente necessario operare un incremento di frequenza. Nel caso il core o i core siano in piena attività, allora viene dato l’ultimo via libera per l’incremento della frequenza operativa. Una volta che la frequenza viene incrementata, il consumo energetico della CPU va a modificarsi. Grazie ad un costante monitoraggio, la variazione della frequenza è operata dinamicamente in stretta relazione sia alle esigenze computazioni che a quelle energetiche.
Queste CPUs supportano la tecnologia HyperThreading, hanno elevata memoria cache di terzo livello e un TDP (Thermal Design Power) che oscilla tra i 15 e i 35 W (secondo se il notebook è collegato o no alla rete elettrica).
Scandagliando la rete ho scovato un’iniziativa molto interessante che, dopo aver approfondito, ho deciso di proporvi. Ho coinvolto anche i docenti di tecnologia delle altre sezioni della Dante in modo da proporre questa simpatica iniziativa al maggior numero di classi della nostra scuola. AtHome la casa sostenibile 3.0 è un progetto rivolto alla scuola italiana da parte di IKEA che si propone di promuovere l’educazione ambientale in modo attivo e divertente coinvolgendo docenti ed alunni delle scuole medie, per acquisire conoscenze e per sviluppare comportamenti significativi al risparmio energetico e all’utilizzo delle risorse in ambito domestico. Collegandosi al sito http://scuola.hemmaikea.it/ gli studenti possono creare un loro robot-avatar personale che li aiuterà ad approfondire i temi del risparmio energetico e delle fonti alternative. Attenzione all’uso dell’acqua, gestione dei rifiuti, raccolta differenziata, acquisti, stili di vita sostenibili, in riferimento al proprio ambito domestico. I docenti che registrano la classe virtuale, dispongono di una sorta di registro che, permette di approfondire tematiche inerenti e al tempo stesso di verificare l’attività di apprendimento direttamente attraverso il loro interagire con i temi trattati.
Lo scopo dell’attività è quello di far comprendere cosa vuol dire vivere la propria casa in modo sostenibile. E’ importante porre molta attenzione all’ambiente nel quale viviamo e nel quale trascorriamo la nostra giornata. Osservarlo, osservare gli oggetti che lo compongono, spostarli, inserirne di nuovi; tutte queste azioni lo trasformano rendendolo più vicino alle nostre esigenze e al nostro stile di vita. Ma come il nostro stile di vita pesa sull’ambiente e sulle risorse (energetiche, idriche, ecc,) che consumiamo? Attraverso le attività proposte da AtHome i ragazzi avviano un percorso che li guida verso un uso consapevole delle risorse dentro la “casa”, imparando a viverla in modo più sostenibile, evitando sprechi e riducendo i rifiuti.
Attraverso queste attività si fa in modo di approfondire la loro conoscenza dello spazio domestico. Essi, sono convinti di conoscere la propria casa perfettamente, ma è veramente così? Rappresentare la casa come un “immobile essere vivente” che consuma continuamente una grande quantità di energia e di risorse, che mangia e espelle i propri rifiuti. Quest’immagine è utile per far visualizzare ai ragazzi il loro stile di vita, dagli acquisti ai consumi, fino ai rifiuti.
Come una creatura, la casa mangia per mantenersi in forma, trasformarsi e creare nuove cose: consuma energia elettrica per illuminarsi, gas per scaldarsi, le nostre spese per abbellirsi e per creare cibo e divertimento. E poi, come tutti gli esseri viventi, produce degli scarti, che espelle con gli scarichi e i rifiuti. Accanto a lei altre case consumano e producono. Tutte insieme formano città e Paesi, che occupano e modificano l’ambiente in cui viviamo. Tutto questo ha portato, nell’ultimo secolo, a enormi cambiamenti: perfino il clima sta cambiando e alcune risorse rischiano di scomparire definitivamente.
Attraverso AT HOME, l’insegnante, acquisisce strumenti che gli consentono di attivare questo percorso di conoscenza. Valorizzare le esperienze, sviluppare la loro capacità di osservazione, promuovere atteggiamenti e comportamenti responsabili.
Il progetto comprende tre distinte fasi al fine di offrire ai docenti una vera e propria azione di tutoring e la possibilità di strutturare le attività all’interno del programma didattico: la prima che prevede la richiesta del kit per la formazione in aula (già fatto), la seconda che richiede la creazione dei robot-avatar personali dei singoli studenti coinvolti, per terminare con la terza fase che vede i partecipanti impegnati in un vero e proprio gioco a premi, che avrà inizio il prossimo 2 aprile e finirà il 30 dello stesso mese e a cui potranno partecipare tutte le classi iscritte (anche questo già fatto). Ogni alunno sarà così chiamato a rispondere alle domande di un test interattivo tramite il proprio robot-avatar. Il punteggio della classe partecipante sarà calcolato oltre che in base alla correttezza delle risposte anche sulla velocità di compilazione. In palio buoni regalo da spendere nei negozi IKEA di tutta Italia.
Come si preparano gli studenti al gioco a premi?
Per affrontare gli argomenti del test, gli studenti possono leggere il proprio “diario di osservazione” e partecipare alle attività-laboratorio di classe.
Dove sono le informazioni sul gioco a premi?
Si può consultare la pagina del gioco a premi.
Quali sono gli argomenti del test?
Gli argomenti del test sono gli stessi trattati nel kit e nella guida on-line per insegnanti: risparmio energetico e idrico, gestione dei rifiuti e raccolta differenziata, sostenibilità degli acquisti e stili di vita.
Quanto tempo ci vuole per giocare?
2 ore circa, nell’aula informatica, è il tempo in cui tutta la classe può completare il test.
È utile avere il diario di osservazione sotto mano quando si risponde alle domande del test?
Sì, perché il punteggio di ogni studente potrà essere aumentato rispondendo alla “domanda bonus” sulla sostenibilità delle proprie abitudini domestiche, che avrà già affrontato sul diario in suo possesso.
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Io ho già provveduto ad iscrivere le classi di mia pertinenza, ovvero le prime D,H e I, le seconde D, H e I e le terze D, H e I.
