Giu 132023
 

I veicoli a guida autonoma, noti come AV (autonomous vehicles), stanno cambiando tutti gli aspetti collegati alla mobilità urbana.
Gli studiosi della North Caroline State University hanno avanzato una proposta per trovare un sistema in grado di regolare il flusso del traffico in maniera più efficiente e sicura all’interno delle città. Ovviamente stiamo parlando di aree urbane come la città di San Francisco dove la diffusione dei veicoli a guida autonoma sta diventando sempre più importante e costante.

La proposta di uno degli autori del progetto,… (se vuoi continuare ad approfondire, clicca sull’immagine qui sotto per leggere il resto dell’articolo)


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Feb 042019
 

I nuovi materiali, soprattutto quelli compositi, stanno aprendo strade mai esplorate in tantissimi ambiti soprattutto quello spaziale. Arriva infatti, dalla NASA dei laboratori JPL l’ultimo ritrovato in fatto di nuovi materiali. Si tratta di una sorta di rete composta da tanti pezzettini di metallo lucido uniti tra di loro a formare un tessuto unico quasi come la vestizione protettiva dei cavalieri medievali.

Il materiale è stato realizzato a costi relativamente bassi grazie alla stampa 3D. Ogni singolo elemento può, infatti, essere stampato separatamente e assemblato nella configurazione definitiva. Il fatto di essere composto da tanti elementi separati ma uniti in una rete unica gli conferisce grande flessibilità e lo rende adatto ad essere utilizzato per elementi non rigidi ma capaci di adattarsi a scopi diversi, come antenne o vele solari per le navicelle spaziali del futuro. Altra caratteristica interessantissima di questo materiale è che, le due facce sono completamente diverse, una lucida in grado di riflettere il calore e la luce e quindi, utilizzabile come schermatura per proteggere dal surriscaldamento le navi spaziali, l’altra opaca capace di trattenere il calore, da poter essere utilizzata per isolare spazi interni in realtà particolarmente fredde.

Il fatto di essere prodotto con la stampa 3D rende questo materiale adattabile a qualunque tipo di configurazione e impiegabile in 1000 modi diversi anzi, secondo Polit Casillas, l’ingegnere a capo del progetto, questa caratteristica lo renderebbe adatto, in futuro, a stampa direttamente in viaggio nello spazio o riciclabile quando non più utile. Inoltre la versatilità di questo materiale composto da tantissimi pezzi, renderebbe le parti complessive realizzate, molto più sicure e meno costose perché meno soggette a guasti o rotture.

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Gen 212018
 

L’evoluzione dei moderni media dagli smartphone, alle TV 4K, ai droni in grado di riprese in UltraHD, hanno pervaso la nostra quotidianità di immagini e filmati di altissima qualità. Anche i sistemi di streaming e condivisione di immagini e video come YouTube e Instagram hanno iniziato a distribuire i propri contenuti con queste tecnologie. Questa grande innovazione tecnologica si è scontrata con un’altra obsolescenza tecnologica rappresentata dalla incapacità degli attuali sistemi di trasmettere contenuti così pesanti in tempo reale. Grazie anche agli investimenti e alle politiche nazionali, finalmente l’Italia ha avviato un processo di modernizzazione delle reti di trasmissioni dati e la copertura del territorio anche in quelle aree storicamente non raggiunte dai moderni sistemi di connessione.

Dal vecchio doppino telefonico analogico in rame, che ha permesso l’attivazione di reti come l’ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line), il salto verso un nuovo modo di condividere i contenuti online di ultima generazione sta avvenendo con l’installazione delle reti in Fibra Ottica per il fisso e quelle in 4G o 5G per il mobile.

Purtroppo, il passaggio ad una tecnologia completamente nuova richiede enormi investimenti economici, la realizzazione di complesse infrastrutture e il cambiamento totale di tutti gli apparati fino ad ora utilizzati. Un cambiamento non da poco che ovviamente non può avvenire nel giro di pochi mesi, ma richiede diversi anni.

