Ago 162014
 

01 Bambini e InternetPer noi operatori della scuola, uno dei temi più importanti e fonte di accese discussioni è rappresentato dall’accesso in rete, non tanto nostro, ma quanto quello dei minori che formiamo quotidianamente.

Il tema è caldo e importante, visto i rischi che la possibilità di connessione senza la supervisione di un adulto comportano per i minori.

È proprio di questi giorni, la presentazione della ricerca della società Net Children Go Mobile sul rapporto tra bambini e Internet in Europa.

04 Bambini e Internet

Risultato? Pare che in Italia il rischio sia molto alto perché i bimbi accedono alla rete in molti casi in modo assolutamente autonomo. Pare, infatti, che i minori siano lasciati spesso soli davanti al computer liberi di navigare senza filtri di controllo e che in quasi nessun caso siano informati dei rischi che corrono se lasciati soli in questo “mare magnum”. Sono in particolar modo i social network a rappresentare il maggiore pericolo per questi naviganti privi di esperienza. Infatti, già da una prima bozza di ricerca presentata qualche mese fa, era risultato evidente il legame tra mondo degli affetti e dipendenza da smartphone. Oggi i bambini, a causa degli orari lavorativi dei genitori, del fatto che ovviamente passano molto tempo da soli, hanno trovato nell’uso del cellulare o tablet, lo strumento per costruire quel sistema di relazioni che non riescono a crearsi a causa proprio del loro isolamento. Lo strumento elettronico avvicina, crea relazioni, ma cela anche pericoli molto insidiosi per queste piccole giovani menti.

03 Bambini e Internet

La ricerca ha evidenziato come nei differenti paesi europei, il rapporto tra adolescenti e internet è legata alla cultura genitoriale, ossia all’approccio che il genitore ha con i propri figli. Quindi, dipende dal grado di apprensione o permissivismo delle famiglie e dal grado di controllo dell’accesso online sia da casa che dalle scuole.

E proprio i bambini italiani, insieme a quelli danesi e irlandesi sono quelli a correre i maggiori rischi, perché abbandonati da soli davanti al computer o con il proprio smartphone concesso dai genitori con troppa facilità ed in età troppo prematura.

Inoltre, sono sempre i nostri figli a correre ulteriori pericoli perché sono quelli che proprio in virtù di quanto detto, intessono relazioni 2.0 (social network, chat, messaggi, ecc.) e utilizzano lo smartphone come strumento legato all’affettività. Sono loro a vivere il più alto rischio di incontri sbagliati e di pericoli all’interno del Web. La ricerca realizza una cartina di tornasole della realtà italiana piuttosto sconcertante. Tenuto conto della scarsa possibilità di accesso alla rete da scuola e il divieto, più o meno rispettato, di usare il cellulare in classe, i valori così alti di rischio si concentrano tutti inevitabilmente sulle famiglie italiane, poco attente e poco informate dei possibili rischi che i loro ragazzi corrono lasciati liberi di chattare e navigare sulla rete.

02 Bambini e Internet

Al contrario, i bambini di Portogallo, Inghilterra e Belgio sono quelli che corrono meno rischi, in quanto più controllati, con famiglie più attente e informate e perché in questi paesi si fa largo uso di associazioni, anche statali, per affrontare i problemi derivanti da una navigazione fuori controllo.

I risultati di questa ricerca coordinata da un’italiana, la dott.ssa Claudia Mascheroni dell’Università la Cattolica di Milano, sono frutto delle risposte fornite da 3500 ragazzi la cui età era compresa tra i 9 e i 16 anni, e provenienti dai seguenti paesi: Danimarca, Regno Unito, Italia, Romania, Irlanda, Portogallo e Belgio.

Altre ricerche sono in corso promosse dalla stessa società, finalizzate sempre a indagare la relazione tra le giovani generazioni e gli strumenti con le quali queste interagiscono e socializzano.

La conclusione è semplice; in Italia si sottovaluta grandemente il pericolo che i minori corrono a causa di un eccessivo e incontrollato progresso. Soprattutto in queste fasce di età, di formazione e di scoperta, i genitori e i docenti debbono essere una guida e essere in grado di pilotare i ragazzi verso un uso attento e sicuro dei nuovi mezzi.

Articoli1