Mar 172013
 

teacher-vs-studentInsegnanti battono alunni 1 – 0. Perlomeno negli Stati uniti. Infatti, da uno studio curato dal Pew Research Center e dal College Board, risulta che gli insegnanti sono più social, più digitali e più avanti tecnologicamente della media nazionale e degli alunni a cui insegnano. La ricerca dal titolo “How teachers are using tecnhology” ha infatti dimostrato che i docenti americani delle scuole superiori e medie, naviga quotidianamente ad alta velocità sulla fibra ottica, smanetta sui tablet o sugli smartphone, guarda i video su YouTube e legge gli e-reader più dei libri cartacei. Quindi dallo studio e dalle interviste viene fuori un nuovo aspetto dell’insegnante che superando le barriere generazionali e mentali, ha aggiornato il proprio curricolo e la propria formazione, diventando sempre più dipendente dalle tecnologia.

Lo studio evidenzia come il 94% dei professori possiede un cellulare (contro il 84% della media nazionale), di questi il 50% ha uno smartphone di ultima generazione, possiede un notebook o un pc e ne fa uso continuativo, uno su due ha una console per gioco e svago e il 47% legge libri su e-reader. Stranamente risulta fanalino di coda il tablet:  solo il 39% lo possiede. Inoltre, il 63% degli insegnanti intervistati con età superiore a 55 anni, ama ascoltare la musica su lettori Mp3 e che molti di loro non sdegnino lo svago su console come la XBox o la Playstation.

Le lezioni vengono preparate attraverso il classico sistema, integrato però con tutto ciò che oggi la tecnologia fornisce. Per cui il docente consulta i social network (percentuale anche in questo caso superiore alla media nazionale) e usa Wikipedia, Google e ogni altro strumento in modo massiccio e sistematico.

Il vero problema nasce dalla veridicità e dal controllo delle informazioni presenti sulla rete. Il parere degli intervistati è che la quantità di informazioni presenti rende, allo studente, difficile distinguere tra informazione corretta e non. Infatti, la maggior parte degli intervistati è convinto che per avere voti alti sarà indispensabile “la capacità di giudicare la qualità delle informazioni” oltre all’abilità nell’uso degli strumenti tecnologici disponibili.

Quindi gli insegnanti battono gli alunni 1 a 0….perlomeno in America. Ma, in Italia?

Qui discutiamo ancora sull’uso o meno del cellulare in classe. Mentre se ne parla, il mondo va avanti e non aspetta. Forse è il momento che oltre a cambiare classe dirigente si cominci anche a cambiare il ruolo della scuola nella formazione. La scuola italiana sta perdendo questo treno, restando alla finestra a guardare il progresso che le passa sotto il naso incapace di coglierne l’essenza e di guidarne l’apprendimento. Peccato, ma faremo di tutto per cambiare questo status.

Articoli1

Mar 142013
 

smart_schoolCome sapete alla Dante SUCCEDONO sempre un sacco di cose. E anche oggi è SUCCESSO qualcosa di particolare. Un grande salto nella tecnologia offerto dal gigante coreano Samsung che con la sua sede italiana, ha presentato a Catania presso l’hotel NH Parco degli Aragonesi, la sua soluzione per la scuola chiamata SMART SCHOOL.

SUCCEDE che, in questa occasione, i rappresentanti di Samsung in Italia hanno illustrato ai presenti in sala, docenti e dirigenti scolastici, le nuove soluzioni che propongono per la scuola italiana. E SUCCEDE anche che il sottoscritto ha partecipato all’evento e in questa sede ve lo racconterà e chissà….forse qualcosa SUCCEDERA’ anche alla Dante.

Cos’è Smart School. Citando le loro stesse parole “…soluzione educativa mobile che consente a studenti, genitori e insegnanti di trarre vantaggio da un’ampia gamma di informazioni correlate all’istruzione dal proprio dispositivo mobile. Esse includono informazioni aggiornate sulla scuola, accesso a risorse di apprendimento fondamentali e indicatori di presenza e partecipazione in tempo reale, tutte informazioni che servono ad aumentare l’impegno e le prestazioni dei tuoi studenti. È possibile definire dei canali di comunicazione tra istituzioni e studenti, producendo un ambiente di apprendimento più interattivo. Migliorando i rapporti e aumentando la flessibilità tra studenti e insegnanti, queste soluzioni possono avere un impatto positivo su un’ampia varietà di istituzioni.” In breve è una soluzione integrata tra hardware e software che affronta tutte le tematiche dell’insegnamento, un passo avanti, nuovo, contemporaneo e digitale di fare scuola, sostituendo alla classica lezione frontale e i classici libri cartacei con grandi quantità di dati digitali, divisi per argomenti e tipologie, modificabili e creabili a loro volta dagli utenti di questo sistema, cioè docenti e studenti.

Ma veniamo al racconto, breve ma intenso di questa giornata teknologica…SUCCEDE anche questo.

