Feb 282018
 

I moderni smartphone sono dei gioielli di ingegneria e di miniaturizzazione. Gli ingegneri in questi anni hanno lavorato in modo da ridurre lo spazio occupato dai vari componenti così da consentire l’alloggiamento di processori e batterie sempre più capienti ed in grado di sostenere le richieste altamente specializzate degli attuali telefoni. Ridurre comunque uno spazio già così ridotto per far spazio a nuove componenti ritenute essenziali, non è semplice considerando la tecnologia già inclusa. Questa ricerca di spazio porterà inevitabilmente all’eliminazione di componenti ritenute meno necessarie rispetto ad altre per conquistare millimetri all’interno di questi sottilissimi gusci.

Uno dei componenti che sicuramente molto presto potrebbe essere eliminato, è lo slot per l’inserimento delle SIM card. Già queste negli anni hanno subito una riduzione di dimensione, ma questo non può bastare.

Il passo successivo potrebbe essere quello di eliminarla del tutto e di inserire un circuito stampato già sulla scheda logica del telefonino. Queste prendono il nome di eSIM (embeddedSIM)SIM virtuali o SoftSIM.

Le eSIM, sostituiranno le attuali SIM, racchiudendo al loro interno tutte le informazioni già presenti in queste, compreso il codice ICCID, ossia quello che la identifica univocamente e che viene utilizzata nel momento in cui passiamo da un operatore ad un altro.

Il passaggio, molto auspicato alle nuove eSIM da parte degli operatori e utenti, porterà con se notevoli vantaggi. Oltre al guadagno di spazio all’interno del terminale utilizzabile dai costruttori per inserire nuove componenti o funzioni, per l’utente rappresenterà una vera manna. Infatti, questo, non dovrà più sostituire la schedina di plastica all’interno dello slot, perché la scheda è già contenuta nel telefono, inoltre si eliminerà il problema della dimensione o del tipo di scheda cambiando cellulare, si ridurranno drasticamente i tempi della portabilità telefonica. Si elimineranno i costi di acquisto della scheda e si eviterà anche il problema del travaso o perdita dei dati in caso di cambio di questa.

Una eSIM, renderà l’utente molto più libero nelle scelte. Infatti, una SIM virtuale, consentirà l’accesso a tutte le reti disponibili per ciascun operatore, e l’utente accedendo ad ogni rete potrà visualizzare e scegliere direttamente quale operatore o quale tariffa ritiene conveniente per la propria utenza. A questo punto la eSIM consentirà la registrazione con l’operatore prescelto saltando tutti quei passaggi burocratici e pratici che rendono questa operazione relativamente lunga.

La difficoltà oggi è creare una eSIM standard valida per tutti, come lo sono le attuali SIM. Solo Apple al momento ha un sistema chiaro e perfettamente definito e funzionante di eSIM, settabile in automatico dal terminale, ma il funzionamento ad oggi è possibile solo con iOS, il suo sistema operativo. Presumibilmente a breve anche altri sistemi e altri operatori si adopereranno in tal senso vista l’importanza della posta in gioco.

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Dic 052013
 

wi-fiForse è giunto il momento nel quale potremo finalmente dire addio agli scomodissimi fili, perlomeno quelli dei carica-batteria dei cellulari. Perché direte voi? Perché Apple (sempre lei!) ha depositato presso l’United States Patent and Trademark Office (USPTO), l’organismo che rilascia i brevetti e i marchi depositati negli Stati Uniti, un nuovo brevetto che presenta una tecnologia di questo genere. Si tratta di un sistema in grado di ricaricare i dispositivi via wireless senza bisogno di ulteriori apparecchiature. Da quanto è possibile comprendere dallo schema tecnico presentato, pare che l’arcano sia possibile attraverso l’uso di una tecnologia denominata NFMR (near field magnetic resonance). In pratica, il sistema sfrutterebbe le onde magnetiche sviluppate da un dispositivo posto all’interno di un futuro iMac o MacPro.

Qualche anno fa, già il MIT di Boston (USA) aveva sviluppato una tecnologia simile denominata Witricity. Con questa tecnologia era possibile trasferire elettricità, attraverso un fenomeno già dimostrato da Nikola Tesla nell’83, tra apparecchiature elettriche poste a breve distanza tra di loro sfruttando il principio della risonanza reciproca. In pratica, un computer acceso sarebbe in grado di ricaricare elettricamente dispositivi diversi quali: mouse, tastiere, trackpad senza usare pile o altri sistemi da scollegare e ricaricare ogni volta.