Ho già realizzato il mio robot-avatar che vi mostro qui a lato, e ho già provveduto ad eseguire il test di prova (poi vi comunicherò il punteggio ottenuto – risposte tutte esatte) e mi aspetto che tutti, dico TUTTI partecipiate, perché è divertente, istruttivo, diverso e poi se siamo bravi e fortunati, potremmo anche vincere buoni acquisto da IKEA.
Steve Jobs prima di lasciarci, ha fissato alcuni paletti per il futuro di Apple anche dal punto di vista delle strutture e degli edifici. Al culmine della malattia, si è recato presso il City Council di Cupertino in California per presentare il progetto della nuova sede della Apple. Un gigantesco disco che, voci di corridoio poi rientrate, per qualche periodo è stato l’edificio più grande d’America superando il Pentagono. Il nuovo “campus” della Apple a detta di Jobs, sarà l’edificio per uffici migliore del mondo. L’edificio, per la sua forma, è stato definito l’ASTRONAVE, un immenso anello immerso totalmente nel verde e realizzato nel rispetto delle più strette disposizioni in materia di rispetto ambientale e autosufficienza.
Lo stesso Jobs ha definito la costruzione come una “spaceship” in grado di ospitare fino a 12 mila dipendenti, con bar interno in grado di ospitare 3000 persone in contemporanea. Ma l’attenzione maggiore è stata finalizzata soprattutto soprattutto sull’esterno. Jobs per rendere l’edificio il più umano possibile e per raggiungere i livelli di soddisfazione lavorativa palesata, è basato su una filosofia quasi zen, grandi vetrate che si affacciano su spazi verdi che circonderanno completamente l’edificio, nascondendo strade, parcheggi e il resto del centro abitato.
Rendering della nuova sede della Apple
Norman Foster è il progettista di questo edificio eco-friendly, studiato da Foster proprio per l’idea di riscatto della Apple di fronte alla relazione precedente presentata da Greenpeace, il Greener Electronics Report, nel quale Apple veniva accusata di poca trasparenza nelle politiche ambientali. Foster ha progettato un edificio ad emissioni zero, studiato nei minimi dettagli, completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Grande attenzione anche alla mobilità interna e esterna a causa delle dimensioni del progetto: un’intricata rete di collegamenti eco-sostenibili collega la nuova sede e la vecchia e al vicino agglomerato urbano.
Il progetto contempla al suo interno ampi spazi per il lavoro e per lo svago: centro fitness, auditorium all’avanguardia, ristorante e tanto altro. Ma il fiore all’occhiello è l’esterno: un immenso parco con centinaia di alberi, uso dell’alimentazione a gas per le apparecchiature, fotovoltaico sulle superfici dell’edificio. La speranza di Jobs era quella di vedere l’inizio dei lavori e la speranza quella che questi fossero ultimati entro il 2015.
Il progetto è stato accolto con gran favore dalla municipalità e dalla comunità tutta, sia per il grado di innovazione apportato, sia per l’indotto lavorativo altamente specializzato, sia per gli aspetti green.
Non ci resta che aspettare per vedere questa nuova idea visionaria di Steve Jobs.
Oggi EducazioneTecnica.com svolge un servizio pubblico-informativo diffondendo una notizia che riguarda da vicino il mondo della scuola e la tecnologia.
Nel progetto di diffusione delle teknologie nelle scuole finalizzate al risparmio energetico, il Ministero dell’Ambiente ha realizzato un bando di concorso rivolto a Comuni e Provincie per la diffusione degli impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici. Il bando mette a disposizione l’importo di tre milioni di euro pari al 100% del costo ammissibile con un limite massimo di 40 mila euro per edificio scolastico Non sono previsti oneri a carico dell’ente locale. Il primo bando diramato dal Ministero, chiamato IL SOLE A SCUOLA prevedeva una copertura economica di 9 milioni e 700 mila euro ed ha visto la partecipazione di oltre 1.300 scuole. Circa 800 gli interventi approvati, 500 dei quali completati con una massiccia adesione delle scuole siciliane. La seconda edizione di questo concorso prevede di raggiungere altre 1000 scuole pubbliche. Il premio andrà a chi produrrà i migliori elaborati sull’analisi e il risparmio energetico. Sulla pagina del Ministero www.minambiente.it, il testo e tutte le informazioni sul nuovo bando. Il comunicato relativo al Bando in questione è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2012.
Il bando, come detto è rivolto agli enti pubblici, proprietari di edifici che ospitano scuole primarie e secondarie con il coinvolgimento nel progetto di analisi energetica e interventi miranti alla razionalizzrivolto ai Comuni e alle Province che siano proprietari di edifici ospitanti scuole medie inferiori o superiori ed elementari, è finalizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici e, simultaneamente, all’ avvio di un’attività didattica volta alla realizzazione di analisi energetiche e di interventi di razionalizzazione e risparmio energetico nei suddetti edifici, tramite il coinvolgimento degli studenti.
Questa volta parliamo di un oggetto comunemente non classificato come tecnologico, ma sportivo, aggressivo, much expensive. Honda, al Salone di Ginevra 2012 ha presentato il concept della nuova NSX. Perché parlare su educazionetecnica.com di una dream-car? Semplice, perché la NSX è un condensato di tecnologia e attenzione verso l’ambiente oltre ad essere una vera e propria superar. Infatti, NSX è la prima super sportiva ibrida, montando sotto il suo cofano un motore V6 aspirato VTEC, sistemato in posizione centrale abbinato a due motori elettrici che aumentano la potenza complessiva dell’auto permettendo di risparmiare carburante. La trazione è integrale basata su un sistema SH-AWD, acronimo di Super Hybrid All Wheel Drive, che consente di regolare la giusta quantità di potenza motrice ad ogni ruota per ottenere in qualsiasi situazione il massimo della trazione e delle prestazioni.