Ore 10 apre la sessione di presentazione; sul palco il Network Sales & Marketing Senior Manager di Samsung Giorgio Tencati, che dopo aver fatto gli onori di casa e averci fatto una breve cronistoria di Samsung ha lasciato la parola al Product and Solution Supervisor Ernesto D’Alessandro, manager anche per l’area scuola italiana che ha introdotto l’argomento sui nativi digitali (i giovani d’oggi) e il modo in cui interagiscono e usano i devices che hanno a disposizione. Si è discusso di come i ragazzi siano diventati  multitasking, nel senso che riescono a fare più cose contemporaneamente e con più strumenti insieme e di come oggi il linguaggio di comunicazione e gli strumenti di socializzazione si siamo stravolti.

GalaxyNote

A questo punto SUCCEDE che sono stati presentati alcuni strumenti hardware che Samsung ha progettato e realizzato appositamente per la scuola anche in collaborazione con alcuni partner certificati al fine di creare, non tanti strumenti indipendenti, ma un universo verso cui convergono diversi dispositivi mobili e non. Wacom piccoloHa presentato così il Galaxy Note 10.1 evidenziando le specifiche hardware e sottolineando la caratteristica di supportare la scrittura a mano libera utilizzando una tecnologia chiamata Wacom per il registro elettronico e per la firma grafometrica. Si tratta di una tecnologia sviluppata da Wacom che registra oltre alla posizione della penna, la pressione sulla tavoletta e altri dati biometrici della persona in fase di scrittura, rendendola assolutamente naturale e sicura.

Questo è stato il momento della LED E-BOARD, l’innovativa lavagna interattiva proposta da Samsung. Si tratta di un dispositivo retroilluminato LED con diagonali da 55″, 65″ o 75″, totalmente touch screen di ultima generazione integrato con un software di gestione MagicBoard intuitivo e completo. Permette di scrivere a mano libera, sia con la penna ottica sia direttamente con le dita, permette la visualizzazione di testi e documenti di cui è possibile evidenziare delle parti e su cui è possibile inserire annotazioni. Si possono condividere i contenuti trasmettendoli ai tablets, accedere a internet e interagire con ogni tipo di contenuto multimediale.

Parte il video prono che mostra questa caratteristiche di convergenza e interattività. Un video carino ed emozionante che vi propongo di seguito:

[youtube http://m.youtube.com/watch?v=OLlxkQRCJdw&w=560&h=420&rel=0]

E’ la volta di Andrea Russo e Giuseppe Mola che ci illustrano la piattaforma LMS sulla quale saranno depositati tutti i contenuti multimediali di questo sistema integrato. Contenuti che oltre a essere prodotti dalla case editrici, potranno essere scaricati dalla rete, prodotti dai docenti o dagli stessi studenti.


Nella seconda parte della mattinata, sono intervenuti invece docenti di scuole italiane in cui la sperimentazione delle soluzioni Samsung è già iniziata, e a uno ad uno i professori, di ogni ordine e grado hanno mostrato e raccontato le loro esperienze con questi strumenti, evidenziando ancora una volta come questo processo, iniziato e inarrestabile, ha la portata di una vera e propria rivoluzione storica. Sono stati evidenziati anche i gravi problemi in cui versa la scuola italiana visualizzando, con delle slides, i dati appena pubblicati del rapporto sulla digitalizzazione. Impietosi a dir poco! La scuola italiana è agli ultimi posti con Grecia e Romania per digitalizzazione e mentre altri paesi, negli ultimi sei anni, gli investimenti nelle tecnologie e nella scuola sono cresciuti a volte anche di quattro volte, in Italia non vi è stato alcun incremento relegandoci, ancora una volta, all’ultimo posto in Europa.

Alle 13:30 e i rappresentanti della Samsung hanno completato le loro esposizioni e hanno rinviato gli ospiti alla seconda parte della conferenza con programmazione pomeridiana, in cui noi docenti e dirigenti dovremo cedere agli altri fruitori della scuola, cioè gli alunni. Quindi, SUCCEDE che…ma questa è tutta un’altra storia.

Di seguito potete vedere una galleria di immagini scattate durante lo svolgimento della manifestazione.

Galleria

Gen 302013
 

A volte bisogna saper ridere di se stessi e sapersi mettere in gioco. E’ proprio questo lo spirito di un articolo a firma di una certa Cristina Montini (suppongo sia una studentessa) che scrive sulla pagine di scuola.net un divertentissimo articolo sul rapporto a volte difficile tra studenti e insegnanti. Il titolo dice già tutto, ma il sotto titolo è ancora meglio “7 regole per non commettere una strage a scuola“. Lo pubblico integralmente e spero che anche voi possiate sorridere come ho fatto io leggendolo.

NON UCCIDERE… IL PROF – Consapevoli del fatto che nella mente di ogni buon studente che si rispetti, almeno una volta nella vita, è balenato un istinto omicida nei confronti del proprio professore, oggi proviamo a darvi alcune indicazioni su come provare a mantenere la calma durante le lezioni e contenere la strage dei prof.

