Mag 232018
 

La miniaturizzazione non conosce confini e l’ultimo ritrovato in questa direzione viene dal colosso informatico dell’IBM. Di cosa si tratta? Del più piccolo chip mai realizzato. Se volessimo trovare un termine di paragone per far capire qual’è la sua dimensione bisognerebbe confrontarlo con un granello di sale come mostrato nell’immagine sotto.

Ma nonostante le ridottissime dimensioni, questo prodigio della tecnologia ha una discreta potenza, paragonabile ai chip degli anni ’90, gli X86 come possiamo ricordare. Certo non potrà fare concorrenza ai processori adottati oggi nei computer di uso quotidiano, ma sicuramente è in grado di svolgere egregiamente parecchi compiti. Inoltre, a dispetto della sua dimensione, contiene migliaia di transistor.

I vantaggi di questo minuscolo componente elettronico sono tanti. A partire dal prezzo: per IBM il chip costerà solo 10 centesimi di dollaro; sarà inseribile in ogni oggetto grazie alle sue ridottissime dimensioni, in modo da poter analizzare, monitorare e comunicare dati e informazioni su questo quando necessario. In questo modo sarà possibile monitorare ad esempio le spedizioni, come potrebbe essere possibile evitare le frodi o addirittura i furti proprio in virtù della tracciabilità. Senza dimenticare la possibilità di svolgere compiti quali ordinare dati, effettuare calcoli, svolgere specifiche operazioni.

Il chip è stato presentato da IBM alla conferenza annualeIBM Think 2018 sotto forma di prototipo, ma l’azienda è sicura che nel giro di pochi anni, potremo inserire questi ausili digitali in ogni oggetto che caratterizza la nostra vita quotidiana e chissà che la versione definitiva non sia addirittura più piccola.

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Mag 172018
 

Da uno studio condotto da ricercatori dell’università di Leiden, nei Paesi Bassi, potrebbe essere realizzato un sistema di propulsione e movimento per robot di nuova concezione. In pratica, gli scienziati con a capo Scott Waitukaitis, hanno osservato uno strano fenomeno mostrato da alcune sfere di un gel, un poliacrilamide, nel momento in cui colpivano una superficie riscaldata.

Il poliacrilamide, è un gel molto utilizzato in cosmetica e l’esperimento condotto su di esso, ha messo in evidenza come questo, impregnato d’acqua, nel momento in cui cadeva su di una superficie incandescente, iniziava a rimbalzare in maniera sempre più veloce. La stranezza stava nell’altezza dei salti. Infatti, le palline che venivano rilasciate da molto vicino alla superficie incandescente, iniziavano ad aumentare l’altezza di rimbalzo fino ad un certo punto, mentre quelle rilasciate da più in alto perdevano progressivamente spinta fino ad attestarsi alla stessa altezza di rimbalzo.

Questo fenomeno ha incuriosito e non poco gli scienziati che hanno voluto capire con maggiore precisione quale fenomeno stesse alla base di questo comportamento.

L’esperimento condotto dal gruppo di ricercatori, ha utilizzato una padella riscaldata alla temperatura di 215°C sulla quale da differenti altezze sono state fatte cadere alcune di queste palline di gel impregnate d’acqua. Il risultato è stato quello che le palline hanno iniziato a rimbalzare freneticamente fino a quando tutte si sono stabilizzate ad una precisa altezza pari a circa 4 centimetri.

Fotografando il fenomeno con una camera ad alta velocità, si è potuto comprendere il mistero che stava dietro ai curiosi salti dell’idrogel. La macchina da presa ha infatti rivelato che ogni qual volta la pallina colpiva la superficie rovente, si aprivano sul punto di impatto dei microscopici fori fino a 3.000 volte al secondo. L’elasticità del materiale faceva si che si aprissero dai 10 ai 15 fori per rimbalzo, che poi si richiudevano per effetto della stessa elasticità. Da questi, fuoriusciva una microscopica quantità di vapore prodotto dall’istantanea evaporazione dell’acqua dalla superficie della sfera. Questa in pratica fungeva da propulsore spingendo la pallina verso l’alto perché la quantità di energia cinetica prodotta dal getto di vapore era pari a quella dissipata nell’impatto. Questo spiegherebbe la regolarità nell’altezza del rimbalzo. Quindi, variando la temperatura della superficie di impatto si potrebbe variare anche l’altezza del rimbalzo.

Il fenomeno è anche accompagnato da una notevole rumorosità; infatti, questi micro-getti di vapore, fanno vibrare in aria le palline che risuonano come un piccolo speaker.

Tra le possibili applicazioni di questo fenomeno, gli scienziati hanno individuato quella di un utilizzo in soft robot, cioè robot privi di parti rigide, capaci di muoversi liberamente grazie al passaggio di acqua o di una corrente.

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Mag 152018
 

Ancora un esempio di architettura dinamica, un’architettura che cambia continuamente rendendo l’oggetto architettonico sempre diverso e capace di adattarsi a differenti momenti. Sto parlando del Fosun Foundation che sorge a Shanghai in Cina ed è opera dello studio londinese di Foster and Partners e nasce dalla collaborazione con lo studio design di Thomas Heatherwick.

