Dic 202012
 

SUCCEDE che alla Dante si realizzi, tutti insieme, un grande ALBERO metallico alto 6 metri e SUCCEDE pure che venga ricoperto da una moltitudine di coloratissime palline che gli alunni di ogni classe hanno realizzato con semplici bicchieri di plastica.

E può SUCCEDERE che gli insegnanti di lettere della scuola, scrivano un pensiero estemporaneo sul simbolo e sul significato che loro danno all’albero di Natale.

L’albero della Dante Alighieri

Cosa, meglio dell’altro simbolo del Natale, poteva rappresentare la scuola media statale D. Alighieri,  nota semplicemente come la Dante, se non l’albero? Sì, l’albero, l’albero di Natale, colorato, simbolo di vita gioiosa, proprio come i ragazzi della Dante che hanno dato libero sfogo alla fantasia e alla loro gioia di vivere, realizzando addobbi colorati e vivaci. I ragazzi, come rami dell’ Albero che tendono lo sguardo verso l’alto, verso i traguardi del futuro. L’augurio di tutti gli operatori scolastici è rivolto a tutti e, in particolar modo, ai giovani, affinchè il Natale porti gioia, serenità e il raggiungimento di mete brillanti! Buon Natale! 

prof.ssa Clotilde Russo

Come l’abero con le luci e le decorazioni è bello da vedere, così lo è un cuore illuminato dalle luci della bontà e dell’amore.

FermaTI! Rallenta la tua corsa affannosa verso l’effimero….pensa un po’  agli ALTRI, non solo a Natale.

prof.ssa Maria Grazia Leotta

Con le sue luci e i suoi colori l’Albero di Natale ci ricorda che, anche in una notte gelida e buia, ogni essere può ritrovare Gioia, Speranza, Amore..

Basta aver fede!

prof.ssa Margherita Campisi

Per me Natale coincide con tradizione e presepio. Ho trovato pertanto splendido, perfino commovente, il presepio allestito nella nostra scuola. Nonostante il mio gusto per il vintage, ho trovato gradevole l’albero allestito nel cortile della scuola, perché non era per nulla facile trasformare con la fantasia e il colore quella enorme e  fredda struttura metallica, da “Arancia meccanica”, in un’opera esteticamente accettabile.

prof.ssa Angela Maccarrone

Per non dimenticare che tante minuscole luci, che si accendono nel buio della vita, sono sempre capaci di illuminare la notte e di donare una speranza.”

prof.ssa Filippa Mancuso

Quale simbolo più moderno e al contempo universale del Natale se non l’albero che con le sue luci, le sue decorazioni riesce ogni anno ad unire tutti, dai più piccoli, che stanno li, felici e ansiosi di aprire i tanto attesi regali, ai più grandi di casa, i nonni, gli zii che si compiacciono della gioia espressa dagli occhi di quei bimbi, capace di far ricordare loro com’era e che in fondo cambiano i tempi ma le emozioni rimangono immutate. Albero di Natale vuol dire unione familiare, calore, senso di appartenenza, é quel simbolo che in modo straordinario crea la magica atmosfera che unisce le persone in ogni parte del mondo.

prof.ssa Luisa Tita

Che le nostre vite possano essere piene di vitalità, come l’abete sempreverde, e risplendere per gli altri, come le luci che lo adornano

prof. Orazio Lombardo

“Albero di Natale / sei verde e sei bello / con il sole e con il freddo / tu sei là che fai da ombrello.”

prof.ssa Maria Teresa Vigo

Dic 202012
 

SUCCEDE che le pareti della nostra scuola si animino della simpatica bimba frutto dell’estro e della fantasia di due giovani artisti dell’Accademia delle Belle Arti di Catania.

SUCCEDE che un giorno alla Dante arrivi il Sindaco della città, Raffaele Stancanelli, ad inaugurare il “murales” della nostra piccola eroina che mi vien di chiamare “Bea”, in riferimento alla Beatrice di dantesca memoria.

SUCCEDE che giovedì 20 dicembre, diventi per questo un giorno di festa qui alla Dante.

Dic 172012
 

Anche in Sicilia l’eccellenza si può raggiungere. Sorgerà presso Carini, in provincia di Palermo, su un’area di 16 ettari di terreno il primo Centro al mondo per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica. Il centro, è frutto di una partnership tra soggetti diversi: la Fondazione Ri.Med (Ricerca scientifica nel Mediterraneo), la Regione Siciliana, il CNR, l’Università di Pittsburgh e la University of Pittsburgh Medical Center (UPMC). Da questa collaborazione, sorgerà un mega-centro di studi all’avanguardia su un terreno donato dalla Regione Siciliana alla Fondazione Ri.Med; avrà un’estensione di circa 31.000mq e pare che la prima pietra sarà posta nel 2013. Il centro si propone di creare un luogo dove la sperimentazione e l’avanguardia saranno dominanti e dove sarà possibile avviare 1200 nuovi posti di lavoro tra ricercatori e scienziati di ogni regione e formazione.

