Ago 032024
 

L’European Environment Agency ha rilevato che dalla metà degli anni ′50 ad oggi l’area edificata in Europa è cresciuta del 78%.
Solo in Italia, ogni giorno, 16 ettari di superficie vengono antropizzati dalla cementificazione e dalla crescita delle aree urbane.

Questo fenomeno, che colpisce in maniera trasversale tutto il pianeta, è noto come Soil Sealing, letteralmente “impermeabilizzazione del suolo”, e i suoi effetti sono facilmente riscontrabili all’interno delle nostre città, ogni anno sempre più calde e umide.
Nei mesi estivi le strade dei centri urbani hanno una temperatura di 4-5 gradi in più rispetto a zone a bassa cementificazione.

Il Soil Sealing impedisce la normale traspirazione del terreno, portandolo a inaridirsi, impermeabilizzarsi e degradarsi, facendogli perdere la propria fertilità, biodiversità e la sua efficacia nella cattura del carbonio favorendo così i cambiamenti climatici…(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)


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Mag 012023
 

Con le Olimpiadi del 2026 le città di Milano e Cortina si riempiranno di turisti e sportivi provenienti da ogni parte del mondo.
I due comuni, gemellati da questo evento, stanno cercando nuovi modi per connettersi e garantire spostamenti intelligenti per assistere all’evento e per creare soluzioni più smart capaci di ridurre l’intenso traffico veicolare.

Da questo punto di vista Milano diverrà…..(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)


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Ott 152021
 

Smart city è un concetto che va sempre più diffondendosi nel gergo comune e significa città intelligente, ossia una città concepita in maniera diversa, rispettosa dell’ambiente, della persona, inclusiva, totalmente digitale.
Molti sono i progetti di città di questo tipo, già presenti come la incredibile Dubai negli Emirati Arabi o in via di sviluppo in varie parti del mondo, come Lusail City in Qatar o Neom City in Arabia Saudita di cui abbiamo già parlato, o come la città del futuro inaugurata ad Higashi-Fuji, in Giappone nella città di Susono (prefettura di Shizuoka) da Toyota il 27 febbraio di quest’anno chiamata Woven City.

Sulla scia di questa grandi idee utopiche è nato il progetto di un’altra città super moderna il cui nome dovrebbe essere Telosa, nome che ti arriva dal greco telo s’utilizzato da Aristotele il cui significato è fine obiettivo scopo. L’idea è nata a un miliardario americano Marc Lore, chi ha deciso di investire buona parte del suo patrimonio economico nella costruzione di una innovativa metropoli che secondo la sua visione dovrebbe stabilire uno standard di vita urbana diventando modello per le generazioni future.

La città, progettata da un gruppo di architetti danesi, prende ispirazione da altre grandi metropoli dalle quali intende raccogliere gli aspetti migliori; da New York sempre negli Stati Uniti la vivacità e la grande vitalità, da Tokyo la pulizia, l’ordine, l’organizzazione ed a Stoccolma, la sostenibilità. Il neologismo adottato nella progettazione di questa città è la parola equitismo, il cui significato dovrebbe rappresentare un sistema economico in cui gli abitanti diventano parte integrante della città in cui vivono. Questo significa che se migliora la città, migliorano anche le condizioni di vita dei suoi abitanti e che se i suoi abitanti migliorano la qualità della città ne riceveranno un beneficio anch’essi.


Non è ancora stato stabilito quale sarà il luogo dove verrà edificata la prima pietra anche se alcuni degli Stati americani come Nevada, Arizona, Texas o la regione degli Appalachi, probabilmente potranno essere le aree più papabili. Il progetto prevede un’estensione di circa 600 km² capaci di ospitare fino a 5 milioni di abitanti nel 2060 con una densità abitativa non eccessivamente elevata e con l’avvio dell’urbanizzazione intorno al 2030.

