Lug 282016
 

ROBOGLOVE01

Film, cartoni animati, documentari e tanta fantascienza, ci raccontano spesso di robot, cyborg o esseri dalle sembianze umane capaci di saltare più in alto, di afferrare con maggiore forza, o di compiere in genere operazioni normali meglio di quanto possa fare un essere umano in condizioni normali.

E’ quello di cui si stanno occupando General Motors e la NASA (l’ente spaziale americano). La creazione di protesi, meglio note come esoscheletri capaci di aumentale le capacità umane in diversi campi. Da questo studio congiunto è nato RoboGlove, un guanto che una volta indossato fornirebbe una maggiore forza nella presa al suo utilizzatore. L’obiettivo è quello di dotare di maggiore forza gli astronauti della stazione spaziale internazionale, così da poter svolgere i propri compiti con maggiore facilità nello spazio dove l’assenza di gravità rende tutti i movimenti più complessi.

ROBOGLOVE03

L’ingresso nella partnership di Bioservo Technologies AB ha consentito di migliorare e di estendere le possibili applicazioni di questo incredibile ausilio. La Bioservo, infatti, ha pensato di utilizzare la mano meccanica anche ad ambiti quali quello medico e quello produttivo. Infatti, il particolare sistema costruttivo di RoboGlove, con sensori e attuatori simili a quelli che sono i muscoli, nervi e tendini del corpo umano, consente alla mano robotizzata da indossare di afferrare e utilizzare arnesi adoperati nella quotidianità dalle persone.

Bioservo, in particolare, sta pensando ad un utilizzo dei guanti meccanici in ambito professionale ed industriale, per rendere meno faticoso il lavoro degli operai migliorandone contestualmente le condizioni di lavoro.

I general manager di Bioservo, affermano inoltre che questo rappresenta solo il primo passo verso l’utilizzo di tecnologie esoscheletriche in ambito lavorativo. Altri ausili del genere saranno studiati e realizzati per semplificare e migliorare le condizioni lavorative diventando essenziali in ambito industriale.

 

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Lug 212016
 

La scoperta di alcuni ricercatori dell’università israeliana di Tel Aviv, si candida come strumento in grado di cambiare il mondo soprattutto quello medico. Studiando le nanotecnologie, gli scienziati hanno messo a punto quello che potrebbe essere definito il tatuaggio biometrico. Un adesivo, capace di aderire alla pelle, un elettrodo di carbonio e un gel polimerico che riveste tutto sono gli elementi base di questo prodigio tecnologico.

Tattoo02

In pratica, questo dispositivo viene fatto aderire sulla pelle del viso o della parte del corpo interessata al rilevamento, ed è in grado di registrare e interpretare ogni singolo movimento dei muscoli su cui aderisce.

In questo modo è in grado, attraverso il movimento dei nostri muscoli, di rilevare le espressioni facciali e di informarci sulle sensazioni che stiamo provando. Inoltre, il dispositivo non provoca allergie e irritazioni sulla pelle, restando operativo per parecchie ore senza dare alcun fastidio e rilevando una impressionante quantità di dati.

I possibili impieghi sono molteplici: ad esempio in campo video ludico, dove si potrà interagire con il gioco attraverso la semplice mimica facciale, oppure basti pensare a quegli autisti che guidano parecchie ore soprattutto di notte. Il tattoo potrebbe registrare i movimenti facciali del guidatore e avviare procedure di sicurezza nel momento in cui registra un inizio di addormentamento.

Ma gli impieghi più importanti si potranno avere in campo medico. Infatti, i ricercatori stanno avviando un programma di test con il tattoo presso il Tel Aviv Medical Center su pazienti che hanno sofferto un ictus. Il tatuaggio registrerà e monitorerà il controllo dei muscoli durante la fase di riabilitazione dei pazienti. Un altro impiego potrebbe essere l’utilizzo del tatuaggio su pazienti affetti da malattie neuro degenerative.

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Lug 142016
 

Parcheggiare senza dover girare lo sterzo, senza doversi affidare ai sensori di parcheggio e sfruttando uno spazio esattamente della lunghezza della propria autovettura, probabilmente farebbe piacere a tutti. Sono molti i robot che utilizzano già oggi sistemi in grado di farli spostare lateralmente oltre che avanti e indietro per garantire il massimo della mobilità. Ma in questo caso l’idea è applicata direttamente alle autovetture.

PNEUMATICI04Dall’idea geniale di un inventore canadese, William Liddiard, è nato un nuovo tipo di pneumatico, che sfrutta lo stesso materiale di quelli classici utilizzati sulle nostre autovetture. La mescola è infatti la stessa di quelli già in commercio ed è in grado di sopportare sollecitazioni meccaniche molto alte. La sua capacità si spinge fino a una resistenza a torsione pari a 10 tonnellate, capace di garantire prestazioni e aderenza dello pneumatico perfette e di adattarsi alle differenti superfici e tipologie di guida.

