Apr 192018
 

Come ogni anno il C.E.S., ossia il Consumer Electronic Show di Las Vegas, è foriero di tante novità nel campo dell’elettronica e della tecnologia.

Anche qui, il tema della sostenibilità e del rispetto ambientale sono diventati quelli più gettonati e ogni sorta di invenzione fa riferimento alle sue caratteristiche di compatibilità ambientale.

Un tema del quale parliamo spesso anche noi è quello dell’inquinamento provocato dai mezzi di trasporto soprattutto quelli su strada e sul congestionamento delle grandi città a causa di un traffico sempre più caotico.

Le case automobilistiche, ma anche i ricercatori indipendenti tramite le piattaforme di croud-funding, stanno impegnando molte delle loro energie proprio nella creazione di un  nuovo mezzo di trasporto o per migliorare drasticamente quelli esistenti.

Si chiama Ujet ed è il nuovo concept di scooter elettrico prodotto dall’omonima casa lussemburghese a zero emissioni, silenzioso, facile da riporre e da ricaricare, perfetto per il traffico cittadino e per contribuire a decongestionarlo. Il progetto parte dal piccolo paese centro europeo, proprio perché questo governo sta promuovendo forti politiche sulla mobilità sostenibile e sta incentivando il mercato dei mezzi elettrici e smart.

L’e-Scooter prodotto nello stabilimento di Foetz in Lussemburgo, è un condensato di intelligenza, connettività, tecnologia e design. Utilizza per la prima volta pneumatici in tuball e nanotubi in carbonio, i più leggeri al mondo, capaci di raddoppiare la loro presa su terreni di ogni tipo aumentando così la trazione del mezzo e parallelamente la sicurezza e le prestazioni.

Le ruote orbitali senza raggio sono dotate di un sistema frenante e di sospensioni capaci di garantire  un comfort di guida altissimo, il motore elettrico è capace di adattarsi ad ogni tipo di percorso garantendo alte prestazioni e grande accelerazione anche in salita. Tutto questo grazie ad un avveniristico telaio ricavato direttamente dalle soluzioni aerospaziali; fibra di carbonio miscelata a leghe metalliche leggere che, realizzano un materiale il 40% più leggero dell’alluminio, hanno consentito di costruire uno scooter il cui peso complessivo è di 43 chilogrammi.

Ma le novità tecnologiche non sono di certo finite qui. Totalmente smart, l’Ujet, è dotato di tutte le ultime innovazioni nel campo digitale. GPS per la localizzazione, il parcheggio smart, il tele-controllo. Un sistema di antifurto collegato allo smartphone tramite app iOS o Android, consente il controllo in remoto del mezzo, la sua attivazione o blocco e messaggistica in tempo reale in caso di spostamento o manomissione non autorizzata dello scooter.

Un sistema di sensori distribuiti su tutto il corpo del mezzo, monitorano ogni fase del viaggio ed ogni parte del ciclomotore, avvisando l’utente di eventuali anomalie. L’app sullo smartphone registra anche dati utili quali ricarica della batteria, calcola l’autonomia rimasta, le emissioni di anidride carbonica risparmiate e tanto altro per aiutare il conducente a mantenere il mezzo in perfetta efficienza.

Anche l’intrattenimento la fa da padrona. GPS, wi-fi, bluetooth, 3G alcune delle possibilità di connessione. Un display touch consente di attivare la navigazione, lo streaming musicale, la possibilità di telefonare e di vedere le immagini riprodotte dalla videocamera frontale di cui l’Ujet è dotato.

Ma l’Ujet è un veicolo elettrico e quindi la batteria è sicuramente il componente fondamentale. Lo scooter è dotato di due differenti tagli, uno più piccolo che garantisce circa 70 km di autonomia, mentre l’altro più grande circa 150 km. Il vantaggio è dovuto essenzialmente alla leggerezza del mezzo e alle componenti utilizzate nella realizzazione della batteria.

Questa è rimovibile e trasportabile quasi fosse una valigia, in modo da facilitarne il trasporto. Cosa importantissima, la ricarica è effettuabile da qualunque presa, quindi non richiede apposite colonnine e se si acquista il caricabatteria veloce venduto dalla casa madre, i tempi di ricarica si accorciano diventando di circa un’ora e mezza per la piccola e di tre ore per la grande.