Mr. Takanobu, amministratore delegato di Honda, descrive il nuovo gioiello della casa giapponese ricordando il vecchi prototipo anni ’90 che aveva come obiettivo quello di mettere dietro la Ferrari 348. Oggi solo la velocità non è più sufficiente. L’attenzione e il rispetto dell’ambiente sono ormai parametri non più sorvolabili. Il concept presentato a Ginevra, infatti, pone la massima attenzione a questi aspetti. Un sistema a doppia frizione, consente la guida dell’auto in qualunque condizione, da super sportiva a guida più tranquilla. Anteriormente saranno montati due motori elettrici che, consentendo un notevole risparmio energetico e meno inquinamento, consentirà di spostare la coppia da una parte all’altra dell’asse anteriore per una guidabilità mai vista prima su di un’auto del genere.
Una lunghezza di 443cm e un’altezza di 126cm fanno della NSX un oggetto tecnologico del desiderio. Sarà realizzata in america e messa in vendita nel 2015; ancora ovviamente non si conoscono i costi (che sicuramente saranno a livello dell’autovettura). Vedremo come evolverà il progetto già affascinante di questa incredibile macchina. Per il momento godetevi di seguito il concept fotografico della vettura e il video di presentazione al salone di Ginevra della Honda NSX.
Lo scopo di una centrale geotermica è quello di sfruttare il calore delle profondità terrestri. Infatti, la temperatura interna del nostro pianeta aumenta a mano a mano che si scende verso il centro della terra. Questo aumento chiamato gradiente geotermico è di circa 3 gradi centigradi per ogni 100 metri di profondità ma in alcune zone è molto più elevato, tanto ad avere temperature di 250-350°C a profondità di circa 2000-4000 m.
COS’E’ LA GEOTERMIA?
La geotermia è la disciplina della geologia che studia l’insieme dei fenomeni naturali coinvolti nella produzione e nel trasferimento di calore proveniente dall’interno della Terra. Il calore del nucleo terrestre si è generato grazie alla forza di attrazione gravitazionale ed ha continuato ad esistere in seguito a processi di reazione nucleare naturale di elementi quali l’uranio, il torio e il potassio.
Il calore terrestre, dall’interno, viene trasferito verso la superficie mediante moti convettivi (dovuti alla pressione e alla forza di gravità) prodotta dal movimento del magma o di acque profonde. E’ per questo che assistiamo alla maggior parte di fenomeni come le eruzioni vulcaniche, le sorgenti termali, i geyser o le fumarole.
QUALE FORMA DI ENERGIA?
Attraverso canalizzazioni artificiali, il vapore erogato dalla Terra, cioè Energia Termica, viene convogliato in tubazioni, chiamate vapordotti ed inviato alla turbina, dove l’energia viene trasformata in Energia Meccanica di rotazione. L’asse della Turbina è collegato al rotore dell’Alternatore che, ruotando, trasforma l’Energia Meccanica in Energia Elettrica alternata che viene trasmessa al Trasformatore. Questo innalza il valore della tensione fino a 132000 Volt e la immette nella rete di distribuzione. Il vapore in uscita dalla turbina viene riportato alla stato liquido in un Condensatore, mentre i gas incondensabili, contenuti nel vapore, vengono dispersi nell’atmosfera. Una torre di raffreddamento consente di raffreddare l’acqua prodotta dalla condensazione del vapore e di fornire acqua fredda al condensatore stesso. L’acqua condensata in uscita dalle centrali viene reiniettata nelle rocce profonde da cui il vapore è stato estratto.
Quando dai pozzi esce un vapore con temperatura inferiore ai 180°C (quindi insufficiente a far azionare la turbina), il calore del fluido viene utilizzato per far evaporare, in un apposito scambiatore di calore, un altro liquido a basso punto di ebollizione [isobutano (-11°) o isopentano (28°)] che, a sua volta trasformato in vapore, verrà convogliato nella turbina innescando il processo di trasformazione dell’energia descritto precedentemente.
LA CENTRALE GEOTERMICA
Schema Centrale Geotermica
Per realizzare il processo sopra descritto, una centrale geotermica deve essere realizzata attraverso una serie di apparecchiature fondamentali. L’immagine qui sopra, aiuta a capire di quali elementi si tratta e del suo funzionamento. Gli elementi di cui è costituita una centrale geotermica sono i seguenti:
pozzi di estrazione o produzione;
turbina a vapore;
condensatore;
pompa;
torre di raffreddamento;
pozzo di reiniezione;
alternatore;
trasformatore.
POZZI DI ESTRAZIONE O PRODUZIONE – ricordano molto quelli degli impianti petroliferi. Sono pozzi rivestiti da tubazioni di acciaio che scendono fino alla profondità della zona produttiva (serbatoio geotermico). Questi, vengono poi collegati ad altre tubazioni di acciaio chiamate vapordotti, che permettono il trasporto del vapore fino alla centrale geotermo-elettrica.
TURBINA A VAPORE – è un dispositivo costituito da un grosso asse d’acciaio nel quale sono inserite più “ruote”, costituite da diverse file di palette e la cassa, un involucro cilindrico di acciaio all’interno del quale sono fissati gli ugelli ed altre file di palette. Queste ultime non ruotano, ma formano degli “anelli”, che vanno ad interporsi tra le file di palette del rotore, e servono ad indirizzare nel modo corretto il vapore da una fila di palette mobili all’altra. La cassa è divisa longitudinalmente in due metà, collegate da grossi bulloni. Il vapore, attraversando le successive file di palette fisse e mobili da un’estremità’ all’altra della turbina, mette in rotazione il rotore, trasformando quindi la sua energia di pressione e temperatura in energia meccanica.
Ciclo ad alta pressione
Il vapore entra dalla caldaia e aziona la turbina ad alta pressione.
Ciclo a media pressione
Il vapore entra dalla sezione ad alta temperatura e viene compresso dalla turbina a media pressione.
Ciclo a bassa pressione
Il vapore dello scarico del corpo di media pressione entra tramite la sezione di cross-over nella turbina di bassa pressione e viene spinto nel condensatore.
CONDENSATORE – è un dispositivo collegato allo scarico della turbina ed e’ costituito sostanzialmente da un volume vuoto, percorso dal vapore, in cui viene spruzzata acqua sotto forma di piccole goccioline, in modo da mettere a contatto tra loro acqua e vapore. L’acqua di condensa viene raccolta in una zona detta “pozzo caldo” da dove viene estratta tramite una pompa che la invia alla torre di raffreddamento. I gas definiti incondensabili propri del vapore geotermico, vengono estratti con un compressore dal condensatore in modo da mantenere il grado di vuoto richiesto.