RicaricaWireless

Alcuni si son chiesti come mai Apple non avesse già nel passato adottato tale tecnologia già esistente, ma la risposta è semplice; questa richiedeva l’uso di un ulteriore dispositivo da collegare alle prese di corrente, rendendo tutto il sistema poco innovativo e poco utile alla bisogna. Quella presentata adesso, è invece una tecnologia matura, che risolve il problema di dover acquistare e utilizzare più dispositivi contemporaneamente.

Staremo, comunque, a vedere cosa succederà, se Apple implementerà questa nuova tecnologia nei suoi prossimi dispositivi o se finirà nel dimenticatoio come tante altre innovazioni e brevetti, depositati e mai utilizzati.

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Apr 042013
 
Martin Cooper

Martin Cooper

Non si direbbe, ma i telefoni cellulari hanno compiuto il 3 aprile ben 40 anni. Infatti, proprio il 3 aprile del 1973 in una strada di New York, l’ingegnere americano della multinazionale Motorola, Martin Cooper, attorniato da giornalisti e passanti incuriositi, effettuò la prima telefonata cellulare con un prototipo di quello che poi sarebbe diventato l’attuale smartphone, chiamato DynaTac, acronimo che voleva dire Dynamic Adaptive Total Area Coverage. Ovviamente non era uno degli eleganti e ultraleggeri smartphone che oggi tutti esibiamo o bramiamo acquistare, ma un grosso apparecchio dal peso di 1,5 kg, dotato di una autonomia di solo 30 minuti.

DynaTAC 8000x

DynaTAC 8000x

La comunicazione è rimasta celebre, perché Martin, chiamò dal cellulare il suo avversario più accanito, nonché capo della ricerca dei Bell Labs, Joel S. Engel, il quale aveva già concettualizzato le comunicazioni cellulari fin dal 1947. Ragion per cui di quella telefonata; ironicamente Martin disse testualmente: “Joel, this is Marty. I’m calling you from a cell phone, a real handheld portable cell phone“. La telefonata, partita dal cellulare di Martin, utilizzava una cella radio posta a poca distanza, connessa con la rete terrestre del gigante delle comunicazioni americane AT&T.

Per il decimo anniversario da quella conversazione, Motorola fece uscire sul mercato il primo vero telefono cellulare chiamato Motorola DynaTAC 8000x soprannominato The Brick (il mattone) a causa delle sue dimensioni e del suo peso. Ma il DynaTAC apriva anche un’era; con il suo costo (4.000$) e quello che consentiva di fare, divenne simbolo di ricchezza, manifestazione di rampantismo e opulenza da parte di grandi manager e protagonisti della vita economica del paese.
MicroTAC

MicroTAC

Il DynaTAC venne sostituito, dopo diverse evoluzioni, dal famosissimo MicroTAC che rappresentava un grosso passo avanti dell’azienda nella riduzione del peso e del dimensioni ai, fino ad allora, pesanti e ingombranti avi dei cellulari.

Buon compleanno cellulare, da educazionetecnica.com

Ma prima di chiudere qualche piccola curiosità; vi dieta chiesti dal giorno della loro nascita, quali sono stati i modelli di cellulari più venduti nel mondo?

Nokia 1110

Nokia 1110

Molti di noi direbbero subito l’iPhone, o il Galaxy S3! Invece no; una classifica l’ha stilata il Daily Telegraph che vede ben 9 modelli su 10 nella top ten occupati da Nokia, il gigante finlandese che prima del l’avvento dell’iPhone dominava incontrastata il mercato mondiale. Il modello top é il Nokia 1110 seguito dal Nokia 3210 e da altri. In grande ascesa l’iPhone di Apple al 12o posto e 17o e 18o dai Samsung Galaxy S2 e S3. L’unica posizione, della classifica, non occupata da Nokia è la sesta detenuta da Motorola con il famosissimo RAZR V3.

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Dic 032012
 

Oggi è una data storica. L’SMS (Short Message System), in italiano “messaggino”, compie vent’anni. Infatti, fu proprio il 3 dicembre del 1992 che Neil Papworth un tecnico della Vodafone del regno unito lanciò il primo SMS con un sistema cellulare. Si trattava di un semplice messaggio di auguri che recitava “Merry Christmas”. Da quel momento in poi, la diffusione fu capillare e esplosiva e contribuì in maniera determinante alla consacrazione dei cellulari. Successo a cui ha contribuito anche Ericsson Telecomunication, la quale, con la standardizzazione del sistema GSM e la realizzazione della rete cellulare, ha contribuito a consolidare definitivamente.

Il messaggino, ha solcato questi 20 anni diventando uno strumento indispensabile e sempre più diffuso. Prima dagli adolescenti che lo hanno usato come strumento di comunicazione rapida (oggi soppiantato dai sistemi di instant messaging), poi da tutti noi, dalle Istituzioni pubbliche e private per comunicare rapidamente e a basso costo con cittadini, utenti, clienti. Oggi è uno strumento di modernizzazione e comunicazione essenziale nei paesi in via di sviluppo grazie anche all’attività di collaborazione con organizzazioni internazionali.