Il progetto è stato presentato alla presenza dei ministri della Salute e della Ricerca, Renato Balduzzi e Francesco Profumo e la progettazione è stata curata in modo attento. Infatti, è stato bandito un concorso, vinto da un consorzio di imprese internazionali e italiane, che ha curato in maniera particolare gli aspetti del risparmio energetico e dell’impatto ambientale proprio in virtu’ delle tecnologie all’avanguardia e dei materiali che verranno utilizzati per la sua realizzazione.

Progetto del CBRB

Il mega laboratorio sarà attrezzato con ben 8 aree di differente interesse e ricerca:

  • ricerca di nuovi farmaci;
  • sviluppo di vaccini;
  • biologia strutturale e computazionale;
  • medicina rigenerativa;
  • sviluppo di dispositivi biomedici;
  • Imaging molecolare;
  • neuroscienze;
  • ingegneria dei tessuti.

Costo dell’opera, circa 210 mln di euro provenienti da un finanziamento messo a disposizione dal governo; posa della prima pietra nel 2013 e completamento della struttura nel 2016. All’interno della stessa area, sorgerà in un secondo momento, anche un ospedale con 300 posti letto, che sarà collegato direttamente al CBRB così da creare un centro biomedico di rilevanza internazionale. Lo scopo dichiarato dell’opera è quello di risollevare l’economia e la rilevanza di una regione del sud, dando posto di lavoro a circa 600 addetti e altrettanti nell’indotto, ma il tentativo principale, è sicuramente quello di evitare la fuga di cervelli all’estero, proponendo una soluzione di unicità che dovrebbe poter attirare a Palermo, grandi ricercatori d’oltralpe e mantenere nel nostro paese quelli sfiduciati e privi di occupazione.

Dic 162012
 

IBM, il colosso dell’elettronica mondiale, pare abbia trovato un nuovo modo per trasmettere le informazioni attraverso l’uso della luce anziché  l’elettricità. Questo apre scenari nuovi per i computer del futuro, capaci in questo modo di trasmettere una quantità di dati maggiore e in minor tempo. Questa nuova tecnologia, chiamata “nanofotonica in silicio“, consentirà di integrare in un unico chip, costruito con una maggiore miniaturizzazione rispetto al passato, sia componenti ottici che componenti elettrici ed elettronici.

Questo consentirà di collegare al volo diversi computer e scavalcando il problema classico della saturazione di banda e della limitazione del trasferimento dati nelle interconnessioni tradizionali.

Il responsabile di questa ricerca, il dottor John E. Kelly, Senior Vice President e Director di IBM Research, orgogliosamente ha affermato “che questa scoperta è una grande rivoluzione ed è frutto di dieci anni di ricerca e sperimentazione e consentirà di trasferire la tecnologia della nanofotonica in silicio nell’ambiente di produzione reale, con un impatto su una vasta gamma di applicazioni”. La nanofotonica, ormai matura per la commercializzazione e l’uso in ambito aziendale si pone come la soluzione più idonea alla sempre maggiore richiesta di velocità per la trasmissione in tempo reale delle informazioni e per il collegamento di sempre maggiori quantità di terminali indipendentemente dalla loro distanza fisica. Sarà, infatti, possibile trasferire terabyte di dati in pochi istanti da una parte all’altra del pianeta grazie agli impulsi luminosi delle fibre ottiche.

IBM è riuscita in questo miracolo elettronico aggiungendo alcuni moduli ad una linea di fabbricazione di CMOS da 90 nm ad alte prestazioni. Di conseguenza, è possibile fabbricare, in una normale linea di produzione, singoli chip contenenti anche ricetrasmettitori per comunicazioni ottiche, con una significativa riduzione di costi rispetto agli approcci tradizionali. La tecnologia della nanofotonica CMOS, dimostra la possibilità di costruire ricetrasmettitori in grado di superare una velocità di trasmissione dati di 25 Gbps per canale riuscendo, inoltre, ad implementare una serie di flussi di dati ottici paralleli su di un’unica fibra, utilizzando dispositivi WDM “on-chip” compatti. Tutto questo, ossia la capacità di scambiare simultaneamente grandi flussi di dati in parallelo e di scambiarli a velocità di trasmissione elevate, consentirà la scalabilità delle comunicazioni ottiche del futuro.

PUOI LEGGERE ANCHE:
Dic 102012
 

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4 liscio gr.220, matita HB/2, squadretteriga e compasso.

Livello: classi seconde.

Difficoltà: bassa.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le esercitazioni della scheda sopra.

PROEDURAOPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. partiamo da quanto realizzato nella tavola n.2 ossia nell’esercizio per la costruzione della PERPENDICOLARE all’ESTREMO di un SEGMENTO;
  2. con il compasso, con apertura 12 cm, tracciamo sella retta r il segmento AB;
  3. sempre con il compasso, con apertura 15 cm, tracciamo sulla retta s il segmento AC;
  4. uniamo B e C, otterremo un triangolo rettangolo scaleno in quanto tutti e tre i lati sono tra loro diversi.

SCARICA L’ARTICOLO:

 

Dic 102012
 

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4 liscio gr.220, matita HB/2, squadretteriga e compasso.

Livello: classi seconde.

Difficoltà: media.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le esercitazioni della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. partiamo da quanto realizzato nella tavola n.2 ossia nell’esercizio per la costruzione della PERPENDICOLARE all’ESTREMO di un SEGMENTO;
  2. misuriamo sulla retta r a partire da A, una lunghezza di 15 cm;
  3. tracciamo su r il segmento AB di tale lunghezza;
  4. puntando il compasso in A, con apertura AB, tracciamo un arco che interseca sia la retta r che la retta s nei rispettivi punti B e C;
  5. uniamo B e C, otterremo un triangolo rettangolo isoscele in quanto due lati AB e AC sono tra loro uguali.

Dic 042012
 

Dubai sogno2

A distanza di qualche tempo riprendiamo il discorso su una delle capitali mondiali più controverse: DUBAI.

L’avevamo lasciata con la REALTA’, il realizzato, i progetti faraonici che si sono trasformati in icone dell’architettura contemporanea mondiale. Opere destinate a lasciare un segno e a divenire i nuovi modelli di riferimento nella progettazione. Opere che per la loro grandiosità hanno stupito, hanno superato i limiti fino ad ora consentiti, hanno acceso il dibattito, hanno trasformato Dubai nella mecca dell’architettura moderna.

I mesi a Dubai sono come gli anni; la velocità con la quale questa capitale cresce e prospera sono spaventosi. Pochi decenni fa non era altro che un villaggio nel deserto, ora svettano grattacieli, opere faraoniche, ponti e isole da sogno progettate e realizzate sfidando la natura e fissando nuovi standards di riferimento. Andare a Dubai significa ogni volta andare in una città nuova, in cui lo skyline si modifica di giorno in giorno, in cui la vita scorre frenetica. I più grandi architetti del mondo sono ormai di casa in questa modernissima città del medio oriente. Tutti la sfidano, ma nessuno la eguaglia; Dubai ormai è circondata da un’aurea di magia che le consente di mantenere il primato e di attirare turisti e curiosi in quantità.

Ancora una volta mi piace sottolineare che la si può amare o odiare, ma bisogna prima conoscerla e vederla per giudicarla, ma vi assicuro che le tante sfaccettature di cui si compone, l’affascinante bagliore delle sue costruzioni, i contrasti cromatici, i sapori e gli odori orientali, finiranno per conquistarvi. E proprio per celebrare queste virtù vi invito alla lettura di questo nuovo capitolo sulla capitale del Golfo Persico: signore e signori se siete pronti a volare benvenuti a…

Iniziamo il nostro viaggio con un video intitolato “Vibrant Dubai“, la Dubai vibrante, nel senso della vita pulsante che la contraddistingue; si tratta di un promo realizzato dal Dipartimento per il Turismo e il Commercio della capitale, un inno a Dubai e alle sue meraviglie, un video che spero vi possa fare sognare come lo ha fatto con me, descrivendo in pochi minuti l’accogliente e dorato mondo di questa infinita città. Buona visione e buona lettura…

Il realizzato, come abbiamo già visto, è eccezionale, ma quello che si sta progettando a Dubai ha dell’incredibile. L’asticella è stata spinta molto più in alto. Svincolata da riferimenti iconici del passato, priva di vincoli urbanistici e paesaggistici, senza un impianto di crescita rigido o legato ai limiti del territorio, questa città è diventata terra di conquista dell’architettura contemporanea. I più grandi studi e i migliori architetti si sfidano in una gara senza vincitori, una competizione che vede vincente solo lei, l’affascinante Dubai. Dal Waterfront alla spiaggia di Jumeira, passando per la sontuosa Sheikh Zayed Road (la strada che unisce tutti e sette gli emirati), è un susseguirsi di opere architettoniche e di ingegneria facilmente identificabili, progetti unici e irripetibili, nuovi monumenti del pensiero e delle capacità contemporanee. Ogni opera sorge con l’intento di diventare l’emblema della città, il simbolo di questa crescita e di questo sviluppo e finisce per integrarsi e amalgamarsi in un tutt’uno che lascia senza respiro. L’acqua è senza dubbio uno dei motivi che predomina nella progettazione, ma le dune del deserto, le linee aggraziate delle abra (imbarcazioni dei pescatori arabi), le onde dell’oceano, forniscono un’infinità di spunti ai progettisti di questo immenso harem architettonico.