Il mezzo è quasi pronto per la commercializzazione che avverrà presumibilmente entro la metà di quest’anno. I prezzi sono tra l’altro già definiti. La versione con la batteria più piccola costerà 8.900 dollari, mentre quello con la batteria di maggiore capacità, 9.900 dollari.

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
Feb 222018
 

L’auto elettrica è sicuramente la scommessa per il futuro del trasporto proprio perché i livelli di inquinamento oramai raggiunti sono intollerabili per il nostro pianeta. Una scommessa che parte da lontano, ma che ha subito una forte accelerazione nell’ultimo periodo grazie anche agli annunci del visionario miliardario Elon Mask che ha già presentato la sua Tesla. Tanti sono stati i problemi che hanno rallentato o fatto posticipare la creazione di auto di questo tipo. Innanzitutto il peso e l’ingombro delle batterie, poi il sistema di ricarica, l’autonomia ed infine, per quegli automobilisti particolarmente esigenti, le prestazioni. Già con la Tesla, molti di questi problemi sono stati risolti, soprattutto quello prestazionale.

Sulle riviste sportive, si leggono sempre comparazioni sulle velocità massime raggiungibili da questi bolidi e soprattutto si confronta il tempo impiegato per passare da velocità zero a 100 km/h ritenuto un parametro di valutazione importante. Su questo aspetto, le auto elettriche, hanno sempre avuto la peggio, ma fino ad ora. Infatti, sempre la Tesla di Elon Mask vanta tempi di poco superiori ai due secondi, ma questo record è stato da poco infranto da un nuovo bolide elettrico di concezione nipponica.

Su questo aspetto, la ASPARK OWL, questo è il nome dell’auto giapponese, ha battuto tutti. Infatti, un video che gira sulla rete mostra come questa macchina elettrica raggiunga la velocità di 100 km/h in meno di 2 secondi, un vero razzo.

Il video, mostra questo eccezionale risultato, no su di una pista attrezzata per l’evento, ma in uno spazio piuttosto angusto al di fuori di un capannone industriale e su un tracciato non propriamente adatto ad una verifica di questo tipo.

Il risultato della telemetria non lascia dubbi: 100 km/h in solo 1,92 secondi. I critici hanno comunque affermato che il risultato è stato raggiunto anche grazie all’uso di pneumatici slick da gara e che queste prestazione dovrebbero essere inferiori se effettuate con pneumatici stradali.

Approfondimento: uno pneumatico slick, che in inglese significa liscio, è un tipo di pneumatico che non ha scanalature sul battistrada. In questo modo, si ha una maggiore superficie d’aderenza sull’asfalto, massimizzando la trazione.

Attualmente la Aspark Owl è in fase di prototipo, ma la società giapponese che la produce ha l’intenzione di realizzarne un primo blocco di 50 esemplari per la vendita. Anche da questo punto di vista la competizione è iniziata. Elon Mask ha promesso che la sua Tesla Roadster prevista per il 2020, raggiungerà lo stesso tipo di prestazione.

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
Feb 092018
 

Da sempre l’uomo ha desiderato di poter volare, ma la natura non lo ha fornito degli strumenti adatti a compiere questa azione. Dallo studio, però, dei volatili, dalle loro caratteristiche e dalla loro conformazione, ha cercato di carpire i segreti che consentono a questi esseri di librarsi e di spostarsi in aria. Oggi, dopo decenni di sperimentazione e tentativi, l’uomo vola liberamente da una parte all’altra del mondo utilizzando, miracoli di ingegneria, chiamati aerei.

Ma com’è possibile volare? In realtà, si tratta di un fenomeno puramente fisico, ed una volta compreso il segreto di come questo avviene, riuscire a realizzarlo è diventato relativamente semplice, anzi ci si è spinti oltre realizzando aerei più grandi e veloci (vedi Il Gigante dei Cieli: AIRBUS A380), pieni zeppi di tecnologie e comfort.

LA PORTANZA

Il prodigio del volo, è possibile grazie ad un fenomeno fisico chiamato portanza. Essa è definita come “la spinta perpendicolare alla direzione del moto che si produce per effetto del flusso dell’aria intorno all’ala“. Questo fenomeno, sostiene in aria, i grandi aerei ma allo stesso modo anche gli alianti o gli uccelli.

