Al fine di risolvere i problemi di traffico e di spostamento, nel sempre più affollato mondo del trasporto, si sta pensando a nuovi sistemi di spostamento che tengano conto anche degli obiettivi di sostenibilità e rispetto ambientale. Accompagnati dallo sviluppo tecnologico che, ha raggiunto notevoli livelli, si stanno sviluppando nuovi mezzi chiamati eVTOL, acronimo delle parole inglesi Electrical Vertical Take-Off and Landing (ossia mezzi elettrici in grado di decollare e atterrare verticalmente).
L’ultimo in ordine di tempo, presentato da pochissimi giorni, è un nuovo eVTOL, realizzato dalla start-up svedese Jetson Aero, denominato Jetson ONE che, dovrebbe essere disponibile per i clienti nell’autunno 2022, ossia tra un anno. In realtà la società sta già raccogliendo ordini per il 2023 perché gli esemplari da realizzare per il prossimo autunno, ossia 12, sono già sold out.
Si tratta, di una sorta di grosso drone e o quadricottero, molto compatto le cui dimensioni sono circa 3 metri di lunghezza per 2,40 di larghezza e 1 metro di altezza ma queste dimensioni possono essere ridotte quando l’apparecchio è fermo piegando i bracci con le eliche così che la sua larghezza si riduce a 90 cm.
Il mezzo è dotato di una struttura con telaio in alluminio e fibra di carbonio che lo rendono molto leggero, a detta del costruttore circa 86 kg, ed è capace di trasportare un solo passeggero dal peso massimo di 95 kg. Dispone di quattro motori a doppia elica con una potenza massima di 88 kW e un’autonomia piuttosto ridotta di soli 20 minuti di volo, ovviamente se il pilota non supera gli 95 kg di peso.
La velocità massima è limitata elettronicamente a 100 km/h ed è pensato evidentemente per il divertimento di appassionati e piloti senza problemi di budget, infatti il suo costo è di circa 92.000 dollari.
Notevoli sono i sistemi di sicurezza pensati per garantire un volo in totale sicurezza; anche se il pilota dovesse abbandonare i comandi, il veicolo atterrebbe automaticamente da solo, inoltre, sono presenti paracaduti balistici di emergenza e sensori LiDAR in grado di tracciare il terreno e di evitare gli ostacoli durante il volo. Anche la possibilità di salire di quota è limitata per evitare problemi o gravi conseguenze.
Dal video di presentazione del velivolo, si può notare anche l’interno dell’apparecchio con un sistema molto interessante che, permetterebbe di utilizzare uno smartphone come computer di bordo per la gestione di tutti i dati di volo.
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Uno dei problemi che affliggono il nostro pianeta, è l’inquinamento atmosferico dovuto all’emissione di gas serra, anidride carbonica, particolati e altre sostanze nocive. Immediatamente ci vengono in mente le grandi industrie pesanti, il traffico urbano o le emissioni domestiche. Esiste, però, un altra grande fonte di inquinamento, meno evidente ma purtroppo sempre importante, le grandi navi oceaniche. Dotate di potenti motori diesel, sono tra i maggiori mezzi inquinanti in circolazione sul pianeta.
Ma una soluzione pare essere alle porte; infatti, un nuovo combustibile che apre nuovi scenari e soprattutto strizza l’occhio all’ambiente e si propone come una soluzione molto più sostenibile rispetto a quelle in uso oggi. Si tratta dell’LNG.
Ma che cos’è l’LNG? Si tratta di un acronimo delle parole inglesi liquefied natural gas ossia gas naturale liquefatto e si ottiene dopo la depurazione del gas naturale estratto dai pozzi. Infatti, al momento in cui viene prelevato dalla natura, il gas è una miscela di idrocarburi composta da metano, etano, propano, acqua, anidride carbonica e azoto per cui deve essere sottoposto ad una operazione di purificazione dagli inquinanti ed essere trasportato ai luoghi di impiego. Di norma, il trasporto avviene attraverso delle condutture chiamata gasdotti, ma quando la distanza è eccessiva, questo avviene attraverso l’impiego di speciali navi chiamate metaniere.