Ovviamente, come ogni sogno utopico, anche quello di questo miliardario americano che sta nel frattempo cercando altri finanziatori, potrebbe finire in un nulla di fatto perché ovviamente questo mega progetto si basa sempre sulla disponibilità economica di fiumi di denaro. L’idea è sicuramente innovativa, e sicuramente ardita per cui non ci resta altro che attendere qualche altro anno per verificare se dalla fantasia e dai sogni di un individuo facoltoso questa possa diventare realtà ed assistere, tutto il mondo, alla cerimonia di inaugurazione di questo prestigioso progetto.

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Giu 172018
 

L’effetto Emirati Arabi sta contagiando l’intera penisola arabica al punto da provocare una epocale trasformazione nel più integralista dei paesi musulmani: l’Arabia Saudita.

In realtà questo processo è stato avviato dalla visione futuristica e cosmopolita del reggente attuale, il principe Mohammed bin Salman che passo dopo passo sta aggiornando questo paese chiuso in se stesso trasformandolo in una nuova meta per gli scambi commerciali e il turismo internazionale.

Mohammed bin Salman, sta modificando l’immagine del suo paese a colpi di riforme sociali, politiche e culturali, con l’intento di attirare i grandi capitali esteri e gli investimenti. Trasformazioni che passano dalla riforma sulle limitazioni per le donne, ora libere di guidare, di partecipare agli eventi sportivi, di vestirsi in modo più occidentale e soprattutto non di nero. Politica permissiva verso le imprese estere e private, maggiore apertura al mondo e soprattutto al turismo. Riapertura dopo 35 anni di tutte le sale cinematografiche, facilitazioni per ottenere i visti turistici, cosa prima riservata solo a islamici che andavano a visitare la Mecca. Possibilità di entrare con maggiore facilità in questo Paese e di conseguenza creazione di strutture ricettive e luoghi da poter visitare per chi proviene dall’estero.

Nasce da tutto ciò NEOM, un grande progetto visionario che concretizza il sogno di questo sovrano illuminato. Di cosa si tratta? Di un enorme polo industriale e una gigantesca città sul mar Rosso le cui dimensioni saranno 33 volte quelle dell’attuale New York negli Stati Uniti. Un investimento colossale, stimato in 500 miliardi di dollari, il più grande e importante investimento nel progetto di rinnovamento dell’Arabia Saudita.

Si chiama Saudi Arabia Vision 2030, il grandioso progetto di rinnovamento. Salman ha compreso che l’enorme ricchezza accumulata per anni grazie agli sconfinati giacimenti di petrolio non possono più bastare per far si che l’Arabia Saudita resti il paese guida nella mutata realtà geopolitica del Medio Oriente.

Il primo passo è quello di un cambiamento di immagine; più aperta, più moderna, più attrattiva. Incentivi economici vengo forniti alle startup saudite in modo da favorire l’innovazione e la modernizzazione di un paese per troppi anni chiuso nel muro del proprio integralismo, indifferente a tutto ciò che accadeva fuori dai suoi confini, forti degli ottimi rapporti instaurati con gli Stati Uniti. Ora realtà come Amazon e tante altre sono pronte a espandere le proprie attività sulle terre arabiche.

L’ambiziosissimo principe ha così lanciato al forum “Future investment initiative” il suo faraonico progetto, a cui hanno aderito ben 3500 grandi uomini d’affari provenienti da ben 88 differenti nazioni. Neom, un polo industriale, una zona franca al confine tra Egitto, Giordania e Arabia Saudita nel Golfo di Aqaba, dove la tecnologia la farà da padrona. Megacity completamente alimentata da fonti alternative, strade ad esclusiva guida autonoma, ossia senza guidatori umani, smart tecnology in ambito amministrativo, medico, industriale.

Una città che sorgerà su di una superficie di 26.500 chilometri quadrati dove la faranno da padrone attività come biotecnologie, scienze digitali, bio-alimentare, produzioni avanzate. Un immenso ponte collegherà quest’area con l’Egitto attraversando il mar Rosso e puntando a diventare il centro degli scambi tra tre diversi continenti proprio in virtù della sua posizione geografica.