Vediamo, quindi, come vorrà stupirci ancora una volta questa capitale dell’eccesso scoprendo i progetti che ne cambieranno la fisionomia negli anni a venire. Si tratta di una selezione di progetti particolarmente ambiziosi, effettuata dal sottoscritto, che non ha la pretesa di essere esaustiva ma semplicemente descrittiva di quanto si sta progettando a Dubai.

Quindi non mi resta che augurarvi, BUON VIAGGIO.

ARCH BRIDGE

Se qualcuno pensava che a Dubai i records venissero battuti solo in altezza o ampiezza, si sbagliava di grosso. Un concorso internazionale, bandito come al solito dall’emirato più avanzato al mondo, ha visto in gara molti studi di architettura internazionali e la vittoria del newyorkese Fxfowle International. Per realizzare cosa? Il futuro ponte ad arco più lungo e più alto del mondo. Il ponte sarà lungo 1,7 km e alto 205m, e la data di ultimazione è prevista per il 2012. Il ponte è chiaramente ispirato alle sinuose coste del mar Arabico e alle magnifiche dune del deserto che circonda Dubai. Il ponte, per ora noto come Arch Bridge, si chiamerà effettivamente Sheikh Rashid bin Saeed Crossing e potrà portare il peso di 2000 veicoli l’ora, sulle 12 corsie per senso di marcia. Il Dubai Arch Bridge è un ponte a mezza corsa, e sarà il più lungo mai realizzato con questa tecnologia: sino ad oggi il primato di lunghezza è detenuto dal Chaotianmen Bridge, a Chongquing (Cina), con una campata di 552 metri (per una lunghezza complessiva di 1742 metri), e dal Lupu Bridge, a Shangai (Cina), con una campata di 550 metri ed una lunghezza complessiva di 3900 metri.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:

DUBAI AIRPORT


Ogni grande città ha un grande aeroporto famoso in tutto il mondo. New York ha il JFK, Los Angeles ha il LAX, Londra ha Heathrow; ma a Dubai hanno pensato ancora più in grande: il Dubai World Central International Airport sarà dieci volte più grande degli attuali International e Cargo Villane messi insieme. Per capirne la portata, basti pensare che sarà un aeroporto in grado di accogliere 120 milioni di passeggeri in un anno. Nel 2004, per fare un paragone, l’aeroporto con il maggior traffico passeggeri è stato quello di Atlanta negli Stati Uniti con 83,5 milioni di passeggeri.
Il progetto prevede un’aerostazione con 6 piste parallele tutte di 4,5 chilometri di lunghezza, ossia in grado di far atterrare e decollare il superjumbo A380 fiore all’occhiello della Ethiad e della Emirates. Ogni pista sarà distanziata dall’altra da uno spazio di circa 800 metri e sarà attrezzato con le più attuali tecnologie in campo aeronautico. La torre di controllo, per fare un esempio, sarà alta 92 metri, la più alta del medio oriente, ed avrà un design a “fiore”, idea progettuale che secondo i creatori dovrebbe diventare il simbolo aeronautico della regione.
L’aeroporto sarà dotato di tre terminal, di cui due di lusso (uno per le compagnie degli Emirati) e uno per le altre compagnie aeree ed uno ad alta funzionalità per i viaggi a basso costo e le compagnie charter. Ovviamente completeranno la faraonica opera, centri di ristorazione, grandi alberghi, centri commerciali e tutte le strutture di manutenzione e controllo in grado di effettuare i check-up su ogni tipo di velivolo compreso il già citato Airbus A380.
JXB sarà collegato all’attuale già premiato Dubai International Airport (DXB) attraverso una ferrovia veloce, e poi anche servito dalla Dubai Light Railway Network (Dubai Metro). Saranno resi disponibili circa 100.000 posti a parcheggio per automobili, e servizi di autonoleggio.

Il nuovo Terminal 3 sarà l’edificio più grande al mondo come superficie, con uno spazio di oltre 1.500.000 mq e si dice sarà  “l’opulenza costruita”. Avrà una capacità di 43 milioni di passeggeri con 82 tappeti mobili, 97 scale mobili, otto sky train, 82 moving, e 157 ascensori. La sua forma ricorda l’ala di un aereo ed è lunga 1 km. Ma a Dubai nulla è mai il massimo, ed ecco che sono iniziati i lavori per il Terminal 4 che dovrebbe portare l’aeroporto a servire tra i 70 e gli 80 milioni di passeggeri entro il 2013.

