Nov 052015
 

work-in-progress

Come molti di voi avranno notato, in questi giorni alcune cose sul sito stanno cambiando a partire dalla HOME PAGE. Ho avviato, infatti, un profondo aggiornamento del sito che mi richiederà del tempo (e lavoro), ma credo fosse necessario al fine di renderlo più moderno, snello e funzionale visto il numero di utenti in costante crescita e visualizzazioni record. E’ il secondo restyling profondo che effettuo dalla nascita di queste pagine alle quali ho sempre dedicato parecchio tempo per l’aggiornamento sia grafico, ma soprattutto dei contenuti. Le pagine resteranno attive, ma vi chiedo scusa anticipatamente se qualcosa non dovesse funzionare a dovere; vi assicuro che presto tutto tornerà normale e queste pagine saranno ancora più fruibili e ricche di prima.

Grazie per la fiducia e la simpatia che mi accordate sempre.

Prof. Betto

Nov 012015
 
SE TI PIACE VOLTALO SU:logo

Per noi è scontato aprire il rubinetto, versarci dell’acqua e fare una bella bevuta. Purtroppo nel mondo esistono paesi dove il livello di contaminazione dell’acqua è tale da renderla imbevibile oltre che portatrice di malattie come il tifo.

La Tanzania è uno di quei paesi dove le malattie legate ai batteri presenti nell’acqua mietono ogni anno migliaia di vittime soprattutto tra i bambini.

Portraits and documentary images of Dr. Askwar Hilonga, top 4 finalists in the inaugural Africa Prize for Engineering Innovation. Dr. Askwar Hilonga has written 37 papers on nano technology and has used his nano technology knowledge to develop a water filter system that can be customised to each individual customer depending on their particular environment. The Africa Prize for Engineering Innovation aims to stimulate, celebrate and reward innovation and entrepreneurship in sub-Saharan Africa. The Africa Prize encourages ambitious and talented sub-Saharan African engineers from all disciplines to apply their skills to develop scalable solutions to local challenges, highlighting the importance of engineering as an enabler of improved quality of life and economic development. Crucial commercialisation support will be awarded to a shortlist of innovative applicants through a six month period of training and mentoring. Following this period of mentorship, finalists will be invited to present at an event held in Africa and a winner will be selected to receive £25,000 along with three runners-up who will be awarded £10,000 each. - See more at: http://www.raeng.org.uk/grants-and-prizes/international-research-and-collaborations/africa-prize#sthash.iS70GWnC.dpuf

Un ingegnere chimico della Tanzania, il prof. Askwar Hilonga, ha lavorato a lungo per risolvere questo problema che attanaglia il suo paese, soprattutto alla ricerca di un sistema economico, facile da realizzare e esportabile su larga scala compatibile con i problemi economici e tecnologici di un paese come il suo. E alla fine ha raggiunto il suo obiettivo. Si tratta di una serie di semplici secchi, collegati tra di loro mediante piccoli tubicini contenenti strati di microorganismi definiti buoni, capaci di nutrirsi dei batteri patogeni (portatori di malattie) e delle tossine. I secchi contengono pure, una serie di nanomateriali che hanno la funzione di filtro trattenendo impurità pesanti come pesticidi e metalli.

Acqua02

In questo modo, in pochi minuti, questo sistema di filtraggio è in grado di eliminare il 99,9% degli inquinanti presenti nell’acqua rendendola assolutamente pura e potabile.

Askwar Hilonga, è già riuscito a installare questo sistema in molte delle comunità dove il tifo miete tante vittime, ottenendo anche un importante riconoscimento per l’innovazione proprio nel continente africano.

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PUOI LEGGERE ANCHE:
Ott 302015
 

Ogni anno è un grande successo e siete tanti che venite a trovarci. La nostra scuola si apre al territorio, agli alunni delle scuole elementari, alle loro famiglie, ai curiosi e a tutti quelli che hanno voglia di conoscerci.

Laboratori, professori, classi e tutti gli spazi saranno a vostra disposizione nelle ore stabilite dei giorni di apertura. Potrete così toccare con mano le attività, l’impegno e il lavoro che ognuno di noi ogni giorno spende all’interno di questi spazi. I bambini potranno così partecipare alle nostre lezioni, vedere le attrezzature di cui dispone la scuola, diventare parte della nostra famiglia per qualche ora in modo da poter decidere serenamente se passare con noi i futuri tre anni.

OpenDay2015

La cosa importante è la prenotazione. Diversi gruppi guidati dai docenti della scuola gireranno tra le aule, i corridoi, i laboratori e le classi multimediali in base agli orari di visita e numero di persone. Per cui vi raccomando la prenotazione ad uno dei recapiti della scuola apposti sulla locandina o attraverso il form di registrazione in calce a questa pagina.