Il segreto sta nella differenza di pressione tra la parte superiore e quella inferiore dell’ala, ma questo è solo un aspetto del fenomeno che consente agli aerei di restare in aria. L’altro aspetto importante, è l’angolo di inclinazione. L’ala, infatti, deve risultare inclinata verso l’alto di un angolo chiamato angolo di attacco per poter creare una sufficiente portanza in grado di far superare all’aereo la forza di gravità. La dimensione di quest’angolo deve essere studiata attentamente in modo da massimizzare la portanza e rendere massima la differenza di velocità dell’aria tra la faccia superiore e quella inferiore dell’ala.

L’AEREO E LE SUE ALI

E’ proprio la sagoma dell’ala che, fa in modo (come si vede dalle figure precedenti) che l’aria scorra più velocemente su una superficie (superiore) rispetto che sull’altra (inferiore). Anzi, le curve di flusso nella parte superiore, sempre a causa della forma, tendono a schiacciarsi una vicino all’altra. Quindi data la maggiore distanza da compiere, l’aria nella parte superiore è costretta ad accelerare. Aumentando la velocità, cala la pressione. Al contrario, nella parte inferiore, l’aria passa più lentamente  e la pressione aumenta.

Per un principio della fisica, se sulla faccia superiore dell’ala, chiamata dorso, la pressione dell’aria è minore che in quella inferiore chiamata ventre, la forza risultante crea un effetto di risucchio verso l’alto, che aumentando, supera l’intensità della forza di gravità, consentendo all’aereo di librarsi in aria e mantenersi in volo.

Durante un volo, sono 4 le forze che agiscono sul velivolo. La portanza, ossia il risucchio verso l’alto dovuto alla differenza di pressione sull’ala che, compensa le forze che trascinerebbero l’aereo verso il basso cioè il suo peso e la forza di gravità. E poi, la forza motrice o trazione, ossia la spinta data dai motori che deve compensare l’attrito o resistenza causato dall’aria che impatta sulla superficie dell’aereo.

Una volta superate le fasi iniziali, durante quello che viene chiamato volo orizzontale, le forze debbono essere a due a due uguali. La forza motrice dovrà essere uguale all’attrito, mentre la portanza dovrà essere uguale al peso. Se la spinta dei motori aumenta, l’aereo accelera, se la portanza cresce, l’aereo sale di quota.

Bisogna comunque tener presente anche un altro fattore, la rarefazione dell’aria. Infatti, salendo di quota, l’aereo incontra aria sempre più rarefatta, con conseguente diminuzione dell’attrito. Questo lo porta, a parità di spinta, ad accelerare ma è anche costretto a mantenere questa maggiore velocità per compensare la perdita di portanza che lo costringerebbe inevitabilmente a perdere quota.

La portanza che entra in gioco durante tutto il volo, dipende da due fattori chiave: da un lato la velocità dell’aereo rispetto all’aria e dall’altro dalla conformazione e inclinazione dell’ala.

Ma la velocità dell’aereo cambia durante tutte le fasi del volo, quindi bisognerà adattare l’ala a questi differenti momenti.

Schema parti mobili dell’ala

Per questo è dotata di tutta una serie di parti mobili come gli slat e i flap o ipersostentatori che alle estremità anteriori o bordo d’attacco e posteriori o bordo di uscita o di fuga, cambiano alla bisogna il profilo alare e la sua superficie in modo da consentire all’aereo di adattarsi a tutte le situazioni del volo.

Ala con parti mobili chiuse ed estese

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
Gen 292018
 

A volte le cose apparentemente più stupide, sono quelle che ci creano la maggior parte dei problemi durante la nostra quotidianità. Quanti di noi non hanno sperimentato in città il problema delle buche stradali o dei sampietrini sconnessi o addirittura mancanti. Già a piedi queste sono fastidiose, ma con scooter e biciclette diventano pericolose soprattutto quando a causa della pioggia queste mancanze o sconnessioni non sono visibili.

Inoltre, la manutenzione stradale, costa ai comuni che debbono metterla in pratica tutti i giorni, parecchio denaro e soprattutto gli interventi non sono mai rapidi e definitivi se non al costo di rendere la strada, una volta perfettamente asfaltata, un insieme di toppe con differenti livelli, materiali non sempre idonei e pronte a riaprirsi alla successiva pioggia.