Il progetto Neom dovrebbe vedere la luce, se tutte le profezie di Salman si avvereranno, tra circa 7 anni. Nel frattempo la gestione dell’immenso progetto è stata affidata ad un top manager di fama internazionale Klaus Kleinfeld ex amministratore delegato di Siemens.

Tanti dovranno essere i cambiamenti e le riforme che il principe dovrà varare per far si che il suo paese si tolga di dosso l’immagine ultra integralista che si è creato nel tempo. E soprattutto fatto questo dovrà trovare i fiumi di denaro da utilizzare in questi ambiziosissimi progetti. Soprattutto difficile sarà vincere la concorrenza di altre città arabe come Dubai che già sono una realtà nel panorama mondiale e che quindi godono di un cospicuo vantaggio temporale.

Solo il tempo potrà dirci se il sogno visionario di questo principe diventerà un’altra grande realtà e un altro paradiso turistico da visitare in un non lontano futuro.

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Mar 222018
 

Parlando di bio-architettura e di architettura sostenibile, sempre più soluzioni appaiono sul panorama internazionale per rendere abitazioni e costruzioni in genere, sempre più idonee a convivere con l’ambiente in cui sorgono. Pannelli solari, impianti eolici, sistemi di riciclo dell’acqua e delle risorse, materiali bio-compatibili, sono sempre più termini di riferimento per un’architettura a dimensione di pianeta. Oggi, i paesi che più spingono in questa direzione sono quelli del medio-oriente che, grazie alle enormi ricchezze prodotte dai combustibili fossili o forse, per una gestione illuminata di queste, stanno investendo massicciamente in questo senso.

Siamo nella baia di Al Qutaifiya nei pressi della capitale del Qatar, Doha. Qui sta sorgendo uno dei più giganteschi progetti del mondo. Già soprannominata la “città verdeLusail City si avvia a diventare la più grande bio-città del pianeta. Progettata per una comunità di circa 450.000 abitati, questa sta sorgendo su di un’area di 38 chilometri quadrati a poca distanza da Doha. Sarà caratterizzata da 19 quartieri residenziali e ospiterà un sistema di trasporto su rotaia, centri commerciali, 22 hotels, 2 porti turistici, varie attività di lusso e impianti balneari sulle limitrofe isole circostanti. Ma una delle cose innovative è che ben il 17% di questa immensa area sarà dedicata a spazi aperti e giardini di cui Fox Hills District con i suoi 33 parchi, rappresenterà l’apice.

Il Qatar, si sa, sorge su di un’area con clima prevalentemente desertico, in cui le precipitazioni sono scarsissime e le temperature diurne molto molto elevate durante buona parte dell’anno. Proprio per questo motivo, le aree verdi saranno arricchite di numerosissime piante di natura desertica e i parchi saranno dotati di sistemi in grado di sfruttare ogni possibile goccia di queste rare precipitazioni. I giardini avranno quindi una parte pari al 55% di verde e prati, mentre il restante 45% sarà costituito da giardini rocciosi.

Un ambiziosissimo piano di difesa della bio-diversità EMP (Environment Management Plan) è stato attivato insieme alla creazione di Lusail City. Qui vegetazione terrestre e marina verranno tutelate e curate al fine di rendere la loro conservazione e proliferazione più duratura possibile.

Gli stessi grattacieli progettati per la città, costituiscono una barriera, un vero e proprio muro difensivo, contro gli impetuosi venti di sabbia che spirano da nord. Questo sistema difensivo estenderà la sua efficacia fin dentro al mare lungo un anello di 27 chilometri di raggio che creerà anche una sorta di barriera corallina marina per la difesa delle specie acquatiche.

