Articolo scritto: NAUSICA ANTONELLI, GABRIELE BUDA, MARCO DELLA MONICA, VALENTINA DI GRAZIA, VIRGINIA PODESTA’ |
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Classe: 3E – Anno: 2007-08 |
Prefazione a cura del prof. Betto
La storia del grattacielo ebbe inizio a Chicago negli anni Ottanta del XIX secolo. Dopo il grande incendio che aveva distrutto la città nel 1871 si rese necessaria una rapida e massiccia ricostruzione, che vide affermarsi il modello dell’edificio molto alto. Alcuni architetti realizzarono per la prima volta palazzi con più di dieci piani, retti tuttavia ancora da spessi muri portanti (il Burnham & Root’s Monadnock Building, 1889-1892, ad esempio, si leva per 16 piani su una struttura tradizionale in mattoni). Tra le prime testimonianze dell’uso di pilastri portanti d’acciaio nell’edilizia civile (già da tempo la pratica era diffusa, soprattutto in Gran Bretagna, nell’architettura industriale), significativo è il brevetto depositato nel 1888 dall’architetto di Minneapolis Leroy S. Buffington, per una struttura in acciaio destinata a uffici e appartamenti.
Il primo edificio costruito con questa nuova tecnica fu il Manhattan Building, progettato a New York da William Le Baron Jeney nel 1890-91. Lo sviluppo verticale degli edifici rese necessarie non solo nuove ricerche sui problemi ingegneristici, ma anche una nuova concezione dell’architettura, e portò allo sviluppo di inedite convenzioni estetiche.
Nel saggio Theall Building Artistically Considered (1896), Louis Sullivan affermò che “la forma segue sempre la funzione”: fu questa fondamentale impostazione teorica a determinare i caratteri dello sviluppo architettonico a Chicago. Le innovazioni tecniche e stilistiche statunitensi influenzarono profondamente anche gli architetti europei, molti dei quali trascorsero lunghi periodi oltreoceano per studiare attentamente le maggiori opere.
Il tedesco Ludwig Mies van der Rohe, ad esempio, si trasferì negli Stati Uniti, dove, sviluppando intuizioni già abbozzate in Germania, ideò una nuova tipologia di grattacielo, ben esemplificata dal Seagram Building (1958) di New York, disegnato insieme a Philip Johnson. A Chicago, lo studio Skidmore, Owings and Merrill progettò il John Hancock Center (1970) e la Sears Tower (1974), che con i suoi 443 metri fu l’edificio più alto del mondo per oltre vent’anni. Nel 1974 l’architetto statunitense di origine giapponese Yamasaki Minoru firmò, insieme con Emery Roth and Sons, le famose Twin Towers (Torri gemelle) del World Trade Center a New York, alte 110 piani: costruiti secondo le più avanzate tecnologie antisismiche, i due grattacieli vennero distrutti nel corso di un catastrofico attentato terroristico l’11 settembre del 2001. In anni più recenti, architetti come Philip Johnson, Michael Graves, César Pelli, Norman Foster e Helmut Jahn sono andati evolvendo la concezione architettonica del grattacielo.
Ad esempio, il Sony Building (ex AT&T Building, 1978-1984) di New York, di Johnson, è un tipico grattacielo postmoderno; il Portland Building (1982) di Graves (a Portland, Oregon) appare improntato a uno stile “tecnologico” ancora più estremo.
La Millennium Tower di Tokyo, progettata a partire dal 1989 da Norman Foster, sarà, una volta terminata, un edificio di 170 piani alto circa 800 metri; al suo interno troveranno posto, oltre agli uffici, alberghi, centri commerciali e appartamenti privati. Benché vengano sempre considerati criticamente per il loro forte impatto ambientale, i grattacieli diventano sovente simboli di orgoglio nazionale. La corsa alla costruzione più alta ora coinvolge, oltre alle metropoli statunitensi ed europee, anche le città asiatiche. Al momento l’edificio più alto del mondo è il Burj Khalifa alto 828 metri e sorge a Dubai (Emirati Arabi Uniti) seguito dal Taipei Financial Center, noto come Taipei 101, che raggiunge i 509 m d’altezza a Taipei (Taiwan). Seguono le Petronas Towers di Kuala Lumpur (Malaysia), progettate da César Pelli, che raggiungono i 451,9 metri attualmente le torri gemelle più alte al mondo.
