Nov 172015
 

PO_TRONCO_Piramide_quad4

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4 liscio gr.220, matita 3H, squadretteriga e compasso.

Livello: classi terze.

Difficoltà: medio/alta.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare l’esercitazione della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

PO_TRONCO_Piramide_quad1

  1. dividiamo l’area da disegno in quattro parti uguali tracciando un asse orizzontale e uno verticale;
  2. trascriviamo con il normografo i nomi dei diversi piani: P.O. (Piano Orizzontale),P.V. (Piano Verticale), P.L. (piano laterale);
  3. trascriviamo, inoltre, sull’asse orizzontale, all’inizio e alla fine le lettere L. e T.(Linea di Terra);
  4. costruiamo ora su P.O. la vista dall’alto della PIRAMIDE QUADRATA utilizzando le squadrette e la riga;
  5. nominiamo ogni spigolo del rettangolo ABCD (scriviamo piccolo e bene a mano libera) e V il vertice della Piramide;
  6. proiettiamo ciascuno spigolo ABCD ortogonalmente su P.V.;
  7. costruiamo pa proiezione verticale della nostra Piramide avente altezza 10 cm e riportiamo correttamente le lettere ABCD sul Piano Verticale compreso il vertice V;
  8. costruiamo adesso la proiezione della Piramide sul Piano Laterale;
  9. tracciamo adesso sul Piano Verticale e sul Piano Laterale, la linea di sezione (quella in verde) all’altezza stabilita dai dati dell’esercizio;
  10. PO_TRONCO_Piramide_quad2
  11. proiettiamo i punti di sezione sul perimetro della Piramide sul Piano Orizzontale;
  12. PO_TRONCO_Piramide_quad3
  13. rinforziamo il disegno, compresa la sezione;
  14. PO_TRONCO_Piramide_quad4
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Apr 232015
 
LA PROSPETTIVA
Indice Argomenti
1 CENNI STORICI
2 LA TECNICA
3 LA FIGURA PREPARATORIA
4 LA PROSPETTIVA CENTRALE O FRONTALE
5 LA PROSPETTIVA ACCIDENTALE O D’ANGOLO
M MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
V APPROFONDISCI CON I VIDEO
Approfondimento sulla Prospettiva
#2 LA PROSPETTIVA (esteso)

Esiste una tecnica grafica per la rappresentazione dei disegni geometrici che prende il nome di Prospettiva. Questa, altro non è che, un insieme di regole geometriche che consentono di rappresentare su di un foglio un oggetto così come appare all’occhio umano. Quindi, tra le tecniche di rappresentazione è quella che consente una visualizzazione degli oggetti più vicina alla realtà.

CENNI STORICI

I primi esempi dell’uso della prospettiva li troviamo nell’arte figurativa romana, privi di regole e codifiche precise. Più che altro è un tentativo di rappresentazione prospettica basata sulla sensibilità e sull’intuito dell’artista.

Prospettiva2La prima codifica la si ebbe ad opera dell’architetto fiorentino Filippo Brunelleschi (1377 – 1446) che con la sua grande conoscenza del disegno tecnico, adottò per la prima volta il sistema di rappresentazione prospettica a un unico punto di fuga, di cui ne è anche l’inventore. La diffusione di questa tecnica fu rapida e accolta ben volentieri, perché in un’epoca di rinnovamento come il Rinascimento anche le novità nel disegno rappresentavano una svolta in quella direzione.

Prospettiva007Brunelleschi partì dagli studi di Euclide della percezione visiva, ossia dei raggi luminosi che dall’oggetto si dirigono verso l’osservatore convergendo verso il centro dell’occhio sul piano della retina. Nella teoria formulata da Brunelleschi i raggi proiettanti sono le rette che toccano i vertici dell’oggetto da rappresentare, il centro di proiezione è il punto di vistala retina è il piano di rappresentazione. Tutte le intuizioni di Brunelleschi furono codificate nel trattato “De prospectiva pingendi” scritto da Piero della Francesca nel 1400. Oggi, la Prospettiva è studiata in una disciplina chiamata Geometria Descrittiva.

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LA TECNICA

ElementiImmaginiamo di guardare una scena senza muovere la testa contemporaneamente con tutti e due gli occhi (visione binoculare). Tutto ciò che viene inquadrato all’interno dello spazio visibile dall’occhio, prende il nome di cono visivo. Normalmente l’angolo visivo umano è compreso tra i 35° e i 37°. Riuscire ad inquadrare completamente un oggetto, dipende dalla dimensione dell’oggetto e dalla nostra distanza da questo. Quindi, per inquadrare una penna completamente basterà porsi a breve distanza, mentre per inquadrare un edificio sarà necessario allontanarsi molto di più fino a riuscire a vederne tutti i contorni.

Per realizzare la buona prospettiva è necessario scegliere con attenzione il punto di vista (ossia la posizione dalla quale si osserva l’oggetto), e questo dipende da tre parametri fondamentali:

  1. posizione dell’osservatore rispetto all’oggetto;
  2. distanza tra l’osservatore e l’oggetto;
  3. altezza del punto di vista.

Quadro

Immaginiamo di frapporre, poi, tra noi e l’oggetto, una lastra di vetro trasparente e proviamo con un pennarello a ridisegnare l’oggetto sulla lastra. Più la lastra sarà vicina all’oggetto, più le sue dimensioni corrisponderanno con quelle reali, mentre più la lastra si allontana, più l’oggetto rappresentato risulterà piccolo (vedi animazione sopra). E’ come accade nella realtà. Più ci allontaniamo da un oggetto più le sue dimensioni si riducono. La lastra di vetro nella prospettiva prende il nome di quadro prospettico.

Vediamo adesso come si chiamano alcuni degli elementi che compongono la costruzione prospettica:

dis. 1 OSSERVATORE – siamo noi, cioè coloro che osservano l’oggetto da una posizione ben precisa
dis. 2 OGGETTO – qualunque cosa vogliamo rappresentare in prospettiva; viene definita anche figura obiettiva
dis. 3 PIANO DI TERRA (PT) – è il piano orizzontale sul quale è collocato l’osservatore. Rappresenta in parole povere il pavimento sotto i nostri piedi. Si indica con le lettere PT maiuscole
dis. 4 QUADRO PROSPETTICO (Q) – rappresenta il piano verticale interposto tra l’osservatore e la figura obiettiva; possiamo immaginarlo come una lastra di vetro posta verticalmente tra noi e l’oggetto che vogliamo rappresentare. Si indica con la lettera Q maiuscola
dis. 5 LINEA DI TERRA (LT) – rappresenta la linea di intersezione tra il piano di terra PT dove è poggiato l’osservatore e il piano di quadro prospettico Q.  Si indica con le lettere LT maiuscole
dis. 6 PUNTO DI VISTA (PV) – rappresenta il punto dal quale guardiamo l’oggetto; quindi sono i nostri occhi. Si indica con le lettere PV maiuscole
dis. 8 ALTEZZA (h) – rappresenta la distanza tra il punto di vista dell’osservatore PV e il punto di stazione PS dell’osservatore stesso. Si indica con la lettera h minuscola
dis. 11 LINEA DI ORIZZONTE (LO) – rappresenta la linea di intersezione tra il piano orizzontale parallelo al piano di terra passante per l’occhio dell’osservatore (PV) e il quadro prospettico Q. La linea di orizzonte varia al variare dell’altezza dell’osservatore. Si indica con le lettere LO maiuscole

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LA FIGURA PREPARATORIA
Prosp_chiesetta

Prospettiva accidentale con Figura Preparatoria in alto a sinistra

Per la realizzazione di una prospettiva, quasi sempre è opportuno realizzare un disegno preparatorio dell’oggetto da rappresentare visto dall’alto in pianta (come sul piano orizzontale delle Proiezioni Ortogonali) e/o di fronte (piano verticale). Questo disegno prende il nome di figura preparatoria e può essere realizzata su foglio a parte o su un angolo dello stesso foglio. La figura preparatoria va rappresentata in scala ridotta in modo da lasciare più spazio possibile sul foglio al disegno della prospettiva.