Al Maktoum International Airport (JXB)” questo il nome ufficiale, era noto precedentemente come “Jebel Ali International Airport” e “Dubai World Central International Airport”. Il nuovo nome è diventato ufficiale a partire da novembre 2007, in onore dell’ormai scomparso Sceicco Maktoum bin Rashid Al Maktoum, che era precedentemente a capo dell’Emirato.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:

https://www.youtube.com/watch?v=JpeplAUak1o

DUBAI WATERFRONT

Il Dubai Waterfront è un’agglomerato di isole e canali artificiali in corso di costruzione a Dubai: è per portata la più grande costruzione architettonica di questo tipo al mondo e occuperà tutte le coste ancora libere sul Golfo persico controllate da Dubai.

Queste isole avranno una forma di arco, e racchiuderanno al loro interno Jebel Ali, una delle tre Palm Islands, a forma di palma e anch’esse costruite dalla Nakheel Properties. Il progetto include anche un grande porto commerciale ed un canale di 75 km, l’Arabian Canal, che partendo dalla costa entrerà fin dentro il deserto. In totale, comprende 440 km quadrati di costruzioni su acqua e terra, in un area grande sette volte l’isola di Manhattan a New York. Includerà una serie di aree residenziali, commerciali, e di svago. Il progetto sarà gestito dalla Dubai Waterfront Company ed aperto agli investimenti stranieri. La costruzione si trova in una posizione strategica vicino al Dubai World Central International Airport, con accesso diretto alla Sheikh Zayed Road e direttamente collegata alla vicina Abu Dhabi. 10 aree principali di prestigio che, una volta completate saranno dominate dall’Al Burj, una magnifica torre che dovrebbe svettare tra i 700 e 1000 metri di altezza diventando l’edificio più alto del mondo.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:
DUBAILAND

Se la vostra passione sono, invece, i parchi di divertimento, Dubai ha in serbo un tale progetto da far impallidire tutti gli altri. Ma non si tratta di un semplice parco, ma ben 6 grandi parchi tematici integrati in un’unica struttura, 279 milioni di metri quadrati. Una superficie in grado di superare di ben due volte la superficie di tutti i DisneyLand e DisneyWorld del mondo. Si tratterà di una vera e propria città che vivrà di vita autonoma, crescerà e si svilupperà secondo le proprie esigenze.

Il progetto di Dubailand fu ufficializzato il 23 ottobre del 2003 e prevede la costruzione di 6 mega parchi a tema. Alcune strutture, come ad esempio l’autodromo, sono già in funzione e le altre sono in fase di costruzione.

L’immensa superfici, sarà occupata oltre che dai parchi, anche da tutte quelle infrastrutture che fanno da contorno a questo tipo di realizzazione: alberghi, ristoranti, centri commerciali. Una gigantesca città del divertimento che vivrà all’interno di Dubai; potrai essere a Dubailand e non accorgerti di essere nell’Emirato.

Il completamento di questa Megastruttura è previsto per una data compresa tra il 2015 e il 2018, ma i problemi economici di Dubai legati alla crisi mondiale, rendono questa data molto improbabile. Il progetto si pensa sarà in grado di attrarre una quantità enorme di visitatori, circa 200.000 al giorno.

I parchi a tema che saranno costruiti sono i seguenti:

Attractions & Experience World (13km2)

  • Theme parks
  • The Global Village
  • Kids City
  • Giants World
  • Water Parks

Retail and Entertainment World (4 km²)

  • Flea Market
  • World Trade Park
  • Auction World
  • Factory Outlets

Themed Leisure and Vacation World (29 km²)

  • Women’s World
  • Destination Dubai
  • Desert Kingdom
  • Andalusian Resort and Spa

Eco-Tourism World (75 km²)

  • Desert Safari
  • Sand Dune Hotel
  • Desert Camps
  • Dubai Heritage Vision

Sports and Outdoor World (19 km²)

  • Dubai Sports City
  • Emerat Sports World
  • Plantation Equestrian and Polo Club
  • Autodromo di Dubai (già costruito)
  • Dubai Golf City

Downtown (1.8 km²)

  • Mall of Arabia, il più grande centro commerciale del mondo
  • City Walk
  • The Great Dubai Wheel, il secondo osservatorio più grande al mondo dopo il Shanghai Kiss.
  • Virtual Game World
SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:
MAHAMMED GARDENS

Sicuramente uno dei più ambiziosi, colossali, smisurati mega-progetti sviluppati per Dubai. La Dubai Properties ha rivelato, infatti, le incredibili immagini e il plastico di questo immenso progetto. Tra Al Khail e la Emirates Road, questo immenso parco includerà aree smisurate, attrezzate a verde e centri per l’intrattenimento. All’interno comprenderà abitazioni, laghi, corsi d’acqua, strutture dedicate al commercio, alla finanza e al turismo. Una superficie che, se paragonata, supera per estensione tutti i parchi di Londra e New York messi insieme. Un progetto ambizioso, ma anche estremamente verde, un progetto che doterà Dubai di quel polmone di cui adesso manca dato il torrido clima desertico.

