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La Diga delle tre gole, che si staglia imponente sul fiume Yangtze nella provincia cinese di Hubei, è una delle più grandi imprese ingegneristiche mai realizzate dall’uomo.
Completata nel 2012 dopo 18 anni di lavori, questa straordinaria opera non si limita a fornire energia a milioni di persone, ha anche innescato un fenomeno che ha catturato l’attenzione della comunità scientifica.
Con i suoi 2.309,5 metri di lunghezza e 181 metri di altezza, la diga ospita la centrale idroelettrica più potente al mondo, capace di generare ben 22.500 megawatt di potenza, con un bacino che trattiene oltre 39 miliardi di metri cubi d’acqua, pari a circa 42 miliardi di tonnellate.
Questa immensa massa d’acqua, sollevata fino a 175 metri sopra il livello del mare, ha permesso di controllare le inondazioni, facilitare la navigazione e produrre energia pulita.
Tuttavia, l’accumulo di una massa d’acqua….(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Passando per le strade, soprattutto quelle extraurbane, incontriamo come “testimoni silenziosi” gli elementi portanti del sistema di trasporto dell’energia: i tralicci dell’alta tensione. Non li notiamo quasi più perché oramai sono diventati parte del paesaggio che osserviamo dai finestrini delle nostre autovetture.
Ma vi siete mai chiesti perché hanno quella forma e perché sono tutti diversi, uno dall’altro?
Si tratta di enormi strutture metalliche progettate per sostenere i cavi elettrici e garantire la trasmissione sicura dell’energia su lunghe distanze.
La loro forma e le loro dimensione dipendono da diversi fattori, come la tensione della linea, le condizioni ambientali e il tipo di terreno.
In base alle loro caratteristiche…(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Immaginate un futuro dove coltivare pomodori possa significare anche produrre energia pulita. Questo è il potenziale dell’agrivoltaico, una tecnologia che combina agricoltura e produzione energetica per un approccio sostenibile e innovativo.
Un progetto pionieristico in Turchia dimostra come i pannelli solari possano proteggere le colture dal caldo eccessivo, generare energia e addirittura alimentare trattori a idrogeno, un combustibile privo di emissioni nocive.
Gli impianti agrivoltaici sfruttano lo spazio sopra i campi coltivati per installare pannelli fotovoltaici a un’altezza di circa 5 metri, lasciando spazio per le coltivazioni o il pascolo di animali. Alcuni impianti…(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Oggi, con un semplice gesto, portiamo la luce all’interno delle nostre case, dei nostri uffici, delle nostre scuole: premendo un interruttore, accendiamo una o più lampadine.
Se un tempo si usavano candele e lampade a olio, oggi abbiamo sistemi di illuminazione adattabili alle esigenze più varie.
Vediamo insieme quali sono le soluzioni maggiormente diffuse e quelle oramai in disuso, confrontandone le principali caratteristiche.
LAMPADINE AD INCANDESCENZA |
Le prime lampadine a funzionare elettricamente sono state quelle ad incandescenza, composte da un filamento di tungsteno posto all’interno di un bulbo sottovuoto che si illuminava e riscaldava non appena attraversato dall’elettricità.
Queste lampadine sono state messe al bando dall’Unione Europea nel 2012 perché poco efficienti. Infatti, solo il 5% dell’elettricità passante per il filamento veniva trasformata in luminosità, mentre il restante 95% in calore: per illuminare grandi ambienti era richiesta tantissima potenza, con enormi dispendi di energia.
LAMPADINE ALOGENE |
Per sostituire le poco efficienti lampade ad incandescenza, furono inventate le lampadine alogene che dalle precedenti riprendevano il filamento di tungsteno, il quale racchiuso in un corpo di vetro, in presenza di un gas inerte, faceva in modo che la lampada avesse una resa luminosa maggiore (25 lumen per watt contro 15).
Queste lampade presentavano, però, due problemi: il surriscaldamento, che fu risolto installando una protezione di vetro e l’emissione eccessiva di raggi ultravioletti, che furono ridotti attraverso l’uso di uno speciale schermo (faretti dicroici).