Per consentire un trasporto agevole, il gas viene sottoposto a un’operazione di liquefazione a temperature molto basse circa 160° sotto lo zero. In questo modo il suo volume si riduce di circa 600 essendo così trasportabile in grandi quantità.
Oltre che per l’uso domestico o per la produzione di energia, la scienza sta studiando di impiegare questo tipo di idrocarburo in motori di nuova concezione da implementare sulle grandi navi in via di costruzione in modo da sostituire gli inquinanti motori diesel di quelle attuali.
Questo gas consente di rispettare tutti i rigidi parametri antinquinamento previsti dalle normative, e inoltre, grazie al raffreddamento, la riduzione del suo volume di circa 600 volte lo rende facilmente trasportabile e stoccabile. Pensate che questa miscela gassosa trasformata in sostanza liquida, presenta dei vantaggi ambientali enormi, infatti non emette anidride solforosa, riduce del 25% l’anidride carbonica, taglia dell’85% le emissioni di ossidi di azoto e addirittura del 95% quelle di particolato. I serbatoi di queste nuove grandi navi da crociera potranno essere molto più piccoli e consentire la navigazione senza rifornimento per addirittura 14 giorni consecutivi.
Ad oggi sono state ordinate 118 navi alimentate a LNG, raddoppiando il numero delle navi con questo tipo di alimentazione dal 2014 ad oggi. Alla convention Seatrade Global 2016 di Fort Lauderdale, un dirigente di Wartsila, principale costruttore di motori per navi da crociera, ha dichiarato che, entro il 2025, l’80% delle navi da crociera saranno alimentate a LNG.
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Che presto mettere piede sulla Luna è cosa ben nota, infatti le agenzie spaziali internazionali si stanno organizzando per la realizzazione di una base spaziale posizionata sulla superficie lunare e dalla quale effettueranno esperimenti scientifici mirati alla conoscenza del nostro satellite e a predisporre una base di lancio per il vicino pianeta Marte. L’idea sarebbe proprio quella di effettuare il lancio verso Marte proprio dalla Luna.
La JAXA, l’agenzia aerospaziale giapponese e la casa automobilistica Toyota Motor Corporation stanno lavorando in sinergia per la realizzazione dei pezzi necessari alla realizzazione di un veicolo lunare che dovrà portare a spasso sul nostro satellite gli astronauti. Hanno appena definito il nome di questa di questo mezzo spaziale che si chiamerà Lunar Cruiser, capace di muoversi attraverso l’energia sviluppata da motori elettrici a celle di combustibile. Il nome deriva dal Toyota Land Cruiser mezzo molto familiare al pubblico e sinonimo di qualità e sicurezza che, sono infatti le caratteristiche che vengono richieste a questo piccolo mezzo lunare progettato per portare avanti e indietro sani e salvi gli astronauti in giro sulla superficie lunare.
Questo mezzo pressurizzato con equipaggio verrà realizzato entro la prima metà di questo decennio prima per essere trasportato sulla luna e iniziare le sue missioni. Toyota sta lavorando allo studio degli pneumatici, del sistema di guida e sull’uso della realtà virtuale, per verificare su modelli reali e non, l’effettiva capacità del mezzo di potersi spostare su superfici di ogni tipo in sicurezza.
Presto, quindi, la JAXA e la Toyota daranno vita a questo nuovo mezzo spaziale che, grazie alla collaborazione di altri partner del Team Japan Study Meeting, struttura nata per la sperimentazione dei veicoli lunari vedrà avverarsi il sogno proposto nei telefilm anni ’70 della serie Spazio 1999 dove una colonia terrestre viveva sulla base spaziale Alpha. E il Lunar Cruiser potrebbe essere il primo tassello di questa nuova avventura.
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Abbiamo spesso parlato su queste pagine di pneumatici innovativi, sempre più green, in linea con le direttive di sostenibilità e riciclabilità richieste da normative sempre più stringenti.
Oggi invece pur parlando sempre di pneumatici, lo facciamo da un punto di vista diverso grazie a Connesso, la novità intelligente proposta dalla italianissima Pirelli.