Questo progetto faraonico comprenderà 4 gigantesche aree a verde così individuate:

The House of Humanity (la casa dell’umanità), un’area nella quale sarà centrale la civiltà umana in tutte le sue manifestazioni e dislocazioni geografiche. Qui troveranno sede le organizzazioni umanitarie e caritatevoli, come la Sheik Mohammed’s own Humanitarian Establishment e svariati musei che raccoglieranno opere incentrate sull’uomo e la società che ha sviluppato.

The House of Commerce (la casa del commercio), nella quale troveranno sede gli uffici delle più importanti società multinazionali.

The House of Wisdom (la casa della saggezza), un’area in cui la cultura la farà da padrona; qui verranno costruite biblioteche, università internazionali, esposizioni dedicate alla cultura, alla storia e la scienza, ed infine una moschea.

The House of Nature (la casa della natura), qui l’ambiente la farà da padrona. Parchi, giardini zoologici, strutture alberghiere, strutture mediche, laboratori scientifici.

Questo progetto occuperà la discreta superficie di circa 300 milioni di metri quadrati e costerà la bellezza di 40 miliardi di euro.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:
WATER DISCUS

Nella città degli eccessi non manca nulla e quel che manca si sta attrezzando per averlo. Dalla collaborazione tra una società di ingegneria svizzera, la Big Invest Group e la Drydocks World, nasce il progetto del Water Discus Hotel il primo hotel subacqueo al mondo. In realtà questo è il secondo progetto, infatti, il Discus Hotel nasce dalle ceneri dell’Hydropolis Underwater Hotel bocciato precedentemente. Enormi piloni contengono ascensori e scale, nonché tutti i  sistemi di risalita verso la superficie. Situati a 10 metri di profondità si trovano, invece, le zone relax e i ristoranti. Trovano, inoltre, posto 21 camere affacciate sulla barriera corallina e l’incontaminato mare del Golfo di Dubai. Le zone comuni, come quelle delle camere sono progettate in modo da potersi adattare a fondali di differente profondità e sono progettate per risalire in superficie e galleggiare in caso di emergenza e fungere quasi da scialuppe di salvataggio. La versatilità della struttura presuppone variazioni di budget economico e la possibilità di essere realizzato anche in altri contesti geografici.

Nella progettazione del Discus, si è cercato di porre al primo posto la questione ambientale. I realizzatori definiscono il Discus una piattaforma per l’osservazione e il monitoraggio dell’eco sistema marino di quella zona, anche se le dimensioni e la tipologia dell’intervento gettano parecchi dubbi su questa funzione. Sicuramente il Discus Hotel contribuirà a far crescere la fama di città degli eccessi e dei record, attirando ancora una volta folle di turisti curiosi di vedere queste meraviglie architettoniche.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:
BUSINESS BAY

La città degli affari, la città nella città. Ovviamente Dubai non poteva in questa sua sete espansionistica lasciare fuori gli investitori stranieri, lasciare fuori i capitali e le holding che l’hanno fatta grande. E non potendo realizzare qualcosa di normale o di consueto, Dubai si è presentata al mondo con un altro mega progetto: Business Bay. Dubai non ha mezze misure, e pensa in grande; Business Bay è pensata per trasformare la città nella capitale economica del medio oriente, a rivaleggiare con realtà quali New York, Tokyo e Londra. Business Bay nasce come un altro progetto che difficilmente avrà eguali nel mondo: 65.000 metri quadrati destinatia più di 240 edifici a torre, tutti con design e caratteristiche uniche e innovative, troviamo infatti la Business Bay Tower, a forma di cuneo con una superficie crescente con l’aumentare della costruzione, la Prism Tower a forma di prisma con un eliporto in cima, la Iris Bay Tower  a forma ovale come una luna crescente.

Business Bay si propone di essere una zona di libero scambio dopo il successo sperimentale del libero commercio sulla zona di Dubai Internet City e Dubai Media City. Creare le condizioni commerciali più favorevoli per attirare capitali e investimenti, multinazionali e organizzazioni internazionali. Le premesse ci sono tutte; inoltre essendo attrezzata con tutte le infrastrutture necessarie e con una posizione privilegiata con all’interno dell’area un porto, il Dubai Business Bay Port, copre tutti gli aspetti e si propone come infrastruttura dinamica e vitale, centro nevralgico del commercio negli Emirati Arabi Uniti.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:
NAKHEEL TOWER

Non si sono ancora spenti gli echi del record raggiunto dal Burj Khalifa che già si pensa al prossimo record in altezza. La torre Nakheel Harbour & Tower nuovo prodigio architettonico dovrebbe essere pronta nel 2020. Raggiungerà l’altezza incredibile di 1400 metri (4593 piedi), e vanterà più di 200 piani. Il progetto dello studio inglese Woods Bagot, è concepito come una vera e propria gigantesca città verticale in cui potranno vivere e lavorare ben 15.000 abitanti.