COME COSTRUIRE UN BUON RAPPORTO – I buoni risultati a scuola si ottengono anche grazie ad insegnanti che riescono a coinvolgere i ragazzi e a farli studiare, ma molto dipende anche dall’atteggiamento degli studenti stessi che non sempre rendono la “vita facile” ai loro prof. Quindi, ammettendo che i vostri insegnanti siano di quelli “in gamba”, ricordatevi che anche voi dovete fare la vostra parte e impegnarvi a costruire con loro un rapporto quanto più sereno possibile.

1. Pensate come un prof
Innanzitutto pensate che un insegnante non ha un compito facile: riuscire a gestire una classe di studenti, magari numerosa, non è un gioco da ragazzi. Se il professore è nuovo, dategli il tempo di conoscervi e di farsi conoscere, la prima impressione potrebbe non essere quella giusta.

2. Attenti durante le lezioni
Il modo più semplice per piacere ad un professore è quello di stare attenti durante le sue lezioni. Non serve trasformarsi da un giorno all’altro in antipatici secchioni. È sufficiente ascoltare quello che il prof spiega con un occhio sveglio anziché mezzi sdraiati sul banco. Può bastare anche alzare la mano ogni tanto per chiedere dei chiarimenti su quello che è stato spiegato invece di parlare o ridacchiare con il vostro compagno di banco della partita della sera prima (per questo c’è la ricreazione!).

3. Attitudine positiva
Think positive, ovvero non entrate a scuola con il motto “che palle, proprio non mi va”… potrà succedere ogni tanto di desiderare di essere in qualsiasi altro posto piuttosto che a scuola, ma visto che ci dovete andare, almeno cercate un motivo per ritrovare il sorriso (magari è l’occasione buona per assistere a qualche strafalcione memorabile del prof).

4. Rispetto
Se volete che il vostro professore non vi prenda di mira e che vi tratti sempre in modo equo e imparziale, senza subire favoritismi o “ritorsioni”, allora siate i primi a rispettarlo! Comportatevi sempre in modo educato, non rispondete con offese o parolacce, evitate qualsiasi atteggiamento strafottente… ricordatevi, quindi, che si tratta di una persona (anche nel caso non vi sia simpatica) e come tale, ripetiamo, va rispettata. Rispettare gli altri è un grande segno di maturità, chiunque lo apprezza.

5. Studiate e impegnatevi
Cercate di dimostrare al vostro insegnante che studiate regolarmente: evitante quindi di farvi beccare impreparati o di giustificarvi troppo spesso. Se si accorgerà che date il massimo, anche se un giorno doveste andare male ad una interrogazione o ad un compito, sarà più indulgente e vi darà con più facilità la possibilità di recuperare.

6. Non siate polemici
Evitate polemiche e discussioni troppo accese. È giusto confrontarsi e difendere le proprie idee, ma a tutto c’è un limite. Soprattutto non lamentatevi con l’insegnante dei vostri compagni o di altri professori (a meno che non si tratti di qualcosa di veramente serio): ricordatevi che tutti hanno dei “difettucci”, anche voi stessi. Quindi preferite la tolleranza alla polemica.

7. Ammettete i vostri errori.
È facile dare la colpa di quello che non va agli altri: se il compito va male è perché il prof ha sbagliato a correggerlo, se all’interrogazione avete preso una insufficienza è perché le domande che vi ha fatto erano troppo difficili… A volte è necessario fare un esame di coscienza e domandarsi in cosa abbiamo sbagliato noi. Sicuramente ci accorgeremo che la colpa non è sempre e solo degli altri. Ammettere di aver sbagliato non significa fallire, ma crescere.”

Brava Cristina che è riuscita a cogliere alcune divertenti realtà della scuola moderna e a raccontarle in modo ironico, leggero e mai volgare. Ora, però, mi impegnerò a cercare sulla “rete” un articolo analogo, su come noi docenti possiamo sopravvivere all’istinto di lanciare gli alunni fuori dalla finestra…. 😛  

Set 092012
 

ANNO NUOVO, MATERIALE NUOVO. Arriva settembre e si scatena la corsa all’acquisto del materiale per la scuola. Mamme e figli corrono nei centri commerciali o nella bottega sotto casa per acquistare questo o quel prodotto, per essere pronti all’avvio del nuovo anno scolastico. Cosa dovrò comprare per la TECNOLOGIA? Questa pagina nasce proprio con l’intento di guidarvi all’acquisto del materiale didattico. Si tratta ovviamente del materiale che il sottoscritto chiede per il proprio lavoro, per cui ogni altro docente potrà usarlo come riferimento o cambialo dove necessario.

Ho associato ad ogni elemento una breve descrizione, un’immagine di riferimento, l’anno scolastico in cui bisogna fare l’acquisto e il link con un approfondimento tecnico.

Spero così di aver reso la scelta più semplice e chiara possibile. Ciò non toglie che potete sempre  contattarmi per chiedermi chiarimenti o ulteriori informazioni. Sarò sempre lieto di rispondervi.