Forse a causa di disavventure capitategli durante la sua vita, il visionario inventore russo Dahir Semenov, competente esperto ingegnere (leggi anche: GLI UFO SBARCANO IN CITTA’), si sarà ritrovato a pensare a come risolvere questo piccolo ma noiosissimo problema per ognuno di noi.

La sua creazione, un enorme camion dotato di una serie di attrezzi specializzati per le riparazioni stradali. Uno speciale martello pneumatico, una serie di frese e seghe particolari, agiscono in pochi secondi sulla buca ritagliandola e sagomando un foro perfettamente regolare con una forma stabilita dall’operatore.

A questo punto una potente pompa aspiratrice, preleva dal terreno tutti i residui, sassi, pezzi di asfalto e quant’altro lasciando la buca sagomata perfettamente pulita.

La terza fase è quella del riempimento della buca. Una toppa di asfalto speciale, che ricalca la buca appena tagliata, viene adagiata dalla macchina all’interno del foro. Una enorme piastra scaldante, quasi un grande ferro da stiro, viene posizionata dalla macchina sulla toppa riscaldandola. In questo modo i due tipi di asfalto si saldano insieme in maniera precisa e definitiva, senza interruzioni, avvallamenti o parti sorgenti.

Il bello di questa operazione è che viene eseguita in pochi secondi, ripulendo perfettamente la zona, e ottenendo un risparmio economico non indifferente oltre a poter eseguire l’intervento in tempi molto brevi.

Gli unici dubbi che sono stati manifestati alla presentazione di questa originale idea, sono quelli legati al contesto, e cioè alla dimensione delle buche, a volte vere e proprie voragini e alla loro profondità. Vedremo se Semenov riuscirà con il tempo ad affrontare anche queste problematiche.

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGER ANCHE:
Set 222017
 

In attesa dell’Hyperloop One di Elon Mask, di cui abbiamo più volte parlato su queste pagine (vedi: PUOI LEGGERE ANCHE), il mondo tecnologico non resta a guardare e ogni anno nei paesi dell’estremo oriente, si succedono records di velocità e nuovi sistemi di spostamento su rotaia.

E’ di pochi giorni fa l’annuncio della autorità cinesi dell’entrata in servizio del Fuxing, il treno che attualmente detiene il record mondiale di velocità. Fuxing in lingua cinese vuol dire “ringiovanimento” proprio a voler indicare un miglioramento e un aggiornamento del sistema dei trasporti rispetto al passato.

FUXING01

Fuxing, inizialmente collegherà la capitale Beijing con l’altra megalopoli cinese di Shanghai. Già le due città erano collegate con un sistema ad alta velocità, ma il Fuxing, spiega la China Railway Corporation, permetterà di coprire la stessa distanza in circa mezz’ora in meno.

Fuxing correrà sui binari alla incredibile velocità di 350 chilometri orari di media con punte superiori ai 400 Km/h, percorrendo i 1318 chilometri tra le due città in poco meno di 4 ore.

Questo treno, non è soltanto il più veloce esistente in questo momento, ma raggiunge anche elevatissimi livelli di automazione e servizi di bordo. Sarà infatti disponibile gratuitamente una rete wi-fi ad alta velocità, porte USB per tutti i passeggeri e ogni tipo di comfort. Un sistema di sensori pari a oltre 1500, permetterà ad un sistema di controllo computerizzato di analizzare tutti i momenti del viaggio e le componenti del treno, in modo da attivare istantaneamente i sistemi di sicurezza, che lo rallenteranno o fermeranno del tutto in caso di registrazione di anomalie.

FUXING02

Il 21 settembre questo gioiello è entrato in funzione e coprirà la tratta Beijing-Shanghai con sette corse ad andare e sette a tornare giornaliere.

Un meraviglia tecnologica che raggiunge un nuovo livello di qualità nei trasporti e apre la strada al futuro. Nuovi concorrenti, infatti, si stanno affacciando sul mercato al fine di rendere concorrenziale rispetto ai sistemi aerei il trasporto su terra. A parte l’Hyperloop, già è quasi pronto in Giappone l’erede del famosissimo Shinkansen, il Maglev (acronimo delle parole magnetic levitation) che corre sospeso su binari magnetici alla incredibile velocità di 600 Km/h e che entrerà in servizio nel 2027.