In pratica questo pneumatico non si differenzia da quelli della concorrenza per la mescola o le soluzioni innovative del battistrada, bensì perché integra all’interno dello pneumatico una serie di speciali sensori capaci di raccogliere e fornire al guidatore e alla Pirelli, una quantità enorme di informazioni al fine di migliorare l’esperienza di guida e renderla più sicura e confortevole.
Per ora si tratta di una soluzione piuttosto costosa inserita dalla casa in pneumatici di fascia alta come la linea P Zero e Winter Sottozero, ma si spera che presto questa nuova tecnologia possa essere inserita in tutti gli pneumatici. Questi sensori posti nell’incavo della gomma vicino al battistrada, sono in grado di rilevare lo stato interno dello pneumatico, sia da fermo che il movimento, e trasferire una serie di dati al cloud Pirelli e al computer di bordo dell’autovettura. Questa attraverso un app fruibile attraverso lo smartphone, fornisce messaggi, allarmi e altre informazioni utili al guidatore.
L’intelligenza artificiale, racchiusa nei sensori posti nello pneumatico, raccolgono informazioni in merito alla pressione, temperatura, usura della gomma registrando anche il numero di chilometri percorsi e dei carichi verticali statici. L’app analizzati i dati giunti dai sensori, è in grado di avvisare l’automobilista quando questo si avvicina a valori di usura a rischio oppure quando vi è la perdita di pressione da parte di uno di essi. Inoltre suggerirà come risolvere il problema, segnalerà l’officina più vicina e potrà anche prenotare un appuntamento dal gommista.
Attraverso questi dati, potrà fornire una stima dei chilometri ancora percorribili con le gomme, nonché il supporto al gonfiaggio fornendo i giusti valori di pressione per ognuno di essi; inoltre, in seguito, sarà possibile entrare nella community di Connesso dove fornire recensioni sulle officine, sul servizio di assistenza come facciamo oggi con i social.
Ultima chicca sarà quella di poter ordinare gli pneumatici con la colorazione richiesta che richiami quella della propria supercar così da avere anche lo pneumatico in tinta con l’auto.
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Parliamo sempre di risparmio energetico, di inquinamento, di sostenibilità, ma è importante comprendere che questo concetto non è legato solo ad alcuni aspetti della nostra vita, ma li coinvolge tutti.
Proprio con lo scopo di migliorare questi aspetti, nel campo della produzione agricola, si stanno sviluppando nuove soluzioni pensate esclusivamente per risparmiare sulle emissioni di anidride carbonica e utili anche a creare economie di scala durante la produzione. Vediamo come ciò possa accadere.
L’azienda statunitense New Holland, che opera nel settore della produzione di macchinari agricoli, ha affrontato questo tema realizzando un prototipo di un nuovo trattore il cui sistema di propulsione è a metano, totalmente eco compatibile ed è primo tassello per la creazione di un’azienda agricola basata sull’efficienza energetica e sulla riduzione delle emissioni nocive.
Non dobbiamo infatti dimenticare che ogni produzione agricola, come qualunque altro genere di produzione, richiede attrezzature, energia, macchinari, che inquinano generando gli effetti indesiderati che tutti conosciamo.
Questo nuovo trattore e dotato di un motore FPT Industrial appositamente sviluppato per le applicazioni agricole, capace di una potenza di 180 cv ed ha un’autonomia di un’intera giornata.
La propulsione a metano di questo nuovo mezzo è studiata apposta per creare un sistema di lavoro a ciclo chiuso, infatti l’alimentazione avviene attraverso l’energia prodotta dagli scarti agricoli che essi stessi contribuiscono a produrre durante la lavorazione. Il bio metano con il quale sono alimentati, viene appunto prodotto degli scarti agricoli, sia vegetali che animali, così da ottenere una riduzione complessiva pari all’80% delle emissioni inquinanti. La lavorazione, inoltre, è velocizzata dal fatto che l’alimentazione per i macchinari è prodotta in azienda, quindi la materia prima è già sul luogo risparmiando sul trasporto e sugli ulteriori costi legati a questo processo. In questo modo l’azienda produce essa stessa il bio metano per ricaricare i trattori che lavorando produrranno altro bio metano sempre per lo stesso trattore o per altre attrezzature e macchinari dell’azienda contribuendo così ad un enorme abbassamento dei fattori inquinanti tipici di una produzione agricola.