La particolarità di questa magnifica opera contemporanea, è la sua facciata, progettata come una grande tenda che circonda l’intero edificio. E’ composta da 3 strati sovrapposti composti da grossi tubi di bronzo che hanno la forma di canne di bambù. Queste tre membrane, asimmetriche e di lunghezza variabile, muovendosi, fanno assumere all’edificio aspetti sempre diversi e addirittura in una delle possibili configurazioni, aprono l’intero edificio mostrando gli spazi interni, le grandi vetrate e la sala principale. Anche la grande balconata del primo piano è in bronzo e nonostante siano stati utilizzati materiali e forme massicce nel loro insieme queste  conferiscono all’edificio leggerezza e ariosità.

Il Fosun Foundation sorge al termine del quartiere finanziario di Shanghai, il Bund Finance Center, progettato dall’Est China Architectural Design & Research Institute ed è posto tra il lungomare The Bund e la città antica. Quest’area si estende per circa 420.000 metri quadrati ed è composta da 8 differenti uffici poli-funzionali, con altezze diverse. Gli edifici bassi sono disegnati in modo che le pesanti e massicce basi granitiche, si assottigliano salendo verso l’alto dando così l’impressione di forte radicamento al suolo, ma al tempo stesso grande leggerezza. Ciò che lega il Fosun Foundation con gli altri edifici del complesso, sono i materiali utilizzati. Vetro, acciaio, granito e soprattutto bronzo con il suo particolarissimo colore creano un collante, un elemento di unione tra le differenti anime del progetto. Il Fosun Foundation ne è la conclusione e in qualche modo il completamento. La sua differenza formale e materica lo staccano dal resto quasi fosse un corpo estraneo che volesse in qualche modo sganciarsi, scardinare il blocco rigido del quartiere, ma ne resta imprigionato per i colori e gli elementi compositivi.

Prospetti senza e con facciata mobile

L’edificio consta di 4 piani fuori terra e di altri 4 sotterranei dove sono disposte sale culturali, auditorium, spazi attrezzati e sistemi di collegamento con gli altri edifici. La superficie complessiva è di circa 4.000 metri quadrati; il piano di ingresso è costituito da una grande hall che si fonde con un patio esterno attraverso un pavimento continuo in pietra. Al secondo piano si trova la grande sala multifunzionale con la balconata. Spazi all’aperto come nella tradizione cinese, consentono rappresentazioni tradizionali e la facciata mobile, cuore e icona di questo edificio accolgono lo spettatore e lo fanno partecipare alla mutevolezza di questo spazio. Proprio le balconate esterne consentono al pubblico all’interno di interagire con questa quinta mobile che in particolari assetti può rivelare completamente la grande hall e la balconata superiore. L’ultimo livello è caratterizzato da una grande sala espositiva.

Il sistema mobile di ancoraggio della facciata

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Mag 142018
 

I circuiti stampati, con i quali realizziamo i nostri processori, le schede madri, e gli altri dispositivi elettronici che riempiono i nostri gingilli elettronici, vengono ogni giorno potenziati e migliorati, ma uno dei fattori chiave di questo successo sono le dimensioni. Infatti, la tecnologia, sta tentando di ridurre il più possibile le dimensioni di questi elementi ma sta trovando sempre maggiore difficoltà nel miniaturizzarli, perché i processi con cui ciò avviene hanno quasi raggiunto il limite scientifico. Per cui gli scienziati, stanno cercando vie alternative ai normali processi di produzione. Inoltre, gli attuali chip, sono costosi e difficili da smaltire rendendo questo processo anche negativo per l’ambiente.

Sono tante le strade che si stanno sperimentando, ma una nuova idea giunge in questo campo dagli studiosi del dipartimento di ingegneria dell’Università di Pisa. Infatti, secondo il loro progetto, sarebbe possibile stampare su di un semplice foglio di carta utilizzando una comune stampante a getto di inchiostro, anziché lettere, circuiti stampati.

Questo prodigio è dovuto soprattutto all’uso di materiali definiti bidimensionali, come e soprattutto, il grafene.

Questo progetto, finanziato dalla Comunità Europea e realizzato con la collaborazione dell’Università di Manchester in Inghilterra, è appunto finalizzato ad indagare i possibili impieghi di questi materiali bidimensionali nel campo dell’elettronica.

L’idea è quella di stampare direttamente su supporti flessibili come la carta, circuiti elettronici in modo da renderli assolutamente bio-degradabili, smaltitili con facilità e di conseguenza rispettosi dell’ambiente.

Tante potrebbero essere la applicazioni di questa nuova tecnologia. Ad esempio per la realizzazione di etichette intelligenti, impossibili da contraffare o per specifici dispositivi bio-medicali.

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Mag 082018
 

La mobilità sostenibile oramai è un tema che sentiamo ripetere ovunque, dai tg alle trasmissioni radiofoniche e ancor di più su internet. E sempre più i produttori si stanno impegnando nella realizzazione di mezzi in grado di affrontare queste nuove sfide.

Su GearBest è possibile acquistare questo innovativo mezzo, che presenta un design completamente diverso da quelli visti fino ad ora e delle funzionalità non indifferenti. Si chiama Ninebot One C+, e si tratta di uno speciale mono-ruota dalla configurazione avveniristica.

Dotato di uno pneumatico da 16 pollici gonfiabile, inserito in un telaio in lega di magnesio in grado di sopportare agevolmente pesi fino a 100 chilogrammi, quindi bambini ma anche adulti, il Ninebot One C+ rappresenta una grande novità nel panorama del trasporto sostenibile.