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TIPI DI PROSPETTIVA

Esistono tanti tipi di prospettiva variabili in base al punto di vista e alla posizione del quadro prospettico, però possiamo indicarne tre principali tipi:

  1. prospettiva centrale o frontale;
  2. prospettiva accidentale o d’angolo;
  3. prospettiva obliqua o a quadro inclinato.

Noi utilizzeremo solo le prime due, lasciando la terza ad un approfondimento sul nostro articolo LA PROSPETTIVA (esteso) e agli studi negli Istituti Superiori.

PROSPETTIVA CENTRALE O FRONTALE

E’ il metodo più semplice; consiste nel posizionare il piano di quadro Q parallelo ad una delle facce dell’oggetto da rappresentare.

Da ricordare: nella Prospettiva Centrale le rette dell’oggetto che, nella figura preparatoria risultano essere parallele al piano di quadro Q, restano tali anche in prospettiva e che le rette verticali restano tali anche in prospettiva. Tutte le altre rette convergono verso un punto chiamato, Punto di fuga.

ESECUZIONE:

Prospettiva centrale movie

  1. Tracciamo a circa metà foglio una linea orizzontale che rappresenta il piano sul quale poggiamo noi e l’oggetto da rappresentare (Linea di Terra LT).
  2. Tracciamo poi un’altra retta (Linea di Orizzonte LO) sopra questa ad opportuna distanza: se vogliamo vedere l’oggetto dall’alto, la distanza deve essere maggiore all’altezza dell’oggetto; se invece scegliamo una rappresentazione dal basso, la distanza tra LT e LO deve essere inferiore all’altezza dell’oggetto.
  3. Sulla Linea di Orizzonte LO, fissiamo due punti (V e Z). V rappresenta il punto di fuga verso cui convergeranno tutte le linee prospettiche e Z chiamato punto di distanza, che consente di tracciare le profondità dell’oggetto. La scelta di questi due punti è legata a una regola costruttiva, ma nella pratica possono essere liberamente fissati in base all’esperienza e alla sensibilità del disegnatore.
  4. Disegniamo, sotto la linea di terra LT la base del solido geometrico che dobbiamo disegnare.
  5. Fughiamo i punti tangenti a LT verso V (punto di fuga).
  6. Tracciamo sopra LT la faccia del solido così come appare nella realtà (altezza).
  7. Fughiamo pure le altezze verso V.
  8. Si riporta la misura di profondità del solido tracciando la linea a 45° fino a LT di uno spigolo.
  9. Ricordando che in una prospettiva centrale le linee parallele al piano di quadro Q restano tali, si proietta questo punto verso Z e si costruisce così la faccia posteriore del solido.
  10. Per finire si rinforzano tutte le linee visibili del solido.

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PROSPETTIVA ACCIDENTALE O D’ANGOLO

Nella Prospettiva Accidentale, invece, il piano di quadro Q non è parallelo a nessuna faccia dell’oggetto da rappresentare.

Da ricordare: nella Prospettiva Accidentale il piano di quadro Q è ruotato di circa 30° rispetto all’oggetto e le rette verticali restano tali anche in prospettiva. Tutte le altre rette convergono verso due punti chiamati, Punti di fuga che possiamo chiamare F1 e F2.

FIGURA PREPARATORIA

  1. Disegnato la nostra figura vista dall’alto su di un angolo del foglio o su di un foglio a parte.
  2. Tracciamo adesso il punto di vista PV ad una distanza tale dall’oggetto per cui esso risulti completamente all’interno del cono visivo di circa 35°.
  3. Tracciamo il piano di quadro PQ passante per un punto dell’oggetto inclinato rispetto a questo di circa 30°.
  4. Definiamo i punti di fuga f1 e f2, conducendo da PV due rette parallele ai lati dell’oggetto.
  5. Tracciamo f1 e f2 su LT e innalziamo questi punti fino a LO; troveremo i punti F1 e F2 noti come punti di fuga.

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MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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Apr 032014
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

LineaIniziamo ad approfondire la nostra conoscenza sugli strumenti della palette DISEGNO e ovviamente iniziamo con i comandi LINEA e POLILINEA. Tracciare linee in un C.A.D., è una cosa relativamente semplice, ma saperne tracciare una correttamente, di una determinata lunghezza o in una specifica direzione non lo è altrettanto. Però, basta soltanto entrare nella logica di questi programmi per rendersi conto di come possa risultare intuitivo e immediato farlo.

Approfondisco: Per prima cosa bisogna sapere qualcosa di coordinate spaziali o piane. Wikipedia in questo caso ci da una mano:

Draftsight coordinate polari

Sistema di coordinate polari

Coordinate Polari: è un sistema di coordinate bidimensionale nel quale ogni punto del piano è identificato da un angolo e da una distanza da un punto fisso detto polo.

Coordinate relative cartesiane: s’intende la lunghezza di un segmento a partire da l’ultimo punto inserito, considerato come origine temporanea del sistema. In pratica si indica la distanza del secondo punto, rispetto al primo, specificando la distanza lungo gli assi X e Y.

Coordinate assolute cartesiane: in questo caso la posizione del punto è data dalle sue coordinate piane X,Y o spaziali X,Y,Z. In pratica per definire la posizione di un punto rispetto ad un altro, si indicheranno le sue coordinate X e Y che sul piano cartesiano ne definiscono la posizione assoluta. E’ un metodo poco agevole che però viene utilizzato in alcuni casi in cui sono note con certezza le coordinate del punto.

LINEA

Proviamo adesso a disegnare con il comando LINEA un rettangolo di dimensioni 7 cm in orizzontale (lungo l’asse X) e 4 cm in verticale (lungo l’asse Y).

DRAFTSIGHT LINEASelezionare un comando in un C.A.D. è possibile in diversi modi. Possiamo, ad esempio, selezionare il comando LINEA direttamente dalla palette DISEGNO oppure selezionando la voce LINEA dal menu DISEGNO o semplicemente digitando sulla tastiera la lettera L (abbreviazione di LINEA) e il tasto INVIO.

In ciascuno dei tre modi ci troveremo all’interno del comando di disegno LINEA e potremo iniziare a tracciarle.

Per iniziare definiremo il primo punto del rettangolo utilizzando le coordinate assolute ossia, immagineremo che esso coincida con lo zero assoluto. Senza cliccare nulla sullo schermo, digitiamo sulla tastiera tre zeri separati da virgole (0,0,0) indicando così in maniera assoluta la sua posizione spaziale.