Molti pensano che presto possa andare in pensione, soppiantato da sistemi più moderni e attuali, capaci di inviare una moltitudine di media a costi ancora più bassi. Attraverso le connessioni internet, sia wi-fi che 3G, Whatsup, Skype, iMessage, Dropbox e tanti altri, forniscono connessione in tempo reale, possibilità di chat, archiviazione dati, connessioni multiutente che il vecchio SMS ovviamente non consente. Però difficilmente la semplicità, l’immediatezza e la facilità d’uso di questo strumento saranno sostituiti a breve da qualcos’altro.

Non ci resta per cui, augurare buon compleanno e una lunga e prosperosa vita all’SMS.

Gen 102012
 

Esattamente 5 anni fa, il compianto Steve jobs, presentava al mondo nella sala del Moscone Center di San Francisco l’iPHONE, primo smartphone della Apple, quello che si sarebbe rivelato una vera e propria rivoluzione nel campo della telefonia, portando la casa della mela morsicata ai primi posti nelle classifiche mondiali. Dopo 5 anni iPHONE è ancora l’oggetto del desiderio di giovani e meno giovani, riuscendo ogni volta a rinnovarsi e rinnovando l’intero settore. Un’indagine condotta da ChangeWave Research su un campione di 4000 utenti nord americani, ha evidenziato come ben il 54% desidera acquistare un iPhone.

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Nov 022011
 

Due giorni fa, l’ex CEO (Chief Executive Officer) di Microsoft, Bill Gates, ha partecipato ad un’intervista su ABC News, durante la quale gli è stato chiesto di commentare le affermazioni rilasciate da Steve Jobs nella biografia ufficiale scritta da Walter Isaacson. In particolare gli è stato chiesto di soffermarsi sulla parte in cui afferma che Bill Gates non ha mai avuto idee originali e che si è arricchito solamente strappandone ad altri.

La risposta di Gates è stata abbastanza pesante. Ha detto che con Steve Jobs c’è stata una lunga storia e che la loro relazione da colleghi, trasformatasi poi in concorrenziale, è stata difficile, ma non ha dato alcuna colpa a Steve. Ciò che non convince molto è l’affermazione riguardo la creazione del Mac che, Gates, dice di essere un risultato della sua mente e di quella di Jobs.

Forse è esagerato affermare che abbia rubato solo idee altrui, ma da qua a dire che il Mac è una creazione di entrambi è paradossale. Ecco un passo dell’intervista:

Beh, Steve ed io abbiamo lavorato insieme, creando il Mac. Molta gente lavorava su di esso. Così, nel corso dei 30 anni abbiamo lavorato insieme, ha detto un sacco di cose belle su di me, ma anche un sacco di cose difficili da digerire. Voglio dire, ha dovuto affrontare più volte il fatto che i propri prodotti fossero venduti a prezzi così alti da non potersi neanche affacciare sul mercato. Quindi, il fatto che noi (di Microsoft) avevamo successo grazie ad elevati volumi di prodotti e una gamma di prezzi molto varia (dovuta alla collaborazione con più società), probabilmente non gli è mai andata giù.

In varie occasioni si è sentito assediato. Si sentiva come se fosse il buono e noi i cattivi. Molto comprensibile. Io rispetto Steve, abbiamo avuto modo di lavorare insieme. Ci siamo stimolati a vicenda, anche come concorrenti. Niente di tutto ciò mi preoccupa.

In quest’ultima affermazione forse c’è più di un minimo di verità. Steve, per come è stato ritratto negli anni, da film, articoli, biografie, ma anche dalle battute che lanciava dal palco dei suoi keynote, sentiva molto la pressione e la competitività dei propri concorrenti. Già nei primi anni il più grande nemico era IBM, un obiettivo da eliminare ad ogni costo perché considerato il cattivo per eccellenza, “gli uomini in giacca e cravatta” come li definiva lui. Jobs era un rivoluzionario e aveva idee tutte sue che, il presente ci dimostra, sono state davvero grandi e di grande successo.

Ovviamente, in questo campo buoni e cattivi non esistono; ma che Bill abbia fatto giochi sporchi, soprattutto con Steve, non ci piove. Ma anche Jobs, ricordiamo, prese spunto da altre idee per lo sviluppo di alcuni prodotti. Nonostante questo, non si può sostenere che Jobs e Gates abbiano lavorato insieme nello sviluppo del  Mac, ma con ruoli del tutto differenti. Non si può dire assolutamente che Gates divida il ruolo di creatore col genio di Cupertino.

Articolo scritto e pubblicato su www.lindano.com da Andrea Adesso (3I)