Sul telaio in magnesio, sono inseriti lungo un anello esterno dei LED che creano grande effetto, ma che hanno anche una funzione precisa; ci indicano infatti lo stato della batteria. Una batteria da 4,1Ah capace di sviluppare fino a 450 watt di potenza è in grado di spingere il veicolo fino alla velocità di 20 km/h in base al peso e al percorso intrapreso dal passeggero e di percorrere la ragguardevole distanza compresa tra i 18 e i 22 km/h sempre in base ai parametri detti prima.

Un sistema di sicurezza consente al Ninebot One C+ di arrestare la corsa se qualcosa va storto, ma anche la configurazione smart non è da poco. Un’App consente il controllo da smartphone e i dati biometrici e di percorso possono essere gestiti e memorizzati con grande facilità.

Questo incredibile strumento futuristico capace di superare traffico e congestionamento cittadino in modo molto agevole, è già in vendita ed ha un prezzo consigliato di circa 300 euro.

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Mag 062018
 

Quante volte guardando una parete di casa ci sarebbe piaciuto cambiarla di colore, di rivestimento oppure semplicemente vederla diversa ogni giorno. Ma il pensiero di dover chiamare pittore, muratore e di affrontare i relativi costi ci dissuadono da questa idea. Oggi però grazie ad una creazione dell’architetto Carlo Ratti e del suo studio associato, questo potrebbe essere finalmente fattibile.

Presentato alla Settimana del Design a Milano, l’idea innovativa Carlo Ratti prende il nome di Scribit che in latino significa proprio “scrive”.  Si tratta di un piccolo robot che agganciato a dei sottilissimi fili colorati come fosse un ragno che si muove sulla sua ragnatela, scorre sulla parete dipingendo qualunque cosa noi vogliamo.

In realtà il piccolo robottino è in grado di dipingere su qualunque superficie verticale e non soltanto sulle pareti;  il trucco è semplice. Due chiodi sui lati della parete e due fili ai quali il robottino rimane agganciato; al suo interno una giostra con 4 pennarelli, rosso, giallo, azzurro e nero attraverso i quali Scribit seleziona i colori da utilizzare sulla superficie trasformando la parete in un vero e proprio wonderwall.

La connessione alla rete Wi-Fi, e quindi a Internet, è d’obbligo. Attraverso questa, il robottino cerca e seleziona i murales da dover dipingere così da poter iniziare il suo lavoro. Quindi, scaricato il soggetto, inizierà a dipingere l’opera d’arte o il disegno che abbiamo scelto per la giornata in corso. Si, infatti, giornata in corso, perché il lavoro compiuto da Scribit è reversibile. Il robottino, può cancellare il proprio lavoro rendendo la nostra parete nuovamente disponibile per un successivo murales.

Scribit, quindi, si pone come alternativa agli ingombranti e costosi schermi digitali di grandi dimensioni capaci di animare notevoli superfici verticali, realizzando ogni giorno innovative e cangianti immagini reversibili. Ad esempio, un ristorante potrebbe disegnare il proprio menù sulla parete e rinnovarlo ogni giorno alla bisogna. Ognuno di noi potrebbe personalizzare in ogni momento le pareti di casa anche con soggetti famosi o opere di design.

Scribit è già in vendita ed è frutto della collaborazione tra il C.R.A. (Carlo Ratti & Associati) e Makr Shakr.

 

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Mag 052018
 

Quante volte ci ritroviamo in casa con multi-rese, fili sparsi ovunque per portare l’elettricità in quel punto nel quale non avevamo previsto la necessità di collegare un qualunque elettrodomestico? Le alternative possibili sono solo due: o chiamare gli operai, far fare gli scassi necessari e passare i fili elettrici o rassegnarci ad avere antiestetici fili che portano l’elettricità dove necessario dalla presa più vicina. Questo fino ad oggi. Grazie ad un sistema brevettato, chiamato Next Tape, dell’omonima società, è possibile intervenire e portare la corrente ovunque senza necessità di fare scassi sulle pareti e senza gli antiestetici fili che corrono lungo le stanze.

Si tratta di un sottilissimo nastro (tape) che si incolla sulla pareti e poi semplicemente con una pitturazione o rasatura del muro scompare alla vista di chiunque. Il sistema, assolutamente sicuro e certificato, è in grado di trasportare fino a 5Kw di potenza e connettere apparecchiature fino a 230 volt, quindi adatto a ogni tipo di elettrodomestico compresi quelli ad alto assorbimento come frigoriferi, condizionatori, forni elettrici.

Ristrutturare i propri ambienti, cambiare la disposizione dei mobili o la funzione di uno spazio, diventerà semplicissimo, senza più costi di muratura, danneggiamenti di parti dell’immobile, rumori di lavori che possono disturbare i vicini e noi stessi. Portare la corrente in ogni punto della casa sarà quindi un gioco da ragazzi e bisognerà solo prevedere la ri-pitturazione dello spazio in cui si è fatto l’intervento.

Il sistema, oltre che essere brevettato, ha superato tutti i test e le certificazioni di sicurezza richieste a livello europeo, come test di isolamento, test di resistenza al fuoco e prova di non propagazione della fiamma, test sulla tensione di esercizio e non da ultima la certificazione TÜV che dichiara la conformità alle più rigide norme di sicurezza.

Grazie a questa ingegnosa innovazione, sarà più semplice e sicuro, modificare, implementare, completare il nostro impianto casalingo intervenendo in modo del tutto indolore, senza sporcare e potendo anche risparmiare sui conseguenti costi di realizzazione. Il prodotto è già in vendita in tutti i paesi europei Italia inclusa.

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Apr 222018
 

Il 22 aprile è la data in cui tutti festeggiano la TERRA. Il nostro splendido pianeta, aggredito dall’incuranza e dalla disattenzione rischia di cambiare definitivamente e di soccombere dietro tanta indifferenza.

Fortunatamente pare che il problema sia stato compreso e sempre più manifestazioni e scelte politiche vanno nella direzione di rimediare ai tanti errori del passato. Tutti i paesi del mondo si stanno mobilitando in azioni, forse non propriamente coordinate, finalizzate alla conservazione e al recupero di quelle bellezze che il nostro pianeta ci offre gratuitamente ogni giorno.

Un giorno per festeggiare tutti con piccoli ma ANCHE grandi gesti capaci di instillare IL senso dell’ambiente e del rispetto che troppo spesso sono stati dimenticati.

Anche EDUCAZIONETECNICA oggi diventa verde in tributo a questo meraviglioso mondo al quale dobbiamo tutto.

G R A Z I E      T E R R A

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Apr 192018
 

Come ogni anno il C.E.S., ossia il Consumer Electronic Show di Las Vegas, è foriero di tante novità nel campo dell’elettronica e della tecnologia.

Anche qui, il tema della sostenibilità e del rispetto ambientale sono diventati quelli più gettonati e ogni sorta di invenzione fa riferimento alle sue caratteristiche di compatibilità ambientale.

Un tema del quale parliamo spesso anche noi è quello dell’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto soprattutto quelli su strada e sul congestionamento delle grandi città a causa di un traffico sempre più caotico.

Le case automobilistiche, ma anche i ricercatori indipendenti tramite le piattaforme di croud-funding, stanno impegnando molte delle loro energie proprio nella creazione di un  nuovo mezzo di trasporto o per migliorare drasticamente quelli esistenti.

Si chiama Ujet ed è il nuovo concept di scooter elettrico prodotto dall’omonima casa lussemburghese a zero emissioni, silenzioso, facile da riporre e da ricaricare, perfetto per il traffico cittadino e per contribuire a decongestionarlo. Il progetto parte dal piccolo paese centro europeo, proprio perché questo governo sta promuovendo forti politiche sulla mobilità sostenibile e sta incentivando il mercato dei mezzi elettrici e smart.

L’e-Scooter prodotto nello stabilimento di Foetz in Lussemburgo, è un condensato di intelligenza, connettività, tecnologia e design. Utilizza per la prima volta pneumatici in tuball e nanotubi in carbonio, i più leggeri al mondo, capaci di raddoppiare la loro presa su terreni di ogni tipo aumentando così la trazione del mezzo e parallelamente la sicurezza e le prestazioni.

Le ruote orbitali senza raggio sono dotate di un sistema frenante e di sospensioni capaci di garantire  un comfort di guida altissimo, il motore elettrico è capace di adattarsi ad ogni tipo di percorso garantendo alte prestazioni e grande accelerazione anche in salita. Tutto questo grazie ad un avveniristico telaio ricavato direttamente dalle soluzioni aerospaziali; fibra di carbonio miscelata a leghe metalliche leggere che, realizzano un materiale il 40% più leggero dell’alluminio, hanno consentito di costruire uno scooter il cui peso complessivo è di 43 chilogrammi.

Ma le novità tecnologiche non sono di certo finite qui. Totalmente smart, l’Ujet, è dotato di tutte le ultime innovazioni nel campo digitale. GPS per la localizzazione, il parcheggio smart, il tele-controllo. Un sistema di antifurto collegato allo smartphone tramite app iOS o Android, consente il controllo in remoto del mezzo, la sua attivazione o blocco e messaggistica in tempo reale in caso di spostamento o manomissione non autorizzata dello scooter.

Un sistema di sensori distribuiti su tutto il corpo del mezzo, monitorano ogni fase del viaggio ed ogni parte del ciclomotore, avvisando l’utente di eventuali anomalie. L’app sullo smartphone registra anche dati utili quali ricarica della batteria, calcola l’autonomia rimasta, le emissioni di anidride carbonica risparmiate e tanto altro per aiutare il conducente a mantenere il mezzo in perfetta efficienza.

Anche l’intrattenimento la fa da padrona. GPS, wi-fi, bluetooth, 3G alcune delle possibilità di connessione. Un display touch consente di attivare la navigazione, lo streaming musicale, la possibilità di telefonare e di vedere le immagini riprodotte dalla videocamera frontale di cui l’Ujet è dotato.

Ma l’Ujet è un veicolo elettrico e quindi la batteria è sicuramente il componente fondamentale. Lo scooter è dotato di due differenti tagli, uno più piccolo che garantisce circa 70 km di autonomia, mentre l’altro più grande circa 150 km. Il vantaggio è dovuto essenzialmente alla leggerezza del mezzo e alle componenti utilizzate nella realizzazione della batteria.

Questa è rimovibile e trasportabile quasi fosse una valigia, in modo da facilitarne il trasporto. Cosa importantissima, la ricarica è effettuabile da qualunque presa, quindi non richiede apposite colonnine e se si acquista il caricabatteria veloce venduto dalla casa madre, i tempi di ricarica si accorciano diventando di circa un’ora e mezza per la piccola e di tre ore per la grande.

Il mezzo è quasi pronto per la commercializzazione che avverrà presumibilmente entro la metà di quest’anno. I prezzi sono tra l’altro già definiti. La versione con la batteria più piccola costerà 8.900 dollari, mentre quello con la batteria di maggiore capacità, 9.900 dollari.

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Apr 012018
 

Gli aeroplani, sono strumenti meccanici in grado di consentire all’uomo di superare la forza di gravità e staccarsi dal terreno volando quasi come gli uccelli. Dai più antichi a quelli ultramoderni, dai più semplici agli ultra-tecnologici, gli aerei sono caratterizzati da alcuni elementi base uguali per tutti. Questo è dovuto a ragioni di stabilità e manovrabilità, per cui avremo, il corpo che prende il nome di fusoliera, le ali, lo piano orizzontale di coda, gli organi di stabilizzazione e controllo come i flaps, slats, trim, alettoni, organi per il decollo e atterraggio come il carrello, la cabina di pilotaggio e il sistema di propulsione.

ROLLIO – BECCHEGGIO – IMBARDATA

Prima di analizzare le parti di cui è composto un aereo, bisogna aver presenti quelli che sono i possibili movimenti che l’aeroplano può compiere in aria. Esso si può muovere lungo una terna di assi chiamati assi corpo o assi velivolo.

Assi corpo o Assi velivolo

Si tratta di una terna fissa che ha origine nel baricentro del velivolo, del tutto simile alle terna di assi cartesiani utilizzati nelle proiezioni ortogonali o nelle assonometrie.

Rollio (roll)

L’Asse X è l’asse longitudinale e coincide con la fusoliera dell’aereo. Attorno a quest’asse avviene quello che è chiamato moto di Rollio (Roll) attraverso il quale l’aereo riesce a virare.

Beccheggio (Pitch)

L’Asse Y è l’asse trasversale e coincide con le ali dell’aereo. Attorno a quest’asse avviene quello che è chiamato moto di Beccheggio (Pitch) attraverso il quale l’aereo cabra o picchia alzando o abbassando rispettivamente il suo muso.

Imbardata (Yaw)

L’Asse Z è l’asse verticale perpendicolare agli altri due assi. Attorno a quest’asse avviene quello che è chiamato moto di Imbardata (Yaw) attraverso il quale l’aereo sposta il muso su un piano orizzontale, a destra o a sinistra.

LE ALI

Le ali sono la parte più importante di un aereo. Ad esse è assegnato il compito di generare la portanza che solleverà l’aereo da terra e in alcuni casi quello di contenere gli organi per il decollo e l’atterraggio, buona parte del carburante e sostenere i motori.

Molti sono, però, i parametri che influiscono sulle sue prestazioni. Tra questi:

FORMA IN PIANTA

Nel disegnare le ali, i progettisti hanno nel tempo realizzato infinite soluzioni alla ricerca della forma migliore, creando schemi e disegni adatti a differenti tipi di volo, sia supersonico che subsonico.

Da sinistra ali a Trapezio, a Freccia, a Freccia negativa, a Delta, a Geometria variabile

L’immagine qui sopra, mostra alcune delle soluzioni sperimentate su diversi velivoli nel corso del tempo. Ma con gli anni si sono affermate quelle a trapezio e quelle rettangolari con bordi arrotondati perché si sono dimostrate il miglior compromesso tra aerodinamicità e semplificazione costruttiva.

Schema costruttivo di un’ala a pianta trapezia

Esempio di velivolo con ali a freccia negativa: Sukhoi Su-47 Berkut

Esempio di velivolo con ali a delta: Concorde

Esempio di velivolo con ali a geometria variabile: Tornado

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ESTREMITA’ ALARI

L’estremità alare, ha un’importanza fondamentale per la stabilità del volo e la riduzione di consumo di carburante. Anche qui sono molte le soluzioni sperimentate.

Evoluzione dei profili per le estremità alari

Uno dei problemi delle ali trapezoidali usate nei moderni aerei è che, rastremano verso l’esterno riducendo gradatamente la loro superficie e diminuendo così, progressivamente, anche la loro portanza. Questo genera, sull’estremità dell’ala, quelli che vengono definiti vortici d’estremità.

La soluzione al problema viene ancora una volta dall’osservazione della natura.

Remiganti

Winglet d’estremità

Alcune aquile hanno alle estremità delle ali, le remiganti, lunghe e robuste penne inserite a ventaglio. Lo studio nella galleria del vento ha permesso di verificare che queste consentono di ridurre drasticamente i vortici d’estremità offrendo una minore resistenza all’aria. Applicate agli aerei, queste, chiamate Winglet, hanno consentito di avere maggior stabilità nel volo e risparmiare dal 2 al 3% di carburante grazie alla minor resistenza che l’ala offre all’aria.

Estremità alari convenzionali e con Winglet

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APERTURA E SUPERFICIE ALARE

Per apertura alare si intende semplicemente la distanza tra le due estremità alari.

Per superficie alare, si intende l’area in pianta dell’ala, compresa la parte non visibile, quella cioè contenuta all’interno della fusoliera. Se non si considera quest’ultima parte, allora si fa riferimento alla cosiddetta superficie bagnata wetted area.

ANGOLO DI FRECCIA

Si chiama angolo di freccia, la forma che l’ala assume rispetto al corpo dell’aereo. Si dice che la freccia è positiva se l’ala è inclinata verso la coda dell’aereo, mentre è negativa se è inclinata nella direzione opposta.

La scelta dell’angolo di freccia influenza diversi fattori del volo, tra i quali la resistenza all’aria, il peso e il comportamento durante lo stallo.

Approfondisco: lo stallo è una riduzione della portanza dovuto ad un aumento dell’angolo di attacco del profilo alare. In pratica si manifesta quando inclinando in maniera pronunciata l’ala, avviene un distacco tra la corrente d’aria che passa sopra il profilo alare (dorso) e quella che passa invece sotto (ventre).

Condizioni di stallo

ANGOLO DIEDRO

L’angolo diedro è, invece, l’angolo che le ali formano guardandole di fronte, rispetto ad una linea immaginaria orizzontale. E’ positivo quando l’ala è inclinata verso l’alto, mentre è negativo quando è inclinata verso il basso.

Un angolo positivo del diedro alare, rende l’aereo più governabile; infatti, se l’ala subisce una folata di vento per cui l’aereo si inclina da un lato, l’ala più bassa sarà quella più orizzontale e di conseguenza sarà quella che genererà maggiore portanza, quindi maggiore forza verticale. Questo genererà una forza che tenderà a riportare l’aereo in una posizione di equilibrio, il contrario di quello che capiterebbe ad un aereo con diedro negativo che, di fatto, è più instabile.

POSIZIONE RISPETTO ALLA FUSOLIERA

Le ali possono essere disposte, rispetto alla fusoliera, in modi diversi e questo cambia le caratteristiche aerodinamiche dell’aereo e determina anche il tipo di velivolo da realizzare. Queste possono essere disposte in basso, in alto o in posizione mediana oppure ancora più in alto definite a parasole. La posizione di un’ala può essere determinata, ad esempio, per non interferire con la cabina passeggeri, per la visibilità, per la dimensione del carrello oppure per semplificare le operazioni di carico e scarico.

La posizione delle ali influenza la stabilità laterale e la resistenza aerodinamica. Un velivolo con ali in alto è più stabile, perché il baricentro dell’aereo è più in basso e le forze che agiscono sull’ala tendono a riportarlo automaticamente in una posizione corretta, mentre quelli con ala in basso sono più instabili ma più facili da governare.

PROFILO ALARE

Il profilo alare, o la forma dell’ala, determina le caratteristiche aerodinamiche dell’aereo.

Elementi caratterizzanti l’ala

L’ala può essere realizzata con profili diversi, come si può vedere dagli schemi qui a sinistra, ma alcuni elementi sono fissi e indipendenti dalla forma che essa assume. La parte superiore si chiama dorso, mentre quella inferiore ventre. Il punto più anteriore prende il nome di bordo d’attacco, mentre quello posto alla fine dell’ala prende il nome di bordo d’uscita.

Nella progettazione di un’ala gli elementi più importanti sono la corda e gli spessori.

La corda è quella linea che unisce i punti estremi dell’ala, ossia i bordi di attacco e uscita.

Gli spessori sono il modo in cui l’ala cresce o si rastrema, ossia quelli che determinano la variazione di dimensione lungo tutta la sezione.

FUSOLIERA

La fusoliera rappresenta il corpo dell’aereo ed è destinato a contenere i passeggeri o il carico. In alcuni casi può ospitare anche il motore e negli idrovolanti è strutturata in modo da diventare scafo per il galleggiamento in acqua. Su di essa vengono montate le ali e gli altri organi di stabilizzazione dell’aereo.

PIANO ORIZZONTALE DI CODA

La parte finale della fusoliera è completata da quello che prende il nome di Piano Orizzontale di Coda che è costituito dagli organi indispensabili per il volo come la deriva, il timone, gli stabilizzatori e gli elevatori.

La deriva e il timone costituiscono quello che viene chiamato impennaggio verticale o volgarmente coda dell’aereo.

Il piano orizzontale di coda

La deriva è la parte fissa ed è quella che garantisce la stabilità direzionale, mentre la parte mobile, il timone, serve a consentire il cambio di direzione.

Gli stabilizzatori e gli elevatori costituiscono quello che, invece, viene chiamato piano orizzontale di coda. Gli stabilizzatori, come descrive il loro stesso nome, servono a stabilizzare l’aereo durante il volo, mentre gli elementi che sono in esso incernierati, gli elevatori, hanno la funzione di far variare il piano di volo all’aereo facendolo scendere (picchiata) o salire (cabrata).

IPERSOSTENTATORI – DEFLETTORI – ALETTONI

Come per gli uccelli l’ala non è fissa ma cambia conformazione durante le differenti fasi del volo, anche per gli aeromobili questa è dotata di una serie di organi meccanici che ne cambiano la forma in base alle esigenze del volo.

Conformazione ala durante il volo e in fase di atterraggio

Le parti mobili di cui questa è dotata prendono il nome di ipersostentatori, deflettori e alettoni.

Indicazione delle parti mobili dell’ala e loro denominazione

Gli ipersostentatori, sono organi che vengono utilizzati dai piloti durante le fasi di decollo e atterraggio per aumentare la portanza dell’aereo nei momenti di bassa velocità. Questi possono essere posti sul bordo di uscita dell’ala e in questo caso prendono il nome di flaps, oppure sul bordo d’attacco e in questo caso si chiamano slats.

I deflettori o diruttori di flusso o spoiler sono delle parti mobili che, servono ad aumentare la resistenza aerodinamica dell’ala diminuendone la portanza. Vengono utilizzati soprattutto durante la fase di atterraggio, ground spoiler, generando un maggior attrito tra velivolo e aria e facendo in modo che questo tenda a schiacciarsi contro il suolo rallentando. Infine gli spoiler chiamarti diruttori, sono usati in volo come freni, consentendo al velivolo di perdere quota senza aumentare la velocità o perdere velocità senza variare la quota.