Approfondisco: in un CAD, la virgola,” serve a separare le coordinate spaziali, mentre il punto.” a separare i decimali. Quindi, se debbo tracciare una retta di sette centimetri e mezzo, scriverò 7.5 e non 7,5 perché in questo caso starei dando al programma le coordinate del punto posto a 7 cm lungo l’asse X e 5 cm lungo l’asse Y e non la sua lunghezza.

DRAFTSIGHT ORTHOIl secondo punto dovrà essere spostato rispetto al primo di 7 centimetri lungo l’asse X e zero lungo Y. Usiamo adesso un piccolo trucco: blocchiamo le coordinate cliccando sull’icona ORTO. In questo modo, il cursore si potrà spostare solo lungo le direzioni degli assi cartesiani, ossia nord, sud, ovest ed est (non sarà quindi possibile disegnare linee inclinate). Spostiamoci verso destra (angolo 0°) e digitiamo con la tastiera il valore 7. Premiamo INVIO. La nostra linea, che partiva dal centro degli assi, si sposterà lungo l’asse X verso destra di un valore pari a 7 (figura 1).

Approfondisco: in un CAD, quando scegliamo una opzione, un comando o un suo sotto-comando, per poterlo rendere attivo, dobbiamo sempre confermarlo premendo il tasto INVIO della tastiera.

Per tracciare la seconda linea, si procede analogamente. Spostiamo il cursore del mouse verso l’alto (90°) e noteremo che una linea elastica (cioè che si sposta legata al cursore), seguirà il nostro mouse (attenzione, non cliccate mai i tasti del mouse altrimenti interromperete il tracciamento della linea). Digitiamo il valore 4 e premiamo INVIO (Figura 2).

Stessa cosa per tracciare la terza linea. Spostiamo il cursore verso sinistra (180°), digitiamo il valore 7 e premiamo il comando INVIO (Figura 3).

Infine, per chiudere il rettangolo si potrebbe continuare nello stesso modo, ma un altro piccolo trucco ci consente di accelerare la procedura e evitare qualunque errore di digitazione (figura 5).

Draftsight linea chiudi

Figura 5 – Sottocomandi del comando LINEA

Tra le opzioni offerte dal comando LINEA, esiste la scelta “Chiudi“. In pratica, ogni sequenza di segmenti di una linea può anche generare una spezzata chiusa, ossia il C.A.D. trova automaticamente il punto iniziale della sequenza e lo unisce con l’ultimo che abbiamo realizzato. Quindi se stiamo disegnando un poligono come il rettangolo, il sotto-comando “Chiudi” unirà il terzo punto con il primo (0,0,0) completando il rettangolo.

Approfondisco: le lettere maiuscole e sottolineate come in Chiudi, sono semplicemente delle scorciatoie; significano che quel particolare comando può essere abbreviato digitando sulla tastiera quella specifica lettera sottolineata. In questo modo selezionare i comandi e applicarli diventerà molto più veloce perché potremo utilizzare tastiera e mouse contemporaneamente.

ALTRE LEZIONI:
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Mar 272014
 
SERIE C.A.D.:
Classe-2.0 DraftSight

layersI C.A.D., lavorano per livelli, ossia come per i cartoni animati, possiamo posizionare oggetti diversi su più fogli trasparenti, costruendo il movimento dei personaggi semplicemente spostando uno o l’altro di questi fogli (l’immagine qui a lato, ci mostra come una planimetria possa essere ottenuta come sovrapposizione di elementi diversi: territorio, mare, strade, curve di livello, ecc.). L’immagine visualizzata sarà l’immagine complessiva della planimetria con tutti gli elementri insieme; il limite consiste nel fatto che potremo disegnare solo su di un LIVELLO, quello posto in primo piano. Ciò significa che se io voglio modificare ad esempio la mappa delle strade, dovrò posizionare in primo piano il livello con le “STRADE”. Ma vediamo praticamente come procedere.

Layer1

LIVELLI

Lanciamo Draftsight e apriamo il menù FORMATO. La prima voce è LIVELLI. Selezionando il comando si aprirà una finestra di dialogo nella quale potremo gestire i Livelli, appunto. Clicchiamo sul comando NUOVO per creare un nuovo Livello a cui daremo il nome “Foglio” assegnandogli come colore, il bianco. Clicchiamo adesso due volte sull’icona a sinistra del nome, nella colonna STATO. Si creerà una icona a forma di freccia; questa ci indica che il LIVELLO attivo in questo momento è proprio il livello “Foglio”, ossia abbiamo posizionato questo livello più in alto di tutti. Possiamo creare quanti livelli vogliamo e assegnare loro anche caratteristiche differenti come ad esempio colori diversi, formati di linee e spessori differenziati.

Possiamo, inoltre rendere i Livelli Visibili o Invisibili. Questo ci permetterà di lavorare sugli altri Livelli senza vedere ciò che sta sul Livello nascosto.

Possiamo Congelare o Scongelare un Livello. In questo caso nulla di ciò che si trova sul Livello sarà disponibile e sarà come se il Livello e gli oggetti in esso contenuti non esistano.

Possiamo, infine, Bloccare o Sbloccare un Livello, ossia pur rimanendo visibile gli oggetti saranno esitabili ma non modificabili, quindi potremo usare i punti di ancoraggio, ma non cancellare o spostare un oggetto su un Livello Bloccato.

 

ALTRE LEZIONI:

DRAFTSIGHT: I PRIMI PASSI

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Mar 262014
 
SERIE DRAFTSIGHT::
DraftSight

DraftSight-IconIniziamo a parlare di C.A.D. (Computer Aided Design) ossia Disegno Assistito dal Calcolatore e iniziamo oggi un mini corso atto ad avviare gli studenti della classe 2.0 al disegno con lo strumento informatico. Come detto precedentemente, le soluzioni C.A.D. presenti sul mercato sono molte, altamente professionali e anche particolarmente costose. L’avvento dell’open-source, ha consentito lo sviluppo di soluzioni alternative alle blasonate soluzioni commerciali, ma con il vantaggio di essere assolutamente gratuite. Il software da me proposto è DraftSight, scovato in una mia ricerca sulla rete, ma in questa sede non voglio parlare di questo ne dei motivi della scelta in quanto già fatto in un precedente articolo che trovate al seguente indirizzo (DraftSight il C.A.D. per la 2.0).

TAVOLADISEGNOPRIME1L’attività iniziale proposta, è quella di ridisegnare al computer, il foglio con la squadratura che realizziamo e utilizziamo nelle attività grafiche in classe o a casa. Questa ci servirà da base per sviluppare tutte le altre attività successive.

Iniziamo, quindi, a scoprire i segreti del C.A.D. osservando alcuni dei comandi presenti nell’interfaccia grafica del programma.

RASTER E VETTORIALE

RasterVSvettorialeUna sola precisazione, prima di iniziare: un programma C.A.D. realizza le immagini sullo schermo del computer attraverso una grafica di tipo vettoriale. La differenza è sostanziale rispetto al raster usato dai programmi di grafica classica come Photoshop o altri (per capirci la grafica delle fotografie). Infatti, una grafica raster disegna un’immagine sullo schermo assegnando a ciascun punto (pixel) una posizione assoluta tramite coordinate XY, colore e intensità. In questo modo si riesce a disegnare con precisione assoluta qualsiasi immagine. Il problema sorge quando la ingrandiamo. Essendo disegnata per punti, il computer li ingrandirà e conseguentemente l’immagine risulterà sgranata e poco definita (immagine c). Al contrario, la grafica vettoriale è definita attraverso equazioni matematiche, per cui l’immagine viene ricalcolata ogni volta e ogni dettaglio ricostruito con assoluta precisione (immagine b).