Casse acque di circolazione
Entrata acque di circolazione
Fascio di tubi
Pozzo caldo
POMPA – è un dispositivo ad asse verticale mosso da un motore elettrico a 6000 Volt. Serve a mandare l’acqua calda del condensatore nella torre di raffreddamento affinché possa tornare al condensatore a temperatura più bassa.
Schema di una pompa (viola ingresso acqua-rosso uscita acqua)
TORRE DI RAFFREDDAMENTO – è una costruzione a forma di parallelepipedo o circolare dotata di camini corti oppure di un solo camino di cemento largo e alto anche 100 metri. Al suo interno l’acqua gocciola dall’alto in basso, incontrandosi con una forte corrente d’aria che va in senso opposto, entrando dalla base ed uscendo dal camino. Durante questo percorso, una parte dell’acqua evapora, sottraendo calore alla parte rimanente che viene raccolta nella vasca acqua fredda, mentre dall’alto esce aria calda e umida e i vapori incondensabili.
Torri di raffreddamento (schema)
Torri di raffreddamento (foto)
POZZO DI REINIEZIONE – è un pozzo molto simile a quello per l’estrazione dei vapori. Il condotto è rivestito di tubazioni in acciaio sino ad una certa profondità. L’acqua recuperata dallo scarico della centrale viene convogliata al pozzo di reiniezione tramite appositi acquedotti ed infine, viene reimmessa nel serbatoio geotermico di origine.
Schema di funzionamento dei pozzi (rosso=produzione – blu=iniezione)
GENERATORE – L’alternatore e’ un generatore di corrente elettrica. È costituito da due parti fondamentali, una fissa e l’altra rotante, dette rispettivamente statore e rotore, su cui sono disposti avvolgimenti di rame isolati. Normalmente l’alternatore lo ritroviamo in tutti i tipi di centrali per la produzione di energia elettrica perché riesce a trasformare l’energia meccanica di una turbina (idraulica, eolica, a vapore, ecc.) in energia elettrica.
Schema di funzionamento
Alternatore
TRASFORMATORE – è una macchina elettrica che serve a trasferire, energia elettrica a corrente alternata da un circuito ad un altro modificandone le caratteristiche. E’ formato da un nucleo di ferro a cui sono avvolte spire di rame in due diversi avvolgimenti, dei quali uno riceve energia dalla linea di alimentazione, mentre l’altro è collegato ai circuiti di utilizzazione.
Trasformatore (foto)
Trasformatore (schema)
Schema avvolgimenti elettrici
GEOTERMIA PRO E CONTRO
La centrale geotermica utilizza come fonte energetica da trasformare, il calore contenuto dalla Terra. Si tratta ovviamente di una fonte gratuita e per molti versi non inquinante. E’ vero, infatti, che i vapori surriscaldati che emergono dalle fratture della crosta terreste, si accompagnano sempre con gas nocivi, letali per l’uomo. Questi, comunque, sono sempre in quantità contenute e si eliminano facilmente nell’atmosfera durante le prime fasi di uscita del vapore dal pozzo. Non è, inoltre, detto che la fuoriuscita di vapore sia accompagnata da questi gas. Possiamo quindi dire che l’energia geotermica è una fonte energetica pulita. E’ anche gratuita, ma ha elevato costo di estrazione e consente di produrre energia in modo assai inferiore a quella realizzata con i combustibili fossili.
Infine, il processo di trasformazione, genera un inquinamento indiretto noto come impatto ambientale. Infatti, la realizzazione di tutte le strutture che compongono una centrale, trasformano profondamente l’ambiente generando una forma di inquinamento che prende il nome di Impatto Ambientale.
GEOTERMIA IN ITALIA
L’Italia è stato il primo Paese al mondo a sfruttare l’energia geotermica, con il primo impianto realizzato nel 1913 a Larderello. Da allora la storia della geotermia è diventata un vanto dell’industria energetica italiana ed un fiore all’occhiello per Enel. L’energia elettrica prodotta con il geotermico, sta crescendo rapidamente e oggi si producono circa 10.000 MegaWatt, che dovrebbero raddoppiare nel prossimi 5 anni.
L’Italia, con i suoi 700 MW, è uno dei maggiori produttori al mondo e il primo in Europa. la maggior parte delle nostre centrali sono concentrate in Toscana rendendola la regione che fa maggior ricorso alle energie rinnovabili nel nostro Paese. Enel è sempre più impegnata in questo campo, sia per l’innovazione tecnologica che per la riduzione dell’impatto ambientale delle centrali. Infatti, si stanno realizzando centrali dette “a ciclo binario” e cioè in grado di sfruttare le risorse geotermiche a media temperatura, cioè tra gli 80° e i 180°C.
In questo caso non si parla di tecnologia in senso stretto, ma il collegamento è evidente. Nella classifica USA di Amazon, il libro di Walter Isaacson sul fondatore di Apple, Steve Jobs, è stato incoronato come il più venduto online del 2011. La biografia del visionario creatore dei computers più friendly della storia ed in ultimo dell’iPhone e iPad, ha superato tutti gli altri testi venduti nell’ormai celebre store di Amazon. Stesso risultato dicasi per la classifica italiana e in molti altri paesi del mondo.
Un tributo a colui che in qualche modo ha cambiato la vita di molti di noi. Edito da Mondadori in Italia, il libro è entrato subito al primo posto dopo la sua pubblicazione avvenuta in ottobre. Ricordo che diversi sono i volumi che trattano della vita di Jobs, ma quello di Isaacson è l’unico nel quale vi sia stata la collaborazione diretta dell’interessato. Infatti, autorizzato dal capo di Cupertino, Isaacson, ha registrato oltre 50 interviste a jobs e oltre 100 ai suoi familiari, conoscenti, nemici e amici.
Una bella lettura a cui neppure io mi sottrarrò non appena avrò il tempo di leggere il volume che soggiorna da alcuni mesi sul comodino.