L’imponente progetto nasce per dare forma e rimarcare le origini della città e della cultura islamica. Non una, ma ben quattro torri parallele unite tra di loro ogni 25 piani da un ponte, quasi dei “corridori nel cielo”, che lasciano in questo modo, il nucleo dell’edificio vuoto con fessure laterali verticali di chiara ispirazione ai modelli architettonici islamici delle torri delle moschee. Le fessure hanno anche una funzione tecnica, quella di attenuare l’effetto del vento a causa dell’altezza dell’edificio. Le quattro torri parallele rappresentano quattro quartieri con caratteristiche diverse e richiamano quattro grandi città islamiche del passato: il grande lungomare di Tangeri in Marocco, il porto di Alessandria d’Egitto, i ponti di Isfahan in Iran e i giardini di Alhambra in Spagna. Residenza, commercio, ricreazione, saranno alcune delle attività che è possibile svolgere all’interno di questo immenso edificio. Ma la complessità e dimensioni non hanno fatto dimenticare ai progettisti l’aspetto ambientale ed ecologico richiesto ad un edificio di moderna concezione. La Nakheel Harbour & Tower punta ad ottenere la certificazione LEED platinum utilizzando una vasta gamma di tecnologie verdi come il trattamento delle acqua nere, la raccolta delle acque piovane, il riutilizzo dell’acqua usata nelle prove antincendio, pannelli solari, turbine eoliche ed altre tecnologie.

Il basamento dell’edificio avrà una forma che, ancora una volta, richiamerà la simbologia dell’antica cultura islamica. Un immenso podio a forma di mezzaluna si avvolge fino ad immergersi nel canale arabo creando per la prima volta in assoluto, un porto all’interno di una città. In questo modo, si realizza la parte commerciale di questa piccola ma gigantesca città nella città.

SFOGLIA LA GALLERIA:
GUARDA I VIDEO:

Il tempo impiegato per scrivere questa seconda parte su Dubai, per raccontare luci ed ombre, per far sognare (come ho sognato io) nel raccontare le impensabili meraviglie che si stanno pensando e costruendo in questa città, vi fa capire quale siano state le difficoltà nel selezionare i progetti. Molti dei quali sono rimasti solo grandiose idee sulla carta. La crisi economica ha smorzato lo slancio incredibile con cui questa metropoli cresceva. Ha ridimensionato la visione, ma non ha spento la capacità attrattiva e non ha spento i sogni di un’umanità che vede realizzarsi, in quell’angolo del pianeta, meraviglie e prodigi impensabili in altri luoghi. Ciò che salta all’occhio guardando Dubai è il contrasto tra tanta modernità e il tradizionalismo islamico della cultura di questo popolo. Si percepisce la formazione euro-americana di questa nuova generazione di reggenti, capaci di visioni illuminate e grande apertura mentale nei riguardi di tutte le culture. Dietro ogni ostentazione, c’è sempre il pensiero alle tradizioni, al ripetere antichi riti, a riscoprire l’appartenenza di questo popolo. Dubai è certamente eccessiva, dichiarandosi capitale del lusso, esplicita questa sua vocazione, ma per far ciò usa strumenti comunicativi trasversali, non dirompenti, ma ammalianti e coinvolgenti.

In pochissimo tempo si è ritagliata uno spazio nel panorama mondiale, una moderna Las Vegas che non usa però le sue luci per conquistare orde di giocatori, ma diversifica questi sforzi per attirare diverse forme di turismo e capitali al fine di garantirsi la sopravvivenza anche dopo che il petrolio avrà finito di costituire una forma incredibile di ricchezza. Da questo punto di vista Dubai si presenta come la formica e non come la cicala, parafrasando una nota fiaba, investendo sul proprio futuro, forse in alcuni casi in maniera eccessiva costruendo pian piano quello che la sta trasformando in un incredibile SOGNO.

PUOI LEGGERE ANCHE:
Dic 032012
 

Oggi è una data storica. L’SMS (Short Message System), in italiano “messaggino”, compie vent’anni. Infatti, fu proprio il 3 dicembre del 1992 che Neil Papworth un tecnico della Vodafone del regno unito lanciò il primo SMS con un sistema cellulare. Si trattava di un semplice messaggio di auguri che recitava “Merry Christmas”. Da quel momento in poi, la diffusione fu capillare e esplosiva e contribuì in maniera determinante alla consacrazione dei cellulari. Successo a cui ha contribuito anche Ericsson Telecomunication, la quale, con la standardizzazione del sistema GSM e la realizzazione della rete cellulare, ha contribuito a consolidare definitivamente.

