Ancora 2.0, ancora software. La gestione della classe 2.0 richiede un tipo di approccio nuovo, completamente diverso, basato sul lavoro in remoto, lontano dalla classe e in condivisione. Per far si che questo si concretizzi, è necessario strutturare una piattaforma in grado di ospitare tutti gli alunni e capace di consentire un lavoro collaborativo a distanza. I gruppi potranno così procedere a realizzare il proprio lavoro anche senza incontrarsi fisicamente, da casa con comodità e in qualunque momento.
Nella continua ricerca sulla rete di soluzioni adatte al mio lavoro nella classe 2.0, ho subito capito che era necessario un approccio differente e per realizzare questo diverso metodo avevo bisogno di strumenti idonei. Il primo è stato il CAD Draftsight di cui vi ho già parlato, ma sia il programma da disegno che qualunque altro software sarebbero risultati poco produttivi senza la possibilità di lavorare con essi in remoto. Gli studenti dovevano poter usare i software anche a casa e consegnarmi il risultato del loro lavoro attraverso la rete. Il lavoro della 2.0 parte dalla rete e sulla rete deve potersi completare. Molto spesso si è parlato di tele-lavoro, di controllo remoto, di tele-assistenza. La classe 2.0 è la concretizzazione proprio di tutti questi aspetti procedurali nuovi. Nella 2.0 lo studente deve ritrovare molte delle operazioni e delle attività che ognuno di noi svolge quotidianamente e automaticamente.
Nella ricerca di piattaforme capaci di dare spazio alla mia idea, mi sono imbattuto in diverse, tra le quali Dropbox, CloudON, ecc., ma quella che mi ha maggiormente colpito per velocità, facilità di utilizzo, compatibilità multipiattaforma è stata BOX. Si tratta di un software di “storage cloud”, ossia di un software che fornisce, previo registrazione, uno spazio sulla nuvola (cloud) per la memorizzazione, scambio modifica di files diversi, tra cui quelli di Microsoft.
In BOX, è possibile salvare il proprio lavoro, foto, filmati, files audio e ogni altro tipo di contenuto digitale, condividerlo con altri utenti, pubblicarlo, modificarlo con software appositi, in pratica ogni operazione che normalmente facciamo sul desktop del nostro computer.
Individuata la piattaforma era giunto il momento di condividerla con tutti i ragazzi della classe e insegnare loro il modo di usarla.
ENTRIAMO NELLA NUVOLA
Il primo passo da compiere era quello dell’installazione del software su ciascuno dei computer adoperati dai ragazzi. Digitando www.box.com, si accede nella homepage del software dove in perfetto italiano (il sito è multilingue) viene spiegata la procedura di iscrizione al servizio.
Cliccando sul tasto “iscriviti“, si è condotti ad una pagina di registrazione, dove con pochi passi e poche informazioni si riceve l’accesso e l’apertura dell’account. Prima però di poter utilizzare il servizio, bisognerà rispondere all’email automatica inviata all’indirizzo di posta con il quale ci siamo registrati per confermare la veridicità dei nostri dati e accedere al nostro spazio.
Lo spazio che viene fornito dalla procedura standard gratuita è di 10 gigabyte, che diventano 50 se si procede alla registrazione da iPad. Un’altra delle cose belle di BOX è la sua disponibilità su ogni piattaforma, MAC, WIN, iOS, Android, Linux, Windows Phone, Blackberry.
CONDIVIDIAMO LO SPAZIO
L’apertura dell’account è solo il primo passo verso una vera e propria integrazione del lavoro di classe sulla rete. Il docente dovrà creare una cartella sul suo spazio virtuale e condividerla con i suoi studenti. Per fare ciò è necessario conoscere le email di iscrizione al servizio di tutti gli studenti della classe in modo da creare una classe virtuale e invitare tutti i partecipanti a condividere lo spazio sulla rete con il docente.
Attraverso lo stesso BOX, invieremo gli inviti a tutti i nostri studenti e da questo momento saremo una vera e propria classe virtuale, in grado di interagire a distanza, scambiare e modificare i files prodotti a casa con il nostro lavoro.
E’ giunto il momento di sperimentare. Condividiamo dei files sul cloud e mettiamoli a disposizione degli studenti della classe. Non abbiamo più la necessità di usare chiavette USB, CD o DVD, o hard disk portatili per scambiare e immagazzinare i files della classe 2.0. Ognuno imparerà ad usare questo spazio come un cassetto digitale dove riporre il lavoro da svolgere. Diventerà facile fornire materiale e strumenti ai propri alunni, correggere i loro lavori durante la fase di realizzazione e modificarli in formato digitale in modo che essi trovino gli errori che noi abbiamo individuato. Potremo integrare gli elaborati di altri contenuti o semplicemente limitarci a osservarli. Gli alunni potranno chiedere il nostro intervento o i nostri consigli attraverso i commenti, a cui parteciperà tutta la classe.