Sembra ieri, ma invece sono passati ben 10 anni. Oggi, infatti, la xBox di Microsoft compie i suoi primi 10 anni. Sono stati anni difficili, perché la prima console di Microsoft, non fu un gran successo, difronte allo strapotere della Playstation di Sony e degli evidenti errori commerciali e di target commessi dall’azienda di Redmond. Ma alla Microsoft, sanno rimboccarsi le maniche e rimediare (lentamente) agli errori commessi. Inoltre, l’enorme valore economico dell’azienda, le consente di reggere anche a flop del genere. Nel 2002 quando uscì la prima versione, molti pensarono che questo oggetto, altro non fosse che un PC, definito da combattimento, chiuso e non aggiornabile. Nonostante gli errori, Microsoft poteva contare su una quantità di software prodotto per il suo Windows, tale da potersi permettere di riprogettare tale gadget e riprovarci sul mercato globale. Microsoft, è voluta entrare prepotentemente nel mercato delle console da intrattenimento e alla fine la sua pervicacia l’ha portata alla vittoria finale. Il mercato era dominato dai giapponesi di Sony, Nintendo e Sega, ma piano piano xBox ha conquistato il mercato grazie anche alle caratteristiche completamente riviste rispetto alla versione originale. Processori RISC di IBM, architettura aperta, integrazione di servizi internet, parco giochi inedito e vastissimo. Microsoft, ora, sta lavorando per trasformare il suo successo in una conquista del salotto e dello spazio sotto la televisione. L’obiettivo è di trasformare l’Xbox 360 in un mediacenter, in una estensione dello store Windows, in una esperienza basata sui gesti con Kinect, in un sistema per vendere film, telefilm, musica e aggiornare la vita digitale dei ragazzi. Un successo incredibile dovuto anche a straordinari elementi quali, Halo e Project Gotham Racing, ad esempio. Perché neanche il miglior device senza uno o due prodotti vincenti riuscirebbe a sfondare. Lo dimostra ovviamente Sony con la sua Playstation 3, che ancora non riesce, nonostante i potenziali della macchina siano stati appena scalfiti.
Xbox, è riuscita a sopravvivere ai cinque anni di dominio della Nintendo, che ha riscoperto il giocatore casuale, il casual gamer, grazie a Wii e alla sua interfaccia super intuitiva. La lotta è stata dura, ma il tempismo e la grande capacità innovativa di Microsoft, hanno fatto si che questo prodotto reggesse il confronto e in qualche caso emergesse in mezzo a questa ressa tecnologica. Ha, inoltre, anticipato Sony nei tempi, riuscendo a presentare questo prodotto in anticipo rispetto alla PlayStation di Sony.
In questa maniera Xbox è sopravvissuta e anzi ha prosperato. Ci sono centinaia di milioni di console vendute in due anni. 40 milioni di giocatori paganti su Live Gold.
Sono passati 10 anni, e visto che xBox è ancora sul mercato non possiamo che fare gli auguri a Microsoft e alla xBox. Cosa ci riserverà il futuro? Cosa riserverà Microsoft ai game mondiali? Continuiamo a giocare e lo scopriremo insieme.
Sembra ieri, ma è passato un anno, dal più devastante terremoto che ha colpito il Giappone durante tutta la sua storia. Sendai, ore 14:45:23 una scossa di magnitudo 9 (la quarta nella storia dei terremoti del nostro pianeta per potenza), colpisce la prefettura di Sendai al largo della costa della regione di Tōhoku a circa 30 km di profondità. E’ questa ultima coincidenza che causa la vera e propria forza distruttiva del sisma. Infatti, l’epicentro in mare, genera un tremendo tsunami che devasta le coste della nazione nipponica, causando migliaia di morti e distruzione su un territorio immenso. Oggi, a un anno dall’avvenimento, l’intero Giappone si è fermato. A Tokyo l’imperatore Akihito insieme all’imperatrice, hanno inaugurato un memoriale dedicato alle vittime mentre nella metropoli regnava un surreale silenzio. L’imperatore ha anche affermato “La cosa piu’ importante ora è non dimenticare quanto è accaduto, anche per il bene delle generazioni future. Possiamo trarre una lezione da una simile catastrofe e ricostruire un Paese piu’ sicuro“.
Questo popolo come di fronte ad ogni catastrofe che lo ha colpito è ripartito con la stessa pervicace dignità di sempre.
Anche EducazioneTecnica.com, non vuole lasciare passere inosservata questa catastrofe immane ricordando le vittime e il disastro con queste poche parole nella speranza che simili eventi non si debbano mai più verificare.
Una nuova tecnologia si sta affacciando all’orizzonte. L’EYE-TRACKING, ossia il controllo dei dispositivi elettronici attraverso lo sguardo. Una società la Tobii, insieme al colosso dell’elettronica Lenovo, sta lavorando alacremente per trasformare la tecnologia di “tracciamento oculare” nota appunto com Eye-Tracking in una tecnologia da poter inserire in dispositivi elettronici di largo consumo. La tecnologia, sfrutta dei sistemi di controllo che tracciano lo spostamento del bulbo oculare della persona che interagisce con lo strumento, individuando con precisione assoluta dove l’occhio si sta soffermando. La società, nata in un garage di Stoccolma, oggi da lavoro ad oltre 200 persone ed ha sviluppato diversi dispositivi in grado di tracciare lo spostamento dell’iride dell’occhio umano ad esempio speciali occhiali dotati di tracker. Le possibili utilizzazioni sono tante; innanzitutto, si mira a sostituire nei prossimi computer il mouse o il tracciamento mediante trackpad o altri dispositivi che necessitano dell’uso delle dita. Ma utilizzazioni in campo medico sono ovviamente allo studio. Si pensi cosa potrebbe fare una tecnologia del genere nella vita di un tetraplegico costretto all’immobilità del corpo. La Tobii ha già sperimentato questa tecnologia nel passato su un malato di questo tipo; risultato? In due giorni il soggetto è stato in grado di interagire con il dispositivo e comunicare con tutti i suoi familiari.
