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Molte metropoli, sono oggi in competizione per realizzare mega aeroporti in grado di accaparrarsi l’enorme business dei trasporti. Pensando a queste strutture, la mente ci porta subito alle grandi metropoli in rapida ascesa come Dubai, Abu Dhabi, Singapore, Doha o nel continente americano sicuramente New York, Miami, Los Angeles. Eppure è un altro l’aeroporto che entro il 2018 dovrebbe diventare il più grande scalo per numero passeggeri del pianeta. E stranamente questo si trova in una nazione della moderna Europa che però è accusata proprio di conservatorismo e arretratezza a causa del regime politico che la contraddistingue. Sto parlando della Turchia e dell’aeroporto di Istanbul.
Un progetto di dimensioni gigantesche, 6 piste di decollo/atterraggio che dovranno portare entro il 2018 la capacità dell’aeroporto a circa 150 milioni di passeggeri l’anno e maggior scalo di comunicazione tra europa e oriente. Un avvio già dal 2017 con traffico di 90 milioni di passeggeri pari a quelli di Atlanta, oggi considerato il maggior hub aeroportuale al mondo.
L’Istanbul Yeni Havaliman, il nuovo aeroporto di Istanbul, si sovrapporrà inizialmente agli altri due già esistenti, ma entro il 2021, l’aeroporto di Atatürk (quello attuale), verrà dismesso proprio per evitare una concorrenza inutile.
La data di avvio delle attività del nuovo aeroporto dovrebbero coincidere con l’inaugurazione prevista per il 20 ottobre 2017 data in cui la Turchia festeggia l’anniversario della fondazione della Repubblica Turca che avvenne nel 1923.
L’area in cui sta sorgendo il nuovo mega aeroporto è una zona nel distretto rurale della città di Arnavutköy nella parte europea di Istanbul.
Merito del governo turco, quello di aver rispettato tempi di progettazione e indagini che invece si pensava finissero impantanati tra ricorsi e denunce di associazioni e ambientalisti.
Un’area di circa 80 km2 come una grande città, paludosa e rurale, è stata sottoposta a trivellazioni esplorative e controlli ambientali necessari per preservare l’ambiente da pericolose contaminazioni e danni irreversibili per la città.
I lavori iniziano nel 2014 sotto l’egida del presidente Erdogan e del primo ministro Davutoglu i quali, hanno fatto in modo di proteggere il gigantesco progetto e altri in corso dalla fragilità e volatilità del sistema politico turco, incapace per il momento di formare un governo stabile.
Un gigantesco hub in grado di coprire le rotte a lungo raggio mantenendo bassi i costi per compagnie aeree e passeggeri, capace di innescare un percorso virtuoso per la Turkish Airline che si sta facendo strada tra i giganti del golfo Emirates, Ethiad e Qatar che da soli hanno trasportato ben 115 milioni di passeggeri l’anno scorso contro i 50 del 2008.
Lo studio di progettazione è il londinese Grimshaw Architect in partnership con il norvegese Nordic Office of Architecture e lo studio Haptic. Pochi giorni fa hanno svelato al mondo il mega progetto che dovrebbe portare l’aeroporto ad accogliere 150 milioni di passeggeri quando sarà a pieno regime.
Sarà un’immensa area di oltre 100 ettari coperta da un sistema di lucernai simili alle volte delle moschee. Uno dei progettisti ha infatti dichiarato che l’opera sarà modernissima e altamente tecnologica, ma fortemente ispirata ai colori e alle forme della tradizione araba.
I lucernai che lasceranno passare la luce all’interno durante il giorno sono chiaramente ispirati alle volte delle grandi moschee della città come quella di Solimano.
L’aeroporto sorgerà a circa 20 km dalla città e sarà collegato a questa da un moderno ed efficiente sistema di metropolitane.
Sarà realizzato in quattro tempi diversi di cui la prima parte diverrà completamente operativa nel 2018.
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