Il design di questo nuovo mezzo da lavoro e sicuramente futuristico a partire dalla forma del cofano avvolgente, della cabina ad alta visibilità, dal set completo di luci a Led per offrire una visibilità perfetta anche durante le lavorazioni notturne. I sedili sono anatomici ed è dotato di telecamere a 360 gradi che eliminano la necessità degli specchietti e tutto viene visualizzato sullo schermo montato sullo sterzo e su un grande display suddiviso in tre distinte sezioni. I braccioli comprendono i comandi integrati tra cui il joystick ergonomico per comandare il mezzo.
Per consentire al guidatore di mantenere sempre le mani sul volante tutte le principali funzioni rispondono a comandi vocali e attraverso uno specifico software, lo smartphone diventa un collegamento con l’azienda per trasmettere dati di lavorazione e utilizzare quelli meteo, di percorso, di lavorazione trasmessegli da quest’ultima.
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Nasce a Beijing, la capitale cinese, una delle più grandi opere mai realizzate dall’uomo, frutto del genio visionario dell’archistar Zaha Hadid purtroppo da poco scomparsa. Si tratta del Beijing Daxing International Airport, il più grande aeroporto mai realizzato dall’uomo. Inaugurato il 26 settembre 2019 dal presidente Xi Jinping, si tratta di una delle strutture più avanzate tecnologicamente che servirà inizialmente 40 milioni di passeggeri per arrivare a regime a 100 milioni.
Con l’immensa superficie di 700.000 m² (quasi 100 campi da calcio) e altri 80.000 destinati ai collegamenti ferroviari, questa incredibile struttura è finalmente fruibile da tutti i viaggiatori del mondo. Dotata di otto piste per decollo e atterraggio, di sistemi robotizzati e intelligenza artificiale per lo spostamento sia delle persone, che delle merci, che degli aeromobili.
Si tratta di una struttura di forma stellare a sei punte che, si dipartono tutte da un patio centrale con spazi radiali interconnessi come prevede l’antica architettura tradizionale cinese. Questo diventa un immenso spazio di incontro a più livelli e il cuore pulsante dell’aeroporto; inoltre, questa disposizione, rende più rapidi e brevi i collegamenti tra i check-in e gli aeromobili consentendo di raggiungere il terminal più lontano in meno di otto minuti a piedi.
Di sicuro effetto, la copertura di questa immensa struttura, con i colori rossi tipici dell’architettura cinese, partono dal patio centrale snodandosi fino a toccare il suolo attraverso un sistema perfetto che consente di integrare la parte strutturale con la parte architettonica consentendo, inoltre, l’ingresso della luce naturale all’interno dell’intero terminal attraverso una serie di lucernai lineari che tracciano un percorso visivo che rende intuitivi gli spostamenti all’interno dell’immenso edificio.
Il costo di questa mastodontica opera è degno delle sue dimensioni; 17,5 miliardi di dollari che arrivano a 400 includendo le ferrovie e le strade di collegamento tra l’aeroporto e la capitale cinese. Un sistema di treni ad alta velocità (160 kmh) e una linea di metropolitana ultra moderna consentono il collegamento tra il terminal e la città in meno di 20 minuti.
La forma della struttura consente di avere grande spazio per il pubblico e permette un alto grado di flessibilità per future riconfigurazioni. 79 Gates con fingers removibili consentono la connessione rapida tra i bracci della struttura e gli aerei perfino con 6 Airbus A380 (vedi: IL GIGANTE DEI CIELI – AIRBUS A380IL GIGANTE DEI CIELI – AIRBUS A380) contemporaneamente.
I tetti della struttura sono ricoperti da pannelli fotovoltaici che forniscono una capacità di circa 10 MW di energia necessaria a supportare il sistema di riscaldamento per l’intera area del terminal ed inoltre l’aeroporto ha un sistema di raccolta delle acque piovane capace di permeare e purificare circa 2,8 milioni di metri cubi di ‘acqua.