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Ott 262015
 

E’ con grandissimo orgoglio che vi annuncio la nascita di un nuovo blog sulla rete, un blog che si occupa di tecnologia, un nuovo sito interamente a cura del sottoscritto. Il blog fa riferimento all’universo della casa editrice Lattes Editori di Torino con la quale collaboro oramai da circa un anno sia per quanto riguarda la stesura del nuovo libro di testo (vedi TECNOMEDIA PLUS) sia, adesso, per quanto riguarda i contenuti digitali e di aggiornamento sulla disciplina.

Signore e signori è con grande piacere che annuncio:il Technologico

Da oggi non solo educazionetecnicaonline.com ma anche ilTECHNOlogico.it, mi sdoppio sulla rete e sdoppio i contenuti digitali. Inizialmente gli articoli saranno gli stessi riveduti e corretti, ma pian piano si differenzieranno diventando unici per ogni piattaforma.

In sinergia con la casa editrice abbiamo deciso di sviluppare una finestra digitale online sulle innovazioni e sui progressi che la tecnologia e, quindi la disciplina, offrono agli studenti ma soprattutto ai docenti. La struttura in settori, semplifica l’accesso e la ricerca dei contenuti. Una ulteriore scomposizione in classi di livello aiuta il docente a districarsi tra gli articoli e gli approfondimenti e organizzarli per Unità Didattiche disciplinari. Aree dedicate ai Bisogni Educativi Speciali e alla didattica per Competenze diventeranno presto strumenti utili per il nostro lavoro quotidiano.

nuove-frontiereFiore all’occhiello “Nuove Frontiere” l’area dove metto in evidenza contenuti e curiosità, spunti e approfondimenti per i nuovi docenti, una finestra sul mondo e sulle nuove tecnologie che in ogni angolo del pianeta si stanno sviluppando.

Vi invito quindi a memorizzarvi anche questo indirizzo web, dove poter dialogare con il sottoscritto, seguirmi e diventare parte della nostra community tecnologica.

Buona navigazione a tutti sulle pagine de: iLTECHNOlogico.it dal prof. Betto

Ott 252015
 

Arcobaleno04

L’arcobaleno è un fenomeno ottico che si genera in presenza di due fattori: acqua sotto forma di goccioline sospese e luce, normalmente quella del sole ma può essere anche quella lunare o di una fonte artificiale.

Questo fenomeno, conosciuto anche come iride (dal greco iris) altro non è che un arco multicolore con sequenza rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco e violetto che si genera in cielo dopo un fenomeno temporalesco.

Approfondisco: l’iride altro non è che uno spettro di colori disposti in una sequenza come quella che l’occhio umano vede nell’arcobaleno. All’inizio questa sequenza era composta da soli 5 colori primari individuati da Isaac Newton, poi in seguito vennero introdotti anche l’arancione e l’indaco non facilmente visibili proprio per la difficoltà dell’occhio umano di distinguere i colori nella porzione del blu dello spettro visivo.

La luce, colpisce le goccioline di acqua in sospensione nell’atmosfera ottenendo per conseguenza una dispersione e una rifrazione della luce contro le pareti delle gocce stesse.

Approfondisco: la rifrazione è quel fenomeno ottico che si manifesta quando la luce viaggiando attraverso un mezzo trasparente (aria) incontra nel suo percorso un altro mezzo trasparente, ad esempio acqua o un vetro. In questo passaggio, la luce subisce un deviazione dal suo percorso abbastanza netta.

Approfondisco: il fenomeno della dispersione si accompagna con la rifrazione. Infatti, tutti sappiamo che la luce bianca è data dalla composizione dei vari colori. Quando questa luce bianca incide su una superficie trasparente come quella di un prisma, le diverse componenti della luce, avendo velocità e lunghezza d’onda diverse, deviano compiendo ciascuna un percorso diverso. La componente rossa è quella meno deviata (esterno dell’arcobaleno), il violetto, quello con frequenza minore, è il più deviato (interno dell’arcobaleno).

Arcobaleno01

Gli arcobaleni diventano visibili quando fenomeni atmosferici come i temporali, lasciano al loro passaggio una grande umidità sospesa nell’aria. La luce del sole, facendosi strada tra le nubi, incide sulle goccioline in sospensione generando questo fenomeno ottico. La migliore condizione per poter vedere un arcobaleno perfettamente definito è quella che si verifica quando il sole è basso, dietro l’osservatore e quest’ultimo si trova sotto una porzione di cielo serena e di fronte ha ancora le nubi nere del temporale.

L’arco formato da questo fenomeno ottico, è inoltre visibile quando il sole ha una inclinazione inferiore ai 42 gradi, perché la riflessione della luce da parte delle goccioline d’acqua avviene in una larga banda di angoli con la luce più intensa riflessa con un angolo di 40-42 gradi. Se il sole è più alto di questo angolo, l’arcobaleno è sotto la linea di orizzonte e non è visibile perché di solito non ci sono sufficienti goccioline di pioggia tra l’orizzonte e la terra utili a contribuire alla formazione dell’arcobaleno.