La fibra ottica, altro non è che un filamento di materiale a base di vetro o polimeri plastici realizzati in modo tale da poter condurre al loro interno un fascio luminoso (propagazione guidata).

Le fibre ottiche oggi utilizzate, sono disponibili sotto forma di cavi flessibili, che non risentono dei disturbi elettromagnetici, sono capaci di resistere a condizioni atmosferiche anche estreme e sono poco sensibili alle variazioni di temperatura. Ogni singola fibra è composta da due strati di materiale trasparente, un nucleo centrale chiamato core, e una copertura esterna chiamata mantello o cladding. Il loro spessore è di circa 125 micrometri (le dimensioni di un capello umano).

La fibra funziona come una specie di specchio tubolare; la luce che entra nel core con un certo angolo, si propaga all’interno di questo attraverso una serie di riflessioni. All’esterno della fibra è presente una guaina protettiva, chiamata jacket, il cui scopo è accrescere la resistenza meccanica della fibra agli stress fisici e per evitare il contatto diretto della fibra con l’ambiente esterno.

Gli operatori hanno iniziato ad installare nelle nostre città i cavi con le fibre ottiche, ma qual’è il vantaggio di questa tecnologia rispetto alla vecchia che utilizzava il rame come strumento di trasmissione delle informazioni? Il principale è l’assenza di perdita di potenza trasmettendo segnali a grandi distanze anche se bisogna fare distinzione tra i differenti metodi utilizzati per far giungere alle nostre abitazioni il segnale. Abbiamo, diversi sistemi che presentano differenti caratteristiche:

  • FTTH (Fiber To The Home): è la soluzione migliore, perché porta il cavo in fibra ottica direttamente all’interno della nostra abitazione con gli evidenti vantaggi.
  • FTTB (Fiber To The Building): in questo caso il cavo in fibra non arriva all’interno degli appartamenti, ma soltanto fino all’edificio che ospita anche la nostra abitazione.
  • FTTC (Fiber To The Cabinet): la situazione, attualmente, più diffusa; il cavo in fibra arriva all’interno della “cabina” stradale. Da questo, parte il vecchio doppino in rame con conseguenti riduzioni della velocità e portata dei dati legati a questo cambio di tecnologia.
  • FTTN (Fiber To The Node): questa è la peggiore situazione, perché in questo caso la lunghezza del cavo in rame per raggiungere la nostra abitazione è maggiore con maggiori problemi per la trasmissione del segnale.
PERCHE’ LA FIBRA OTTICA?
Ago 242017
 

Nella ricerca finalizzata alla realizzazione di nuovi tessuti, di nuove fibre in grado di possedere caratteristiche migliori, sono spesso stati presi in considerazione i ragni e le proprie magnifiche realizzazioni. Le ragnatele, infatti, hanno proprietà meccaniche straordinarie, ma gli studi condotti fino a qui non hanno portato a nessun risultato tale da giustificarne il loro utilizzo. Si è tentata anche la via dell’allevamento, cercando di raccogliere questi animali in luoghi idonei, come si fa per i bachi da seta; ma l’operazione si è dimostrata impossibile perché i ragni tendono a divorarsi reciprocamente.Ragnatela01

Ma cos’è e com’è fatta una ragnatela? Si tratta di una sottile tela costituita da microscopici fili di materiale viscoso e non viscoso prodotti dalle loro ghiandole interne, chiamate seritteri. Ciò che risulta incredibile di questa secrezione, è l’estrema resistenza. Una ragnatela può infatti essere paragonata a un buon acciaio, ma con una densità 5 volte minore, per cui il carico di rottura è, a parità di sezione, 5 volte superiore.

L’osservazione e lo studio delle ragnatele, ha portato gli scienziati dell’Università di Cambridge in Inghilterra a realizzare una nuova fibra partendo da un nuovo materiale chiamato idrogel, che è composto per il 98% da acqua e per il restante 2% da silice e cellulosa. Questi componenti, sono poi tenuti insieme da particolari molecole.