Un sommario iniziale mostrerà uno schema di acquisto diviso per anno scolastico. Ovviamente, ciò che è stato acquistato un anno non va comprato nuovamente se ancora a vostra disposizione (esempio: se l’album contiene ancora fogli, può essere utilizzato per l’anno successivo fino al suo esaurimento).

QUESTO ARTICOLO RIPORTA IL MATERIALE DA ACQUISTARE, MA L’ACQUISTO ANDRÀ EFFETTUATO DOPO LA SPIEGAZIONE DEL PROFESSORE IN AULA.

INDICE
CARTELLA IN PLASTICA RIGIDA

La carpetta o cartella è un contenitore di cartone o di plastica, utilizzato per la raccolta di documenti e materiale cartaceo vario. È richiudibile per mezzo di un bottone o per mezzo di un elastico. Solitamente le sue dimensioni sono più grandi di un formato A4 di un foglio di carta e dipendono dalle dimensioni del materiale che la carpetta deve contenere. La dimensione può essere 30 * 40 cm o più. E’ possibile utilizzare la stessa cartella acquistata per Arte Immagine, condividendola, se le due discipline sono nella stessa giornata.

RACCOGLITORE AD ANELLI

Il raccoglitore ad anelli è un grande quadernone plastificato o cartonato che ha la funzione di conservare, ordinare e proteggere i fogli da disegno o per scrittura. In commercio ne esistono molti tipi brandizzati, colorati, stampati…

FOGLI A QUADRETTI

Ricarica di fogli a quadri per raccoglitore ad anelli. I quadretti devono essere quelli piccoli, pari a 4 millimetri. Se possibile scegliere un tipo di carta con grammatura più pesante (quindi il foglio risulterà più rigido). Meglio se il foglio possiede un rinforzo laterale plastificato per proteggere i fori.

 

 

ALBUM DA DISEGNO F4

L’album da disegno dovrà essere nel formato F4 ossia di dimensioni 33 * 24 cm.

Le caratteristiche fondamentali dell’album da acquistare sono:

  • GRAMMATURA: è un lemma tecnico usato nel campo della tipografia. Rappresenta la “consistenza” del foglio di carta e non va confusa con lo “spessore”. Tecnicamente la grammatura viene definita come “il peso di un foglio di carta di un metro quadro di superficie”. Per fare un esempio concreto, la normale carta per fotocopia ha una grammatura 80. Se pesassimo un foglio di questa carta grande un metro quadrato, infatti, esso peserebbe 80 grammi. La grammatura che gli album da acquistare debbono possedere è 220 grammi o più.
  • TIPO DI SUPERFICIE: i fogli per il disegno tecnico devono essere lisci. L’uso di fogli ruvidi o di altro tipo sono sconsigliati per il disegno tecnico.
  • FOGLI SINGOLI: l’album deve essere a fogli singoli, tenuti insieme attraverso dei blocchi di carta angolari. Non debbono, perciò, essere quelli staccabili a strappo.
  • NUMERO DI FOGLI: infine, gli album sono venduti in confezioni da 20 o 40 fogli. La scelta è libera, ma preferirei 2 album da 20 fogli in modo da poterne lasciare uno a scuola e tenerne uno a casa.
MATITA O PORTAMINE

Esistono diversi tipi di matite, a seconda delle caratteristiche di durezza e di composizione della mina. Le matite da disegno si differenziano in 19 tipologie: EE (morbidissima), EB, 6B, 5B, 4B, 3B, 2B, B, HB (media), F, H, 2H, 3H, 4H, 5H, 6H, 7H, 8H, 9H (durissima). Le matite più morbide permettono di ottenere un nero intenso (spesso indispensabili nei disegni artistici), mentre quelle più dure vengono prevalentemente utilizzate nel DISEGNO TECNICO.

Esiste un tipo particolare di matita chiamato portamine, costituito da una struttura in plastica o altro materiale contenente una serie di sottili mine di grafite. Premendo il pulsante all’estremità del portamine, viene fatta fuoriuscire una mina. In questo modo non è più necessario far la punta alla matita.

La matita o la mina con cui iniziare, è la HB o 2, per poi passare negli anni, aumentando la precisione e il controllo, a matite o mine più dure, ossia verso le H.

Per il primo anno è consigliato l’acquisto della matita HB o 2, mentre già dalla seconda o terza (ma su indicazione del professore), si potrà passare a matite più dure che garantiscono un segno più preciso. L’uso della matita o della mina con il porta-mine è indifferente, mentre è sconsigliato l’uso delle micro-mine con il porta micro-mine, in quanto strumenti troppo professionali e non adatti alla manualità di un apprendista.

Approfondimento: La MATITA

GOMMA PER CANCELLARE

La gomma per cancellare è uno strumento di cancelleria in gomma, naturale o sintetica, atto a rimuovere meccanicamente inchiostri o tracce di grafite da supporti di scrittura o disegno. Si divide in più tipi, dipendentemente dal tipo di tratto da rimuovere:

gommapane, a mescola morbidissima, per disegno a carboncino o matita morbida;

per matita, a mescola morbida di colore bianco;

per penna, a mescola dura, abrasiva;

a rondella ottagonale, per macchine per scrivere, estremamente abrasiva.