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In alcuni rari casi, un secondo arcobaleno è visibile all’esterno del primo e più scuro di questo. Il fenomeno è causato da una doppia rifrazione della luce all’interno delle goccioline generando così, con un angolo di 50-53°, questo secondo fenomeno speculare, ossia con i colori invertiti rispetto al primo. Questo secondo arcobaleno prende anche il nome di banda di Alessandro dal filosofo Alessandro di Afrodisia che lo descrisse per primo.

E’ possibile in rarissimi casi individuare anche fenomeno di tripli o addirittura quadrupli arcobaleni, che apparirebbero dallo stesso lato dove si trova il sole rendendoli molto difficili da visualizzare.

Un altro incredibile fenomeno legato a questo evento ottico è quello che consente di vedere diversi arcobaleni più piccoli all’interno del primario separati da bande di colore pastello non ritrovabili all’interno dei colori primari e non spiegabili con la geometria ottica classica. Tale fenomeno noto come arcobaleni super-numerosi, avviene quando sono presenti delle interferenze tra i raggi di luce per cui si generano dei percorsi con lunghezza d’onda leggermente diverse all’interno delle goccioline.

E’ possibile imbattersi anche in arcobaleni lunari o notturni, dovuti alla luce della luna in serate quando tra questa e l’osservatore si spandono sottili nubi. Normalmente appaiono composti di sola luce bianca a causa del fatto che la percezione umana dei colori in scarsità di illuminazione è piuttosto difficile.

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Gli arcobaleni è possibile visualizzarli anche in prossimità delle cascate o corsi d’acqua a causa dello stesso fenomeno di sospensione di goccioline d’acqua e rifrazione della luce solare.

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TRA STORIA E LEGGENDA

Pare che sia stato un astronomo persiano, Qutb al-Din al-Shirazi (1236–1311) o il suo allievo Kamal al-din al-Farisi (1260–1320) [fonte Wikipedia] coloro che per la prima volta diedero una spiegazione del fenomeno dell’arcobaleno e Isaac Newton colui che dimostrò che la luce bianca era composta da tutti i colori primari dell’arcobaleno.

L’arcobaleno proprio per la sua aurea di mistero e inspiegabilità, ha sempre colpito l’immaginario collettivo ed è entrato nella mitologia e nella fantasia come presagio positivo portatore di effetti benefici. Già nella Genesi l’arcobaleno è un segno del patto tra Dio e l’uomo, un collegamento tra cielo e terra. Anche per i greci l’arcobaleno era un segno divino, un percorso celeste creato dalla messaggera Iris per collegare il paradiso e la terra. Ma in tutte le culture troviamo segni e indicazioni legati a questo affascinante fenomeno naturale.

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Ott 222015
 

Flipboard_energia_iconNasce ENERGIA/EdTEC, la nuova rivista sull’energia legata al nostro sito e pubblicata sulle pagine internazionali online di FLIPBOARD, sistema molto noto e apprezzato che consente a chiunque di pubblicare riviste digitali.

La nuova nata si va ad aggiungere alle sorelle COSTRUZIONI/EdTEC, TRASPORTI/EdTEC e MATERIALI/EdTEC e farà parte del gruppo di riviste legate alle categorie di questo sito.

Molti sono oramai i lettori che hanno apprezzato i contenuti e la continuità dell’informazione sulle pagine di Flipboard e molti ci hanno anche votati.

Quindi, collegatevi anche voi, leggetene i contenuti, fate “flip” (come il mi piace di Facebook), aggiungete commenti, iscrivetevi e fateci conoscere attraverso i vostri social e i vostri gruppi di contatti.

Vi aspetto anche questa volta numerosi, attenti, curiosi.

Per accedere alla rivista basta cliccare l’apposito pulsante sul widget a destra sulla homepage, quello con l’icona uguale all’immagine che apre questo articolo, oppure direttamente da qui al seguente link:

ENERGIA/EdTEC

Troverete le altre riviste del gruppo nello stesso modo oppure ai seguenti link diretti:

COSTRUZIONI/EdTEC

TRASPORTI/EdTEC

MATERIALI/EdTEC

Buon divertimento e buona lettura a tutti…e grazie a chi mi voterà 😉

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Ott 212015
 

Rabarbaro01

La ricerca di fonti alternative per la produzione a basso costo dell’energia elettrica, spinge i ricercatori in tutte le direzioni anche quelle più impensabili, e i risultati molte volte sono sorprendenti. E’ il caso di questa ricerca dell’Università di Tor Vergata a Roma che in collaborazione con l’Università di Hardward e la fondazione Bruno Kessler di Trento hanno realizzato e testato una nuova batteria che trae energia dal rabarbaro.