INTERFACCIA

DRAFTSIGHT2Iniziamo a lavorare con DraftSight e ci accorgiamo subito come questo abbia un’interfaccia pulita ma non proprio di immediata comprensione.

Un grande schermo nero con due frecce indicanti le coordinate XY (il nero è utilizzato nei C.A.D. per riposare l’occhio e tenere spenti i pixel dello schermo al fine di preservare lo schermo stesso) e una serie di palette mobili “magnetiche” con tante informazioni e comandi. Vediamo di familiarizzare con alcuni di essi.

Nell’immagine qui a lato, vedete alcune delle palette “flottanti” di DraftSight, raccolte insieme in un’unica grande palette grazie alla loro capacità magnetica, ossia di potersi sistemare, proporzionare e ancorare con altre palette simili.

Nella prima DISEGNO, trovano posto solo strumenti da disegno quali linee, curve, archi, poligoni, ecc.

Nella seconda, MODIFICA trovano posto gli strumenti necessari ad apportare modifiche o correzioni al disegno che stiamo realizzando.

TESTO, contiene gli strumenti idonei ad aggiungere scrittura al disegno, quali informazioni, descrizioni, ecc.

QUOTA, ossia l’insieme di strumenti atti a quotare, ossia descrivere metricamente l’oggetto che stiamo disegnando.

SNAP ENTITA’, i C.A.D. hanno la proprietà di riconoscere alcuni punti importanti di un oggetto e di consentirci di agganciarci ad essi in maniera automatica. Quindi, se decidiamo di tracciare una retta a partire dalla fine di un altra o dal centro di un cerchio, basterà che siano attivi gli SNAP ESTREMO o SNAP CENTRO per vedere che il cursore ci segnalerà automaticamente quel punto e ci consentirà di ancorarci ad esso molto facilmente. Ogni oggetto può essere agganciato ad un altro semplicemente avvicinando il cursore ad esso ed aver attivato la funzione SNAP nell’apposita palette posta in basso della schermata.

DRAFTSIGHT2.1

PUOI LEGGERE ANCHE:
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Gen 242014
 

OTTAGONO_2

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4matita HB/2, squadretteriganormografo e compasso.

Livello: classi seconde.

Difficoltà: bassa.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare l’esercitazione della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. disegnare al centro del foglio gli assi orizzontale e verticale che si incontrano in un punto O detto centro;
  2. puntare in compasso in O e tracciare la circonferenza di raggio 9 cm;
  3. la circonferenza interseca gli assi orizzontale e verticale nei punti A, B, C e D;
  4. puntando il compasso nei punti ABC e D, con apertura 9 cm tracciamo gli archetti come in figura intersecantesi a due a due;
  5. uniamo questi punti, tracceremo così le diagonali che intersecano la circonferenza nei punti E, F, G e H;
  6. uniamo, infine, i punti ABCDEFG e H trovati sulla circonferenza per ottenere l’ottagono regolare inscritto ad una circonferenza.
Gen 232014
 
OTTAGONO DATO IL LATO
Dati LATO DELL’OTTAGONO pari a 7 cm o secondo indicazione del docente
CONSEGNE:
Consegna 1 Esegui la costruzione geometrica
Digit Esegui le consegne in digitale utilizzando il CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

Prima di iniziare, pulisci il piano di lavoro e gli strumenti da disegno. Usando un foglio F4 liscio, effettua la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne.

FIGURA DI RIFERIMENTO:

PROCEDURA OPERATIVA

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

STEP #01 – con la riga o la squadretta tracciamo un segmento AB di lunghezza data al centro di una retta r posta nella parte bassa del foglio;

STEP #02 – puntiamo il compasso in A, e con apertura AB, tracciamo un arco di circonferenza;

STEP #03 – puntiamo poi il compasso in B e con la stessa apertura tracciamo l’arco di circonferenza opposto;

STEP #04 – i due archi si intersecano in un punto che chiameremo 1; uniamo adesso con un righello il punto 1 con il punto medio M del segmento AB;

STEP #05 – puntiamo il compasso in M e con apertura MB, tracciamo un arco di circonferenza che interseca la retta passante per i punti 1 e M in un punto che chiameremo N;

STEP #06 – adesso puntiamo il compasso in N con apertura NB, e tracciamo una circonferenza che interseca il prolungamento della retta passante per M e per 1 in un punto che chiameremo 0;

STEP #07 – allo stesso modo puntiamo il compasso in 0 e con apertura 0B, tracciamo una circonferenza;

STEP #08 – adesso, regolando il compasso con apertura AB, tracciamo sulla circonferenza più grande un archetto da A che la interseca in C;

STEP #09 – allo stesso modo da B facciamo la stessa cosa trovando l’intersezione in D;

STEP #10 – ripetiamo l’operazione da C, senza cambiare l’apertura del compasso che resta pari ad AB, troveremo il punto E;

STEP #11 – facciamo la stessa cosa da D per determinare il punto F;

STEP #12 e #13 – infine, ripetiamo la stessa operazione prima da E per determinare il punto G e da F per determinare il punto H;

STEP #14 – #20 – infine, non ci resta che unire i punti a due a due: A con C, C con E, E con G, G con H, H con F, F con D e D con B.

Ricordo che le linee colorate di rosso sono quelle che vanno rinforzate nel disegno.

VIDEO

Gen 102014
 
INVILUPPO QUADRO
Dati
AREA DA DISEGNO QUADRATA
LINEE distanti 2 quadretti e poi 1 quadretto
CONSEGNE:
Consegna 1 INVILUPPO QUADRO 1
Consegna 2 INVILUPPO QUADRO 2
Digit ESEGUI LE CONSEGNE 1 E 2 IN DIGITALE USANDO IL CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

Usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (clicca sulla Tavola tutta a sinistra per la procedura). Per tracciare l’inviluppo, dovremo disegnare un’area perfettamente quadrata (clicca sulla Tavola qui a sinistra per la procedura).

  • dividiamo l’area quadrata in 4 parti uguali tracciando le linee orizzontale e verticale passanti per il centro;
  • ora prendiamo in considerazione uno dei quattro quadrati che si sono disegnati sul foglio, ad esempio, quello in alto a destra;
  • seguendo l’esempio dell’animazione sotto, dovremo unire i punti sulla linea verticale con quelli sulla linea orizzontale usando le squadrette;
  • il primo punto in alto sulla linea verticale con il secondo da sinistra su quella orizzontale;
  • poi il secondo con il terzo, il terzo con il quarto, così fino alla fine delle linee;
  • ripetiamo specularmente la stessa procedura nel quadrato in alto a sinistra, in basso a destra e in basso a sinistra;
TUTORIAL VIDEO:

CONSEGNA 1
  • nella prima consegna, dovrete unire punti distanti 2 quadretti come nell’immagine sotto;

CONSEGNA 2
  • nella seconda consegna, dovrete ripetere la stessa procedura, ma in questo caso unire punti distanti tra loro solo 1 quadretto;

 

Giu 172013
 
LA PROSPETTIVA (esteso)
Indice Argomenti
1 CENNI STORICI
2 LA TECNICA
3 LA FIGURA PREPARATORIA
4 PROSPETTIVA CENTRALE O FRONTALE
5 PROSPETTIVA ACCIDENTALE O D’ANGOLO
6 PROSPETTIVA OBLIQUA
7 IL METODO DELLA “X”
8 IL METODO DEI PUNTI DI DISTANZA
M MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

Abbiamo visto come con le Proiezioni Ortogonali, riusciamo a rappresentare un oggetto attraverso la sua scomposizione in tre proiezioni da altrettanti punti di vista e di come tale tecnica serva principalmente a descrivere metricamente un oggetto. Abbiamo poi visto come con le Assonometrie riusciamo a dare una rappresentazione tridimensionale rapida e intuitiva dell’oggetto e di come esistano differenti tipi di visualizzazione a seconda di come posizioniamo gli assi di riferimento.