Ovviamente il modello da acquistare è il secondo, quello per matita a mescola morbida.

Approfondimento: La GOMMA per cancellare

TEMPERAMATITA O TEMPRERAMINE

Il temperamatite è un oggetto di cancelleria molto comune, realizzato in acciaio, ferro, plastica o altri materiali. La sua funzione è appuntire le matite, affinché queste possano scrivere.

Esistono vari tipi di temperini manuali, e tra questi:

quello a doppio foro, che permette di temperare matite di due dimensioni diverse;

quello a foro singolo, per una sola dimensione di matita;

quelli con serbatoio che permettono di raccogliere i trucioli di legno e la grafite eliminata.

Il temperamine, invece, è un tipo di temperino più piccolo adatto a temperare le mine dei porta-mine. E’ utile sia se si utilizzano mine con porta-mine per disegnare che per temperare le mine dei compassi.

E’ chiaro che acquisterete il temperamatite se utilizzerete per disegnare la matita e il temperamine se invece utilizzerete il porta-mine.

SQUADRETTE IN PLASTICA
Squadretta 30-60°

Squadretta 30-60°

Le squadrette sono strumenti utilizzati per disegnare, tracciare e progettare. Hanno forma triangolare e vengono utilizzate normalmente in coppia. Abbiamo così:

una squadretta detta scalena, nella quale l’ipotenusa forma con i cateti angoli di 30° e 60°;

una squadretta isoscele, nella quale l’ipotenusa forma con i cateti due angoli uguali di 45°.

Possono essere realizzate in materiali diversi, plastica, legno, metallo. Pur essendo più resistenti quelle in metallo, la scelta ideale è per quelle in plastica. Infatti, il plexiglass trasparente di cui sono fatte, pur garantendo una certa resistenza, permette di vedere quello che sta sotto mentre disegniamo.

Squadretta 45°

Squadretta 45°

Assolutamente sconsigliate quelle in legno, ormai obsolete e facilmente soggette alla deformazione per umidità.

Le squadrette, vengono utilizzate normalmente assieme alla riga per poter tracciare segmenti perpendicolari o incidenti oppure utilizzando gli angoli di uso comune.

Le squadrette vanno acquistate entrambe e normalmente sono vendute in confezioni che le contengono tutte e due.

Approfondimento: Le SQUADRETTE

RIGA IN PLASTICA

La riga è uno strumento antico, utilizzato sin dall’albore dei tempi per la tracciatura di linee rette e per la misurazione. La riga poteva essere libera o fissata al supporto da disegno, ma in ogni caso era lo strumento di riferimento per l’allineamento del foglio e delle squadrette.

I materiali più impiegati sono stati il legno, il metallo (ferro o bronzo), l’avorio e l’osso; dalla fine dell’800 si impiegarono anche la celluloide, successivamente l’alluminio e, dalla metà del ‘900, l’acrilico (sostanza sintetica e trasparente).

La riga prende il nome di righello quando la sua lunghezza non supera i 30 centimetri.

La riga consigliata da acquistare è quella da 50 o 60 centimetri, da poter condividere con la disciplina di Arte e Immagine al fine di realizzare un solo acquisto.

Approfondimento: RIGA  e RIGHELLO

COMPASSO

Il compasso è uno strumento geometrico da disegno antichissimo. E’ formato da due aste, solitamente di uguale lunghezza, articolate nella parte alta tramite un semplice sistema a vite. Alla base delle due aste, qualche volta allungabili, sono fissati strumenti tecnici diversi in funzione di quello che bisogna realizzare.

Il balaustrone è un’evoluzione del compasso. Oltre alle due aste formate grossomodo come quelle del compasso, possiede una vite con rotellina al centro che serve alla regolazione dell’apertura.

BalaustroneLa scelta se acquistare il compasso o il balaustrone è del tutto soggettiva, però con qualche avvertenza; il compasso è uno strumento di precisione, per cui conviene sempre comprarne uno di marca, dotato se possibile, di tutti gli accessori a corredo. Inoltre, è meglio che le aste siano estensibili, in modo da poter realizzare cerchi più grandi. Il balaustrone, pur rendendo più semplice la realizzazione di cerchi in quanto le aste sono fisse, è dotato di rotellina che consente una minore apertura e quindi la realizzazione di cerchi di dimensione minore.

Quindi, se dovessi necessariamente esprimere una considerazione in merito a questa scelta, io preferisco il compasso, più difficile da utilizzare ma dotato di più accessori e permette una maggiore libertà nella realizzazione grafica. Il balaustrone, pur essendo estremamente preciso e più facile da utilizzare, non consente di tracciare cerchi sufficientemente grandi.