Ragnatela02

Durante la lavorazione, l’acqua viene fatta evaporare lasciando soltanto questo filamento sottile e leggero, ma super-resistente. L’ulteriore vantaggio, deriva dal fatto che la lavorazione può avvenire a temperatura ambiente e senza l’uso di sostanze chimiche, quindi con un processo molto più green rispetto a quelli utilizzati per la produzione di fibre sintetiche tipo il nylon.

La sperimentazione è ancora in corso e sono stati prodotti solo pochi milligrammi di questa nuova fibra, ma gli scienziati sono ottimisti e sperano presto di poter replicare su larga scala la produzione di questo incredibile filato i cui usi potrebbero spaziare dal campo aeronautico a quello della sicurezza a quello manifatturiero specifico dell’abbigliamento.

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Apr 282016
 

lg_ItalianInternetDay

Su iniziativa del prof. Lorenzo Bordonaro che insegna italiano nella nostra scuola, iniziativa a cui ho aderito con piacere, si festeggerà a scuola in alcune classi il trentennale di internet in Italia.

Internet, come alcuni sapranno, è nata negli anni ’60 negli Stati Uniti d’America e da quel momento il mondo non è stato più lo stesso. Una serie di eventi, menti visionarie e eccellenti, hanno fatto si che il mondo come lo conoscevamo fosse definitivamente tramontato. Un cambiamento radicale, nelle abitudini ma anche nei gesti, un cambiamento talmente profondo da aver quasi fatto dimenticare come era il mondo prima dell’avvento delle RETE.

01 Bambini e Internet

I passaggi storici riscoperti attraverso semplici ma divertenti video, ma anche l’analisi e la discussione degli aspetti più reconditi e pericolosi che questa rete globale porta con se.

Una lezione semplice, partecipata coinvolgendo gli alunni con le loro esperienze e le loro aspettative, mediate da noi docenti, per scoprire e per capire meglio cosa si nasconde dietro uno degli strumenti più utilizzati della nostra epoca.

Programma prof. BETTO

  • presentazione dell’internet day italiano e dell’evento nella nostra scuola;
  • video sulla storia di internet;
  • breve dibattito;
  • divertenti “corto” sui pericoli della rete;
  • dibattito finale.

Programma prof. BORDONARO

  • Breve storia della rete;
  • Prima e dopo;
  • Generazioni connesse “Caccia al Super ERRORI”;
  • Dibattito.

La durata di circa un’ora durante la quale potrà essere effettuato un video sull’evento che consentirà alla scuola di partecipare al concorso proposto dal MIUR, #internetdayatschool, secondo le modalità e i termini previsti dal bando.

L’evento è sponsorizzato dal Ministero dell’Istruzione e presenta tutta una serie di attività visibili sulla rete per tutta la giornata del 29 aprile.

LINK SITO UFFICIALE:
IL VIDEO DELLA MANIFESTAZIONE:

Feb 022014
 

box 02

Ancora 2.0, ancora software. La gestione della classe 2.0 richiede un tipo di approccio nuovo, completamente diverso, basato sul lavoro in remoto, lontano dalla classe e in condivisione. Per far si che questo si concretizzi, è necessario strutturare una piattaforma in grado di ospitare tutti gli alunni e capace di consentire un lavoro collaborativo a distanza. I gruppi potranno così procedere a realizzare il proprio lavoro anche senza incontrarsi fisicamente, da casa con comodità e in qualunque momento.


 Internet-iconNella continua ricerca sulla rete di soluzioni adatte al mio lavoro nella classe 2.0, ho subito capito che era necessario un approccio differente e per realizzare questo diverso metodo avevo bisogno di strumenti idonei. Il primo è stato il CAD Draftsight di cui vi ho già parlato, ma sia il programma da disegno che qualunque altro software sarebbero risultati poco produttivi senza la possibilità di lavorare con essi in remoto. Gli studenti dovevano poter usare i software anche a casa e consegnarmi il risultato del loro lavoro attraverso la rete. Il lavoro della 2.0 parte dalla rete e sulla rete deve potersi completare. Molto spesso si è parlato di tele-lavoro, di controllo remoto, di tele-assistenza. La classe 2.0 è la concretizzazione proprio di tutti questi aspetti procedurali nuovi. Nella 2.0 lo studente deve ritrovare molte delle operazioni e delle attività che ognuno di noi svolge quotidianamente e automaticamente.