Il prototipo è già funzionante come dimostrato da un video quasi virale su internet, dove l’auto di prova sembra quasi ballare ruotando su se stessa di 360°.

PNEUMATICI03

PNEUMATICI02Liddiard sta cercando sponsorizzazioni per far diventare questa sua idea un prodotto commerciabile.

Il trucco non ancora svelato del tutto pare dipenda dal disco metallico collocato sulla parte esterna dello pneumatico che permette a questa di scivolare spostandosi in tutte le direzioni.

PNEUMATICI01

Lo pneumatico è formato da due sezioni tubolari capaci di ruotare intorno al proprio asse.

A detta dell’inventore, lo pneumatico è adattabile ad ogni tipo di veicolo in commercio, di adattarsi a tutti i tipi di superficie e di svolgere tutte le normali funzioni, in sicurezza, svolte da un classico pneumatico.

PNEUMATICI05

Vedremo se Liddiard riuscirà a trovare uno sponsor e a trasformare per la sua geniale invenzione.

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Lug 142016
 

Le nuove tecnologie video richiedono prestazioni dai nostri dispositivi elettronici davvero eccezionali. La quantità di dati processati in un secondo nei video 4K e presto 8K, rendono obsoleto qualunque dispositivo di scrittura e lettura dei dati. Attualmente la tecnologia più utilizzata per l’immagazzinamento e trasferimento dei dati digitali soprattutto nelle videocamere, sono le schede microSD con tagli di memoria che vanno da 16Gb a 256Gb. Ma per quanto veloci, queste schede di memoria cominciano a segnare il passo, non riuscendo più a soddisfare le esigenze imposte dal mercato.

UFS01

Samsung, la casa nord coreana, ha infatti iniziato la produzione di nuove schede basate su di una nuova tecnologia chiamata UFS (Universal Flash Storage), che dovrebbe in brevissimo tempo sostituire le vecchie microSD.

UFS02

Ma perché UFS è meglio di microSD? Semplicemente una questione di velocità. Le dimensioni e la forma sono identiche, ma la UFS batte microSD 5 a 1 nella velocità di lettura, 530 megabyte al secondo, e la doppia in scrittura, 170 megabyte al secondo.

UFS03

Queste nuove schede di memoria, hanno lo scopo di aggiornare le nostre apparecchiature di fronte ad una richiesta di trasmissione dati, soprattutto video, in crescente aumento. Nonostante la forma sia identica, queste nuove schede non sono sostituibili alle microSD perché la posizione del pin le rende incompatibili con i dispositivi attuali, per questo sarà necessario aggiornare anche le nostre apparecchiature per poterle sfruttare.

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Lug 142016
 

AUROGEL01Chi lo avrebbe detto che dal latte i ricercatori sarebbero riusciti a produrre oro a 20 carati? Eppure è così; i ricercatori della ETH di Zurigo sono riusciti a creare in laboratorio un nuovo materiale dalle caratteristiche eccezionali. E’ super-leggero (1000 volte meno pesante dell’oro tradizionale) così leggero da galleggiare pure sulla schiuma del cappuccino, morbido al tatto e lucente.

Questo nuovo materiale, soprannominato aurogel dai suoi scopritori, potrà essere impiegato in molti campi, soprattutto quello della gioielleria e dell’alta moda per realizzare creazioni innovative e ancora non prevedibili.

AUROGEL02Ma come hanno ottenuto l’aurogel i ricercatori svizzeri? Sono partiti dalle proteine del latte scaldandole a tal punto da costringerle a scindersi in sottili fibre spesse solo un nanometro. A questo punto il miracolo: queste fibre sono state immerse in una soluzione di sali d’oro. Le fibre si sono mescolate tra di loro intrecciandosi formando una struttura attorno alla quale le particelle d’oro si sono cristallizzate permettendo la nascita di questo nuovo materiale superleggero.

La pepita realizzata in laboratorio è così leggera da restare sospesa sopra i petali di un fiore o addirittura galleggiare sulla schiuma di un cappuccino.

AUROGEL03

Cos’è che rende questo nuovo straordinario materiale leggero? Il fatto che è estremamente poroso; la sua struttura contiene per il 98% aria.

Il restante 2% è costituito da 4/5 di oro e per 1/5 dalle fibre del latte. Questa insolita combinazione rende il materiale molto malleabile senza compromettere le altre caratteristiche tipiche dell’oro quale la lucentezza e la grande lavorabilità.

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO: