Dic 112021
 

L’Esposizione Universale 2020 si sta svolgendo per la prima volta in un paese del Medioriente ed esattamente negli Emirati Arabi Uniti. Doveva tenersi, secondo il programma originale, nel 2020 tra il 1 ottobre 2020 e il 31 marzo 2021 ma causa della pandemia da COVID-19, che ha bloccato tutti gli spostamenti tra paesi, l’evento è stato posticipato, grazie all’unanimità del comitato organizzativo, di un anno, svolgendosi così, sempre a Dubai ma tra il 1 ottobre 2021 e il 31 marzo 2022, conservando però la vecchia denominazione di Expo 2020. 

La capitale araba, ha vinto la selezione come sede dell’Expo concorrendo contro altre grandi città della Russia, della Turchia e San Paolo del Brasile, aggiudicandosi tutte e tre le votazioni.

Come sempre in questa grande città cosmopolita e in continua evoluzione, tutto è stato fatto in grande. È stata realizzata una nuova metropolitana che collega l’area espositiva di circa 400 ettari, posta all’esterno della città in direzione di Abu Dhabi e vicina al nuovo aeroporto internazionale Al Maktum (sarà inaugurato nel 2025).

Il progetto ha la forma di un fiore a tre petali il cui centro è la piazza chiamata Al Wasl, dall’antico nome della città di Dubai il cui significato è appunto “connessione”,  su cui si basa, appunto, il tema dell’esposizione, cioè “Connecting Minds, Creating the Future”, ossia collegare le menti per creare il futuro. L’esposizione, inoltre, cade in un anno molto particolare e molto importante per gli Emirati Arabi Uniti coincidendo, infatti, con il 50º anniversario della loro fondazione e con il giubileo d’oro dello Stato due degli eventi maggiormente significativi per il paese arabo.

I tre petali su cui si sviluppa l’immenso impianto dell’Expo, rappresentano le tre aree tematiche della manifestazione ossia opportunità, sostenibilità e mobilità. Ognuna di esse ospita i padiglioni progettati secondo le linee e il design dei suck arabi e tra i petali troviamo dislocati i tre padiglioni più rappresentativi, cui il padiglione del benvenuto, il padiglione dell’innovazione e il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Sulla restante area trovano posto  tutti i tradizionali padiglioni nazionali come per ogni Expo.

Tutta l’area è ricoperta da vele in materiale fotovoltaico capaci di generare il 50% dell’energia richiesta dall’intero sito espositivo inoltre queste tende vengono, utilizzate durante la sera, per le proiezioni digitali. Lo spostamento all’interno del sito dell’Expo, avviene tramite una cabinovia e un sistema di 750 bus a emissioni zero chiamati Expo Riders.

Al Wasl, è il cuore dell’Expo 2020 e rappresenta il luogo ideale per lo scambio e l’incontro tra le civiltà, ricordiamo che a Dubai convivono circa 200 etnie differenti. Un enorme sfera semi trasparente, quasi una bolla impercettibile capace di costituire il centro nevralgico e planimetrico di tutto l’impianto dell’Expo, ma capace di trasformarsi di notte in un enorme area di proiezione dove le immagini della cultura, della storia, della scienza, della fantasia animano il cielo sopra gli spettatori creando suggestioni uniche capaci di conquistare e ammaliare chiunque si trovi sotto questa volta celeste digitale.

Come ogni progetto, anche quello dell’Expo 2020 di Dubai, è stato concepito per proseguire oltre il periodo dell’esposizione. Quest’area, infatti, verrà denominata Dubai District 2020 e negli obiettivi degli organizzatori sarà il luogo ideale dove far incontrare pensatori, creatori e innovatori, progettisti del nostro futuro. Un luogo, quindi, per collegare, creare e innovare.

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Nov 222021
 

Un consorzio  costituito da 34 aziende europee, capitanata dalla tedesca Bosch GmbH, ha iniziato una intensa collaborazione al fine di rendere reale il progetto Transform. Di cosa si tratta?

Transform, è l’acronimo delle parole Trusted European SiC Value Chain for a greener Economy, ed è un progetto finanziato con fondi pubblici europei, con lo scopo di realizzare una catena di produttori e fornitori per la promettente tecnologia SIC, ovvero i semiconduttori al carburo di silicio, componenti elettronici di ultima generazione, capaci di garantire un uso più efficiente dell’elettricità disponibile. Un altro modo, insomma, per contribuire a quel progetto di efficienza energetica che ha lo scopo di salvaguardare l’ambiente.

Il progetto, mira ad assicurare all’Europa un ruolo di rilievo nei settori delle energie rinnovabili, dell’agricoltura 4.0 e della mobilità sostenibile e si protrarrà fino al 2024.

L’uso del carburo di silicio, mira a consentire la creazione di nuovi semiconduttori per le applicazioni dell’elettronica di potenza, quella cioè destinata al controllo dei processi di commutazione dei sistemi e al fine di ridurre al minimo le perdite di potenza. Fino ad oggi ci si era affidati a semiconduttori di silicio purissimo, ma il carburo di silicio, offre numerosi vantaggi; vediamo quali.

Partiamo dalla conduttività, decisamente superiore nei chip di carburo di silicio, consentendo così frequenze di commutazione più elevate e meno dispersione di energia sotto forma di calore, quindi maggiore efficienza energetica.

Un altro vantaggio, è la maggiore intensità di campo elettrico rispetto al silicio, permettendo in questo modo, di realizzare componenti più piccoli. Secondo calcoli effettuati da esperti, pare che il risparmio energetico possa arrivare fino al 30% in base al tipo di applicazione cui sono destinati questi nuovi semiconduttori.

Il progetto Transform, risulta così centrale negli interessi europei, perché la domanda di componenti in carburo di silicio (SIC) è destinata a crescere rapidamente nei prossimi anni, per cui una filiera di questa tecnologia, porrebbe l’Europa al centro di un processo di innovazione e produzione a livello mondiale. Qualche applicazione per fare un esempio? Stazioni di ricarica per veicoli elettrici, infrastrutture per la fornitura di energia, sistemi di propulsione dei veicoli elettrici. Uno studio ha evidenziato come questo segmento di mercato, crescerà del 30% annuo fino al 2025 e fino ad oltre 2,5 miliardi di dollari.

Gran parte degli stati dell’Unione sono coinvolti nel consorzio di ricerca e sviluppo, con un fondo europeo di circa 90 milioni di euro. Tra le aziende partecipanti possiamo indicare la già citata Bosch, l’italo-francese STMicroelectronics, l’inglese Fraunhofer IISB, l’università di Siviglia e molte altre.

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Ott 292021
 

Alla fine di questa settimana, nella notte tra sabato 30 e domenica 31 ottobre, dovremo nuovamente spostare gli orologi indietro di 60 minuti per ritornare all’ora solare, e in quel momento si riaccenderà la discussione in merito a: ora legale sì o ora legale no? Ma sappiamo esattamente di che cosa si tratta e per quale motivo è stata introdotta?

Il primo ad ipotizzare l’idea di spostare le lancette per risparmiare sui consumi fu, nel 1784, Benjamin Franklin si proprio lui l’inventore del parafulmine, il quale propose sul quotidiano francese Journal de Paris le sue riflessioni con l’idea di questa soluzione per risparmiare sulla spesa in candele spingendo così i parigini ad alzarsi un’ora prima.

In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta nel 1966 e da allora, questa pratica è stata utilizzata da sempre più paesi, sia europei che extra europei, consentendo un risparmio di alcuni miliardi di kilowattora.

Molti, oggi, propongono di mantenere l’ora legale per sempre perché vantaggiosa dal punto di vista energetico, ma questo è da valutare caso per caso ed in base alle differenze geografiche di ogni singolo Stato. Infatti, gli Stati del Nord Europa, come Norvegia e Svezia, hanno giorni molto lunghi in estate con il sole che sorge prima delle quattro del mattino e tramonta verso le 23, per cui l’ora legale non ha alcuna utilità. Al contrario, per gli Stati del sud Europa, questo cambio porterebbe a notevoli benefici, con risparmi energetici e maggiori ore di luce.

Da qualche tempo in Europa è in corso una consultazione tra gli stati membri per valutare l’abolizione o meno dell’ora legale. Ma la Comunità Europea non ha ancora preso una decisione definitiva valida per tutto il territorio dell’Unione, lasciando ai singoli Stati la possibilità di decidere, dal 2022, di adottare o meno l’ora solare o l’ora legale per tutto l’anno. Questo, a dire di molti, provocherà un caos ma già adesso, sono molte le differenze tra i paesi della stessa Europa o dei singoli Stati negli USA.

La proposta di abolizione dell’ora solare per il passaggio definitivo all’ora legale è datata 2018, dall’allora presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, il quale attraverso un sondaggio, a cui risposero 46 milioni di persone con l’84% di favorevoli all’abolizione dei cambi semestrali di orario, pose le basi per uno studio che valutava i danni alla salute oltre i vantaggi, indubbi, dal punto di vista economico. L’effetto immediato, comunque è quello che dormiremo un’ora in più e che la sera farà buio prima. Dovremo aspettare l’ultima settimana di marzo 2022 per il prossimo cambio, a meno che venga presa una decisione definitiva dall’Unione.

Proprio questa non uniformità nell’adozione del cambio di ora è stato, nel passato, fonte di confusione e problemi oltre che di situazioni bizzarre e imbarazzanti. Uno degli eventi più divertenti è quello che narra della visita ufficiale del presidente jugoslavo Tito negli Stati Uniti nel 1963, il quale atterrando in Virginia non trovò nessuno ad accoglierlo perché la città non aveva aderito al cambio d’ora mentre il resto dello Stato sì.

Restiamo tutti in attesa e chissà che questo non sia davvero l’ultimo cambio.

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Ott 262021
 

Al fine di risolvere i problemi di traffico e di spostamento, nel sempre più affollato mondo del trasporto, si sta pensando a nuovi sistemi di spostamento che tengano conto anche degli obiettivi di sostenibilità e rispetto ambientale. Accompagnati dallo sviluppo tecnologico che, ha raggiunto notevoli livelli, si stanno sviluppando nuovi mezzi chiamati eVTOL, acronimo delle parole inglesi Electrical Vertical Take-Off and Landing (ossia mezzi elettrici in grado di decollare e atterrare verticalmente).

L’ultimo in ordine di tempo, presentato da pochissimi giorni, è un nuovo eVTOL, realizzato dalla start-up svedese Jetson Aero, denominato Jetson ONE che, dovrebbe essere disponibile per i clienti nell’autunno 2022, ossia tra un anno. In realtà la società sta già raccogliendo ordini per il 2023 perché gli esemplari da realizzare per il prossimo autunno, ossia 12, sono già sold out.

Si tratta, di una sorta di grosso drone e o quadricottero, molto compatto le cui dimensioni sono circa 3 metri di lunghezza per 2,40 di larghezza e 1 metro di altezza ma queste dimensioni possono essere ridotte quando l’apparecchio è fermo piegando i bracci con le eliche così che la sua larghezza si riduce a 90 cm.

Il mezzo è dotato di una struttura con telaio in alluminio e fibra di carbonio che lo rendono molto leggero, a detta del costruttore circa 86 kg, ed è capace di trasportare un solo passeggero dal peso massimo di 95 kg. Dispone di quattro motori a doppia elica con una potenza massima di 88 kW e un’autonomia piuttosto ridotta di soli 20 minuti di volo, ovviamente se il pilota non supera gli 95 kg di peso.

La velocità massima è limitata elettronicamente a 100 km/h ed è pensato evidentemente per il divertimento di appassionati e piloti senza problemi di budget, infatti il suo costo è di circa 92.000 dollari.

Notevoli sono i sistemi di sicurezza pensati per garantire un volo in totale sicurezza; anche se il pilota dovesse abbandonare i comandi, il veicolo atterrebbe automaticamente da solo, inoltre, sono presenti paracaduti balistici di emergenza e sensori LiDAR in grado di tracciare il terreno e di evitare gli ostacoli durante il volo. Anche la possibilità di salire di quota è limitata per evitare problemi o gravi conseguenze.

Dal video di presentazione del velivolo, si può notare anche l’interno dell’apparecchio con un sistema molto interessante che, permetterebbe di utilizzare uno smartphone come computer di bordo per la gestione di tutti i dati di volo.