Esiste un’altra tecnica grafica per la rappresentazione dei disegni geometrici che prende il nome di Prospettiva. La prospettiva, altro non è che un artificio geometrico che consente di rappresentare su una superficie piana un oggetto così come appare all’occhio umano. Quindi, tra le tecniche di rappresentazione è quella che consente una visualizzazione degli oggetti più vicina alla realtà.

CENNI STORICI

Prospettiva2I primi esempi dell’uso della prospettiva compaiono nell’arte figurativa romana in modo embrionale, privo di regole e codifiche precise. Si parla più che altro di un tentativo di rappresentazione prospettica basata sulla sensibilità e sull’intuito dell’artista. Una vera e propria rivoluzione della tecnica la si ebbe nel quattordicesimo secolo ad opera dell’artista e architetto Filippo Brunelleschi (1377 – 1446). Con la sua grande maestria e la conoscenza approfondita del disegno tecnico, l’architetto fiorentino adotta per la prima volta il sistema di rappresentazione prospettica a un unico punto di fuga, per cui ne è anche l’inventore. La diffusione di questa tecnica fu rapida e accolta ben volentieri, perché in un’epoca di rinnovamento come il Rinascimento anche le novità nel disegno rappresentavano una svolta in quella direzione.

Proiezione-retteBrunelleschi basò il suo approccio sugli studi di Euclide della percezione visiva, ossia dei raggi luminosi che dall’oggetto si dirigono verso l’osservatore convergendo verso il centro dell’occhio sul piano della retina. Nella teoria formulata da Brunelleschi  i raggi proiettanti sono rette che toccano i vertici degli oggetti che si devono rappresentare, il centro di proiezione è il punto di vista e la retina è il piano di rappresentazione.

Il procedimento geometrico teorizzato da Brunelleschi fu completato e regolamentato da Piero della Francesca, verso la metà 1400. Egli scrisse il trattato “De prospectiva pingendi” che costituisce il primo studio organico della prospettiva con la formulazione di un preciso sistema di leggi e procedimenti matematici.

Dal rinascimento in poi la prospettiva sarà sempre più legata alle ricerca matematica, realizzando un passaggio dalla prospettiva rinascimentale di tipo centrale, a rappresentazioni su di un piano con modalità diverse (accidentale e obliqua). Questa parte della geometria prenderà il nome di Geometria Descrittiva.

Prosp_chiesetta

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LA TECNICA

ElementiLa prospettiva consente, quindi, di vedere gli oggetti esattamente come li percepisce l’occhio umano. Immaginiamo, quindi, di guardare un oggetto senza muovere la testa e contemporaneamente con tutti e due gli occhi (visione binoculare). Possiamo definire un cono visivo che partendo dall’occhio dell’osservatore includa tutto l’oggetto da osservare. Questo dipende ovviamente dalla dimensione dell’oggetto e dalla distanza dell’osservatore da questo. Dall’esperienza condotta scientificamente, si è dimostrato che l’angolo migliore di apertura del cono visivo deve essere compreso tra i 30° e i 40°. Coni ottici con apertura maggiore generano aberrazioni ottiche simili a quelle che i fotografi ottengono usando un grandangolare come obiettivo per la loro macchina fotografica.

L’altro fattore fondamentale per una buona riuscita della prospettiva è la scelta del punto di vista. E’ facile intuire come sia possibile guardare un oggetto in infiniti modi e di come questo dipenda da tre parametri fondamentali: posizione dell’osservatore, distanza tra l’osservatore e l’oggetto e l’altezza del punto di vista. Ad esempio, nella prospettiva accidentale, l’asse visuale va collocato in corrispondenza della parte dell’oggetto che si vuole evidenziare (ad esempio un lato dell’oggetto piuttosto che un altro).

Per capire come ciò avviene, è necessario definire alcuni elementi base della tecnica prospettica. In pratica si tratta di osservare un oggetto e quindi di definire un osservatore (noi), scegliere l’oggetto da rappresentare, e immaginare di frapporre tra noi e l’oggetto un piano virtuale verticale, come una lastra di vetro trasparente, che rappresenta il piano sul quale disegneremo il nostro oggetto in prospettiva.

Vediamo quali sono gli elementi base della prospettiva:

dis. 1 OSSERVATORE – siamo noi, cioè coloro che osservano l’oggetto da una posizione ben precisa
dis. 2 OGGETTO – qualunque cosa vogliamo rappresentare in prospettiva; viene definita anche figura obiettiva
dis. 3 PIANO DI TERRA (PT) – è il piano orizzontale sul quale è collocato l’osservatore. Rappresenta in parole povere il pavimento sotto i nostri piedi. Si indica con le lettere P e T maiuscole
dis. 4 QUADRO PROSPETTICO (Q) – rappresenta il piano verticale interposto tra l’osservatore e la figura obiettiva; possiamo immaginarlo come una lastra di vetro posta verticalmente tra noi e l’oggetto che vogliamo rappresentare. Si indica con la lettera Q maiuscola
dis. 5 LINEA DI TERRA (LT) – rappresenta la linea di intersezione tra il piano di terra PT dove è poggiato l’osservatore e il piano di quadro prospettico Q.  Si indica con le lettere L e T maiuscole
dis. 6 PUNTO DI VISTA (PV) – rappresenta il punto dal quale guardiamo l’oggetto; quindi sono i nostri occhi. Si indica con le lettere P e V maiuscole
dis. 7 PUNTO DI STAZIONE (PS) – rappresenta il punto esatto sul piano di terra PT dove si trova l’osservatore. Quindi il punto nel quale poggiamo i nostri piedi. Si indica con le lettere P e S maiuscole
dis. 8 ALTEZZA (h) – rappresenta la distanza tra il punto di vista dell’osservatore PV e il punto di stazione PS dell’osservatore stesso. Si indica con la lettera h minuscola
dis. 9 RAGGI VISUALI – rappresentano tutte le rette virtuali che collegano il punto di vista, ossia l’occhio dell’osservatore, con tutti gli spigoli dell’oggetto da rappresentare
dis. 10 PUNTO PRINCIPALE (PP) – rappresenta il punto in cui l’asse visivo ortogonale che parte dall’occhio dell’osservatore, incontra il quadro prospettico Q. Si indica con le lettere PP maiuscole
dis. 11 LINEA DI ORIZZONTE (LO) – rappresenta la linea di intersezione tra il piano orizzontale parallelo al piano di terra passante per l’occhio dell’osservatore (PV). e il quadro prospettico Q. La linea di orizzonte varia al variare dell’altezza dell’osservatore. Si indica con le lettere L e O maiuscole
dis. 12 PUNTO DI DISTANZA (PD) – rappresenta la distanza del punto di vista PV dal piano di quadro Q. Serve a facilitare le rappresentazioni grafiche e si riporta a destra o a sinistra del Punto Principale PP sulla Linea di Orizzonte LO. Si indica con le lettere P e D maiuscole