Il messaggino, ha solcato questi 20 anni diventando uno strumento indispensabile e sempre più diffuso. Prima dagli adolescenti che lo hanno usato come strumento di comunicazione rapida (oggi soppiantato dai sistemi di instant messaging), poi da tutti noi, dalle Istituzioni pubbliche e private per comunicare rapidamente e a basso costo con cittadini, utenti, clienti. Oggi è uno strumento di modernizzazione e comunicazione essenziale nei paesi in via di sviluppo grazie anche all’attività di collaborazione con organizzazioni internazionali.

Molti pensano che presto possa andare in pensione, soppiantato da sistemi più moderni e attuali, capaci di inviare una moltitudine di media a costi ancora più bassi. Attraverso le connessioni internet, sia wi-fi che 3G, Whatsup, Skype, iMessage, Dropbox e tanti altri, forniscono connessione in tempo reale, possibilità di chat, archiviazione dati, connessioni multiutente che il vecchio SMS ovviamente non consente. Però difficilmente la semplicità, l’immediatezza e la facilità d’uso di questo strumento saranno sostituiti a breve da qualcos’altro.

Non ci resta per cui, augurare buon compleanno e una lunga e prosperosa vita all’SMS.

Dic 022012
 

Da tempo, la sonda spaziale americana Curiosity, girovaga libera in esplorazione sulla superficie di Marte. Ma qualche giorno fa, lo scienziato John P. Grotzinger, leader del progetto Curiosity, in un’intervista alla radio americana Npr, si è lasciato sfuggire che, la sonda avrebbe fatto una scoperta di portata storica. E’ bastata questa semplice frase, in quanto lo scienziato non ha più detto nulla, per scatenare un tam tam mediatico e su internet con illazioni e ipotesi sulla grandiosa scoperta. E le parole di Charles Elachi, direttore del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, non hanno fatto altro che alimentare questa sete di curiosità. Elachi ha affermato che Curiosity potrebbe aver scoperto “molecole organiche e non biologiche”. La conferma a tutte queste supposizioni dovrebbe venire il 3 dicembre a San Francisco in occasione dell’incontro dell’American Geophysical Union.

Sicuramente la scoperta ha a che fare con il Sample Analysis at Mars, noto come SAM, cioè il braccio robotizzato della sonda con la quale Curiosity sta analizzando un minuscolo campione di sabbia raccolto sul terreno marziano. Il lavoro della sonda, iniziato il 9 novembre, non è ancora finito, ma la fantasia e la curiosità degli scienziati e degli appassionati del settore, ha iniziato a galoppare.

La scoperta di queste molecole organiche sul pianeta rosso, ha un’importanza storica, in quanto negli anni passati gli scienziati, erano convinti che su Marte potesse essere esistita la vita in virtù della presenza di queste molecole. Gli scienziati tentarono di dimostrare questa tesi attraverso i risultati raccolti dalla sonda Viking, ma questa ipotesi fu bocciata proprio perché non trovate, in quell’occasione, tracce di molecole biologiche. Curiosity, ha spiegato Elachi, non è dotato di strumenti idonei a trovare molecole di questo tipo, cioè composti a base di carbonio che, non provano l’esistenza della vita, ma senza di esse questa non può svilupparsi, almeno nel nostro modo di concepirla. Curiosity, comunque, ha la capacità di riconoscere queste molecole; e se così fosse, ribalterebbe in un colpo solo tutte le teorie che avevano bocciato l’ipotesi di vita su Marte.

Ad alimentare le attese e la curiosità ci si è messa pure la NASA attraverso il Jet Propulsion Laboratory che ha twittato il messaggio “La missione, finirà nei libri di storia“.

Restano comunque tantissime incognite. Lunedì 3 scopriremo insieme di cosa si tratta, anche se la cautela in questi casi è d’obbligo. Infatti, pare difficile che una sonda non attrezzata per analisi di laboratorio approfondite riesca a fornire risultati così sorprendenti su campioni raccolti in superficie. E’, invece, più attendibile trovare realmente resti organici più in profondità, formati presumibilmente in epoche più umide e con condizioni ambientali diverse. Ma per arrivare a questi livelli ci vorranno ancora parecchi mesi di lavoro per la piccola sonda “curiosa”.

Noi di educazionetecnica.com staremo attenti a quello che succederà domani e riferiremo su queste pagine.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=5zSl_SHDIyA&w=480&h=360&rel=0]