La progettazione è stata curata da un team di eccellenti professionalità e società di livello internazionale che, sono state capaci di creare una struttura contemporanea, unica, perfettamente rispondente alle necessità della moderna aviazione.
La leadership di questo team è stata affidata alla Beijing New Airport Headquarters (BNAH) tra cui emergevano la ADP Ingenierie (ADPI) e lo studio di Hadid, Zaha Hadid Architects (ZHA).
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Oggi 30 maggio 2020 è una data storica che l’uomo ricorderà per sempre. Alle 21:22 ora italiana, da Cape Canaveral è partita la navetta SpaceX Dragon alla volta dello spazio con il suo carico umano. Un lancio perfetto ripreso in ogni momento, che ha portato di nuovo l’uomo nello spazio. Tutto è andato per il verso giusto, fino al rientro sulla chiatta del modulo 1 e l’ingresso in orbita dei due astronauti.
Di seguito un video con lo storico lancio:
L’ora X è giunta, dopo una lunga attesa durata 9 anni ci siamo finalmente. A cosa mi riferisco? Molti di voi lo avranno già compreso. Infatti oggi alle ore 22:33 ora italiana, dalla Florida, a Cape Canaveral partirà il primo volo con equipaggio umano della nuovissima spedizione spaziale sulla capsula SpaceX Dragon.
È un grandissimo momento per l’umanità, in cui per la prima volta dopo tantissimo tempo si torna a portare in orbita esseri umani in una missione che, vede questa capsula voluta per la prima volta da un privato, lavorare per la NASA per raggiungere la Stazione Spaziale Internazionale. Questo genere di viaggi erano stati interrotti nel 2011 quando fu sospeso il progetto Space Shuttle.
Oggi conosceremo anche il nome che verrà dato a questa navetta perché verrà rivelato al pubblico in diretta dai due astronauti Doug Hurley e Bob Behnken, rispettando una tradizione che risale al programma Mercury quando Alan Sheppard, nel lontano 1961 chiamò la propria capsula Freedom 7.
La capsula SpaceX Dragon, è stata prodotta realizzata grazie all’imprenditore multimilionario Elon Musk, lo stesso fondatore di Tesla con lo scopo di raggiungere la Stazione Spaziale Internazionali utilizzando come equipaggio i due astronauti appena citati, veterani dello spazio. Proprio uno dei due ha chiuso nel 2011 il programma spaziale della NASA con lo Space Shuttle l’compiendo l’ultimo volo.
Questa navetta ha già compiuto un viaggio di andata e ritorno nello spazio lo scorso anno però senza esseri umani a bordo, ma soltanto un manichino; oggi, invece, per la prima volta trasporterà un importante carico umano in un viaggio che durerà qualche mese con lo scopo di effettuare importanti esperimenti scientifici.
Tutto è pronto, verificato e controllato dal satellite internazionale WordView-3 della società americana Maxar che ha già fotografato dallo spazio il razzo Falcon9 che porta in cima la capsula della SpaceX. Non ci resta che connetterci questa sera attraverso la nostra TV o attraverso Internet per goderci in diretta lo spettacolo di questa incredibile nuova missione umana per la conquista e la scoperta dello spazio.
Anche noi di educazione tecnica saremo lì a seguire con attenzione ogni momento dell’evento.
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Molti sono gli elementi che contribuiscono ad inquinare il nostro pianeta creando problemi sia a livello globale che locale. Si è tanto parlato, anche su questo sito, degli effetti che, la plastica e le micro plastiche, ossia materiali non biodegradabili, causano sull’ambiente soprattutto quello marino. Ma non è solo la plastica ad inquinare, parecchi prodotti emettono quantità di CO2 nell’atmosfera capaci di creare effetti disastrosi quali l’effetto serra e l’aumento delle temperature, con conseguenze sui ghiacciai e sulle condizioni climatiche in generale.