Questo innovativo processo, tra l’altro molto efficiente, sfrutta una molecola prodotta dalle piante durante il processo di fotosintesi clorofilliana chiamata chinone facilmente estraibile e a basso costo. Cosa molto importante è che si tratta di una molecola prodotta naturalmente dalle piante e non sintetizzata chimicamente in laboratorio.

Rabarbaro02

Il problema dell’attuale sistema di trasformazione dell’energia è che non è possibile accumularla. In pratica, l’energia viene prodotta in base a fenomeni naturali quali il Sole o il vento ma in assenza di questi non si può produrre. Per cui si hanno momenti di eccessiva produzione e altri con produzione al di sotto delle richieste. Il problema sta proprio nell’accumulo. Oggi questo è possibile farlo attraverso delle batterie e pile, ma i costi sono molto elevati, la quantità di energia accumulabile è ridotta e spesso i costi ambientali di questo accumulo superano questo vantaggio. Metalli inquinanti, sostanze tossiche difficilmente smaltibili sono un vero problema. Ma come ha spiegato la biologa Adele Vitale di Green Energy Storage, le nuove batterie che sfruttano il chinone del rabarbaro funzionano in maniera diversa. L’energia, viene accumulata chimicamente in serbatoi pieni di una soluzione liquida ricca di elettroliti, molecole che immagazzinano cariche elettriche.

La sperimentazione è già molto avanti e si pensa che queste batterie entreranno in commercio verso la fine del 2016 o inizio del 2017. Avranno una potenza di circa un kilowatt e costi ridottissimi. Lo scopo sarà quello di inserirle negli elettrodomestici per sganciarli definitivamente dalla rete elettrica e renderli autonomi rispetto all’impianto di casa, consentendo ulteriori risparmi sulla bolletta. Ad esempio il frigorifero funzionerà autonomamente grazie a queste.

Le nuove batterie dovrebbero avere un costo di circa un terzo di quelle attuali ed essere in grado di accumulare una grande quantità di energia in modo assolutamente green e naturale. Sono allo studio nuovi batteri più grandi capaci di produrre e accumulare quantità di energia maggiori per scopo industriale.

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Ott 192015
 
IL LEGNO#1 (L’ALBERO)
Indice Argomenti
1 GLI ALBERI
2 IL NUTRIMENTO (la linfa)
3 MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO
4 APPROFONDISCI CON I VIDEO
Prossime Lezioni sul Legno
#2 IL LEGNO (IL CICLO DI LAVORAZIONE) argomento ancora non attivo
#3 IL LEGNO (L’INDUSTRIA DEL PANNELLO)

Il LEGNO è sicuramente uno dei materiali più antichi che l’uomo ha da sempre utilizzato per una grande varietà di impieghi. E’ servito per scaldarsi, per proteggersi, per realizzare utensili. Oggi con lo sviluppo industriale anche questo materiale ha assunto ruoli e utilizzi diversi, sempre più evoluti, basti pensare al legno lamellare.

Lamellare massiccioApprofondisco: il Legno Lamellare, è un materiale composito, fatto essenzialmente di assi di legno opportunamente righettate, incollate e pressate per costituire un nuovo materiale molto resistente che supera i difetti tipici del legno massello. Viene utilizzato in ambito strutturale in edilizia.

Questo prezioso materiale è ottenuto dai tronchi dei grandi alberi, ma oggi grazie alle nuove tecnologie anche da scarti e residui ottenendo prodotti di grande qualità e resistenza: i pannelli di legno.

Ma andiamo con ordine e scopriamo questi grandi organismi presenti ovunque sul nostro pianeta: gli alberi.

GLI ALBERI

L’albero è una pianta legnosa, sviluppata in altezza dal terreno tramite un tronco che inizia a ramificare a qualche metro dal suolo. In botanica lo si distingue dagli arbusti perché questi ultimi sono privi del tronco.

ALBERI01

In natura, le piante vengono classificate in due gruppi ben distinti in virtù delle loro differenti caratteristiche riproduttive: angiospermӕ e gymnospermӕ.
Le angiospermӕ o latifoglie (piante dalle foglie larghe) sono piante che hanno un sistema riproduttivo complesso. Infatti, gli ovuli sono chiusi da un ovario in cui i semi sono raccolti all’interno di un frutto. Possono essere di tipo erbaceo oppure legnose, arbustive o arboree ed avere foglie persistenti oppure caduche. Le foglie, proprio per la loro forma, possono essere molto varie: semplici oppure formate da più foglioline, con i margini lobati, seghettati, dentellati, ecc.

Il margine delle foglie

Sono latifoglie ad esempio: il pioppo, l’ontano, la betulla, il nocciolo, il faggio, il castagno, il tiglio, l’acero, il frassino e molti altri.

