Apr 202017
 

Dagli studi di una ricercatrice della Ohio State University, arriva una probabile nuova soluzione al grave problema dell’inquinamento dovuto ai prodotti utilizzati per la realizzazione gli pneumatici. Fino ad oggi è stato utilizzato un prodotto chiamato nero di carbonio, derivato dal petrolio che costituisce circa il 30% del materiale usato per realizzazione delle ruote per auto.

Katrina Cornish, la bio-ricercatrice universitaria che sta portando avanti lo studio per la sostituzione di questo materiale altamente inquinante e cancerogeno, ha compreso come l’uso di alcuni materiali biodegradabili e naturali, destinati altrimenti alla discarica, possano essere impiegati in maniera proficua per sostituire prodotti non biodegradabili e inquinanti come quelli in uso.

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La sua idea è nata dall’osservazione della particolare resistenza che hanno agli sforzi meccanici i gusci d’uovo e le bucce di pomodoro. Da qui l’idea di realizzare una miscela da integrare, per il momento con il nero di carbonio, per aumentare la resistenza degli pneumatici e renderli in qualche modo più eco-sostenibili.

Dall’analisi e dallo studio di questi due prodotti naturali il team della Cornish, ha scoperto che la polvere ottenuta dall’essiccazione e macinazione del guscio delle uova e della buccia del pomodoro può essere utilizzata come elemento di rinforzo nella mescola degli pneumatici.

Questo ingegnoso mix di prodotti naturali ha consentito di rendere lo pneumatico resistente e al tempo stesso flessibile, operazione quasi impossibile con altri additivi.

Questo risultato è spiegato dalla capacità delle fibre delle bucce di pomodoro di essere stabili alle alte temperature e molto resistenti e dalla microstruttura porosa delle particelle ottenute dai gusci d’uovo. Utilizzare questa miscela come riempitivo, ha permesso di superare i limiti dei normali filler che rendono la gomma più forte ma al tempo stesso meno flessibile.

Questa soluzione, anche se non sostituisce del tutto il nero di carbonio, raggiungere diversi obiettivi fondamentali: un resto alimentare destinato altresì alla discarica diventa una risorsa, si rende l’industria dello pneumatico meno dipendente dal petrolio e si abbassano i costi del prodotto finale utilizzando un materiale evidentemente economicissimo.

La nuova gomma prodotta non ha un colore nero a causa della presenza più o meno alta di gusci d’uovo ma soprattutto delle bucce di pomodoro.

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Il team della dottoressa Cornish, sta lavorando alla ricerca della soluzione che potrà consentire in futuro la sostituzione totale del nero di carbonio con una miscela di scarti alimentari. L’università ha concesso in licenza questa tecnologia alla società EnergyEne per ulteriori studi.

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Apr 132017
 

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Di tanto in tanto mi piace uscire dalla narrazione prettamente tecnologica di queste pagine per raccontare qualcosa di diverso legato alla cultura o alle tradizioni, per approfondire e scoprire aspetti e punti di vista sui quali normalmente non ci soffermiamo pur facendo parte della nostra esistenza. E rappresenta anche la scusa per fare gli auguri di buona Pasqua a tutti i miei lettori.

Lo spunto mi viene fornito in questi giorni dalle imminenti feste pasquali e da una delle tradizioni più antiche e maggiormente diffuse, quella delle uova di cioccolato che amiamo regalare in questa occasione.

Questa tradizione è antica ed è diffusa in molti paesi del mondo. Già nel 19º secolo era in voga l’abitudine di regalare del cioccolato durante queste festività sia in Francia che in Germania, tradizione che si è poi rapidamente diffusa anche in altri paesi europei.

The golden one

Ma l’uovo di cioccolata ha origini più antiche risalendo alla corte del re Sole, mentre il simbolismo e i significati religiosi che legano le uova alla Pasqua, hanno origini molto più antiche forse addirittura pagane.

L’uovo, simbolo di una nuova vita che cresce al suo interno, rappresentava nella iconografia cristiana il simbolo della resurrezione di Gesù. Le uova venivano dipinte, secondo una tradizione antica e diffusa nelle chiese ortodosse, di colore rosso a rappresentare il sangue che Gesù aveva perso durante la crocifissione. Questo significato simbolico è stato ulteriormente ribadito nel momento in cui fu proibito ai cristiani di mangiare uova nel periodo antecedente la Pasqua, ossia durante la Quaresima. Per questo motivo le uova deposte in quel periodo venivano conservate per poi essere decorate e successivamente regalate ai bambini.

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Molte sono le componenti tradizionali e storiche che legano le uova alla Pasqua. E’ evidente che la tradizione della decorazione delle uova è di molto antecedente allo scambio del cioccolato che avveniva nel 19º secolo. Già nelle culture celtica ed ebraica troviamo i segni dello scambio delle uova come dono durante le celebrazioni di ricorrenze che avvenivano nel periodo primaverile in onore appunto della rinascita della natura per dare l’addio all’inverno.

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Il primo uovo di cioccolato come lo intendiamo oggi, lo ritroviamo alla corte del re Sole, Luigi XIV, il quale era consueto regalare a nobili e cortigiani uova decorate rivestite d’oro zecchino. L’abbinamento col cioccolato avvenne a seguito della particolare predilezione che Luigi XIV aveva per il cioccolato. Egli era talmente amante di questo dolce che aver voluto alla sua corte un maitre chocolatier personale, David Chaillou. Da questa combinazione di preferenze nacque l’idea di sostituire le normali uova decorate con uova fatte di cioccolato.

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