Chi contribuisce ad emettere queste emissioni di CO2 è sicuramente il traffico veicolare e gli aeroplani, ma anche le fabbriche, le industrie e altri processi di trasformazione. Pensate che, la realizzazione delle nostre strade, costituite da asfalto, contribuisce ad emettere 27 kg di anidride carbonica per ogni tonnellata prodotta, inoltre l’asfalto trattiene il calore e contribuisce all’innalzamento delle temperature soprattutto nelle aree urbane con ulteriore aggravio delle condizioni già, in generale, compromesse.
L’Olanda è sempre stato un paese all’avanguardia dal punto di vista delle soluzioni green e delle ricerche in ambito ecosostenibile e arriva proprio da una società di questa nazione un brevetto per la realizzazione di un manto stradale realizzato, pensate un po’, in plastica. Sembrerebbe un controsenso, realizzare una strada già di per sé inquinante con materiale anche esso inquinante; ma l’idea di questa società sarebbe quella di realizzarle attraverso il recupero di tonnellate di plastica da macero riciclabile, dando così nuova vita ad un materiale che produrrebbe ulteriore inquinamento.
Quali i vantaggi di questo nuovo sistema che potrebbe sostituire l’asfalto? Secondo le indicazioni dell’azienda queste strade risulterebbero più leggere riducendo così il carico sul terreno e, sarebbero realizzabili in più strati così da permettere l’inserimento al loro interno di tubature e condotte in modo da evitare successivi e ulteriori lavori di smantellamento e ripristino come accade già oggi. Inoltre, la loro natura, ne consentirebbe la produzione direttamente in stabilimento, riducendo così i tempi di costruzione, assemblaggio e abbreviando anche i tempi di percorrenza e di conseguenza l’inquinamento. Non sarà più necessario, in questo modo, realizzare lunghi cantiere ad hoc nelle aree di costruzione, la realizzazione avverrebbe in tempi molto più rapidi, evitando quelle lunghe interruzione che hanno ricadute pesantissime sul traffico veicolare. Pendenze e accorgimenti tecnici arriverebbero già pronti per il montaggio dalla fabbrica, riducendo anche la difficoltà cantieristica. Inoltre, Plastic Road, questo il nome dato dalla società alla loro invenzione, non presenta controindicazioni per l’installazione in qualunque sito geografico o climatico. Questo nuovo manto stradale può essere utilizzato senza problemi in zone con clima torrido con temperature estreme o nei climi glaciali con temperature bassissime senza problemi di deperimento o danneggiamento.
I presupposti ci sono tutti per la creazione di un prodotto di successo, ma altri studi e approfondimenti vanno sicuramente condotti al fine di evitare nuove e drammatiche conseguenze al nostro già martoriato pianeta.
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Tokyo, la capitale giapponese, sarà sede dei giochi Olimpici e Paraolimpici del 2020 e già la città si sta organizzando per affrontare i grandi problemi di mobilità. All’interno del Villaggio Olimpico, gli atleti si potranno spostare attraverso una versione di piccolo bus riveduta da Toyota specificatamente per l’occasione. Si chiamerà e-Palette ed è il primo veicolo progettato dalla casa automobilistica giapponese per il trasporto urbano a guida autonoma e impatto zero.
Alimentazione elettrica e dimensioni tali da consentire il rapido afflusso degli atleti anche se con problemi di mobilità, capace di percorrere lunghi tragitti alla velocità di 20 km/h.
Questa vettura, un misto tra un van per il trasporto passeggeri e un piccolo autobus, verrà presentato al Motorshow che ti terrà in Giappone tra il 23 ottobre il 4 novembre.
e-Palette, dispone di un’interfaccia uomo macchina progettata per aiutare nella comunicazione tra coloro che si trovano intorno al veicolo durante la sua marcia automatizzata. Questa rende il veicolo in grado di mappare il terreno a 360° attorno alla sua posizione e di spostarsi in assoluta autonomia e sicurezza ovunque. Fari Lidar capaci di raccogliere informazioni in tempo reale sullo spazio circostante, di mappare il terreno e predisporre il percorso più rapido. Sensori di posizione in grado di individuare la posizione di ogni oggetto attorno al mezzo, di evitarlo e di agire prontamente in caso di emergenza. In ogni caso, un conducente umano sarà sempre posto all’interno del veicolo pronto ad intervenire in caso di necessità.