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Ott 152021
 

Smart city è un concetto che va sempre più diffondendosi nel gergo comune e significa città intelligente, ossia una città concepita in maniera diversa, rispettosa dell’ambiente, della persona, inclusiva, totalmente digitale.
Molti sono i progetti di città di questo tipo, già presenti come la incredibile Dubai negli Emirati Arabi o in via di sviluppo in varie parti del mondo, come Lusail City in Qatar o Neom City in Arabia Saudita di cui abbiamo già parlato, o come la città del futuro inaugurata ad Higashi-Fuji, in Giappone nella città di Susono (prefettura di Shizuoka) da Toyota il 27 febbraio di quest’anno chiamata Woven City.

Sulla scia di questa grandi idee utopiche è nato il progetto di un’altra città super moderna il cui nome dovrebbe essere Telosa, nome che ti arriva dal greco telo s’utilizzato da Aristotele il cui significato è fine obiettivo scopo. L’idea è nata a un miliardario americano Marc Lore, chi ha deciso di investire buona parte del suo patrimonio economico nella costruzione di una innovativa metropoli che secondo la sua visione dovrebbe stabilire uno standard di vita urbana diventando modello per le generazioni future.

La città, progettata da un gruppo di architetti danesi, prende ispirazione da altre grandi metropoli dalle quali intende raccogliere gli aspetti migliori; da New York sempre negli Stati Uniti la vivacità e la grande vitalità, da Tokyo la pulizia, l’ordine, l’organizzazione ed a Stoccolma, la sostenibilità. Il neologismo adottato nella progettazione di questa città è la parola equitismo, il cui significato dovrebbe rappresentare un sistema economico in cui gli abitanti diventano parte integrante della città in cui vivono. Questo significa che se migliora la città, migliorano anche le condizioni di vita dei suoi abitanti e che se i suoi abitanti migliorano la qualità della città ne riceveranno un beneficio anch’essi.


Non è ancora stato stabilito quale sarà il luogo dove verrà edificata la prima pietra anche se alcuni degli Stati americani come Nevada, Arizona, Texas o la regione degli Appalachi, probabilmente potranno essere le aree più papabili. Il progetto prevede un’estensione di circa 600 km² capaci di ospitare fino a 5 milioni di abitanti nel 2060 con una densità abitativa non eccessivamente elevata e con l’avvio dell’urbanizzazione intorno al 2030.

Ovviamente, come ogni sogno utopico, anche quello di questo miliardario americano che sta nel frattempo cercando altri finanziatori, potrebbe finire in un nulla di fatto perché ovviamente questo mega progetto si basa sempre sulla disponibilità economica di fiumi di denaro. L’idea è sicuramente innovativa, e sicuramente ardita per cui non ci resta altro che attendere qualche altro anno per verificare se dalla fantasia e dai sogni di un individuo facoltoso questa possa diventare realtà ed assistere, tutto il mondo, alla cerimonia di inaugurazione di questo prestigioso progetto.

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Ott 132021
 

Dispositivi in grado di produrre energia che possa in qualche modo alimentare i cosiddetti wareable (indossabili), ne esistono già diversi, ma quello proposto dal professor Jianliang Xiao docente di meccanica del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Colorado a Boulder, presenta delle caratteristiche e delle peculiarità innovative.

Si tratta di un piccolo dispositivo elastico che aderisce alla pelle avente forma di un anello o di un bracciale. Questo, ha un funzionamento abbastanza semplice, basato sulla differenza di temperatura esistente tra il nostro corpo e l’aria circostante. Esso, riesce a trasformare parte del calore dissipato dal corpo umano in energia elettrica trasformando così il nostro corpo, in una vera e propria batteria. In pratica, un piccolissimo generatore termoelettrico in grado di generare 1 volt di energia per centimetro quadrato di pelle, e quindi una quantità inferiore rispetto a quella prodotta dalle batterie esistenti, ma comunque è sufficiente ad alimentare i dispositivi indossabili quali smartwatch e fitness band.

L’aspetto più innovativo e rivoluzionario di questa invenzione è il fatto di essere elastico, capace di ripararsi da solo e completamente riciclabile il che fa di questo dispositivo un alleato dell’ambiente, al contrario delle attuali batterie che utilizzano metalli pesanti e richiedono costosi cicli di smaltimento. Inoltre, questo dispositivo consente di fornire una quantità di energia costante e duratura nel tempo capace di alimentare i nostri dispositivi in maniera continuativa senza doverli togliere per ricaricarli in apposite basi o cavi.