TIPOLOGIE DI GRATTACIELI NEWYORKESI
Il Woolworth Building progettato da Cass Gilbert nel 1910 e completato nel 1913; in basso si nota il corpo centrale dell’edificio che è stato il più alto del Mondo fino al 1930. Il problema dell’eccessiva elevazione verticale del fronte degli edifici era sorto nel 1915 quando al termine della costruzione, tutti si accorsero che l’Equitable Building, alto 164 metri e a pianta molto estesa, soffocava le strade a sud di Wall Street e rendeva perennemente bui (anche in pieno giorno) due interi isolati del centro finanziario di Manhattan.
Nel 1916 l’entourage del governo municipale newyorkese stabilì tre diverse tipologie (o modelli) strutturali a cui architetti ed ingegneri dovevano adeguarsi:
- modello a campanile;
- modello a ziggurat;
- modello a plaza.
MODELLO A CAMPANILE
L’edificio doveva essere concepito con una base ben ancorata al terreno che doveva elevarsi per non più di 15-17 piani e che doveva occupare tutta l’estensione territoriale del lotto. Il fronte della torre poteva elevarsi solo nella parte centrale del nocciolo (del core) dell’edificio. Da qui deriva il nome a campanile dal momento che tutti gli edifici di questo tipo mostravano un’esile ma alta torre che emergeva dal corpo centrale dell’edificio proprio come un campanile. Questa limitazione non solo garantiva una normale illuminazione naturale delle strade ma permetteva (al largo della base della costruzione) uno sviluppo in altezza teoricamente infinito per la torre. L’esempio più celebre di questa tipologia di edificio è rappresentato dal Woolworth Building che, con il suo “campanile”, raggiunge già nel 1913 quota 241 metri senza problemi.
MODELLO A ZIGGURAT
Secondo questo modello strutturale l’edificio poteva svilupparsi in altezza teoricamente all’infinito ma con un progressivo arretramento del fronte che doveva culminare con l’apice della costruzione. Da qui deriva il nome che fa riferimento alle antiche piramidi mesopotamiche e che porta qualche suggestione d’antichità alle più moderne costruzioni dell’uomo. Questo nuovo modello garantiva sì (ancora una volta) un’illuminazione naturale sufficiente alle strade sottostanti ma permetteva uno sviluppo più dinamico e vertiginoso agli edifici, eliminando quel forte stacco architettonico fra la base dell’edificio e la torre vera e propria (che si elevava già a partire dai primi piani della base), permettendo agli architetti di poter raggiungere quote considerevoli dell’ordine degli oltre 200 metri. Così fu concepita l'”ammiraglia” del famoso Rockefeller Center: il celebre General Electric Building, che l’architetto Raymond utilizzando i caratteristici set-backs (o rientri del fronte) è riuscito a elevare per oltre 260 metri di altezza dal suolo. L’edificio è stato definito new babylon per la sua complessa struttura.
MODELLO A PLAZA
L’ultimo modello elaborato dai tecnocrati del grattacielo rappresenta la soluzione più tecnologica e complessa al problema dell’elevazione degli edifici nella città moderna. In base a questo modello (che ricalca l’antico “campanile”) la torre viene concepita direttamente nel centro esatto del lotto di terreno, nel quale quasi tutta l’area rimane libera e costituisce una vera e propria piazza, sottostante tutto il perimetro dell’edificio (da cui il nome di derivazione spagnola). Questo sistema non solo crea nell’immaginario collettivo la torre dalla classica forma di parallelepipedo regolare, ma permette, senza oscurare le strade, uno sviluppo teorico completo e complessivo della torre infinito che dà ad architetti e scienziati delle costruzioni la possibilità di utilizzare tutta la tecnologia necessaria per poter arrivare ad altezze dell’ordine di centinaia di metri giungendo quasi al mezzo chilometro di altitudine dal suolo.
Gli esempi di questo genere di costruzioni possono naturalmente essere infiniti poiché questa tipologia di edificio non solo è quella attualmente “in vigore” a New York, ma è anche quella utilizzata in tutto il Mondo per costruire grattacieli ed è per questo motivo che si dice che gli edifici costruiti in questo modo hanno uno stile internazionale (international style). Tuttavia si possono fare esempi celebri di edifici costruiti secondo questo criterio quali le Torri Gemelle del World Trade Center (alte rispettivamente 417 e 415,5 metri ma distrutte l’11 settembre del 2001), o la Sears Tower di Chicago che con i suoi 108 piani raggiunge i 442 metri. Da notare che è in questo momento storico e tecnologico che gli edifici concepiti come grattacieli perdono il nome classico di building (palazzo) per acquisire, per la prima volta, l’appellativo forte ed inequivocabile di tower (torre).
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