Tracciamento di una pagina pubblicitaria
La tecnologia di Tobii funziona in modo abbastanza semplice. Una fonte luminosa, infrarossa invisibile all’uomo, colpisce gli occhi del soggetto creando un riflesso che viene catturato da 2 sensori di immagine. Il programma software è in grado così di registrare queste informazioni e rielaborarle in modo da calcolare con precisione assoluta la posizione della pupilla e della cornea e di conseguenza i movimenti dell’occhio. Collegato al dispositivo è in grado di fornire un tracciamento completo dei punti in cui l’occhio si sofferma. Ad esempio una pausa più lunga dell’occhio su di una cartella potrebbe corrispondere all’operazione odierna del doppio click del mouse.
Sogno o realtà. Forse tutti e due insieme. Dubai, la capitale di uno dei sette emirati arabi, è divenuta in pochissimo tempo una delle mete turistiche più ambite e ricercate al mondo. Tutti i tour operator, propongono la città dei sogni nei loro cataloghi, una quantità smodata di alberghi fornisce al turista ogni forma di comfort e ogni tipo di divertimento. L’illuminata visione dei propri emiri, formati nelle più grandi università del mondo occidentale, hanno trasformato una piccola città dispersa negli aridi deserti di quella parte del pianeta, nella più dinamica, sfrontata, caleidoscopica città del mondo intero. Paragonata più volte a New York City, non tende a imitarla, bensì a superarla. Questa città sembra in competizione con tutti ma soprattutto, oggi, con se stessa avendo superato con slancio ogni records con il quale si è confrontata. Alberghi maestosi, ponti avveniristici, grattacieli infiniti, conquista del mare con isole artificiali da sogno, piste da sci nel deserto, centri commerciali smisurati. Tutto a Dubai è pensato in grande, anzi grandissimo. In pochissimo tempo questa frenetica ed esotica città, si è trasformata nella mecca del turismo di lusso ma soprattutto dell’architettura contemporanea. Oggi, Dubai, è proprio sinonimo di architettura come l’Italia lo è stata per il passato e Manhattan nell’ultimo secolo. Gli architetti e gli studi di progettazione fanno a gara per proporre idee ardite a emiri dagli insaziabili appetiti, lungimiranti visionari, capaci di proiettare il loro paese verso orizzonti appena trent’anni fa inimmaginabili. Ma per Dubai le parole non sono sufficienti a descriverla; le immagini delle sue meraviglie possono solo in parte colmare questo gap. Solo girando per le sue strade, attraversando il Creek in Abra, respirando gli speziati odori del suo antico Suk, possiamo sentirci parte di questa epocale trasformazione. Amata o odiata, Dubai è sempre più il luogo deputato in cui tecnologia e innovazione hanno trovato la propria dimora.
Vi invito a seguirmi in questo magico viaggio come moderni Sinbad alla scoperta della nuova Perla d’Oriente: signori e signore…
Raccontare di Dubai non è semplice. Pur avendola vista più volte, questa città non è mai uguale a se stessa. Un’infinità di cantieri modifica continuamente il suo skyline e la bussola dell’immediato futuro, punta decisamente verso ulteriori cambiamenti. Intere aeree sono soggette a progetti faraonici e opere grandiose come il Burj Khalifa, sono già li a dimostrare che questa città non è solo una raccolta di intenti, ma fa sul serio. La recente crisi economica ha in qualche modo rallentato questo sviluppo, proprio in virtù del fatto che, l’Emirato di Dubai, non basa la sua ricchezza sul petrolio. Ma con l’aiuto del vicino Emirato di Abu Dhabi, la città sta ricominciando a crescere e a sognare. Nuovi cantieri e nuove opere, prodigi della tecnologia, sono in realizzazione. Sulla base di questa continuità di trasformazione architettonica e tecnologica, ho deciso di raccontarvi Dubai fermando idealmente il tempo in questo momento storico; da qui vedremo Dubai tra presente e futuro, tra ciò che è realizzato e ciò che deve essere realizzato. Iniziamo con quanto già realizzato e buona lettura.
BURJ AL-ARAB
Non si può parlare di Dubai senza citare il suo simbolo per eccellenza, il sogno divenuto realtà, l’unico albergo a sette stelle sul pianeta. Sto parlando ovviamente di “Burj Al Arab” che in arabo significa “Torre dell’Arabia”. Considerata ormai da lungo tempo il simbolo stesso della ricchezza, opulenza e fasto di Dubai, Burj al Arab è stato costruito su di una isola artificiale nei pressi della spiaggia di Jumeirah a 280 metri dalla costa. L’isola è stata collegata alla terra ferma con un ponte per il passaggio delle auto e degli ospiti. Il progettista, Tom Wright, esperto navigatore e appassionato di vela, si è ispirato per la realizzazione di quest’edificio, alle vele delle imbarcazioni che solcano il mare arabico. 321 metri di altezza totalmente dedicati ad un edificio alberghiero. In questo, Burj al Arab, fissa un record essendo la più alta costruzione al mondo completamente dedicata ad hotel. La struttura è formata da un esoscheletro di acciaio e da una torre interna di cemento armato. Le due strutture sono collegate tra loro, oltre che da montanti di acciaio, da una vela di teflon che contribuisce a dare la caratteristica forma alla costruzione. In un lato della vela trova posto una piattaforma sospesa circolare, usata come pista di atterraggio per gli elicotteri. Gli interni, disegnati dalla grande stilista Khuan Chew, chiamata a Dubai dall’emiro in persona perché aveva ritenuto la prima soluzione non sufficientemente sfarzosa, sono uno degli esempi di arredo di interno attraverso l’uso di luci e colori tra i più incredibili al mondo. 180 metri di atrio (il più alto al mondo) in grado di mozzare il fiato all’ospite che entra. Burj Al Arab fissa records anche nei prezzi. Infatti, lo sfarzo e il lusso profusi in ogni suo angolo si pagano e a caro prezzo. Le 202 suites dell’albergo (la più piccola di 169 metri quadrati e la più grande di 780 metri quadrati) hanno un prezzo compreso tra i 1.000 ed i 15.000 dollari a notte. Tra le attrazioni Al Mahara, il ristorante sottomarino che offre specialità a base di pesce immersi in un immenso acquario tropicale.