Approfondimento: Il COMPASSO

NORMOGRAFO

Il normografo è un particolare strumento tecnico, utilizzato dai disegnatori, soprattutto geometri e architetti, per la realizzazione di speciali caratteri tipografici e non. Si tratta di un righello di plastica o di altro materiale su cui sono intagliate le lettere dell’alfabeto o altri caratteri speciali ad esempio cerchi (cerchiografo), quadrati (quadrografo), ecc., che aiutavano il disegnatore a tracciare simboli e caratteri con precisione sui disegni.

La dimensione del normografo da acquistare è quello da 10 millimetri, ossia le scritte da realizzare saranno alte esattamente un centimetro.

Approfondimento: Il NORMOGRAFO

NASTRO ADESIVO

ScotchLo scotch, o nastro adesivo, è uno strumento che troviamo sempre nel mondo del disegno. Ha la funzione di fissare i fogli al piano di lavoro, al fine di poter utilizzare riga e squadrette in modo preciso.

E’ preferibile acquistare quello di carta, perché si stacca con maggiore facilità e senza strappare il foglio.

SCHEDA PER L’ACQUISTO

Lo schema di seguito in formato stampabile, rappresenta il sommario del materiale da acquistare per l’attività pratica del disegno tecnico.

E’ chiaro che non tutti gli attrezzi vanno acquistati ogni anno. Ad esempio se ho comprato il compasso in prima non sarà necessario riacquistarlo a meno che si sia rotto o l’abbia perso.

Alcuni attrezzi andranno comprati dal secondo anno in poi come ad esempio l’album da disegno F4 mentre altri acquistati in prima non saranno più utilizzati gli anni successivi come ad esempio i fogli a quadretti da  4 millimetri.

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Ago 012012
 

Da tempo si parla nel bene e nel male della scuola italiana, dei suoi mali e delle riforme che, si susseguono, per lasciare solo un nome (quello del ministro di turno) senza risolvere i problemi.

Da anni si parla anche di scuola d’eccellenza, ci si confronta con l’Europa, ci si sottopone a prove di valutazione comparative (INVALSI, FARO, ecc.). Ma cos’è che fa la differenza oggi? Spesso mi sono interrogato su questo problema e tutte le volte ho sempre trovato la stessa risposta. La scuola non può essere un organo che dall’alto diffonde la conoscenza attraverso dogmi sempre uguali. La società cambia, evolve, si trasforma e la scuola, parte di questa società, deve adeguarsi per diventare strumento efficiente di formazione. Non si può pretendere di insegnare ai giovani qualcosa se la scuola non comprende con chi sta parlando, del mondo in cui vivono, delle difficoltà che affrontano. La scuola per troppo tempo è rimasta a guardare il tempo che passa e la realtà che cambia trovandosi in molti casi impreparata e impotente di fronte a questi cambiamenti. La scuola deve comprendere e metabolizzare questi cambiamenti per ritornare ad essere lo strumento di guida e di filtro per questi fenomeni. Per far ciò deve ricominciare ad aggiornarsi, ad affrontare e studiare i nuovi fenomeni culturali, le nuove forme di comunicazione.

Da tempo cerco, nella didattica, di realizzare questo obiettivo, attraverso un’aggiornamento costante dei contenuti e delle metodologie. Cerco di realizzare la didattica attraverso l’uso di strumenti moderni e di massa che rappresentano oggi il modo di comunicare. Musica (house e pop) durante le lezioni di disegno, uso intensivo di laboratori e tecnologie, uso di email come veicolo di comunicazione in tempo reale tra docente, alunno e famiglia. Ho sviluppato questo sito internet per chiudere il cerchio di questo progetto. L’insegnante diventa così il tutor dello studente anche durante le ore extra-curriculari. L’alunno, ma anche la famiglia, trovano qui l’appoggio alle attività didattiche a casa e la possibilità di dialogare e chiedere informazioni al docente in ogni momento della giornata. Questo, ovviamente, presuppone una diffusione capillare dello strumento digitale, di una connessione internet, di un uso costante del computer, tablet o smartphone e per questo debbo ringraziare il fatto di lavorare in un contesto scolastico che me lo consente. Quindi, diventa fondamentale l’uso della tecnologia, green, economica, immediata. Strumenti quali il cellulare, il tablet o il computer debbono essere considerati come i nuovi strumenti didattici al pari di penna e libro e la scuola deve contribuire alla loro diffusione e utilizzazione. E’ la scuola che deve apprendere che oggi si comunica con gli sms, con i social-network, con le chat e far propri questi strumenti per spiegare il loro uso “buono” e non demonizzarli allontanandosi di fatto dalla realtà.