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La stampa 3D è sicuramente una nuova tecnologia che sta prendendo sempre più piede in ogni ambito delle attività umane. Grandi successi sono già stati ottenuti in campo medico, chirurgico, delle costruzioni e oggettistica in genere. Si realizzano oggetti, casa, uffici, esoscheletri e i campi di applicazione crescono ogni giorno. Arriva, appunto, dagli Stati Uniti, dall’università del Maine la realizzazione della più grande stampante 3D al mondo, capace di crearee oggetti dalle dimensioni imponenti, lunghi fino a 30 metri, larghi fino a 7 metri e alti fino a 3 metri, il tutto con una velocità di stampa di circa 227 kg per ora.
Grazie a questa stampante l’università del Maine ha battuto contemporaneamente tre Guinness World Records ed esattamente quello della stampante 3D più grande del mondo, quello dell’oggetto stampato più grande del mondo e quello della barca stampata in 3D più grande del mondo. Tutto ciò è stato possibile grazie alla collaborazione tra la divisione UMaine Advance Structures and Composites Center dell’Università del Maine e grazie agli investimenti e collaborazioni, tra l’altro, con l’Oak Ridge National Laboratory.
La barca è stata stampata in soli tre giorni contro una media di costruzione di parecchie settimane se non addirittura di mesi per una barca costruita con procedure tradizionali. Questa è lunga 7,62 metri e pesa 2 tonnellate e 200 chilogrammi.
Questa tecnica di stampa, utilizza come materiale per la costruzione, un derivato della cellulosa, quindi parte del legno e viene ritenuta una grande risorsa per quei territori molto ricchi di vegetazione o ricoperti di di foreste. Anzi negli Stati Uniti si sta investendo tantissimo proprio per spingere l’economia di queste aree e il loro sviluppo.
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Di veicoli a guida autonoma abbiamo parlato spesso, come anche delle differenti soluzioni di auto elettriche e di tipologie di batterie in grado di alimentarle. Le novità, in questo caso, presentate dalla casa automobilistica svedese Scania, famosa per i veicoli di grossa taglia come camion e autobus è quella di un mezzo a guida autonoma molto flessibile capace di portare i pendolari al lavoro dalla mattina alla sera, consegnare merci durante il giorno e raccogliere rifiuti durante la notte. Questa soluzione modulare si proporrebbe come la soluzione ideale per risolvere gran parte dei problemi ecologici delle città e del trasporto urbano, perché andrebbe a sostituire, in una volta sola, diversi mezzi contemporaneamente.
Si chiama Scania NXT e non lo vedremo da subito sulle strade perché si tratta di un concept che sta sviluppando la società e sarà pronto per il 2030. Al suo interno tutta una serie di tecnologie ancora allo studio e non sviluppate appieno però questo prototipo serve a dimostrare le possibilità e lo sviluppo tecnico a cui la società può arrivare.
Su questo prototipo i moduli di azionamento anteriore e posteriore possono essere installati sul telaio di un autobus, di un veicolo di distribuzione o di un compattatore. Il modulo che è stato esposto alla Global Public Transport Summit di Stoccolma è quello per il trasporto delle persone.
L’obiettivo da raggiungere è quello di un veicolo nuovo pensato per la condivisione tra diversi utenti e soprattutto per la sostenibilità della mobilità urbana.
Questo mezzo è, a detta del suo project manager, Robert Sjödin, qualcosa di completamente nuovo e innovativo, dove design, flessibilità e modularità sono la chiave della sua originalità.
Il modulo per il trasporto delle persone è lungo 8 metri ed è costituito da un’unica unità così da ridurre il peso e al di sotto della carrozzeria sono poste le batterie, celle cilindriche che occupano uno spazio normalmente inutilizzato riuscendo soprattutto a distribuire ottimamente il peso. L’autonomia è di circa 245 km e il veicolo a un peso inferiore alle 8 tonnellate.
Vedremo come evolverà questo progetto e di come tutte le tecnologie in esso impiegate riusciranno pian piano ad entrare nel quotidiano rendendo più sostenibile il trasporto urbano e a cambiare la nostra idea di mobilità.
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