Cosa potreste pensare di fare in una calda (42°) giornata estiva a Dubai? Sciare, ovvio! Ebbene si, a Dubai potete pure sciare; e non sulla sabbia come si potrebbe supporre, bensì su neve vera, fresca e a -4°C. Terza stazione sciistica coperta al mondo e prima per il Medio Oriente a poche centinaia di metri dal Burj Al Arab, sorge questa magnifica opera della tecnologia umana Ski Dubai. 22500 metri quadrati di superficie (come tre campi di football) per 400 metri di piste e discese, 5 in tutto di diversa difficoltà. Ogni cosa è studiata per simulare l’ambiente alpino: baite, pini, bob, seggiovie, ski-lift e soprattutto la neve, che a intervalli regolari cade sulle piste rendendo l’esperienza unica e emozionante (basti pensare che fuori il caldo infernale del deserto incendia l’aria). Ma i progettisti hanno pensato proprio a tutto: la volta dell’impianto dipinta di azzurro simula il cielo facendo credere di sciare all’aperto. 6000 tonnellate di neve per uno spessore medio di 50 centimetri; di notte l’impianto produce 30 tonnellate di neve fresca per sistemare le piste. Ski Dubai può accogliere fino a 1500 persone contemporaneamente con una previsione di 500.000 visitatori l’anno. Con circa 30€ si può sciare ricevendo, compresa nel costo, tutta l’attrezzatura.
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PALM JUMEIRAH
Con Palm Jumeirah, Dubai ha superato se stessa imponendosi al mondo come la mecca dell’architettura e della progettazione futuristica. La realizzazione di questo visionario e gigantesco progetto ha consentito di estendere la costa di Dubai di 520 chilometri; 94 milioni di metri cubi di sabbia e 7 milioni di tonnellate di roccia sono state versate a largo della città per realizzare il mega-progetto dell’isola Jumeirah. Il nome deriva dal fatto che il complesso delle isole hanno la forma di una gigantesca palma stilizzata con 17 rami, circondata da un’altra serie di isole che formano una corona circolare. Anche in questo caso Dubai ha infranto un altro record con l’isola artificiale più grande al mondo e la sua sagoma è ben visibile dallo spazio. Lungo i rami ville indipendenti faraoniche si affacciano su un mare cristallino mantenuto limpido attraverso un sofisticato sistema di correnti interne che consentono un continuo ricambio dell’acqua. Lungo il tronco condomini di lusso e in cima alla palma l’Atlantis nuovo albergo a 7 sette.
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MEYDAN HOTEL
Quale records mancava ancora nella città degli eccessi? A gennaio 2010 è stato inaugurato a Dubai l’ippodromo più grande del mondo sulla cui area è stato realizzato il più lungo hotel del pianeta, il Meydan Hotel. Il complesso, del valore di circa 2 miliardi di dollari è uno dei luoghi più lussuosi del globo. Il Meydan è un complesso di oltre 6,7 milioni di metri quadri e comprende un hotel di lusso a 5 stelle, 10 ristoranti di lusso con la migliore cucina internazionale, un parcheggio privato con 10.000 posti auto, un cinema IMAX e un museo tematico interno. Completano l’opera una piscina a sfioro sul tetto da dove godersi le gare internazionali che si svolgono nell’ippodromo antistante Meydan Racecourse, giardini rigogliosi, una lobby da mozzare il fiato, sale per incontri, spa e immensi spazi esterni curati in ogni dettaglio. L’opera è stata inaugurata in tempo per il prestigioso torneo ippico del Dubai World Cup.
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BURJ KHALIFA
L’edificio che ha schiacciato qualunque record in architettura. Un’opera immane dalle proporzioni inimmaginabili senza il livello tecnologico raggiunto oggi soprattutto nei cantieri di Dubai. La meravigliosa torre argentata, alta 828 metri è la rappresentazione concreta del futuro della progettazione di edifici verticali. Come avete già letto nell’articolo specifico sulla torre Khalifa in queste stesse pagine, questo prodigio architettonico è stato reso possibile grazie all’intervento dell’emiro di Abu Dhabi che ha salvato Dubai dalla bancarotta durante la recente crisi economica mondiale. Burj Khalifa ha superato di slancio la torre che, prima di lei vantava il primato di torre più alta del mondo, ossia la taiwanese Taipei 101, superandola di ben 319 metri. Quattro anni di lavoro, l’edificio è stato inaugurato il 4 gennaio 2010 con una festa da mille e una notte, con giochi pirotecnici e d’acqua grazie alle gigantesche fontane alla base dell’edificio (più grandi di quelle del Bellagio a Las Vegas). 12 mila operai al giorno, 160 piani, 900 appartamenti, una balconata panoramica e diversi piani interamente dedicati al primo Armani Hotel, che è stato inaugurato il 18 marzo 2010.
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ATLANTIS THE PALM
Se il Burj Al Arab vi aveva stupito, l’Atlantis vi lascerà senza parole. Solo a Dubai potevano superare l’insuperabile. All’estremità di Palm Jumeirah, sorge uno spettacolare hotel super-lusso inaugurato con una indescrivibile festa in mondo visione (vedi video). L’hotel è dotato di 1539 camere è stato costruito con un immenso parco acquatico che ospita 65000 pesci. La struttura è costata oltre un miliardo di euro ed è dotata di immense suite extralusso tra cui la «Bridge suite» di oltre 900 metri quadrati che costa 18.500 euro a notte e due junior-suite da 5.900 euro circa dalle quali si ammira il parco acquatico. Il nome dell’albergo fa esplicito riferimento alla splendida civiltà di Atlantide e di quella vuole riprendere i fasti e le meraviglie. Ambientazioni faraoniche, accolgono all’interno di spazi raffinati e iper-lussuosi, camere e ristoranti immersi in un acquario tropicale e uno splendido delfinario in cui sono presenti numerosi tursiopi (delfini abilissimi a compiere acrobazie fuori dall’acqua). Completano l’opera 17 ristoranti gourmet, centri benessere e conferenze, boutique con le griffe più alla moda.
