Ago 272014
 

02 LIBRI DIGITALI

Già con il Decreto Ministeriale n.781 del 2013 il Ministero dell’Istruzione aveva cercato di trovare una soluzione al caro libri che ogni anno pesa sempre di più sulle famiglie italiane. La soluzione per il Ministero era quella di acquistare versioni digitali (più economiche) degli stessi libri incentivando da un lato le case editrici a proporli e produrli, dall’altro incentivando l’uso delle tecnologie a scuola.

Ma nonostante gli intenti, che ormai si susseguono da diverse legislazioni al fine di abbassare i costi per scuola (nuove adozioni ogni 6 anni) e famiglie, questo progetto ancora naviga in alto mare. Le motivazioni sono tante. Da un lato gli investimenti nella scuola (a fronte dei tagli) sono stati assolutamente insufficienti a rendere la scuola italiana in linea con quella europea e comunque a raggiungere livelli di digitalizzazione sufficienti.

01 LIBRI DIGITALIQuesto cambio implica che ogni studente e ogni docente italiano debba essere dotato di supporto informatico per poter leggere e utilizzare il libro in formato digitale; questo senza considerare che la stringente crisi economica che attanaglia le famiglie, impedisce loro di fare acquisiti di questo valore.

Altro fattore è quello della formazione del personale docente e non. Avvenuta in maniera frammentaria, frettolosa e poco organica. E questo non solo perché tutto senza incentivi economici e riscontri di alcun tipo, ma perché il docente il più delle volte, dopo aver fatto formazione si trova impossibilitato a utilizzare pienamente e compiutamente gli strumenti digitali che ha acquisito (basti pensare alla mancanza della firma digitale sul registro elettronico che lo rende di fatto inutile).

Risultato che nonostante gli sforzi, solo poche scuole hanno avviato questa trasformazione rendendo di fatto vano qualsiasi tentativo di trasformazione e ammodernamento.

Oggi le scuole che possono permettersi di adottare libri in formato esclusivamente digitale sono poche, quelle più ricche o quelle che hanno avviato la sperimentazione delle Classi 2.0. Questo porterebbe il risparmio dal 10% al 30% ma per ora è solo un’utopia.

04 LIBRI DIGITALI

Il Ministro della Pubblica Istruzione “Giannini”

Anche quest’anno parte con l’auspicio da parte del Ministero che le scuole adottino libri in formato misto o esclusivamente digitale per consentire un abbassamento dei costi complessivi, ma anche quest’anno le scuole che hanno sforato i tetti di spesa sono state tante e l’unica soluzione che resta alle famiglie per risparmiare sono i mercatini dell’usato e gli acquisti online attraverso siti come Amazon che garantiscono risparmi fino al 15%, consegna gratuita e disponibilità immediata.

Da docente posso solo augurarmi che l’immagine idilliaca della scuola completamente dotata di sussidi informatici e supporti digitali possa avverarsi quanto prima, ma ciò richiederebbe un cambio deciso di rotta…e questa è tutta un’altra storia.

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Ago 212014
 

01 FINGER

Si parla spesso di inclusione, si parla spesso di ausili per i meno fortunati, si parla spesso di tecnologie innovative e risolutive per specifiche problematiche ed ecco che ogni tanto si legge sulla rete di una scoperta, di una innovazione che renderà compiti fino ad oggi impossibili ad alcune categorie, facili o fattibili anche per esse.

Ancora una volta è il prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology) a tirare fuori dal cilindro un’innovazione tecnologica a favore di una categoria di minorati fisici, i ciechi, capace di rendere la lettura un’esperienza più semplice e soddisfacente rispetto al passato. FingerReader l’anello che è in grado di leggere, altro non è che un lettore ottico portatile capace di registrare ciò che vede e di rileggerlo. Il dispositivo, ancora un prototipo, è stato realizzato con una stampante 3D.

02 FINGER

La videocamera montata sopra il dispositivo, come uno scanner, legge il testo su di un libro o su qualunque altro supporto e un software dedicato lo interpreta e lo codifica come traccia audio pronta per essere letta. Un apposito altoparlante si occupa poi di leggere al non vedente quanto interpretato sul supporto cartaceo. L’unica attenzione da porre da parte dell’utente è quella di scorrere il dito sopra il rigo senza saltarlo. In realtà il software è in grado di comunicare al non vedente di essere sceso di rigo o di averlo saltato, come è in grado pure di avvisarlo quando arriva alla fine del rigo. Una vibrazione lo avverte dell’errore commesso o della fine del rigo in modo che questo possa correggere la posizione della mano. Il dispositivo è in grado di leggere anche libri digitali i cosiddetti e-book.