Le gymnospermӕ o conifere hanno un sistema riproduttivo molto semplice. La caratteristica fondamentale di queste piante è che l’ovulo, da cui si formerà il seme, non è protetto da un ovario, ma è solo appoggiato a una foglia modificata. Ad esempio i pinoli, che sono i semi del pino, sono appoggiati a una squama della pigna e non sono racchiusi all’interno del frutto come accade, ad esempio, ai noccioli delle ciliegie.

Pigna e pinoliLe conifere, devono il loro nome alla forma conica dei loro frutti, basti pensare alle pigne appunto. Sono tutte piante legnose (alberi o arbusti), le foglie sono quasi esclusivamente aghiformi, sono piante sempreverdi con l’unica eccezione del larice.

Sono conifere gli abeti, i pini, i larici, i cedri, ecc.

Osservando un albero si nota subito una cosa. Non tutta la pianta è visibile, perché una parte scompare nel terreno. Distingueremo, per cui, una parte SOTTERRANEA, non visibile e una parte AEREA al contrario completamente visibile.

Albero_movie

Scendendo più nello specifico, possiamo individuare nell’albero 3 differenti parti:

Albero3parti_movie

Scomposizione dell’Albero

Nella parte sotterranea, troviamo le radici. Queste hanno una duplice funzione:

nutrizionale – assorbendo dal terreno le sostanze necessarie e l’acqua che poi, trasportate da un sistema efficientissimo, giungono alle foglie e ai rami più alti.

strutturale – sostegno della pianta; affondando in profondità nel terreno, realizzano un sistema di fondazioni, capace di reggere carichi notevolissimi quali le sollecitazioni dovute al vento o al peso stesso dell’albero.

Nella parte aerea, troviamo invece, il fusto e la chioma.

Il fusto ha una funzione portante come per noi lo è lo scheletro. Può variare di forma come di altezza, ed è costituito da un insieme di tessuti protettivi, di sostegno e conduttori. Il tronco è di legno, tessuto formato da fibre di cellulosa saldate fortemente tra di loro da una sostanza chiamata lignina.

Approfondisco: la Cellulosa si presenta come un materiale fibroso di colore bianco presente all’interno delle piante tenuta insieme dalla lignina (dal latino lignum=legno).

Cellulosa

Il fusto sostiene i rami e le foglie ed è costituito da un insieme di strati che assolvono a differenti funzioni. Vediamo quali sono questi strati e quali le loro funzioni:

stuttura-del-legno

Strati del tronco

  • Corteccia – è il vestito dell’albero, o meglio la corazza protettiva per gli strati più interni. E’ costituita da cellule morte spinte all’esterno dalle nuove cellule che si formano nel libro.
  • Libro – è la parte più esterna del tronco ed è anche lo strato in cui scorre, dall’alto verso il basso, la linfa elaborata attraverso la fotosintesi clorofilliana dalle foglie.
  • Cambio – è la parte fondamentale di una pianta, perché l’unica in grado di generare tessuti nuovi; ne produce di due tipi, uno verso l’esterno, ossia verso il libro, chiamato floema, ed uno verso l’interno, ossia verso la parte legnosa del tronco, chiamato xilema.
Età albero

Calcolo dell’età di un Albero

Il cambio ha un’attività periodica legata a fattori esterni (stagioni) e interni (ormonali). Questa periodicità nella crescita, genera i caratteristici anelli di accrescimento che rappresentano l’età di una pianta. Nelle zone calde, in cui il cambio stagionale non avviene, tali anelli non si evidenziano a causa di una attività cambiale continuativa (in pratica la pianta cresce sempre durante tutto l’anno). 

  • Alburno – è lo strato più esterno del durame, costituito da cellule vive che hanno lo scopo di trasportare la linfa dalle radici alle foglie.
  • Durame – è la parte più interna del tronco ed è costituita da tessuti lignificati, le cui cellule sono oramai morte. Presenta un colore più scuro ed è la parte migliore da utilizzare nell’industria mobiliera.
  • Midollo – è la parte più interna del tronco e assolve alla funzione nutritiva nei primi anni di vita della pianta. Con il passare del tempo lignifica diventando parte del durame e viene sostituito nella sua funzione dall’alburno.

La chioma è il complesso di rami e foglie che caratterizzano la parte alte delle piante. Può assumere differenti forme a seconda delle caratteristiche genetiche di ciascuna specie o in base ad operazioni esterne, quali potatura.