Il proposito è quello di arrivare a produrre capi di abbigliamento che, oltre a svolgere la funzione coprente o estetica, abbiano anche una funzione energetica.

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Ott 082021
 

Uno dei problemi che affligge maggiormente la transazione green dell’automotive, è la necessità di dover ricaricare spesso le batterie ma soprattutto il tempo necessario ad effettuare questa ricarica.

Molte aziende nel mondo sono alla ricerca della soluzione a questi annali problemi, ma sembra che la società israeliana StoreDot, sì sia avvicinata molto alla soluzione. Già nota per le batterie da ricarica rapida note come XFC (Extreme Fast-Charging), capaci di ricaricarsi molto velocemente, hanno presentato il prototipo della prima batteria al mondo ricaricabile in soli 10 minuti o anche meno.

Basate su un format cilindrico noto come 4680 (46 mm di larghezza e 80 mm di lunghezza), particolarmente gradito ai costruttori di autoveicoli, il prototipo in progettazione in sviluppo da circa tre anni, permette di incrementare il rendimento, aumentare le performance e ridurre i problemi di sicurezza tipici dei contenitori a celle cilindriche.

Il progetto, frutto anche di collaborazioni con partner esterni come la Eve Energ, BP, Samsung e TDK solo per citarne alcuni è già in sviluppo dal 2015 e pare che queste incredibili prestazioni siano possibili sostituendo nano particelle metalliche alla grafite e utilizzando materiali organici e inorganici sviluppati dall’azienda frutto di brevetti proprietari protetti da segreto industriale.

L’azienda, in contatto con molti produttori del settore automobilistico interessati alla tecnologia XFC, hanno lavorato durante tutto questo periodo con l’obiettivo di ottenere una ricarica estremamente veloce in soli 10 minuti delle celle cilindriche. Il prototipo appena presentato dovrebbe essere pronto per la produzione industriale nel 2024, sempre se non dovessero palesarsi ulteriori problematiche durante la fase di sperimentazione.

Quest’anno sono stati presentati per la prima volta dall’azienda i campioni tecnici delle batterie del futuro.

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Ott 062021
 

Uno dei più grandi problemi nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, è quello di riuscire a ridurre drasticamente i livelli di CO2 nell’aria dovuti all’azione combinata dell’inquinanti emessi dalle autovetture, dall’industria e da tutti i processi produttivi. Molte nazioni si sono impegnate per la risoluzione di questo problema entro tempi ragionevolmente brevi (2050), attraverso protocolli di intesa fissati nelle varie riunioni internazionali sul clima.

Una delle tecnologie più interessanti sulle quali si stanno concentrando le azioni di molte nazioni del mondo, è quella nota come CCS (Carbon Capture and Storage). Si tratta di un processo attraverso il quale viene catturata parte della CO2 contenuta nell’aria, per essere trasformata in bioetanolo come combustibile o prodotto per l’industria chimica, mineralizzata iniettandola nel terreno a grande profondità in giacimenti petroliferi o di gas ormai esausti, oppure utilizzata come inerte per la produzione di materiale edile evitando il processo di produzione di cementi altamente inquinante e fortemente emissivo di CO2.

Proprio sulla scia di questa nuova tecnologia è stato appena inaugurato in Islanda il più grande impianto di trasformazione di anidride carbonica in roccia chiamato ORCA (dall’islandese orca = energia). Tale impianto, è stato costruito nel sud-est dell’isola, nel parco geotermale di Hellisheidi (grazie al quale viene alimentato), ed è stato realizzato grazie alla collaborazione tra la Carbfix di Reykjavik e la società svizzera Climeworks AG.

In pratica, questo gigantesco impianto è costituito da enormi ventilatori che aspirano l’aria filtrando l’anidride carbonica, circa 4000 tonnellate ogni anno che, viene stoccata all’interno di un collettore. Questo, una volta pieno, viene chiuso e riscaldato in modo da rilasciare CO2 che sarà poi miscelata con acqua. A questo punto questa miscela viene iniettata a grande profondità nel terreno circa 1000 metri, in uno strato di roccia basaltica dove viene mineralizzata. In questo modo si è calcolato che le emissioni annuali di CO2 prodotte da oltre 800 auto diventeranno pietra secondo un processo inverso a quello che viene in natura.

L’impianto di cattura dell’aria (Director Air Capture) è caratterizzato da ventole alte circa 1 metro che aspirano l’aria e la convogliano verso una particolare sostanza assorbente costituita da microscopici granuli che si legano alla CO2 per reazione chimica. Questo filtro viene poi riscaldato in modo da rilasciare anidride carbonica a cui viene aggiunta dell’acqua e pompata nel sottosuolo dove raffreddandosi pietrifica trasformandosi in roccia attraverso un processo chimico. Ma questo non è l’unico impiego possibile, infatti l’anidride carbonica può essere trasformata in carburante aggiungendola all’idrogeno, oppure può essere immagazzinata in contenitori sotto pressione e venduta le fabbriche che si occupano di produrre bibite gassate per renderle frizzanti.

Il problema sorge in merito ai costi di questo processo di trasformazione. Attualmente, infatti, trasformare la CO2 in roccia costa all’incirca tra i 600 e gli 800 dollari, un costo eccessivamente alto per poter essere sostenibile. L’obiettivo è quello di abbassarlo, nei prossimi anni, fino a portarlo al di sotto dei 150 dollari diventando in questo modo vantaggioso ed efficiente. È importante, comunque, che questo processo non venga interrotto ma anzi, sviluppato e integrato sempre di più perché altamente sostenibile e capace di abbattere notevolmente l’azione dei gas serra, riducendone così, gli effetti sul clima. Attualmente esistono nel mondo circa 15 impianti dedicati alla cattura di CO2 che aspirano il complessivo di 9000 tonnellate l’anno ma l’obiettivo fissato dall’Agenzia Internazionale per l’energia è quello di arrivare a quasi 1 miliardo di tonnellate entro il 2050.

Altri problemi che dovranno essere affrontati per migliorare questa giovane tecnologia, sono quelli di aumentare l’efficienza e ampliare il ventaglio dei gas serra trattabili, come il metano e il protossido d’azoto.

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Ott 042021
 
MURO E ARCO
Dati VERDE: L1 = 2cm / L2 = 5cm / H1 = 7cm
GIALLA: L3 = 1cm / L4 = 2cm / H2 = 4cm
Consegne: LAVORO ASSEGNATO
1 PROIEZIONI ORTOGONALI
2 ASSONOMETRIA ISOMETRICA
3 ASSONOMETRIA MONOMETRICA
4 ASSONOMETRIA CAVALIERA
5 PROSPETTIVA
6 REALIZZA LE CONSEGNE IN DIGITALE CON IL CAD
STRUMENTI NECESSARI:
OPERAZIONI INIZIALI:

Usando un foglio F4, posizionato in orizzontale, effettuiamo le squadrature secondo gli schemi indicati in SQUADRATURA F/4.

FIGURE DI RIFERIMENTO:

Questo esercizio non dispone di tutorial esplicativi perché presuppone la conoscenza delle tecniche di consegna. Si consiglia, quindi, di assegnarlo solo dopo aver fatto svolgere diversi esercizi e solo quando si riterranno i propri alunni capaci di poterlo svolgere autonomamente.

Ott 032021
 
ARCO E COLONNA
Dati CILINDRO: D1 = 3cm / H1 = 8cm
ARCO: L1 = 1cm / L2 = 6cm / L3 = 4cm / L4 = 3cm
Consegne: TIPOLOGIA DI LAVORO DA SVOLGERE
1 PROIEZIONI ORTOGONALI
2 ASSONOMETRIA ISOMETRICA
3 ASSONOMETRIA MONOMETRICA
4 ASSONOMETRIA CAVALIERA
5 PROSPETTIVA
6 REALIZZA LE CONSEGNE IN DIGITALE CON IL CAD
STRUMENTI NECESSARI:
OPERAZIONI INIZIALI:

Usando un foglio F4, posizionato in orizzontale, effettuiamo le squadrature secondo gli schemi indicati in SQUADRATURA F/4.

FIGURE DI RIFERIMENTO:

 

Questo esercizio non dispone di tutorial esplicativi perché presuppone la conoscenza delle tecniche di consegna. Si consiglia, quindi, di assegnarlo solo dopo aver fatto svolgere diversi esercizi e solo quando si riterranno i propri alunni capaci di poterlo svolgere autonomamente.

