Dic 112015
 
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La tecnologia, l’innovazione e la ricerca si spingono ogni giorno più a fondo per creare nuovi oggetti che possano rendere migliore la nostra esistenza e il nostro quotidiano. L’ultima fantasiosa creazione la dobbiamo ad una giovane architetto e design, Behnaz Farahi abituata ad esplorare le potenzialità offerte dall’interazione tra l’ambiente e il corpo umano.

I suoi studi e le sue realizzazioni spaziano a tutto campo, ma questa volta ha dato vita “letteralmente” ai vestiti, creando quello che lei stessa ha chiamato “Caress of the Gaze”, ossia un vestito vivente che reagisce agli sguardi comportandosi come una seconda pelle sul corpo di chi lo indossa.

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Lo studio è ispirato alla flessibilità della pelle e per la prima volta vengono utilizzate particolari stampanti 3D in grado di applicare materiali diversi per zone diverse, creando così un tessuto caratterizzato da densità che cambiano in base alle aree del corpo. Per cui si avranno zone con densità maggiore e zone con densità minore, proprio come la nostra pelle. Per rendere realistico il movimento, la designer, ha studiato anche un sistema di azionamento che prende spunto dai muscoli del corpo umano, attraverso un sistema di attuatori in lega capaci di riprodurre le sinuosità e l’ondulamento della pelle durante il movimento. Il tutto è collegato con un sistema ottico in grado di registrare sesso, età e orientamento dello sguardo di chi sta di fronte all’abito, in modo da impartire specifici ordini al sistema di movimento dei tessuti artificiali.

Questo sistema complesso, rende il nuovo abito capace di reagire a stimoli, sensazioni. Viene reinventato il concetto stesso di abito. E’ un nuovo modo di relazionarsi tra soggetto e ambiente che ci circonda, un ribaltamento del concetto stesso di rapporto tra uomo e ambiente.

Questa innovazione apre enormi spazi al design e ad un approccio tecnologico nella moda, che fornisce nuovi strumenti creativi agli stilisti, veri alchimisti della sperimentazione.

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Mag 282012
 

A volte abbiamo vicino a noi delle incredibili realtà e nemmeno lo sappiamo perché poco pubblicizzate e non sponsorizzate o semplicemente perché le cerchiamo lontano. L’altro giorno, mi sono imbattuto in un articolo su internet che ha attirato la mia attenzione perché parlava di tecnologia e Catania. Ho scoperto con mio stupore che nella nostra città, si tiene annualmente e quest’anno cadeva tra il 25 e il 27 maggio, un evento denominato “Start Up Weekend Catania” che riunisce al Beasy Bureau sviluppatori, designer, esperti di business e investitori.

Tra i progetti e le invenzioni presentate all’evento la più importante è sicuramente quella di tre giovani ricercatori catanesi, Giuseppe Suriani, Salvatore Bagiante e Michele Corselli, che stanno registrando un brevetto innovativo per la realizzazione di una pellicola, applicabile anche ai vestiti che, funge da caricatore per devices elettronici. Si tratta di un caricatore solare dello spessore di un foglio utile a ricaricare, in qualunque luogo, dispositivi quali smartphone, tablet  e lettori mp3. Il progetto, diffuso dai tre in versione preliminare, prende il nome di SOLAR WRITING e si tratta di sottilissime celle fotovoltaiche, flessibili e leggere che si ricaricano di energia semplicemente con l’esposizione al sole. Questa pellicola, si può sovrapporre quasi come un adesivo ai tessuti di qualunque capo di abbigliamento, oltre che a zaini e cartelle. L’obiettivo, come descritto dagli stessi autori, è rendersi energeticamente indipendenti da fili, prese, e caricabatterie ingombranti e pesanti. Adesivi low cost che ricaricano il telefonino all’infinito, tutte le volte che si vuole, avendo bisogno soltanto di una buona giornata limpida. “Solar Writing – aggiungono i tre inventori catanesi – ha bisogno solo di qualche ora di carica alla luce del sole, e per l’Mp3 appena di un’ora e mezza. Il design è una delle caratteristiche che stiamo sviluppando, perchè di solito tecnologia e moda si sposano difficilmente e invece noi vogliamo dare molta attenzione alla forma”.


Giuseppe e Michele sono ingegneri microelettronici, Salvatore un fisico esperto nella scienza dei materiali. Insieme hanno fondato una start-up, la “eRALOS3”, che ha vinto riconoscimenti internazionali come “Mind the Bridge Business Plan Competition”, e il primo premio “Wind Business Factor”.

Auguriamo anche noi di educazionetecnica.com tanta fortuna a questi giovani ragazzi che nonostante il periodo hanno comunque deciso di investire e lavorare in Italia e soprattutto al sud. Questo conferma che se si hanno delle buone idee, queste sono valide in ogni parte del mondo.