Questa premessa, mi è servita a presentarvi l’articolo di oggi. Nel mio continuo scandagliare la rete, mi sono imbattuto in qualcosa che mi ha dato grande speranza e mi ha fatto provare un po’ di invidia (quella buona, però). Sul territorio italico, e precisamente al sud, in Puglia nella città di Brindisi, esiste una realtà scolastica che definisce, a mio avviso, il concetto di ECCELLENZA SCOLASTICA. Nell‘Istituto Tecnico Industriale Majorana sta accadendo da qualche anno qualcosa che non ha confronti con il resto della scuola in Italia. Pensate, i libri di testo adottati sono tutti realizzati dai docenti della scuola stessa in formato digitale (stampabili anche in cartaceo su richiesta). I libri sono stati tutti convertiti nel formato iBook di Apple e inseriti nello store della casa della Mela (scaricabili attraverso iTunes). Ma non basta! La scuola ha stretto un accordo con la Apple stessa che, ha consentito alle famiglie di acquistare l’iPad ai propri figli al posto dei libri di testo cartacei pagando un costo scontato di 379 euro rateizzabili. A questo punto gli alunni, tutti dotati di tablet, studiano sui testi digitali prodotti dai propri docenti, quindi molto vicini alla metodologia adottata dall’insegnante durante la spiegazione. Aprendo l’iPad, basta cliccare sul software iBooks e aprire il libro della disciplina in corso e il gioco è fatto. I libri, sono tutti dotati di contenuti multimediali, approfondimenti, video e quant’altro necessario alla lezione e spiegato in classe dal docente. Il progetto è stato possibile grazie a Book in progress, sperimentazione diffusa anche in altre 70 scuole nazionali.

I risultati? Straordinari a sentire il Dirigente della scuola. La media dell’Istituto nelle prove INVALSI è stata di 10 punti superiore alla media nazionale, la scuola è la più informatizzata d’Italia ed è la prima che ha sperimentato una didattica esclusivamente digitale oltre che quasi esclusivamente in lingua inglese. Il Dirigente, Salvatore Giuliano, galvanizzato dai risultati insiste affermando “La nostra esperienza è unica sul territorio nazionale poiché oltre alla tecnologia forniamo i contenuti. La tecnologia al Majorana è un punto di partenza per la nuova didattica e non un punto di arrivo. I libri di testo, sempre realizzati dai docenti, saranno forniti anche in formato cartaceo”.

Valutate voi, ma io i miei figli in una scuola come la Majorana li iscriverei immediatamente. Questa sperimentazione fatta realtà, dimostra che nella collaborazione tra istituzioni, scuola e famiglie, oggi è possibile intraprendere un percorso nuovo, moderno, e formativo. Cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti su queste pagine.

Mar 282012
 

Scandagliando la rete ho scovato un’iniziativa molto interessante che, dopo aver approfondito, ho deciso di proporvi. Ho coinvolto anche i docenti di tecnologia delle altre sezioni della Dante in modo da proporre questa simpatica iniziativa al maggior numero di classi della nostra scuola. AtHome la casa sostenibile 3.0 è un progetto rivolto alla scuola italiana da parte di IKEA che si propone di promuovere l’educazione ambientale in modo attivo e divertente coinvolgendo docenti ed alunni delle scuole medie, per acquisire conoscenze e per sviluppare comportamenti significativi al risparmio energetico e all’utilizzo delle risorse in ambito domestico. Collegandosi al sito http://scuola.hemmaikea.it/ gli studenti possono creare un loro robot-avatar personale che li aiuterà ad approfondire i temi del risparmio energetico e delle fonti alternative. Attenzione all’uso dell’acqua, gestione dei rifiuti, raccolta differenziata, acquisti, stili di vita sostenibili, in riferimento al proprio ambito domestico. I docenti che registrano la classe virtuale, dispongono di una sorta di registro che, permette di approfondire tematiche inerenti e al tempo stesso di verificare l’attività di apprendimento direttamente attraverso il loro interagire con i temi trattati.

Lo scopo dell’attività è quello di far comprendere cosa vuol dire vivere la propria casa in modo sostenibile. E’ importante porre molta attenzione all’ambiente nel quale viviamo e nel quale trascorriamo la nostra giornata. Osservarlo, osservare gli oggetti che lo compongono, spostarli, inserirne di nuovi; tutte queste azioni lo trasformano rendendolo più vicino alle nostre esigenze e al nostro stile di vita. Ma come il nostro stile di vita pesa sull’ambiente e sulle risorse (energetiche, idriche, ecc,) che consumiamo? Attraverso le attività proposte da AtHome i ragazzi avviano un percorso che li guida verso un uso consapevole delle risorse dentro la “casa”, imparando a viverla in modo più sostenibile, evitando sprechi e riducendo i rifiuti.
Attraverso queste attività si fa in modo di approfondire la loro conoscenza dello spazio domestico. Essi, sono convinti di conoscere la propria casa perfettamente, ma è veramente così? Rappresentare la casa come un “immobile essere vivente” che consuma continuamente una grande quantità di energia e di risorse, che mangia e espelle i propri rifiuti. Quest’immagine è utile per far visualizzare ai ragazzi il loro stile di vita, dagli acquisti ai consumi, fino ai rifiuti.
Come una creatura, la casa mangia per mantenersi in forma, trasformarsi e creare nuove cose: consuma energia elettrica per illuminarsi, gas per scaldarsi, le nostre spese per abbellirsi e per creare cibo e divertimento. E poi, come tutti gli esseri viventi, produce degli scarti, che espelle con gli scarichi e i rifiuti. Accanto a lei altre case consumano e producono. Tutte insieme formano città e Paesi, che occupano e modificano l’ambiente in cui viviamo. Tutto questo ha portato, nell’ultimo secolo, a enormi cambiamenti: perfino il clima sta cambiando e alcune risorse rischiano di scomparire definitivamente.