LAMPADINE FLUORESCENTI |
Il passo successivo è stato l’invenzione delle lampade fluorescenti, costituite da un rivestimento esterno di vetro contenente al suo interno delle polveri (fluorescenti). Queste, immerse in uno strato di gas e vapori di mercurio a bassa pressione, con il passaggio della corrente, emettono luce.
Per poter funzionare era necessaria una scarica interna generata da elettrodi posti alle estremità della lampada. Alcune di queste sono note come lampade a neon perché contengono al loro interno questo gas.
Avevano una resa luminosa 5-10 volte superiore alle lampade ad incandescenza, una durata 10 volte superiore e spesa molto ridotta, ma necessitavano di un alimentatore e di uno starter per l’accensione, poco adatte ad appartamenti e specifiche discariche per lo smaltimento del mercurio.
LAMPADINE AD INDUZIONE MAGNETICA |
Le lampade a induzione magnetica sono molto simili ai modelli fluorescenti, ma invece degli elettrodi per riscaldare il gas utilizzano l’induzione magnetica, ionizzando il gas fluorescente.
Ideate da Nikola Tesla sono costituite da un bulbo dove viene generato un campo magnetico capace di far scoccare la scintilla necessaria al loro funzionamento.
Sono lampadine ideali per grandi potenze luminose oltre 150-200 watt, hanno una durata di funzionamento di oltre le 100.000 ore, accensione e spegnimento immediato e decadimento molto basso.
LAMPADINE IODURI METALLICI |
Sono lampade che contengono al loro interno alogeni e alogenuri e necessitano di un alimentatore per il loro funzionamento.
Sono molto utilizzate per illuminazione esterna di fabbriche, capannoni, campi sportivi e locali dove è necessaria una luce molto forte e una buona resa cromatica.
LAMPADINE A LED |
Le luci a LED sono l’ultima novità e la scelta migliore per l’ambiente visto che non contengono gas, permettono grossi risparmi energetici e sono facilmente smaltibili.
I LED (Light Emitting Diodes), una volta impiegati come spie dei telecomandi e dei televisori, oggi vengono utilizzati per l’illuminazione di interni ed esterni e per le auto.
Sono molto vantaggiosi perché la loro luce è regolata da un circuito elettronico che calibra la quantità di tensione necessaria al LED, trasformando il 50% dell’energia in luce e il restante in calore.
I vantaggi sono molteplici perché una lampada a LED dura 50-100 volte di più di una ad incandescenza, risparmia fino al 90% di energia, è disponibile in differenti tipi di colori e misure e ha un’altissima efficienza luminosa.
Quando parliamo di pannelli fotovoltaici o di energia solare, la condicio sine qua non è la presenza della luce prodotta dal Sole.
Come ben sappiamo la luce solare non colpisce tutto il Pianeta allo stesso modo: è maggiore nelle zone equatoriali e sempre di meno verso i due Poli.
La ricercatrice Giulia Guidetti, esperta della facoltà di Ingegneria del Massachusetts, ha fatto una scoperta interessantissima, in maniera assolutamente casuale.
Durante la pandemia acquistò numerose piante da appartamento delle quali iniziò a studiare le caratteristiche delle foglie, affascinata dal loro aspetto luminoso e lucente.
Tra le piante acquistate, un’orchidea, chiamata Macodes Petula, la colpì particolarmente…(se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Le lenti a contatto sono spesso fedeli compagne per molti di noi: c’è chi le sceglie come soluzione cosmetica; chi, come gli sportivi, per grande comodità; altri per correggere deficit visivi.
Il cinema, e soprattutto la fantascienza, hanno sempre spinto il concetto di lente a contatto ben oltre le sue normali funzioni, rendendole in grado di migliorare o aumentare i poteri di chi le indossa.
Grazie alla ricerca condotta da un gruppo di scienziati della Nanyang Technological University di Singapore, anche nella realtà, le lenti a contatto supereranno il loro fine medico.