Ott 022021
 
INVILUPPO A QUADRIFOGLIO
Dati
AREA DA DISEGNO QUADRATA
LINEE distanti 2 quadretti e poi 1 quadretto
CONSEGNE:
Consegna 1 INVILUPPO A QUADRIFOGLIO 1
Consegna 2 INVILUPPO A QUADRIFOGLIO 2
Digit ESEGUI LE CONSEGNE 1 E 2 IN DIGITALE USANDO IL CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (clicca sulla Tavola tutta a sinistra per la procedura). Per tracciare l’inviluppo, dovremo disegnare un’area perfettamente quadrata (clicca sulla Tavola qui a sinistra per la procedura).

  • dividiamo l’area quadrata in 4 parti uguali tracciando le linee orizzontale e verticale passanti per il centro;
  • ora prendiamo in considerazione uno dei quattro quadrati che si sono disegnati sul foglio, ad esempio, quello in alto a destra;
  • seguendo l’esempio dell’animazione sotto, dovremo unire i punti sulla linea verticale con quelli sulla linea orizzontale usando le squadrette;
  • il primo punto in alto sulla linea verticale con il secondo da sinistra su quella orizzontale;
  • poi il secondo con il terzo, il terzo con il quarto, così fino alla fine delle linee;
  • ripetiamo specularmente la stessa procedura nel quadrato in alto a sinistra, in basso a destra e in basso a sinistra;
TUTORIAL VIDEO:

CONSEGNA 1
  • nella prima consegna, dovrete unire punti distanti 2 quadretti come nell’immagine sotto;

CONSEGNA 2
  • nella seconda consegna, dovrete ripetere la stessa procedura, avendo cura di unire, questa volta, punti distanti 1 quadretto;
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Set 272021
 
SCALA DI PARALLELEPIPEDI
Dati VERDE: L1 = 1cm / L2 = 1cm / L3 = 4cm / H1 = 1cm / H3 = 5cm / H5 = 9cm
GIALLO: L1 = 1cm / L2 = 1cm / L3 = 4cm / H2 = 3cm / H4 = 7cm
Consegne: LAVORO ASSEGNATO
1 PROIEZIONI ORTOGONALI
2 ASSONOMETRIA ISOMETRICA
3 ASSONOMETRIA MONOMETRICA
4 ASSONOMETRIA CAVALIERA
5 PROSPETTIVA
6 REALIZZA LE CONSEGNE IN DIGITALE CON IL CAD
STRUMENTI NECESSARI:
OPERAZIONI INIZIALI:

Usando un foglio F4, posizionato in orizzontale, effettuiamo le squadrature secondo gli schemi indicati in SQUADRATURA F/4.

FIGURE DI RIFERIMENTO:

Questo esercizio non dispone di tutorial esplicativi perché presuppone la conoscenza delle tecniche di consegna. Si consiglia, quindi, di assegnarlo solo dopo aver fatto svolgere diversi esercizi e solo quando si riterranno i propri alunni capaci di poterlo svolgere autonomamente.

Set 262021
 
MENSOLA E COLONNA
Dati VERDE: L1 = 1cm / L2 = 4cm / L3 = 7cm / L4 = 8cm / H1 = 8cm / H2 = 7cm / H3 = 1cm
GIALLA: D1 = 3cm / distanza bordi 0,5cm
Consegne: LAVORO ASSEGNATO
1 PROIEZIONI ORTOGONALI
2 ASSONOMETRIA ISOMETRICA
3 ASSONOMETRIA MONOMETRICA
4 ASSONOMETRIA CAVALIERA
5 PROSPETTIVA
6 REALIZZA LE CONSEGNE IN DIGITALE CON IL CAD
STRUMENTI NECESSARI:
OPERAZIONI INIZIALI:

Usando un foglio F4, posizionato in orizzontale, effettuiamo le squadrature secondo gli schemi indicati in SQUADRATURA F/4.

FIGURE DI RIFERIMENTO:

 

Questo esercizio non dispone di tutorial esplicativi perché presuppone la conoscenza delle tecniche di consegna. Si consiglia, quindi, di assegnarlo solo dopo aver fatto svolgere diversi esercizi e solo quando si riterranno i propri alunni capaci di poterlo svolgere autonomamente.