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IL NUTRIMENTO (La Linfa)

L’albero ottiene nutrimento attraverso la linfa che risale dalle radici immerse nel terreno fino alla parte sommitale della pianta. La linfa altro non è che una soluzione di ioni inorganici e piccole molecole di sali minerali che vengono assorbite dalla pianta attraverso quegli organi contenuti nelle radici che si chiamano peli radicali. Ma il percorso dell’acqua e solo all’inizio, perché partendo dal basso della pianta deve raggiungere altezze in alcuni casi incredibili (vedi le sequoie americane alte più di 100 m). Come fa la natura a spingere l’acqua contro gravità fino a queste altezze? Il fenomeno avviene in tre differenti modi contemporaneamente. Per pressione radicale, capillarità e traspirazione. L’azione dei tre modi avviene sinergicamente: la pressione radicale e la capillarità spingono l’acqua dal basso, mentre la traspirazione la tira su dall’alto.

Risalita linfa

Percorso della linfa dalle radici alla chioma

Approfondisco: la Pressione Radicale o Osmosi,  è quel fenomeno per cui tra due liquidi di uguale composizione ma con densità diversa, separati da una membrana attraversabile, si genera una differenza di concentrazione. Nel caso della pianta si genera una differenza di pressione tra i sali nel terreno e sali maggiormente concentrati all’interno della pianta generando in questo modo quella che viene definita “pressione radicale” che è in grado di spingere l’acqua a grosse altezze.

Approfondisco: la Capillarità è quando un liquido scorre verso l’alto a causa della forza di adesione delle molecole in un condotto molto stretto. Nella pianta, a causa della dimensione microscopica dei condotti xilematici che trasportano l’acqua al suo interno, questo fenomeno è molto evidente. In pratica, esiste una forza di adesione tra le molecole d’acqua e le pareti del condotto e una forza di coesione tra le molecole dell’acqua. A causa della dimensione ridottissima del condotto, la forza di adesione supera quella di coesione per cui l’acqua risale.

Approfondisco: la Traspirazione è un fenomeno naturale che dipende dalla natura e dimensione della chioma e dall’intensità del calore solare. L’acqua, per effetto del calore, passa dallo stato liquido a quello di vapore. La perdita di quest’acqua per evaporazione, genera all’interno dei capillari in cui scorre la linfa, una depressione di alcune atmosfere che aspira l’acqua verso l’alto consentendole di superare le grandi altezze degli alberi.

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MAPPA CONCETTUALE DELL’ARGOMENTO

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APPROFONDISCI CON I VIDEO
STRUTTURA DELL’ALBERO Video 2
Durata: 1:04 Durata: 0:00
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Ott 152015
 

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La notizie è di quelle che lasciano il segno. La Boeing, la famosissima industria americana aerospaziale, investe ogni anno cifre considerevoli nella ricerca al fine di realizzare nuovi materiali in grado di rendere i propri aerei più leggeri e capaci di consumare sensibilmente di meno.

Boeing03Grazie ai ricercatori dell’Università della California, dell’HRL Laboratories e dall’istituto Irvine, sono riusciti a creare un nuovo materiale, un polimero 3D, il cui peso è pari a quello di una piuma, pur conservando la resistenza meccanica di un metallo. Il nuovo materiale, è composto al 99,99% di aria, mentre il resto da un micro-reticolo di tubi di metallo cavi con una spessore di parete 1.000 volte più sottile di un capello umano. Il principio ispiratore di questa struttura è la composizione delle ossa umane, resistentissime ma leggere perché costituite da una struttura spugnosa all’interno in grado di far passare nervi e capillari.

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Questo nuovo materiale consentirà, come spiegato dalla dottoressa Sophya Yang degli HRL Laboratories, di realizzare elementi esterni ed interni dei nuovi aeroplani, permettendo di abbassare enormemente il peso dei veicoli e conseguentemente di ottimizzarne i consumi.

La ricerca è iniziata nel 2011, ma i risultati odierni fanno compiere un enorme passo in avanti ad un settore in continua evoluzione. Questo nuovo materiale renderà fattibili molti dei progetti e dei sogni che fino ad ora siamo stati abituati a vedere solo nei film di fantascienza.

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Ott 132015
 

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E’ una speranza che diventa ogni giorno di più una concreta realtà; la produzione e l’uso di energia in quantità, ma soprattutto green. Ciò che ha sempre ostacolato lo sviluppo e la diffusione di quelle che vengono chiamate energie alternative, è stata la grande reticenza dei produttori di combustibili fossili ma soprattutto i costi di produzione e scarsa diffusione sul territorio della rete di distribuzione.

Bloomberg New Energy Finance, ha pubblicato di recente uno studio in cui sono stati analizzati i costi di produzione, trasformazione e distribuzione delle fonti di energia attualmente disponibili e il risultato è stato grandemente positivo. Eolico onshore (sulla terra ferma) e fotovoltaico grazie alle nuove tecnologie produttive sono diventate sempre più economiche e vantaggiose a tutto scapito delle tradizionali fonti fossili.