Gli alettoni sono delle parti mobili presenti sul bordo d’uscita dell’ala e vengono abbassati o alzati per cambiare temporaneamente l’assetto dell’aereo e permetterne lo spostamento lungo l’asse di rollio. Gli alettoni posti sulle ali apposte sono collegati, in modo che all’alzarsi di uno corrisponde l’abbassarsi dell’altro in modo da aumentare la portanza su un’ala e diminuirla sull’altra. Nei moderni aerei di linea, gli alettoni sono più di uno, alcuni posti nella parte estrema dell’ala, altri più all’interno. Nel primo caso si tratta di alettoni che vengono fatti intervenire a bassa velocità, mentre quelli interni agiscono durante il volo a velocità di crociera.

CARRELLO

Con carrello d’atterraggio, si intende l’insieme degli organi meccanici necessari per la movimentazione a terra del velivolo durante le fasi di spostamento, atterraggio e decollo. Si tratta di un organo composto da ruote, telaio e ammortizzatori che normalmente è retrattile, ossia scompare dentro la fusoliera durante il volo, mentre in alcuni casi è fisso all’esterno dell’aereo.

 

CABINA DI PILOTAGGIO

La cabina di pilotaggio chiamata anche cockpit, rappresenta la parte anteriore della fusoliera e da spazio alla strumentazione di bordo, compresi i comandi di volo, e allo spazio per i sedili per pilota e copilota. La strumentazione è divisa in un pannello superiore ed in una console centrale e in molti casi i comandi sono divisi tra pilota e copilota.

 

SISTEMI DI PROPULSIONE

Esistono molti tipi di motori utilizzati per far volare gli aerei, ma nei moderni velivoli di linea, troviamo principalmente quelli turbocompressi o a pistoni, quelli a getto o motori a reazione e quelli a turboelica.

COSA CI ASPETTA NEL FUTURO:

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Mar 222018
 

Parlando di bio-architettura e di architettura sostenibile, sempre più soluzioni appaiono sul panorama internazionale per rendere abitazioni e costruzioni in genere, sempre più idonee a convivere con l’ambiente in cui sorgono. Pannelli solari, impianti eolici, sistemi di riciclo dell’acqua e delle risorse, materiali bio-compatibili, sono sempre più termini di riferimento per un’architettura a dimensione di pianeta. Oggi, i paesi che più spingono in questa direzione sono quelli del medio-oriente che, grazie alle enormi ricchezze prodotte dai combustibili fossili o forse, per una gestione illuminata di queste, stanno investendo massicciamente in questo senso.

Siamo nella baia di Al Qutaifiya nei pressi della capitale del Qatar, Doha. Qui sta sorgendo uno dei più giganteschi progetti del mondo. Già soprannominata la “città verdeLusail City si avvia a diventare la più grande bio-città del pianeta. Progettata per una comunità di circa 450.000 abitati, questa sta sorgendo su di un’area di 38 chilometri quadrati a poca distanza da Doha. Sarà caratterizzata da 19 quartieri residenziali e ospiterà un sistema di trasporto su rotaia, centri commerciali, 22 hotels, 2 porti turistici, varie attività di lusso e impianti balneari sulle limitrofe isole circostanti. Ma una delle cose innovative è che ben il 17% di questa immensa area sarà dedicata a spazi aperti e giardini di cui Fox Hills District con i suoi 33 parchi, rappresenterà l’apice.

Il Qatar, si sa, sorge su di un’area con clima prevalentemente desertico, in cui le precipitazioni sono scarsissime e le temperature diurne molto molto elevate durante buona parte dell’anno. Proprio per questo motivo, le aree verdi saranno arricchite di numerosissime piante di natura desertica e i parchi saranno dotati di sistemi in grado di sfruttare ogni possibile goccia di queste rare precipitazioni. I giardini avranno quindi una parte pari al 55% di verde e prati, mentre il restante 45% sarà costituito da giardini rocciosi.

Un ambiziosissimo piano di difesa della bio-diversità EMP (Environment Management Plan) è stato attivato insieme alla creazione di Lusail City. Qui vegetazione terrestre e marina verranno tutelate e curate al fine di rendere la loro conservazione e proliferazione più duratura possibile.

Gli stessi grattacieli progettati per la città, costituiscono una barriera, un vero e proprio muro difensivo, contro gli impetuosi venti di sabbia che spirano da nord. Questo sistema difensivo estenderà la sua efficacia fin dentro al mare lungo un anello di 27 chilometri di raggio che creerà anche una sorta di barriera corallina marina per la difesa delle specie acquatiche.

I progettisti hanno tenuto in considerazione tutti gli aspetti della salute e del benessere, anche quello sportivo. Lusail City si candiderà per ospitare alcune delle partite del campionato mondiale di calcio che si svolgerà in Qatar nel 2022. La società statale Qatari Diar Real Estate Investment Company e la Parsons Corporation hanno progettato e realizzato uno stadio, il Lusail Iconic Stadium che mira a diventare un’icona della città. A pochi chilometri da questo sorge il Losail International Circuit, un autodromo che ospita già le gare del campionato mondiale di motociclismo.

I presupposti ci sono tutti affinché questo capolavoro di urbanistica e ingegneria urbana possa diventare un’oasi ecologica nel bel mezzo del deserto e a candidarsi come prossima meta turistica nella già rinomata area del medio oriente.

