Set 172024
 

Oggi, con un semplice gesto, portiamo la luce all’interno delle nostre case, dei nostri uffici, delle nostre scuole: premendo un interruttore, accendiamo una o più lampadine.
Se un tempo si usavano candele e lampade a olio, oggi abbiamo sistemi di illuminazione adattabili alle esigenze più varie.

Vediamo insieme quali sono le soluzioni maggiormente diffuse e quelle oramai in disuso, confrontandone le principali caratteristiche.

LAMPADINE AD INCANDESCENZA

Le prime lampadine a funzionare elettricamente sono state quelle ad incandescenza, composte da un filamento di tungsteno posto all’interno di un bulbo sottovuoto che si illuminava e riscaldava non appena attraversato dall’elettricità.
Queste lampadine sono state messe al bando dall’Unione Europea nel 2012 perché poco efficienti. Infatti, solo il 5% dell’elettricità passante per il filamento veniva trasformata in luminosità, mentre il restante 95% in calore: per illuminare grandi ambienti era richiesta tantissima potenza, con enormi dispendi di energia.

LAMPADINE ALOGENE

Per sostituire le poco efficienti lampade ad incandescenza, furono inventate le lampadine alogene che dalle precedenti riprendevano il filamento di tungsteno, il quale racchiuso in un corpo di vetro, in presenza di un gas inerte, faceva in modo che la lampada avesse una resa luminosa maggiore (25 lumen per watt contro 15).
Queste lampade presentavano, però, due problemi: il surriscaldamento, che fu risolto installando una protezione di vetro e l’emissione eccessiva di raggi ultravioletti, che furono ridotti attraverso l’uso di uno speciale schermo (faretti dicroici).

LAMPADINE FLUORESCENTI

Il passo successivo è stato l’invenzione delle lampade fluorescenti, costituite da un rivestimento esterno di vetro contenente al suo interno delle polveri (fluorescenti). Queste, immerse in uno strato di gas e vapori di mercurio a bassa pressione, con il passaggio della corrente, emettono luce.
Per poter funzionare era necessaria una scarica interna generata da elettrodi posti alle estremità della lampada. Alcune di queste sono note come lampade a neon perché contengono al loro interno questo gas.
Avevano una resa luminosa 5-10 volte superiore alle lampade ad incandescenza, una durata 10 volte superiore e spesa molto ridotta, ma necessitavano di un alimentatore e di uno starter per l’accensione, poco adatte ad appartamenti e specifiche discariche per lo smaltimento del mercurio.

LAMPADINE AD INDUZIONE MAGNETICA

Le lampade a induzione magnetica sono molto simili ai modelli fluorescenti, ma invece degli elettrodi per riscaldare il gas utilizzano l’induzione magnetica, ionizzando il gas fluorescente.
Ideate da Nikola Tesla sono costituite da un bulbo dove viene generato un campo magnetico capace di far scoccare la scintilla necessaria al loro funzionamento.
Sono lampadine ideali per grandi potenze luminose oltre 150-200 watt, hanno una durata di funzionamento di oltre le 100.000 ore, accensione e spegnimento immediato e decadimento molto basso.

LAMPADINE IODURI METALLICI

Sono lampade che contengono al loro interno alogeni e alogenuri e necessitano di un alimentatore per il loro funzionamento.
Sono molto utilizzate per illuminazione esterna di fabbriche, capannoni, campi sportivi e locali dove è necessaria una luce molto forte e una buona resa cromatica.

LAMPADINE A LED

Le luci a LED sono l’ultima novità e la scelta migliore per l’ambiente visto che non contengono gas, permettono grossi risparmi energetici e sono facilmente smaltibili.
I LED (Light Emitting Diodes), una volta impiegati come spie dei telecomandi e dei televisori, oggi vengono utilizzati per l’illuminazione di interni ed esterni e per le auto.
Sono molto vantaggiosi perché la loro luce è regolata da un circuito elettronico che calibra la quantità di tensione necessaria al LED, trasformando il 50% dell’energia in luce e il restante in calore.
I vantaggi sono molteplici perché una lampada a LED dura 50-100 volte di più di una ad incandescenza, risparmia fino al 90% di energia, è disponibile in differenti tipi di colori e misure e ha un’altissima efficienza luminosa.

Ott 032018
 

Smart, smart, smart. Tutto diventa più intelligente, le nostre case, le nostre città, i nostri elettrodomestici. L’Internet of Things, ossia l’Internet delle Cose, l’Intelligenza Artificiale, i sistemi di comunicazione evoluti stanno cambiando radicalmente il nostro approccio con le cose, con gli oggetti della nostra quotidianità.

Ormai cercare una strada è un’operazione che svolgiamo automaticamente, senza rifletterci, con il nostro smartphone attraverso una richiesta all’assistente vocale, ordinare al televisore di cambiare canale semplicemente parlando è quasi scontato, parcheggiare l’auto mentre sensori e telecamere ci guidano in questa operazione è quotidianità. E nel prossimo futuro sarà ancora meglio perché lo sviluppo della rete di quinta generazione consentirà un salto in avanti difficilmente immaginabile.

Grazie al lavoro di una startup americana chiamata Totem Power, è nato un evolutissimo concept di illuminazione urbana. Totem, non può essere definito un semplice palo della luce, ma è uno strumento multifunzione capace di andare ben oltre il suo compito principale.

Totem è un hub digitale, dotato di molta tecnologia. E’ una “smart utility” nel senso che consentirà di connettere le nostre città in maniera molto più efficiente. L’idea è semplice. Dover interconnettere tutta la città è un’operazione piuttosto lunga e complessa. I lampioni della luce sono già ovunque, quindi prevedere una loro sostituzione o predisposizione in caso di nuova installazione potrebbe far risparmiare molto denaro all’amministrazione pubblica.

In pratica, Totem, è un oggetto di design molto ben pensato. Oltre alla classica funzione di illuminazione, è dotato di sensori che lo rendono intelligente, ossia rileva il flusso di traffico riducendo la propria potenza fino al 50% in caso di traffico scarso o nullo in modo da ottimizzare i consumi elettrici.

La parte superiore è invece ricoperta di celle fotovoltaiche in grado di raccogliere i raggi solari e all’interno della sua struttura sono dislocate una serie di accumulatori di elettricità, che garantiscono il suo funzionamento anche in assenza della rete elettrica per interruzione o guasto. Inoltre, l’energia accumulata farà da colonnina di ricarica per le auto elettriche.

Il sistema wi-fi e 4G di comunicazione interno, consentirà a Totem di svolgere la funzione di sensore per la raccolta dei big data che l’amministrazione potrà utilizzare per evidenziare problemi o criticità e predisporre piani di intervento nel più breve tempo possibile. Totem, creerà una vera e propria rete di comunicazione che, ad esempio, registrerà il livello di traffico intervenendo sulla rete stradale e deviandolo quando necessario su percorsi alternativi.

Il primo modello sarà commercializzato la prossima estate e sarà dotato di un panello fotovoltaico da 5 kw, un sistema di batteria da accumulo da 44 chilowattora e un caricabatterie per veicoli elettrici.

Totem integrerà anche il sistema di comunicazione wi-fi e 4G in un design moderno e innovativo, capace anche di valorizzare esteticamente le aree in cui verrà installato.

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