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Lo studio parte dall’osservazione di un indicatore: il costo di produzione dell’elettricità. Questo valore, noto come Lcoe (Levelized Cost of Electricity) analizzato nel periodo finale di quest’anno 2015, evidenzia come il costo delle energie alternative sta pian piano scendendo; l’eolico è passato da 75€ a 73 € per megawattora, mentre il fotovoltaico da 115€ a 108€ sempre a megawattora. Al contrario, il costo dell’energia attraverso, ad esempio il carbone, è gradatamente aumentato passando nell’area europea da 73€ a 95€ per megawattora.

Considerando il fatto che lo standard Lcoe prende in esame parecchi parametri tra cui il periodo di ammortamento del capitale iniziale e le spese di manutenzione e gestione, tutti gli indicatori propendono verso un miglioramento delle tecnologie alternative rispetto a quelle classiche. Miglioramento dovuto a tecnologie meno costose, a una maggiore diffusione sul territorio e a processi industriali di realizzazione molto più efficienti.

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L’analisi, prende in considerazione i maggiori paesi europei, dove viene dimostrato come l’eolico e il fotovoltaico in Inghilterra e Germania siano davvero vantaggiosi rispetto ai combustibili fossili. In Italia la situazione è leggermente diversa. Il sistema di misurazione utilizzato nel nostro paese è l’Rse (Ricerca sistema energetico). Questo sistema, molto rigido, prende in esame tanti parametri tra cui i costi derivanti dal cosiddetto impatto ambientale prodotto dallo sfruttamento delle diverse fonti energetiche. In Italia il sistema attualmente più conveniente per la produzione di energia è il carbone il cui valore Lcoe è pari a 53-65€ per MWh. Questo costo, però sale drasticamente a 103-135€ per MWh a causa dei danni ambientali causati dal processo produttivo e dallo sfruttamento.

Energia04Tra le fonti alternative la migliore è l’idroelettrico, ma non tutti gli impianti sono così efficienti. Infatti, la forbice spazia tra i 60 e i 380€ per MWh. Seguono poi l’eolico e il fotovoltaico.

Valutare, comunque, il reale costo dei processi produttivi dell’energia, è piuttosto difficile, in quanto influenzati da una miriade di variabili, non per ultime le specifiche normative in materia energetica che differenziano enormemente i paesi produttori.

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Ott 062015
 

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Bio-degradabile, eco-compatibile, riciclabile, sono termini che oramai fanno parte del linguaggio comune e fortunatamente dai quali ci sentiamo fortemente coinvolti. Storicamente, uno dei materiali più utilizzati, ma anche tra quelli più inquinanti è stata la plastica. Tanti sono stati i tentativi di eliminare la componente negativa da un materiale che propone tanti vantaggi sia alle aziende che all’utilizzatore finale senza mai riuscirci veramente. Le bio-plastiche, realizzate con semi di mais o altri prodotti vegetali, consente di realizzare nuovi prodotti, sicuramente più bio, ma comunque sempre in parte inquinanti.

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L’Università di Stanford, in collaborazione con ricercatori cinesi, ha forse trovato una soluzione al problema dimostrando come alcune tarme siano in grado di biodegradare vari tipi di plastica.

Il problema è grave e di livello planetario. 33 sono i milioni di tonnellate di plastica che ogni anno solo negli Stati uniti finiscono nelle discariche con enormi problemi per il loro smaltimento.

Gli studiosi di Stanford hanno scoperto che le larve della farina, particolari tipi di coleotteri, amano vivere in ambienti secchi e presentano nello stomaco particolari microorganismi in grado di bio-degradare la plastica rendendo questi insetti capaci di nutrirsi anche solamente di polistirene e polimeri simili.

In laboratorio, 1000 tarme di questa specie hanno ingerito tra i 34 e i 39 milligrammi  di Styrofoam (particolari pannelli di polistirene). Le tarme hanno così convertito lo Styrofoam in biossido di carbonio come avrebbero fatto con qualunque altro tipo di cibo. La cosa interessante è che le tarme nutrite con questa rigida dieta a base di stirene, sono perfettamente in salute come le altre alle quali è stata fatta proseguire una normale dieta. E ancora più sorprendente che i resti organici della loro nutrizione sono alla pari di quelli nutriti in maniera consueta, assolutamente bio-degradabili.

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La scoperta, che va approfondita, apre scenari incredibili. Infatti, gli scienziati sono finalizzati a comprendere il funzionamento degli enzimi che a livello digestivo nelle tarme distruggono i polimeri della plastica al fine di produrne di nuovi in laboratorio più potenti in grado di raggiungere questo risultato in maniera più efficace.