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LA FIGURA PREPARATORIA

In molti casi, la realizzazione di una prospettiva corretta, richiede la preparazione di un disegno che rappresenti in vista dall’alto (pianta) l’oggetto da rappresentare e sul quale siano note e indicate le dimensioni dell’oggetto stesso. Questo disegno prende il nome di figura preparatoria. La realizzazione di questa figura, su foglio a parte o su un angolo dello stesso foglio, permette di realizzare una prospettiva in modo più semplice e diretto, e in molti casi anche in scala diversa generalmente più grande. Per cui, la figura preparatoria, rappresenta in molti casi un grande vantaggio nella realizzazione della prospettiva.

Figura-preparatoria

Prospettiva con figura preparatoria di un Triangolo Equilatero

Sulla base delle teorizzazioni sviluppate da allora, possiamo dire che esistono tre tipi di rappresentazione prospettica che variano in base alla posizione che l’oggetto assume rispetto a un piano di proiezione detto quadro. Per cui avremo:

  • prospettiva centrale o frontale; l’oggetto da disegnare è parallelo al piano di proiezione. Tutte le linee di profondità (lunghezza) convergono nello stesso punto (punto di fuga proprio), le linee parallele al quadro (larghezza) restano parallele, le rette verticali (altezza) restano verticali;
  • prospettiva accidentale o d’angolo; l’oggetto rappresentato è ruotato rispetto al quadro e nessuno dei suoi lati è a questo parallelo, vi sono così due punti di fuga in cui convergo le linee orizzontali (larghezza e lunghezza), ma le rette verticali (altezza) restano verticali;
  • prospettiva obliqua o razionale o a quadro inclinato; l’oggetto rappresentato è ruotato rispetto al quadro di proiezione anche verticalmente, vi sono così tre punti di fuga, due per le linee orizzontali (larghezza e lunghezza) ed uno per quelle verticali (altezza).

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PROSPETTIVA CENTRALE O FRONTALE

Prospettiva-CentraleCome detto precedentemente, nella prospettiva centrale, la posizione del piano di quadro Q è sempre parallela a un lato della figura o a un lato del quadrato o rettangolo che la contiene. Le rette parallele al quadro restano parallele anche in prospettiva e le rette verticali restano tali anche in prospettiva.

L’operazione preliminare per la prospettiva centrale, è la definizione in proiezione ortogonale delle dimensioni della figura. Bisogna quindi disegnare una figura preparatoria che prevede i seguenti passaggi:

disegnare la pianta della figura da rappresentare in prospettiva della quale, ovviamente, bisogna conoscere le dimensioni corrette;

costruire il piano di quadro (Q) in posizione parallela ad uno dei lati della figura;

si posiziona il punto di vista (PV) a una distanza tale che la figura rientri completamente nel cono visivo (normalmente una visuale con angolo di apertura non superiore ai 35° e in una posizione tale che l’asse visivo passi all’interno della figura, nel suo centro o vicino a questo;

si ribalta il punto di vista PV sulla linea di orizzonte LO individuando il punto di distanza PD;

si ribaltano i punti utili alla definizione della prospettiva sul lato opposto a PD tracciando delle rette inclinate a 45°.

Nella prospettiva centrale si possono utilizzare diversi metodi per ottenere l’immagine desiderata. Quelli più utilizzati sono:

Il metodo dei raggi visuali;

Il metodo del prolungamento dei lati;

Il metodo dei punti di distanza;

Il sistema del ribaltamento.

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PROSPETTIVA ACCIDENTALE O D’ANGOLO

Prospettiva-AccidentaleNella prospettiva accidentale,come detto, il piano di quadro Q non è parallelo ai lati dell’oggetto da rappresentare. La disposizione del piano dipende dall’effetto prospettico che si vuole ottenere. Una buona prospettiva si ottiene disponendo il quadro, nella figura preparatoria, con inclinazioni di 30° o 60° rispetto ai lati del rettangolo che contiene l’oggetto. E’ importante che l’angolo minore stia dal lato più importante della costruzione, cioè quello che vogliamo mettere in evidenza nella rappresentazione.

La scelta del punto di vista è importantissima per una buona riuscita del disegno. Anche in questo caso la sua posizione è arbitraria ma è consigliabile posizionare PV a una distanza tale che l’angolo formato tra i raggi visuali r’ ed r” (i raggi che da PV vengono diretti verso gli estremi della figura rappresentata in pianta), sia minore di 45°. In questo modo, i raggi visuali staranno all’interno del cono ottico e quindi l’immagine risultante sarà percettivamente corretta, quindi senza aberrazioni ottiche.

Nella prospettiva accidentale si possono utilizzare diversi metodi per ottenere l’immagine desiderata. Quelli più utilizzati sono:

Il metodo dei raggi visuali;

Il metodo dei punti di distanza;

Il metodo dei punti di fuga e delle perpendicolari al quadro;

Il metodo dei punti misuratori.

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PROSPETTIVA OBLIQUA

In questo caso, pure il Piano di Quadro Q è inclinato rispetto all’oggetto per cui anche le facce verticali dell’oggetto avranno un punto di fuga. Possiamo scegliere se il Piano di Quadro debba essere inclinato verso l’oggetto o verso l’osservatore.

Piano-di-Quadro-verso-osservatorePiano-di-Quadro-verso-oggetto

La prospettiva che si ottiene si chiamerà di conseguenza, prospettiva razionale dall’alto o prospettiva razionale dal basso. Questa prospettiva presenta maggiori difficoltà esecutive in confronto ai casi precedenti, per cui è raramente utilizzata. Inoltre il quadro può essere esterno, tangente o secante l’oggetto da rappresentare. Nel caso in cui sia secante, il quadro funge anche da Piano di Sezione come avviene negli spaccati prospettici.

Altro parametro da modificare che ci consente di ottenere differenti visualizzazioni dell’oggetto, è la quota del punto di vista PD rispetto all’oggetto da rappresentare. Quindi, potremo avere differenti visualizzazioni:

dal sotto in su, quando il punto di vista ha quota negativa, ossia quando viene posto più in basso della Linea di terra LT;

dal basso, quando il punto di vista è molto vicino alla Linea di terra LT fino a giacere su di essa. Avremo una prospettiva a raso terra, nella quale di conseguenza la linea di orizzonte coincide con la linea di terra;

ad altezza uomo, quando il punto di vista viene disposto a una quota variabile fra i 150 e 170 centimetri da terra. Questa rappresentazione ci consente di vedere gli oggetti come ci appaiono normalmente;

dall’alto, quando il punto di vista è situato a un’altezza maggiore di quella degli oggetti da rappresentare, così come avviene nelle viste dette a volo d’uccello.

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IL METODO DELLA “X”

Creare o dividere segmenti in parti uguali in prospettiva, soprattutto in quella centrale può essere lungo e tedioso. Però, si può utilizzare uno stratagemma, chiamato metodo della X, per creare segmenti equidistanti o dividere segmenti in parti uguali. Vediamo come fare.