04 FINGER

Le prospettive che si aprono per circa 300 milioni di non vedenti nel mondo e alcune migliaia solo in Italia sono straordinarie, proprio perché l’anello renderebbe queste persone indipendenti dall’assistenza di un altra persona nello svolgimento di attività quotidiane come la lettura di un menù al ristorante o le bollette di casa. Altro campo in cui questo strumento potrebbe dare risultati eccezionali è a scuola, come ausilio per insegnanti curricolari e di sostegno. Il sistema non punta da subito alla sostituzione del linguaggio braille, ma ad affiancarsi a questo come ulteriore strumento di aiuto agli ipovedenti. Del resto è impensabile che di colpo centinaia di libri scritti in braille possano essere sostituiti e che la diffusione dello strumento possa diventare così capillare. Nonostante il vantaggio del costo di partenza molto basso i problemi da superare sono diversi e dalla fase sperimentale alla produzione di massa passerà ancora del tempo.

03 FINGER

La sperimentazione al M.I.T. è durata 3 anni. Il primo modello di anello per la lettura è stato presentato nel 2011 dal prof. Pattie Maes fondatore del gruppo di ricerca Fluid Interfaces per lo sviluppo di tecnologie indossabili.

Speriamo che presto questa nuova tecnologia possa essere commercializzata e raggiungere la maturità sufficiente affinché l’uso da parte dei minorati di vista allevi loro l’handicap fisico di cui soffrono. E noi ci auguriamo che tanti sforzi e tanto impegno siano dedicati dagli scienziati del mondo nella ricerca e nella sperimentazione di ausili simili.

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Ago 162014
 

01 Bambini e InternetPer noi operatori della scuola, uno dei temi più importanti e fonte di accese discussioni è rappresentato dall’accesso in rete, non tanto nostro, ma quanto quello dei minori che formiamo quotidianamente.

Il tema è caldo e importante, visto i rischi che la possibilità di connessione senza la supervisione di un adulto comportano per i minori.

È proprio di questi giorni, la presentazione della ricerca della società Net Children Go Mobile sul rapporto tra bambini e Internet in Europa.

04 Bambini e Internet

Risultato? Pare che in Italia il rischio sia molto alto perché i bimbi accedono alla rete in molti casi in modo assolutamente autonomo. Pare, infatti, che i minori siano lasciati spesso soli davanti al computer liberi di navigare senza filtri di controllo e che in quasi nessun caso siano informati dei rischi che corrono se lasciati soli in questo “mare magnum”. Sono in particolar modo i social network a rappresentare il maggiore pericolo per questi naviganti privi di esperienza. Infatti, già da una prima bozza di ricerca presentata qualche mese fa, era risultato evidente il legame tra mondo degli affetti e dipendenza da smartphone. Oggi i bambini, a causa degli orari lavorativi dei genitori, del fatto che ovviamente passano molto tempo da soli, hanno trovato nell’uso del cellulare o tablet, lo strumento per costruire quel sistema di relazioni che non riescono a crearsi a causa proprio del loro isolamento. Lo strumento elettronico avvicina, crea relazioni, ma cela anche pericoli molto insidiosi per queste piccole giovani menti.

03 Bambini e Internet

La ricerca ha evidenziato come nei differenti paesi europei, il rapporto tra adolescenti e internet è legata alla cultura genitoriale, ossia all’approccio che il genitore ha con i propri figli. Quindi, dipende dal grado di apprensione o permissivismo delle famiglie e dal grado di controllo dell’accesso online sia da casa che dalle scuole.

E proprio i bambini italiani, insieme a quelli danesi e irlandesi sono quelli a correre i maggiori rischi, perché abbandonati da soli davanti al computer o con il proprio smartphone concesso dai genitori con troppa facilità ed in età troppo prematura.

Inoltre, sono sempre i nostri figli a correre ulteriori pericoli perché sono quelli che proprio in virtù di quanto detto, intessono relazioni 2.0 (social network, chat, messaggi, ecc.) e utilizzano lo smartphone come strumento legato all’affettività. Sono loro a vivere il più alto rischio di incontri sbagliati e di pericoli all’interno del Web. La ricerca realizza una cartina di tornasole della realtà italiana piuttosto sconcertante. Tenuto conto della scarsa possibilità di accesso alla rete da scuola e il divieto, più o meno rispettato, di usare il cellulare in classe, i valori così alti di rischio si concentrano tutti inevitabilmente sulle famiglie italiane, poco attente e poco informate dei possibili rischi che i loro ragazzi corrono lasciati liberi di chattare e navigare sulla rete.

02 Bambini e Internet

Al contrario, i bambini di Portogallo, Inghilterra e Belgio sono quelli che corrono meno rischi, in quanto più controllati, con famiglie più attente e informate e perché in questi paesi si fa largo uso di associazioni, anche statali, per affrontare i problemi derivanti da una navigazione fuori controllo.

I risultati di questa ricerca coordinata da un’italiana, la dott.ssa Claudia Mascheroni dell’Università la Cattolica di Milano, sono frutto delle risposte fornite da 3500 ragazzi la cui età era compresa tra i 9 e i 16 anni, e provenienti dai seguenti paesi: Danimarca, Regno Unito, Italia, Romania, Irlanda, Portogallo e Belgio.

