Gen 302013
 

A volte bisogna saper ridere di se stessi e sapersi mettere in gioco. E’ proprio questo lo spirito di un articolo a firma di una certa Cristina Montini (suppongo sia una studentessa) che scrive sulla pagine di scuola.net un divertentissimo articolo sul rapporto a volte difficile tra studenti e insegnanti. Il titolo dice già tutto, ma il sotto titolo è ancora meglio “7 regole per non commettere una strage a scuola“. Lo pubblico integralmente e spero che anche voi possiate sorridere come ho fatto io leggendolo.

NON UCCIDERE… IL PROF – Consapevoli del fatto che nella mente di ogni buon studente che si rispetti, almeno una volta nella vita, è balenato un istinto omicida nei confronti del proprio professore, oggi proviamo a darvi alcune indicazioni su come provare a mantenere la calma durante le lezioni e contenere la strage dei prof.

COME COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO – I buoni risultati a scuola si ottengono anche grazie ad insegnanti che riescono a coinvolgere i ragazzi e a farli studiare, ma molto dipende anche dall’atteggiamento degli studenti stessi che non sempre rendono la “vita facile” ai loro prof. Quindi, ammettendo che i vostri insegnanti siano di quelli “in gamba”, ricordatevi che anche voi dovete fare la vostra parte e impegnarvi a costruire con loro un rapporto quanto più sereno possibile.

1. Pensate come un prof
Innanzitutto pensate che un insegnante non ha un compito facile: riuscire a gestire una classe di studenti, magari numerosa, non è un gioco da ragazzi. Se il professore è nuovo, dategli il tempo di conoscervi e di farsi conoscere, la prima impressione potrebbe non essere quella giusta.

2. Attenti durante le lezioni
Il modo più semplice per piacere ad un professore è quello di stare attenti durante le sue lezioni. Non serve trasformarsi da un giorno all’altro in antipatici secchioni. È sufficiente ascoltare quello che il prof spiega con un occhio sveglio anziché mezzi sdraiati sul banco. Può bastare anche alzare la mano ogni tanto per chiedere dei chiarimenti su quello che è stato spiegato invece di parlare o ridacchiare con il vostro compagno di banco della partita della sera prima (per questo c’è la ricreazione!).

3. Attitudine positiva
Think positive, ovvero non entrate a scuola con il motto “che palle, proprio non mi va”… potrà succedere ogni tanto di desiderare di essere in qualsiasi altro posto piuttosto che a scuola, ma visto che ci dovete andare, almeno cercate un motivo per ritrovare il sorriso (magari è l’occasione buona per assistere a qualche strafalcione memorabile del prof).

4. Rispetto
Se volete che il vostro professore non vi prenda di mira e che vi tratti sempre in modo equo e imparziale, senza subire favoritismi o “ritorsioni”, allora siate i primi a rispettarlo! Comportatevi sempre in modo educato, non rispondete con offese o parolacce, evitate qualsiasi atteggiamento strafottente… ricordatevi, quindi, che si tratta di una persona (anche nel caso non vi sia simpatica) e come tale, ripetiamo, va rispettata. Rispettare gli altri è un grande segno di maturità, chiunque lo apprezza.

5. Studiate e impegnatevi
Cercate di dimostrare al vostro insegnante che studiate regolarmente: evitante quindi di farvi beccare impreparati o di giustificarvi troppo spesso. Se si accorgerà che date il massimo, anche se un giorno doveste andare male ad una interrogazione o ad un compito, sarà più indulgente e vi darà con più facilità la possibilità di recuperare.

6. Non siate polemici
Evitate polemiche e discussioni troppo accese. È giusto confrontarsi e difendere le proprie idee, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto non lamentatevi con l’insegnante dei vostri compagni o di altri professori (a meno che non si tratti di qualcosa di veramente serio): ricordatevi che tutti hanno dei “difettucci”, anche voi stessi. Quindi preferite la tolleranza alla polemica.

7. Ammettete i vostri errori.
È facile dare la colpa di quello che non va agli altri: se il compito va male è perché il prof ha sbagliato a correggerlo, se all’interrogazione avete preso una insufficienza è perché le domande che vi ha fatto erano troppo difficili… A volte è necessario fare un esame di coscienza e domandarsi in cosa abbiamo sbagliato noi. Sicuramente ci accorgeremo che la colpa non è sempre e solo degli altri. Ammettere di aver sbagliato non significa fallire, ma crescere.”

Brava Cristina che è riuscita a cogliere alcune divertenti realtà della scuola moderna e a raccontarle in modo ironico, leggero e mai volgare. Ora, però, mi impegnerò a cercare sulla “rete” un articolo analogo, su come noi docenti possiamo sopravvivere all’istinto di lanciare gli alunni fuori dalla finestra…. 😛