Nella città della ricchezza e dell’opulenza non poteva mancare il commercio e Dubai anche in questo caso supera di slancio tutto e tutti. Nasce così Dubai Mall, il più grande centro commerciale del mondo per superficie occupata. 1200 negozi in almeno 10 centri all’interno di un’unico grande complesso dotato tra l’altro di 16000 posti auto. Intorno residenze in grattacielo o complessi a pochi piani e poi per completare l’opera il Burj Khalifa. Il complesso in parte già aperto continua a cresce e si prevede il completamento definitivo entro il 2015 per un costo complessivo dell’investimento di circa 20 miliardi di dollari. Attualmente i centri commerciali come il South China Mall (il più grande al mondo), il Golden Resources Mall, l’SM City North EDSA, e l’SM Mall of Asia, superano Dubai Mall, ma quando l’opera sarà completata diventerà il più grande centro commerciale al mondo. Intanto all’apertura ha già infranto un record essendo il centro che ha aperto con il maggior numero di negozi (circa 600) il 4 novembre 2008. Con quasi 400.000 metri quadrati di superficie (l’equivalente di circa 50 campi di calcio), il Dubai Mall ha un’area interna di circa 200.000 m² ed un’area commerciale di 150.000 m². Tra le attrazioni del centro il più grande suq dell’oro al mondo, “SEGA Republic” il primo parco a tema coperto SEGA nel Medio Oriente, un cinema multisala con 22 schermi, 160 ristoranti.
All’interno, inoltre, Dubai Mall’s Aquarium e il Discovery Centre, acquario nel Guinness World Record per il possesso del pannello in vetro acrilico più grande del mondo. Il suo spessore di può resistere alla pressione dei 10 milioni di litri d’acqua dell’acquario e la sua trasparenza permette ai visitatori di osservare le oltre 33 000 specie marine. Inoltre la capacità di 10 milioni di litri, lo rende l’acquario sospeso più grande del mondo.
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THE WORLD
Infine, se quello che avete visto fino ad ora vi è sembrato incredibile, quest’ultima realizzazione le supera tutte per grandezza visionaria. Un arcipelago di trecento isole artificiali a 4 chilometri dalla costa di Dubai. Dopo Palm Jumeirah, l’Emirato di Dubai ha superato se stesso in grandezza; ha realizzato il MONDO. Gruppi di isole artificiali che viste dall’alto compongono i diversi continenti del mondo, ognuna rappresenta ed è conformata come una nazione. Ogni isola è posizionata in maniera tale che tutte assieme rappresentino fedelmente la terra. La grandiosa visione di questo progetto è quello di dare la possibilità di comprare una nazione. Chiunque ha la disponibilità economica può diventarne il padrone. The World è il nome di questo incredibile (per idea e dimensione) progetto che ha attirato l’attenzione dei media sul piccolo emirato, stimolando i ricchi della terra ad una corsa di conquista, un reale Monopoli del lusso. Ad esempio il patron della Virgin, Richard Branson, ha acquistato la Gran Bretagna.
Ogni isola ha una superficie compresa tra i 22.000 e gli 84.000 metri quadrati e disteranno tra i 50 ed i 100 metri. L’arcipelago ha una dimensione di circa 9 chilometri per 6 ed i collegamenti possono avvenire solo via mare o via aria con un servizio apposito di elicotteri.
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Con il sogno visionario di The World, voglio chiudere questo primo appuntamento con Dubai, meta della teknologia e dell’architettura mondiale, luogo amato o odiato, ma pur sempre il luogo dove i sogni, sempre di più, diventano realtà. La posizione geografia, la storia, la cultura di cui è intrisa questa terra creano in questo scenario un’aurea di fascino e intrigante magia. Questa grandiosa realtà del panorama mondiale è ormai assurta a mecca del lusso, della progettazione e delle realizzazioni fantastiche. La magia di Aladin e del genio della lampada hanno dimora qui, a Dubai e anche se a qualcuno potrà apparire eccessivo e inutile, mi chiedo se in un’epoca così difficile, un luogo del genere, un nuovo sogno americano, non possa servire a ridare speranza e fiducia per il futuro. Ma comunque nel bene e nel male Dubai è li a rappresentare se stessa e la grandezza a cui l’uomo può aspirare.
Se questo articolo vi è piaciuto, vi aspetto alla prossima puntata di questo percorso nella tecnologia delle mega strutture e se quello che avete visto o letto vi ha sorpreso, non avete idea di cosa a Dubai si stia realizzando. Vi aspetto a….Dubai city of Future #2, ossia i progetti, le strutture, le follie non ancora realizzate nella città dei records.
Mi è arrivata notizia che Sky Italia ha reso disponibile oggi per Mac, PC, iPhone e Tablet iPad e Samsung l’applicazione Sky Go che consente di vedere i programmi di Sky anche in mobilità ovunque ci si trovi, l’importante che l’area sia coperta da rete 3G o Wi-Fi. L’applicazione funziona su iPad, iPad 2, Galaxy Tab 10.1 ed 8.9 di Samsung, PC e Mac, anche sugli smartphone di Apple (iPhone 3GS, 4 e 4S).
Ci sono comunque delle limitazioni. Infatti, alcuni contenuti non sono disponibili su connessione mobile 3G, ma solo su rete Wi-Fi. Il servizio è assolutamente gratuito per i clienti HD, basterà scaricare l’App dall’Apple Store o dal servizio reso disponibile sulle pagine di Sky Italia.
Inizialmente saranno resi disponibili 25 canali scelti tra i diversi segmenti sport, calcio, news, intrattenimento, serie tv e programmi per bambini. NatGeo, History, Disney Channel, Disney Junior, Fox, Sky Uno, SkyTG24, SkyTG24 Eventi, Sky Sport24, Sky Sport 1, Sky Sport 2, Sky Sport 3, Sky Sport Extra, Sky SuperCalcio, i 10 canali di Sky Calcio ed Eurosport.
L’attivazione è semplicissima, basta disporre delle proprie credenziali, accedere con il proprio abbonamento all’area “Fai Da Te” e, sarà poi sufficiente effettuare il login al sito skygo.it (per PC e Mac) o accedere all’applicazione, tramite tablet e iPhone.
Proverò quest’applicativo e vi farò sapere. Buon divertimento a tutti.