Box_iconNella ricerca di piattaforme capaci di dare spazio alla mia idea, mi sono imbattuto in diverse, tra le quali Dropbox, CloudON, ecc., ma quella che mi ha maggiormente colpito per velocità, facilità di utilizzo, compatibilità multipiattaforma è stata BOX. Si tratta di un software di “storage cloud”, ossia di un software che fornisce, previo registrazione, uno spazio sulla nuvola (cloud) per la memorizzazione, scambio modifica di files diversi, tra cui quelli di Microsoft.

In BOX, è possibile salvare il proprio lavoro, foto, filmati, files audio e ogni altro tipo di contenuto digitale, condividerlo con altri utenti, pubblicarlo, modificarlo con software appositi, in pratica ogni operazione che normalmente facciamo sul desktop del nostro computer.

Individuata la piattaforma era giunto il momento di condividerla con tutti i ragazzi della classe e insegnare loro il modo di usarla.

ENTRIAMO NELLA NUVOLA

BOX04Il primo passo da compiere era quello dell’installazione del software su ciascuno dei computer adoperati dai ragazzi. Digitando www.box.com, si accede nella homepage del software dove in perfetto italiano (il sito è multilingue) viene spiegata la procedura di iscrizione al servizio.

Box05Cliccando sul tasto “iscriviti“, si è condotti ad una pagina di registrazione, dove con pochi passi e poche informazioni si riceve l’accesso e l’apertura dell’account. Prima però di poter utilizzare il servizio, bisognerà rispondere all’email automatica inviata all’indirizzo di posta con il quale ci siamo registrati per confermare la veridicità dei nostri dati e accedere al nostro spazio.

Lo spazio che viene fornito dalla procedura standard gratuita è di 10 gigabyte, che diventano 50 se si procede alla registrazione da iPad. Un’altra delle cose belle di BOX è la sua disponibilità su ogni piattaforma, MAC, WIN, iOS, Android, Linux, Windows Phone, Blackberry.

CONDIVIDIAMO LO SPAZIO

L’apertura dell’account è solo il primo passo verso una vera e propria integrazione del lavoro di classe sulla rete. Il docente dovrà creare una cartella sul suo spazio virtuale e condividerla con i suoi studenti. Per fare ciò è necessario conoscere le email di iscrizione al servizio di tutti gli studenti della classe in modo da creare una classe virtuale e invitare tutti i partecipanti a condividere lo spazio sulla rete con il docente.

Attraverso lo stesso BOX, invieremo gli inviti a tutti i nostri studenti e da questo momento saremo una vera e propria classe virtuale, in grado di interagire a distanza, scambiare e modificare i files prodotti a casa con il nostro lavoro.

BOX06E’  giunto il momento di sperimentare. Condividiamo dei files sul cloud e mettiamoli a disposizione degli studenti della classe. Non abbiamo più la necessità di usare chiavette USB, CD o DVD, o hard disk portatili per scambiare e immagazzinare i files della classe 2.0. Ognuno imparerà ad usare questo spazio come un cassetto digitale dove riporre il lavoro da svolgere. Diventerà facile fornire materiale e strumenti ai propri alunni, correggere i loro lavori durante la fase di realizzazione e modificarli in formato digitale in modo che essi trovino gli errori che noi abbiamo individuato. Potremo integrare gli elaborati di altri contenuti o semplicemente limitarci a osservarli. Gli alunni potranno chiedere il nostro intervento o i nostri consigli attraverso i commenti, a cui parteciperà tutta la classe.