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Mar 122018
 

E’ stato pubblicato dalla rivista scientifica Science China Physics, Mechanics & Astronomy il risultato di alcuni test svolti nella galleria del vento dalla Chinese Academy of Science di Pechino, in cui è stato provato quello che presto potrebbe diventare il più veloce aereo ipersonico mai costruito.

I-Plane, è questo il nome attualmente conosciuto di questo prototipo che visto in sezione ha la forma di una “i” maiuscola da cui il suo nome rappresenta un grande passo avanti. L’I-plane con la sua forma e la sua innovazione, potrebbe essere in grado di volare alla fantascientifica velocità di Mach 5 – 7 , ossia tra i 6.100 e gli 8.600 chilometri orari e collegare la capitale cinese con New York in sole due ore contro le attuali 14.

La prima innovazione deriva dal design. Com’è facile notare, l’aeroplano è una combinazione di due differenti ali, una superiore a delta e una inferiore a freccia inversa. L’insieme di queste due ali, fornisce una maggiore portanza al velivolo. Questa loro posizione, è studiata per contrastare i fenomeni dovuti al superamento della barriera del suono; questi su ali normali, potrebbero causare turbolenze e resistenze, mentre sulla doppia ala dell’I-plane vengono deviate in modo da aumentare le prestazioni e la stabilità del volo. Questa grande velocità, testata in galleria del vento fino a Mach 7, ha un prezzo. Come lo era stato per il Concorde anglo-francese, tanta velocità corrisponde a dimensioni a carico ridotto. L’I-plane sarà così in grado di trasportare un massimo di 50 passeggeri o solo 5 tonnellate di merci che nell’era del trasporto aereo, dove l’Airbus A380 arriva a portare fino a 853 passeggeri, tale riduzione appare anche un grosso limite nella produzione e commercializzazione.

L’aereo adotterà motori turbo-fan per le basse velocità e scramjet per il volo ipersonico, un sistema che è stato denominato dai ricercatori turbo-aided rocket-augmented ram/scramjet engine (TRRE) che, teoricamente, potrebbe essere operativo dal 2025.

ApprofondiscoScramjet (supersonic combustion ramjet) è un motore che, contrariamente ai motori a turbina convenzionali, non utilizza parti rotanti per comprimere l’aria, bensì l’energia cinetica del flusso d’aria in ingresso e la particolare forma della presa d’aria.

L’esser così poco votato al trasporto, apre scenari inquietanti perché un aereo così veloce,  potrebbe facilmente essere usato in campo militare come bombardiere dall’aviazione cinese per trasportare armi pesanti e rientrerebbe anche nel programma militare che, ha da poco ha completato lo sviluppo di un missile intercontinentale in grado di viaggiare alla velocità di oltre 11.000 chilometri orari e raggiungere così in pochi minuti ogni parte del pianeta.

Resta comunque la grande innovazione delle due ali sovrapposte e invertite che lavorano meglio di una sola, portando il livello del volo su un’altro piano, ed aprendo a sperimentazioni e sviluppi non ancora immaginabili.

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Mar 012018
 

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegno: foglio a quadri da 4 mm, matita HB/2, squadrette o riga, compasso e goniometro.

Livello: classi prime.

Difficoltà: medio/alta.

Descrizione: usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA).

Dati dell’esercitazione: l’area in cui realizzare il disegno deve essere quadrata e il numero di quadretti che la compongono in orizzontale e verticale deve essere pari.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in verticale (ossia con il lato corto verso di noi) e i fori a sinistra, procediamo nel seguente modo (la procedura è illustrata nel video sotto):

  1. misuriamo, contando, di quanti quadretti è composto il nostro foglio in orizzontale;
  2. riportiamo lo stesso numero di quadretti in verticale e individuiamo un’area esattamente quadrata;
  3. dividiamo quest’area in 4 parti uguali tracciando due rette, una orizzontale e una verticale;
  4. allo stesso modo tracciamo le diagonali dividendo così l’area di lavoro in 8 parti uguali;
  5. puntiamo il compasso al centro degli assi e tracciamo una circonferenza di raggio pari alla metà del lato del quadrato;
  6. posizioniamo il nostro goniometro al centro degli assi avendo cura di far coincidere l’angolo 0° e quello 180° esattamente con l’asse orizzontale a metà foglio;
  7. segniamo sul foglio con la matita un punto ogni 10° o ogni 5° sul goniometro per tutta la circonferenza;
  8. uniamo, quindi, ognuno di questi punti con il centro della circonferenza e allunghiamo la traccia fino a intersecare la circonferenza prima disegnata come se fossero i raggi di una ruota di bicicletta;
  9. adesso, con la squadretta, uniamo i quattro quadranti della circonferenza (nord, est, sud, ovest);
  10. ripetiamo la stessa procedura unendo di volta in volta i punti immediatamente a destra di quelli già tracciati creando in questo modo una sequenza di rombi sempre più ruotati;
  11. l’insieme di questi alla fine ci consentirà di visualizzare un inviluppo all’interno di un toroide.
SEGUI IL TUTORIAL:

ESERCITAZIONI EXTRA:

RIPETERE LO STESSO ESERCIZIO UNA SECONDA VOLTA, MA IN QUESTO CASO I PUNTI DOVRANNO ESSERE TRACCIATI OGNI 5 GRADI SUL GONIOMETRO.