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Ott 052015
 

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Scandagliando la rete in cerca di innovazioni e curiosità tecnologiche, Dubai compare sempre tra le risposte dei motori di ricerca e soprattutto non manca mai di stupire. L’ultima follia della capitale emiratina è legata alla fantasia e alla narrazione in merito ad un eroe della letteratura orientale conosciuto per l’omonimo cartoon della Walt Disney Picture. Sto parlando di Aladino il ladro buono delle Mille e una Notte venuto dall’antico Katai (la Cina).

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E’, infatti, appena stato approvato un mega-progetto del 2014 che avvierà la sua realizzazione il prossimo anno 2016 e prevede la realizzazione di tre torri in stile moresco collegate tra di loro con lunghi pontili. Lo scopo è la riqualificazione dell’antico porto del Creek a Deira. Un’area lunga circa 450 metri dove le tre torri sedi di uffici e alberghi, rivitalizzeranno “l’orgoglio culturale e storico” come ha affermato Hussain Nasser Lootah direttore generale della municipalità di Dubai.

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Tutto all’insegna della magia e della modernità più assoluta all’interno di un contesto antico e dai tratti fortemente arabeggianti. Tapis-roulant scorreranno all’interno dei pontili collegando le torri e i parcheggi sotterranei. Un’ampia area del Creek sarà bonificata per accogliere il nuovo mega progetto. I visitatori potranno godere dell’antico porto e della vista delle imbarcazioni tradizionali, oltre che del caotico e chiassoso movimento del fiume che attraversa Dubai dall’alto di queste promenade. Tre torri alte rispettivamente 34, 26 e 25 piani collegate da ponti le cui forme sono ispirate ai racconti delle mille e una notte. Grandi serpenti o draghi che avvolgono le grandi teiere moresche rappresentate dalle torri. Forme fantasiose che richiamano subito alla mente ladri, incantesimi e tanta fantasia per rivalutare un’area per la quale la municipalità di Dubai chiederà la registrazione come patrimonio mondiale dell’Unesco.

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https://www.youtube.com/watch?v=i35WTriQMD0

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Ott 042015
 

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I nuovissimi iPhone 6S e 6S plus appena presentati da Apple nella convention del 9 settembre, presentano tante innovazioni e tanti miglioramenti dal punto di vista delle dotazioni, ma introducono anche una nuova tecnologia, molto complessa per la quale Apple ha investito ingenti capitali e risorse umane, oltre a lunghi periodi di ricerca. Sto parlando del Touch 3D, ossia di quella tecnologia che consente di interagire con il dispositivo utilizzando pressioni differenti sullo schermo. In pratica, a seconda della pressione che si esercita con il dito sul vetro dell’iPhone, questo reagirà in maniera differente, proponendo all’utilizzatore opzioni diverse. Si tratta di una tecnologia che spinge le funzionalità touch degli smartphone e tablet ad un livello superiore.

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Il vetro del melafonino è dotato di 96 sensori integrati nella retroilluminazione del display retina. Quando cambiamo la pressione del dito sul vetro, questi registrano i microscopici  cambiamenti di distanza tra loro stessi ed il vetro. Queste misurazioni infinitesime, vengono poi combinate con segnali dal sensore touch in modo da sincronizzare il movimento delle dita sullo schermo con l’immagine rappresentata su quest’ultimo.

I vertici della società con a capo il designer Jony Ive, hanno a lungo spiegato l’incredibile difficoltà nella realizzazione di una tale tecnologia che, oggi vediamo sui dispositivi, ma che ha richiesto anni di sperimentazione per raggiungere il livello attuale.

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NUOVE FUNZIONI PEEK E POP

Figlie di questa nuova tecnologia le funzioni definite dalla Apple, PEEK e POP. In pratica, il device mantiene tutte le funzioni touch fino ad oggi utilizzate come toccare, scorrere, pizzicare, ma aggiunge nuove funzionalità; ad esempio, con una lieve pressione su di una email si può vedere la sua anteprima e se si decide di vederla, basta agire con più forza sulla stessa esercitando una pressione maggiore. Il sistema a quel punto la aprirà.

Si vuole visualizzare un sito non conosciuto? Basta un Peek e l’anteprima si aprirà su di una nuova finestra e se il contenuto è quello desiderato basterà aumentare la pressione, Pop, affinché il sito si apra nel browser.

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Questo renderà molto più rapide e a portata di mano le funzioni che siamo abituati a compiere giornalmente. E immaginate cosa sarà possibile fare dalle terze parti con una simile tecnologia. Pensate, ad esempio, alla pressione sullo schermo di una pennellata come oggi un artista la realizza sulla propria tela.

Non tutte le app sono ancora predisposte all’uso di questa tecnologia, ma le principali, di Apple e i maggiori partner lo sono già. Con il passare del tempo molte applicazioni saranno aggiornate e nuove saranno sviluppate per sfruttare i vantaggi di questa nuova tecnologia.

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https://www.youtube.com/watch?v=cSTEB8cdQwo

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