Altre ricerche sono in corso promosse dalla stessa società, finalizzate sempre a indagare la relazione tra le giovani generazioni e gli strumenti con le quali queste interagiscono e socializzano.

La conclusione è semplice; in Italia si sottovaluta grandemente il pericolo che i minori corrono a causa di un eccessivo e incontrollato progresso. Soprattutto in queste fasce di età, di formazione e di scoperta, i genitori e i docenti debbono essere una guida e essere in grado di pilotare i ragazzi verso un uso attento e sicuro dei nuovi mezzi.

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Ago 142014
 

Quante volte ci è capitato di osservare la foto di un paesaggio e pensare: chissà come si presenterebbe quest’ambiente visto d’inverno oppure in primavera, di quali colori si tingeranno le montagne, quale potrebbe essere la luce d’estate con il sole alto sullo zenit, oppure quante volte ci è capitato di vedere la rappresentazione delle stagioni attraverso l’immagine di un albero nei suoi diversi aspetti stagionali come nella rappresentazione di seguito.

algoritmo 1

Bene, da adesso potremo comodamente seduti al nostro computer soddisfare queste curiosità.

Infatti, arriva dai ricercatori della Brown University americana, un algoritmo software, in grado di ricreare sulle immagini di paesaggi, differenti condizioni climatiche. In pratica, si tratterà di scegliere l’immagine e applicare uno degli oltre 40 filtri disponibili ricreando le condizioni che vogliamo. Potremo così vedere il nostro paesaggio innevato o alle prime luci dell’alba, far tramontare il sole e vederlo in notturna, far piovere o nevicare, insomma dare libero sfogo alla fantasia. Il tutto in modo molto semplice, ossia utilizzando il linguaggio umano come ad esempio “più neve” o “meno neve”.

Il software agisce in modo molto intelligente, utilizzando le preferenze dell’utente ed apprendendo attraverso i parametri e le indicazioni che questo andrà definendo. Ci consentirà di scegliere tra parametri oggettivi come: nuvoloso, neve, nebbia, sole, temporale, ecc. o parametri soggettivi del tipo brillante, luminoso, chiaro, cupo, ecc. Definiti i parametri l’utente deve istruire il software indicando il significato che hanno i parametri scelti. Le informazioni derivano da un immenso database con il quale è stato costruito il software dai ricercatori. Questi hanno utilizzato più di 100 telecamere sparse nel mondo che hanno scattato migliaia di fotografie nelle diverse ore del giorno e con condizioni climatiche diverse. A questo punto, questo immenso gruppo di foto è stato sottoposto ad utenti umani che le hanno categorizzate in base a propri criteri. L’insieme di tutte queste valutazioni ha fornito la base di partenza per la scelta corretta dei parametri da applicare alle foto.

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Ognuno di noi, potrà così per cimentarsi nell’arte della computer grafica stupendo amici e conoscenti modificando in tempo reale le proprie foto o quelle condivise.

È ovvio che non è possibile fare tutto, il software ha evidentemente qualche limite. È infatti impensabile pensare di cambiare le caratteristiche del paesaggio, ossia togliere le foglie agli alberi nella stagione invernale o viceversa farle crescere in quella estiva. Ma comunque nell’insieme, fornisce ottimi e semplicissimi strumenti di editazione che non necessitano grandi capacità o la conoscenza di software molto avanzati come Adobe Photoshop.

Allora, non appena il software sarà disponibile per tutti, diamo voce alla nostra creatività e proviamo a creare i nostri paesaggi virtuali.

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Ago 032014
 

01 - FIBRA

In Germania, alcuni ricercatori della Danmarks Tekniske Universitet sono riusciti a creare la rete in fibra ottica più veloce al mondo, una singola fibra multi-core capace di trasferire 43 terabit al secondo, l’equivalente a 5,4 terabyte al secondo, con un solo trasmettitore laser.

02 - FIBRA

Nel passato, molti altri studi e dimostrazioni, hanno tentato di raggiungere tali traguardi, ma si trattava sempre di laser multipli su più fibre e non come nell’attuale realizzazione, utilizzando un  solo laser e la rete in fibra esistente. Cosa significa questo? Molto, basti pensare che un film da 1Gb potrebbe essere trasferito per intero in meno di 0,2 millesimi di secondo potendo la rete di fatto trasferire simultaneamente 5,4Tb al secondo.

Per i suoi creatori, questa è la strada giusta per cambiare a aggiornare internet per il futuro. Queste infatti potrebbero essere le velocità di download normali utilizzate in tutte le nostre case.

03 - FIBRA

Vedere la TV on-demand, scaricare un’intera serie televisiva, visionare contenuti in 4k (quattro volte la risoluzione del Full HD) sarà un’operazione normale e rapidissima. Lavorare in remoto condividendo file di grosse dimensioni potrebbe essere alla portata di tutti, oltre all’immensa quantità di opzioni nuove che questo tipo di rete potrebbe garantire e supportare.

Come sempre stare a vedere e raccontare.

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