Attraverso AT HOME, l’insegnante, acquisisce strumenti che gli consentono di attivare questo percorso di conoscenza. Valorizzare le esperienze, sviluppare la loro capacità di osservazione, promuovere atteggiamenti e comportamenti responsabili.

Il progetto comprende tre distinte fasi al fine di offrire ai docenti una vera e propria azione di tutoring e la possibilità di strutturare le attività all’interno del programma didattico: la prima che prevede la richiesta del kit per la formazione in aula (già fatto), la seconda che richiede la creazione dei robot-avatar personali dei singoli studenti coinvolti, per terminare con la terza fase che vede i partecipanti impegnati in un vero e proprio gioco a premi, che avrà inizio il prossimo 2 aprile e finirà il 30 dello stesso mese e a cui potranno partecipare tutte le classi iscritte (anche questo già fatto). Ogni alunno sarà così chiamato a rispondere alle domande di un test interattivo tramite il proprio robot-avatar. Il punteggio della classe partecipante sarà calcolato oltre che in base alla correttezza delle risposte anche sulla velocità di compilazione. In palio buoni regalo da spendere nei negozi IKEA di tutta Italia.

Come si preparano gli studenti al gioco a premi?
Per affrontare gli argomenti del test, gli studenti possono leggere il proprio “diario di osservazione” e partecipare alle attività-laboratorio di classe.

Dove sono le informazioni sul gioco a premi?
Si può consultare la pagina del gioco a premi.

Quali sono gli argomenti del test?
Gli argomenti del test sono gli stessi trattati nel kit e nella guida on-line per insegnanti: risparmio energetico e idrico, gestione dei rifiuti e raccolta differenziata, sostenibilità degli acquisti e stili di vita.

Quanto tempo ci vuole per giocare?
2 ore circa, nell’aula informatica, è il tempo in cui tutta la classe può completare il test.

È utile avere il diario di osservazione sotto mano quando si risponde alle domande del test?
Sì, perché il punteggio di ogni studente potrà essere aumentato rispondendo alla “domanda bonus” sulla sostenibilità delle proprie abitudini domestiche, che avrà già affrontato sul diario in suo possesso.

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Io ho già provveduto ad iscrivere le classi di mia pertinenza, ovvero le prime D,H e I, le seconde D, H e I e le terze D, H e I.

Ho già realizzato il mio robot-avatar che vi mostro qui a lato, e ho già provveduto ad eseguire il test di prova (poi vi comunicherò il punteggio ottenuto – risposte tutte esatte) e mi aspetto che tutti, dico TUTTI partecipiate, perché è divertente, istruttivo, diverso e poi se siamo bravi e fortunati, potremmo anche vincere buoni acquisto da IKEA.

Mi raccomando vi voglio GASATI.

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ALLEGATI

Mar 272012
 
Oggi EducazioneTecnica.com svolge un servizio pubblico-informativo diffondendo una notizia che riguarda da vicino il mondo della scuola e la tecnologia.
Nel progetto di diffusione delle teknologie nelle scuole finalizzate al risparmio energetico, il Ministero dell’Ambiente ha realizzato un bando di concorso rivolto a Comuni e Provincie per la diffusione degli impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici. Il bando mette a disposizione l’importo di tre milioni di euro pari al 100% del costo ammissibile con un limite massimo di 40 mila euro per edificio scolastico Non sono previsti oneri a carico dell’ente locale. Il primo bando diramato dal Ministero, chiamato IL SOLE A SCUOLA prevedeva una copertura economica di 9 milioni e 700 mila euro ed  ha visto la partecipazione di oltre 1.300 scuole. Circa 800 gli interventi approvati, 500 dei quali completati con una massiccia adesione delle scuole siciliane. La seconda edizione di questo concorso prevede di raggiungere altre 1000 scuole pubbliche. Il premio andrà a chi produrrà i migliori elaborati sull’analisi e il risparmio energetico. Sulla pagina del Ministero www.minambiente.it, il testo e tutte le informazioni sul nuovo  bando. Il comunicato relativo al Bando in questione è già stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 marzo 2012.

 

Il bando, come detto è rivolto agli enti pubblici, proprietari di edifici che ospitano scuole primarie e secondarie con il coinvolgimento nel progetto  di analisi energetica e interventi miranti alla razionalizzrivolto ai Comuni e alle Province che siano proprietari di edifici ospitanti scuole medie inferiori o superiori ed elementari, è finalizzato alla realizzazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici e, simultaneamente, all’ avvio di un’attività didattica volta alla realizzazione di analisi energetiche e di interventi di razionalizzazione e risparmio energetico nei suddetti edifici, tramite il coinvolgimento degli studenti.