Articoli1

Set 012013
 

internet.org2I grandi della terra si uniscono. Le grandi società che hanno fatto fortuna attraverso la rete, propongono in questo terzo millennio di unire gli sforzi per raggiungere i 5 miliardi di utenti che non sono connessi. Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, ha affermato: “Se Internet è uno dei principali volani per la diffusione della conoscenze e lo sviluppo, allora è doveroso che tutti vi abbiano accesso”. Partendo da questo concetto, si è fatto promotore di questo progetto di globalizzazione web coinvolgendo anche altri colossi quali: Ericsson, MediaTek, Nokia, Opera, Qualcomm, Samsung.

L’obiettivo dichiarato, è quello di raggiungere ed estendere la copertura web in zone più scoperte quali l’Africa. Questo progetto di estensione della connettività vede già impegnata Google che sta utilizzando palloni aerostatici dotati di antenne radio, che volteggiando sopra i cieli della aree non coperte dal servizio, permettono di rendere accessibile la rete anche in quella zona.

internet.org1

Internet.org, ha invece l’obiettivo di raggiungere queste aree attraverso la connettività mobile, area in cui facebook è leader. infatti, la società di social network ha reso disponibile la propria app anche per i telefonini low-cost e poco smart, molto diffusi nei paesi sottosviluppati.

Il progetto ha anche mosso numerose critiche verso il leader di Facebook in merito all’aspetto economico della vicenda, il quale ha però così risposto: “Se volessimo solo pensare ai soldi, sarebbe sufficiente il miliardo di persone che è già connesso a Facebook. Ha più disponibilità economica di tutti gli altri 5 miliardi di persone che non accedono al web nel mondo”.

Siamo anche noi per la massima diffusione e per l’accesso totale allo strumento più democratico che l’uomo abbia fino ad ora creato.

Articoli1

Feb 272012
 

Grazie alla segnalazione di un alunno (cosa che mi rende molto felice perché manifesta l’interesse di questi ragazzi verso la disciplina), vengo a scoprire che in questi giorni la “email” compie 40 anni. Non è sempre stata come la conosciamo oggi, ma gli elementi base non sono cambiati. Qualcuno ha contato che nel 2010 ne sono state inviate qualcosa come 107 triliardi, un numero spaventoso ma con il quale abbiamo imparato a convivere. Quotidianamente inviamo messaggi dalla posta elettronica ricevendo, numerose mail da amici, parenti, collaboratori, ma anche indesiderate note come spam. In 40 anni molte cose sono cambiate, ma la semplicità d’uso ne ha reso capillare la diffusione. La chiocciolina è diventata un elemento della nostra quotidianità; oggi fa parte della collezione del museo di arte moderna di New York, il MoMA. Il suo uso, ormai, è diventato parte del nostro quotidiano come quello del telecomando, ma il fatto che non se ne discuta, non ne sminuisce il valore. Oggi si parla molto di più di Facebook o Twitter, senza però ricordare che è grazie all’email che questo sistema ha trovato la sua diffusione.

Il modo corretto di scriverla è email, senza trattino, definizione stabilita dalla Associated Press Stylebook. E’ stata inventata alla fine del 1971 dall’informatico Ray Tomlinson, l’email ha praticamente l’età di Internet ed è stata senza dubbio l’applicazione più popolare nei primi decenni della storia della rete. Molte volte è stata data per finita di fronte alle nuove tecnologie, ma data la sua disarmante semplicità sempre più utenti aprono email. Oggi se ne contano circa una e mezzo ogni utente della rete e la spiegazione di questo enorme successo è dovuta al fatto che il marketing l’ha adottata diventando lo strumento principale per mandarci offerte, proposte, richieste. Si calcola che perdiamo qualcosa come due ore e mezzo al giorno per visualizzare circa 150 email di cui la metà viene cestinata senza essere letta proprio in base all’oggetto o al mittente.

Comunque nel bene e nel male l’email è diventata parte della nostra vita, in alcuni casi strumento inseparabile della nostra attività quotidiana. Quindi, lunga vita all’email e tanti auguri a lei.

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