Metodo X_movie

Immaginiamo di aver già fissato la LT e la LO e di aver individuato su LO il punto di fuga PV.

Tracciamo da un punto su LT una retta 1 e fughiamo su PV il suo punto base e la sua altezza.

Ad una certa distanza tracciamo un’altra retta verticale parallela a 1 che chiameremo retta 2.

Tracciamo adesso le diagonali tra i punti base delle due rette e le loro altezze; si disegnerà così una X (ecco da dove il nome di metodo della X).

Chiamiamo A il punto di intersezione tra le due diagonali e fughiamolo su PV.

Ora uniamo l’altezza della retta 1 con il punto medio sulla retta 2.

Dall’intersezione di questa retta con la fuga del punto di base della retta 1 individueremo il punto 3, base della retta 3 parallela alle due precedenti.

Allo stesso modo, dall’altezza della retta 2, tracciamo un segmento che interseca la retta 3 nel suo punto medio fino all’intersezione con la fuga del punto base della retta 1 che, individuerà un punto 4.

Da questo punto tracceremo la retta 4 parallela alle precedenti.

Procedendo analogamente, definiremo una serie di linee parallele, equidistanti, rappresentate in proiezione prospettica (vedi l’animazione sopra).

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IL METODO DEI PUNTI DI DISTANZA

Dobbiamo ad un altro grande architetto del passato, Leon Battista Alberti, la costruzione abbreviata in prospettiva che usa i cosiddetti punti di distanza, ossia rette inclinate a 45° rispetto al piano di quadro (Q) ottenute ribaltando sulla linea di orizzonte LO, la distanza del punto di vista PV dal quadro. L’uso dei punti di distanza, facilita moltissimo la costruzione delle figure in prospettiva centrale. Infatti, ogni punto può essere individuato dall’intersezione di una linea passante per il punto perpendicolare al quadro (che in prospettiva concorre al punto principale PP) con una linea, passante per il punto, inclinata di 45° rispetto al quadro (che in prospettiva concorre a un punto di distanza PD). In genere è sufficiente l’uso di un solo punto di distanza.

Metodo dei Punti di Distanza

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MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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Apr 222013
 

ASSO_ISO_SCALA

DESCRIZIONE:

Strumenti da Disegnofoglio F4 liscio gr.220, matita HB/2, squadretterigacompasso e normografo.

Livello: classi terze.

Difficoltà: alta.

Descrizione: usando un foglio dall’album da disegno, effettuiamo la squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare l’esercitazione della scheda sopra.

PROCEDURA OPERATIVA:

posizionando il foglio in orizzontale (ossia con il lato lungo verso di noi), procediamo nel seguente modo:

  1. tracciamo gli assi X, Y e Z come per l’assonometria isometrica;
  2. tracciamo l’asse Y’ per costruire la nostra figura di riferimento per il ribaltamento;
  3. disegniamo, ora, sul piano virtuale Y’Z (ortogonale) la nostra figura di riferimento per la costruzione della rampa, ossia la sua vista dall’alto riportando in scala le misure come indicate nei dati dell’esercitazione;
  4. proiettiamo ciascun punto di questa proiezione sugli assi Z e Y’;
  5. puntando il compasso sul centro degli assi, ribaltiamo queste proiezioni sugli assi X e Y;
  6. proiettiamo ora parallelamente a X e Y tali ribaltamenti, ricostruendo sul piano XY la figura di riferimento già disegnata sul piano Y’Z;
  7. da ciascun punto tracciamo una parallela a Z della lunghezza del relativo gradino;
  8. disegnano ora prima le pedate di ogni singolo gradino come nell’animazione sotto e poi le diverse alzate;
  9. completiamo la figura rinforzando le basi della scala (solo quelle visibili dalla nostra posizione);
  10. abbiamo così costruito l’assonometria isometrica di una rampa formata da 3 gradini

Scala_movie

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Apr 152013
 
INVILUPPO ESAGONALE
Dati
AREA DA DISEGNO QUADRATA
LINEE distanti 1 centimetro e 1/2 centimetro
CONSEGNE:
Consegna 1 INVILUPPO ESAGONALE 1
Consegna 2 INVILUPPO ESAGONALE 2
Digit ESEGUI LE CONSEGNE 1 E 2 IN DIGITALE USANDO IL CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne delle 2 schede sotto.

COME INIZIARE

Per prima cosa, dovremo disegnare un’area perfettamente quadrata:

  • contiamo in orizzontale il numero di quadretti dell’area da disegno, come in figura;
  • dovremo considerare il numero massimo di quadretti pari; quindi, se per caso il foglio avrà 47 quadretti, dovremo fermarci a 46, il numero pari più grande possibile;

  • stabilito il numero di quadretti massimo orizzontali, riportiamoli in verticale come in figura;

  • adesso tracciamo l’area quadrata composta in orizzontale e verticale dallo stesso numero di quadretti;

  • tracciamo adesso le mediane come in figura sotto;

  • puntiamo il compasso nell’intersezione tra i due assi, al centro dell’area e tracciamo una circonferenza di diametro pari al lato del quadrato;

  • il cerchio così creato, sarà tangente al perimetro dell’area quadrata;
  • puntiamo il compasso con la stessa apertura precedente in A e tracciamo un semicerchio come nel disegno sotto;

  • allo stesso modo puntiamo il compasso con la stessa apertura in B e tracciamo un altro semicerchio come in A;

  • uniamo adesso i punti C con D e E con F sulla circonferenza; in questo modo la circonferenza risulterà divisa in 6 parti uguali;

INVILUPPO ESAGONALE 1
  • adesso, su ciascuno dei 6 bracci, tracciamo dei puntini distanti tra di loro 1 centimetro avendo l’accortezza di tracciarli a partire dal centro verso la circonferenza;
  • a questo punto, come nell’animazione sotto, uniamo ciascun primo punto con l’ultimo dal lato opposto di ogni singolo quadrante;

Inviluppo_esagonale_movie

  • nella prima consegna, dovrete unire punti distanti 1 centimetro come nell’immagine sotto;
INVILUPPO ESAGONALE 2
  • nella seconda consegna, dopo aver seguito la stessa procedura, dovrete unire punti distanti 1/2 centimetro. Otterrete una griglia più fitta con il doppio delle linee;
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Apr 032013
 
P.O. RETTANGOLO
Dati LATO 1 = 7 cm – LATO 2 = 4 cm
CONSEGNE:
1 P.O. RETTANGOLO PARALLELO AL PIANO ORIZZONTALE
2 P.O. RETTANGOLO PARALLELO AL PIANO VERTICALE
3 P.O. RETTANGOLO PARALLELO AL PIANO LATERALE
4 REALIZZA LE P.O. UTILIZZANDO IL CAD
STRUMENTI NECESSARI:
OPERAZIONI INIZIALI:

usando un foglio F4, posizionato in orizzontale, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA).

In questa esercitazione, effettueremo le 3 Proiezioni Ortogonali di un rettangolo di lati dati. Nella prima, il rettangolo sarà posto parallelamente al Piano Orizzontale, nella seconda al Piano Verticale e nella terza al Piano Laterale. In ognuna di esse sarà fondamentale disegnare il rettangolo al centro del piano a cui è parallelo.