I progettisti hanno tenuto in considerazione tutti gli aspetti della salute e del benessere, anche quello sportivo. Lusail City si candiderà per ospitare alcune delle partite del campionato mondiale di calcio che si svolgerà in Qatar nel 2022. La società statale Qatari Diar Real Estate Investment Company e la Parsons Corporation hanno progettato e realizzato uno stadio, il Lusail Iconic Stadium che mira a diventare un’icona della città. A pochi chilometri da questo sorge il Losail International Circuit, un autodromo che ospita già le gare del campionato mondiale di motociclismo.

I presupposti ci sono tutti affinché questo capolavoro di urbanistica e ingegneria urbana possa diventare un’oasi ecologica nel bel mezzo del deserto e a candidarsi come prossima meta turistica nella già rinomata area del medio oriente.

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Set 182014
 

citta firenze

Per città si intende l’insieme degli spazi e delle realizzazioni che caratterizzano un insediamento umano stabile ed esteso.

Città territorio

Per territorio si intende, in urbanistica o pianificazione territoriale, lo spazio geografico terrestre divisibile in zone urbanizzate, agricole o naturali ove è possibile realizzare e regolamentare l’ambiente “costruito”. Si tratta in pratica di spazi in cui sono controllati i processi costruttivi, la qualità ambientale, il rapporto città-campagna in modo da garantire a tutti pari condizioni e qualità d’uso del territorio.

città infrastructureIl territorio e le città si trasformano continuamente, a causa di fenomeni sociali, culturali, politici. Ogni epoca lascia un segno ben preciso come una cicatrice sulla pelle. Anche la città e il territorio subiscono profonde trasformazioni ed è possibile leggere e codificare questi segni sullo spazio che ci circonda. Ad esempio, una città medioevale è caratterizzata da sistemi di mura necessarie alla difesa ed è realizzata prevalentemente in pietre squadrate, mentre una città moderna è segnata da un groviglio di reti stradali, da periferie degradate e industrializzate e centri storici caotici e frastagliati.

EVOLUZIONE DELLE CITTA’

La nascita dei primi insediamenti umani stabili è da far coincidere con il momento in cui l’uomo abbandonò le abitudini nomadi per dedicarsi all’agricoltura; questo richiedeva un’organizzazione sociale complessa e strutturata. I primi impianti abitativi erano costituiti da capanne disposte in modo circolare così da facilitarne la difesa.

Pian piano questi semplici insediamenti cominciarono ad articolarsi e comparve per la prima volta il centro storico e amministrativo e le aree periferiche (i quartieri).

Furono i greci a creare una prima vera struttura urbana intorno al V secolo. Si trattava di un impianto attraverso una griglia di strade ortogonali, le principali chiamate plateiai mentre le secondarie stenopoi. Qui, ancora non è presente il centro storico che normalmente era decentrato sulle alture chiamate acropoli, mentre i quartieri risultando tutti uguali e indifferenziati.

I romani, partendo dall’impianto greco, diedero un’ulteriore svolta allo sviluppo dello schema planimetrico delle città. La griglia ortogonale greca restò lo schema prevalente, con la differenza che quest’impianto, basato sugli schemi dell’accampamento militare, era diviso da due assi ortogonali principali al cui incrocio sorgevano gli edifici principali, il foro, sedi delle riunioni politiche, amministrative, commerciali e religiose.

citta_romana

Planimetria di città romana

Nel Rinascimento la città diventa radiocentrica, ossia basata su rigidi schemi geometrici con sviluppo dal centro verso tutte le direzioni, razionale e ordinata.

Planimetria radiocentrica (Palmanova)

Planimetria radiocentrica (Palmanova)

Nel XIX secolo si assiste a un ulteriore trasformazione dell’impianto urbano della città con la rivoluzione industriale che, stravolge l’organizzazione territoriale preesistente provocando grandi cambiamenti. Nuove periferie non pianificate rompono lo schema della città racchiusa dentro le mura, sconvolgendo i centri storici, differenziando i quartieri per ceto sociale, introducendo edifici industriali e produttivi all’interno degli spazi urbani.

