Ott 202019
 

La stampa 3D è sicuramente una nuova tecnologia che sta prendendo sempre più piede in ogni ambito delle attività umane. Grandi successi sono già stati ottenuti in campo medico, chirurgico, delle costruzioni e oggettistica in genere. Si realizzano oggetti, casa, uffici, esoscheletri e i campi di applicazione crescono ogni giorno. Arriva, appunto, dagli Stati Uniti, dall’università del Maine la realizzazione della più grande stampante 3D al mondo, capace di crearee oggetti dalle dimensioni imponenti, lunghi fino a 30 metri, larghi fino a 7 metri e alti fino a 3 metri, il tutto con una velocità di stampa di circa 227 kg per ora.

Grazie a questa stampante l’università del Maine ha battuto contemporaneamente tre Guinness World Records ed esattamente quello della stampante 3D più grande del mondo, quello dell’oggetto stampato più grande del mondo e quello della barca stampata in 3D più grande del mondo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra la divisione UMaine Advance Structures and Composites Center dell’Università del Maine e grazie agli investimenti e collaborazioni, tra l’altro, con l’Oak Ridge National Laboratory.

La barca è stata stampata in soli tre giorni contro una media di costruzione di parecchie settimane se non addirittura di mesi per una barca costruita con procedure tradizionali. Questa è lunga 7,62 metri e pesa 2 tonnellate e 200 chilogrammi.

Questa tecnica di stampa, utilizza come materiale per la costruzione, un derivato della cellulosa, quindi parte del legno e viene ritenuta una grande risorsa per quei territori molto ricchi di vegetazione o ricoperti di di foreste. Anzi negli Stati Uniti si sta investendo tantissimo proprio per spingere l’economia di queste aree e il loro sviluppo.

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Feb 042019
 

I nuovi materiali, soprattutto quelli compositi, stanno aprendo strade mai esplorate in tantissimi ambiti soprattutto quello spaziale. Arriva infatti, dalla NASA dei laboratori JPL l’ultimo ritrovato in fatto di nuovi materiali. Si tratta di una sorta di rete composta da tanti pezzettini di metallo lucido uniti tra di loro a formare un tessuto unico quasi come la vestizione protettiva dei cavalieri medievali.

Il materiale è stato realizzato a costi relativamente bassi grazie alla stampa 3D. Ogni singolo elemento può, infatti, essere stampato separatamente e assemblato nella configurazione definitiva. Il fatto di essere composto da tanti elementi separati ma uniti in una rete unica gli conferisce grande flessibilità e lo rende adatto ad essere utilizzato per elementi non rigidi ma capaci di adattarsi a scopi diversi, come antenne o vele solari per le navicelle spaziali del futuro. Altra caratteristica interessantissima di questo materiale è che, le due facce sono completamente diverse, una lucida in grado di riflettere il calore e la luce e quindi, utilizzabile come schermatura per proteggere dal surriscaldamento le navi spaziali, l’altra opaca capace di trattenere il calore, da poter essere utilizzata per isolare spazi interni in realtà particolarmente fredde.

Il fatto di essere prodotto con la stampa 3D rende questo materiale adattabile a qualunque tipo di configurazione e impiegabile in 1000 modi diversi anzi, secondo Polit Casillas, l’ingegnere a capo del progetto, questa caratteristica lo renderebbe adatto, in futuro, a stampa direttamente in viaggio nello spazio o riciclabile quando non più utile. Inoltre la versatilità di questo materiale composto da tantissimi pezzi, renderebbe le parti complessive realizzate, molto più sicure e meno costose perché meno soggette a guasti o rotture.

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