FIGURA DI RIFERIMENTO:

P.O. RETTANGOLO // AL PIANO ORIZZONTALE
01 – Il rettangolo posto parallelamente al Piano Orizzontale, ossia al piano che passa sotto i nostri piedi come il pavimento su cui camminiamo si trova nella posizione descritta sotto rispetto ai tre piani e proietta la sua superficie proprio sul Piano Orizzontale. Essendo una figura bidimensionale e non avendo per cui spessore, sugli altri due piani proietterà due linee di lunghezza pari ai lati del rettangolo.

01 – Rettangolo parallelo al Piano Orizzontale

02 – Nell’immagine seguente, potete osservare le tre proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali.

02 – Proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali

03 – Una volta che i 3 piani vengono ribaltati sul foglio da disegno trovandosi in posizione complanare, saremo in grado di disegnare le Proiezioni Ortogonali del quadrato sul foglio. Si dovrà partire dal quadrato sul Piano Orizzontale per poter poi determinare le proiezioni sui piani Verticale e Laterale che, come detto, saranno due segmenti di lunghezza pari al lato del quadrato.

03 – Proiezioni ortogonali di un Rettangolo parallelo al Piano Orizzontale

TUTORIAL VIDEO:
  1. dividiamo l’area da disegno in quattro parti uguali tracciando un asse orizzontale e uno verticale;
  2. trascriviamo con il normografo i nomi dei diversi piani: P.O. (Piano Orizzontale),P.V. (Piano Verticale), P.L. (piano laterale);
  3. trascriviamo, inoltre, sull’asse orizzontale, all’inizio e alla fine le lettere L. e T.(Linea di Terra);
  4. costruiamo ora su P.O. il RETTANGOLO utilizzando le squadrette e la riga;
  5. nominiamo ogni spigolo del rettangolo ABCD (scriviamo piccolo e bene a mano libera);
  6. proiettiamo ciascuno spigolo ABCD ortogonalmente su P.V.;
  7. all’altezza indicata sui dati dell’esercitazione, tracciamo il segmento proiezione del rettangolo ABCD sul Piano Verticale e inseriamo i nomi degli spigoli come in figura;
  8. proiettiamo ora ABCD su P.L.; per fare ciò dovremo proiettare gli spigoli del quadrato sull’asse verticale della costruzione. Poi puntando il compasso al centro degli assi ribaltiamo le proiezioni ABCD su L.T.;
  9. alziamo adesso le proiezioni all’altezza stabilita precedentemente (l’altezza su P.V.e su P.L. è la stessa) e colleghiamo le proiezioni su P.V. e su P.L.;
  10. per completare l’elaborato, rinforziamo solo le proiezioni del quadrato sui tre diversi piani (linee in rosso).

PORettangolo_movie

P.O. RETTANGOLO // AL PIANO VERTICALE
01 – Il rettangolo posto parallelamente al Piano Verticale, ossia al piano posto di fronte a noi come una parete, si trova nella posizione descritta sotto rispetto ai tre piani e proietta la sua superficie proprio sul Piano Verticale. Essendo una figura bidimensionale e non avendo per cui spessore, sugli altri due piani proietterà due linee di lunghezza pari ai suoi lati maggiore e minore.

01 – Rettangolo parallelo al Piano Verticale

02 – Nell’immagine seguente, potete osservare le tre proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali.

02 – Proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali

03 – Una volta che i 3 piani vengono ribaltati sul foglio da disegno trovandosi in posizione complanare, saremo in grado di disegnare le Proiezioni Ortogonali del rettangolo sul foglio. Si dovrà partire dal rettangolo sul Piano Verticale per poter poi determinare le proiezioni sui piani orizzontale e laterale che, come detto, saranno due segmenti di lunghezza pari ai suoi lati.

03 – Proiezioni ortogonali di un rettangolo parallelo al Piano Verticale

P.O. RETTANGOLO // AL PIANO LATERALE
01 – Il rettangolo posto parallelamente al Piano Laterale, ossia al piano posto alla nostra destra come la parete di una stanza posta lateralmente a noi, si trova nella posizione descritta sotto rispetto ai tre piani e proietta la sua superficie proprio sul Piano Laterale. Essendo una figura bidimensionale e non avendo per cui spessore, sugli altri due piani proietterà due segmenti di lunghezza pari ai suoi lati minore e maggiore.

01 – Rettangolo parallelo al Piano Laterale

02 – Nell’immagine seguente, potete osservare le tre proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali.

02 – Proiezioni del rettangolo sui tre piani ortogonali

03 – Una volta che i 3 piani vengono ribaltati sul foglio da disegno trovandosi in posizione complanare, saremo in grado di disegnare le Proiezioni Ortogonali del rettangolo sul foglio. Si dovrà partire dal rettangolo sul Piano Laterale per poter poi determinare le proiezioni sui piani Orizzontale e Verticale che, come detto, saranno due segmenti di lunghezza pari ai suoi lati.

03 – Proiezioni ortogonali di un rettangolo parallelo al Piano Laterale

ALTRI TUTORIAL:
Mar 162013
 
Reticolo2 INVILUPPO DIAGONALE
Dati
AREA DA DISEGNO QUADRATA
LINEE distanti 1 centimetro e 1/2 centimetro
CONSEGNE:
Consegna 1 INVILUPPO DIAGONALE 1
Consegna 2 INVILUPPO DIAGONALE 2
Digit ESEGUI LE CONSEGNE 1 E 2 IN DIGITALE USANDO IL CAD
DIFFICOLTA’ e CLASSE:
Livello Classe
STRUMENTI NECESSARI:
DESCRIZIONE:

usando un foglio a quadri dal quadernone, effettuiamo la sua squadratura secondo lo schema appreso (vedi SQUADRATURA). Utilizzeremo l’area da disegno (quella gialla) per realizzare le consegne delle 2 schede sotto.

COME INIZIARE

Per prima cosa, dovremo disegnare un’area perfettamente quadrata:

  • contiamo in orizzontale il numero di quadretti dell’area da disegno, come in figura;
  • dovremo considerare il numero massimo di quadretti pari; quindi, se per caso il foglio avrà 47 quadretti, dovremo fermarci a 46, il numero pari più grande possibile;

  • stabilito il numero di quadretti massimo orizzontali, riportiamoli in verticale come in figura;

  • adesso tracciamo l’area quadrata composta in orizzontale e verticale dallo stesso numero di quadretti;

  • tracciamo le diagonali all’interno dell’area quadrata;

  • scegliamo un quadrante; come nell’animazione sotto, iniziamo ad unire con delle rette usando le squadrette, il primo punto in alto con il secondo dal centro nel quadrante appena scelto;
  • poi il secondo con il terzo, il terzo con il quarto e così via fino a completare tutto il quadrante;
  • ripetiamo specularmente la stessa procedura nel quadrante in alto, in quello in basso e in quello a sinistra.

INVILUPPO2_Movie

INVILUPPO DIAGONALE 1
  • nella prima consegna, dovrete unire punti distanti 1 centimetro come nell’immagine sotto;

INVILUPPO DIAGONALE 2
  • nella seconda consegna, dovrete unire punti distanti 1/2 centimetro come nell’immagine sotto. Otterrete una griglia più fitta con il doppio delle linee;

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