Città industrializzata

Città industrializzata

LA GESTIONE DEL TERRITORIO

L’organizzazione e la regolamentazione di un territorio, come di una città, richiede l’adozione di strumenti efficaci, capaci di garantire condizioni uguali a tutti gli abitanti e il rispetto dell’ambiente. Tutto questo si è potuto realizzare solo attraverso l’emanazione di apposite leggi nazionali o locali valide su tutto il territorio. In Italia la normativa urbanistica ha inizio nel 1942 quando fu emanata la cosiddetta legge urbanistica la n.1150. Questa legge, importantissima, prescrive per la prima volta vari livelli di pianificazione, limita l’attività costruttiva, prevede la facoltà di espropriazione per pubblico interesse ed introduce la licenza edilizia per tutte le nuove edificazioni private.

Altre leggi importantissime per la gestione del territorio sono state il decreto interministeriale n.1444/68 che fissava limiti inderogabili nell’edificazione (ad esempio le distanze tra gli edifici o la loro altezza), la legge n.1187/68 che modificava e integrava la legge del 1942 e la legge n.10/77 che fissava un principio fondamentale e cioè che l’edificabilità del suolo non poteva essere legata alla proprietà ma ottenibile attraverso un procedimento amministrativo di concessione.

P.R.G. E REGOLAMENTO EDILIZIO

Gli strumenti che oggi l’urbanista e il legislatore utilizzano per il controllo del territorio sono il Piano Regolatore Generale (P.R.G.) e il Regolamento Edilizio.

Il Piano Regolatore Generale è il complesso di norme che regolano lo sviluppo edilizio dei centri abitati. Il progetto e la compilazione del piano regolatore, completo di norme applicative, è affidato al Comune che si avvale della collaborazione di ingegneri e architetti esperti in urbanistica. È composto da planimetrie del territorio comunale, in cui vengono segnate la rete stradale, le vie di comunicazione più importanti, le aree già costruite e quelle ancora da costruire con l’indicazione del loro utilizzo.

Schema di P.R.G.

Schema di P.R.G.

Per rendere queste mappe facilmente comprensibili gli urbanisti adoperano colori e trame differenti per individuare le diverse zone. Sulla planimetria di un piano regolatore individuiamo diverse zone distinte per lettera e colori che rappresentano altrettante zone omogenee sul territorio. Vediamo quali sono queste zone:

Zona A – Centro storico (ossia tutti edifici e le opere che rappresentano il passato dell’insediamento edilizio);

Zona B – zone di recente costruzione prevalentemente residenziale dette anche zone sature perché non vi sono più spazi liberi per ulteriori edifici; i rimanenti spazi vengono adibiti ad aree a verde o a servizi.

Zona C – zone di nuova costruzione caratterizzata da ampie aree libere capaci di accogliere nuovi insediamenti edilizi.

Zona D – zone destinate ad attività economiche non agricole.

Zona E – zona esterne al centro edificato destinate ad attività agro-silvo-pastorali.

Zone F – zone per i servizi di interesse generale (cimitero, ospedali, impianti sportivi, ecc.).

Zone G – zone per i servizi di interesse locale (si tratta di edifici pubblici di interesse esclusivamente di quartiere).

Zone H – zone non edificate ad uso pubblico pavimentate o asfaltate (si tratta in generale di strade, parcheggi e piazze).

Zone V – zone edificate ad uso pubblico piantumate (giardini pubblici, parchi, area gioco).

Il Regolamento Edilizio è l’insieme delle norme a livello comunale che fissano i criteri edificatori garantendo così il rispetto di condizioni igienico sanitarie, di sicurezza, tecniche, estetiche e di vivibilità degli immobili. È legato al Piano Regolatore Generale del quale fissa, a livello normativo, ogni possibile aspetto delle zone omogenee.

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