Le applicazioni di queste innovative lenti saranno differenti…. (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Le grandi scoperte sono spesso casuali, altre invece nascono da un’attenta osservazione dei fenomeni naturali. È questo il caso di una nuova tecnologia fotovoltaica in grado, si spera, di trasformare radicalmente il modo attuale di produrre elettricità dalla luce.
Gli attuali pannelli fotovoltaici utilizzano costosi materiali e processi all’avanguardia, ma nel migliore dei casi non riescono a trasformare oltre il 25% delle radiazioni luminose assorbite in elettricità.
I diodi o celle fotovoltaiche che li compongono hanno una superficie quadrangolare di circa 10 cm2 e, una volta esposte al Sole, non solo non riuscono a trasformare più della sopra citata percentuale di luce solare, ma presentano un ulteriore…. (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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La guerra in Ucraina ha messo in evidenza la forte dipendenza di alcuni Paesi europei dal gas russo. L’interruzione da parte di questi ultimi delle forniture come ripercussione per il sostegno all’Ucraina e le sanzioni imposte dalla Comunità europea alla Russia per l’avvio delle ostilità, hanno provocato un aumento sensibile dei prezzi e messo in crisi le economie fortemente dipendenti, come Italia e Germania.
Per uscire da questa situazione, i Paesi europei si sono attivati per diversificare le loro fonti di energia e per ridurre drasticamente la dipendenza dalla Russia.
Sono aumentati così gli investimenti in infrastrutture per la produzione di energia da fonti alternative e tra queste il GPL (Gas di Petrolio Liquefatto) e il GNL (Gas Naturale Liquefatto)…. (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Uno dei punti deboli delle batterie montate sulle automobili, ma non solo quelle, oltre ai tempi di ricarica e all’autonomia è la loro durata.
Infatti, l’usura a cui sono sottoposte le porta ad un rapido deperimento e questo rappresenta un grande limite al loro utilizzo massivo.
Il deperimento è dovuto al fatto che il componente principale è il litio e a causa di questo, già dopo pochi anni, le prestazioni delle batterie calano sensibilmente, come accade con un telefonino o un tablet.
Inoltre, negli ultimi anni, il prezzo del litio… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Fin dall’antichità l’uomo ha imparato a sfruttare l’energia del vento per le proprie necessità: per azionare i mulini a vento per la macinazione del grano e la produzione di farina, per muovere le imbarcazioni a vela oppure, oggi, per azionare le grandi pale eoliche con le quali si produce l’elettricità.
Ma da sempre c’è un forte dibattito sull’impatto ambientale che queste grandi strutture possono avere sull’ambiente, non solo dal punto di vista estetico, ma anche sui possibili effetti che la loro azione rotatoria può avere sugli animali, soprattutto uccelli in fase migratoria.
La scienza non si è mai fermata, ma ha sempre trovato… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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Abbiamo spesso parlato delle batterie elettriche e di come queste si stiano pian piano evolvendo grazie a decine di studi condotti in tutto il mondo per renderle migliori dal punto di vista della performance, della durata, della sicurezza e della velocità di ricarica.
Ma esiste un altro punto debole presente in queste importanti componenti elettroniche di cui ci accorgiamo quando saliamo su un aero.
Il personale di bordo, infatti, ci informa che non possiamo tenere batterie sotto carica all’interno dell’aeromobile e che è necessario avvisarli se un nostro dispositivo elettronico presenta surriscaldamenti.
La causa è dovuta all’instabilità degli ioni di litio, i quali sottoposti a calore creano le condizioni per un ulteriore aumento della temperatura che può sfociare in un incendio evidentemente pericolosissimo all’interno… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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La corsa alla realizzazione di impianti per la produzione di energia green vede tanti Paesi in gara per sfruttare una delle risorse naturali maggiormente disponibili e più facilmente reperibili, ossia il vento.
In questi giorni è in costruzione negli Stati Uniti il parco eolico Vineyard Wind 1 con gigantesche turbine da 13 MW, mentre in Danimarca è stata annunciata la realizzazione di un’isola artificiale fatta esclusivamente di pale eoliche.
Ma nella gara all’impianto più grande sicuramente la vincitrice in questo momento è la Cina, dove è stata realizzata… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)
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