GUARDA I VIDEO:

Mag 272017
 
Vahana01

Airbus Vahana

Abbiamo da poco parlato di Vahana (Airbus Vahana: l’aereo che vola da solo), il veicolo aereo a guida autonoma che Airbus Industries sta testando per la movimentazione in città. Lo scopo di Airbus è quello di risolvere il problema del traffico e del congestionamento delle città a causa della quantità enorme di veicoli in circolazione.

Ma oltre a Vahana, altri progetti sono in cantiere da parte del colosso dell’aviazione europea; all’ultimo salone dell’Auto di Ginevra, Airbus ha presentato un veicolo rivoluzionario, un concept che modifica completamente il modo di viaggiare e spostarsi in città: sto parlando di Pop-Up.

Si tratta di un veicolo di trasporto autonomo modulare costituito da tre componenti che si combinano tra di loro, totalmente green. Realizzato con l’eccellenza italiana del design, la Italdesign, Pop-Up è formato da una capsula in fibra di carbonio con due posti passeggeri, una base elettrica a quattro ruote e un modulo aereo  dotato di quattro rotori, anch’essi elettrici, per il decollo verticale.

POPUP01

La capsula passeggeri, può agganciarsi in pochi istanti o al modulo terrestre o al modulo aereo.

POPUP03

Agganciata al modulo terrestre, la capsula passeggeri, diventa una piccola city car autonoma nel senso che, il passeggero che deve effettuare lo spostamento, programma attraverso il proprio smartphone il punto della città in cui deve recarsi; in questo modo il modulo terrestre viene a prelevarci per condurci al luogo di destinazione. Se la meta è troppo lontana dal punto di partenza il modulo aereo arriverà e aggancerà la capsula e come un drone lo solleverà per trasportarlo velocemente nelle vicinanze del luogo di destinazione.

POPUP06

Quindi in base alle necessità o alla distanza, il modulo Pop-Up, sceglierà il sistema di trasporto preferibile. Il cuore di questo sistema è una centrale di intelligenza artificiale in grado di programmare e controllare gli spostamenti di tutte le capsule disponibili e gestire in tempo reale il traffico sia terrestre che aereo. La piattaforma farà anche in modo da rendere lo spostamento personalizzato e piacevole per gli occupanti delle capsule. Il vantaggio non è indifferente, perché il modulo aereo può prelevare la capsula in qualunque momento e in qualunque luogo per cui se ci si trova bloccati in mezzo al traffico, il modulo aereo interviene preleva la capsula e il modulo terrestre torna da solo alla stazione di parcheggio.

POPUP04

Il sistema potrebbe essere messo in commercio già tra poco tempo secondo i general manager di Airbus Mobility, perché sia la tecnologia elettro-meccanica, il design che il sistema di propulsione sono già da adesso realizzabili e funzionali.

POPUP08

Altra cosa invece è il sistema di controllo; manca infatti tutta l’infrastruttura da realizzare nelle metropoli, nonché i sistemi di controllo del traffico e tutta la normativa compatibile con questo nuovo sistema di trasporto ibrido.

POPUP07

Il sistema progettato da Airbus Industries e Italdesign è avveniristico ma nasce dall’esigenza di risolvere uno dei più gravi problemi che affliggono le nostre grandi città: il traffico congestionato. Chissà se nel giro di pochi anni questo sistema non possa rivoluzionare questo settore come i cellulari lo hanno fatto con quello delle comunicazioni?

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
Mag 132017
 

I viaggi spaziali sono un sogno dell’umanità da sempre e l’uomo cerca soluzioni per rendere questa possibilità fattibile, poco pericolosa e soprattutto più economica.

Oggi per andare nello spazio, i razzi che lanciamo dal nostro pianeta, sono basati su un sistema che utilizza ossigeno liquido che entra in combinazione con il combustibile all’interno della camera di combustione. Solo per far sollevare il razzo dalla superficie terreste e vincere la forza di gravità occorrono normalmente circa 250 tonnellate di ossigeno liquido senza parlare del combustibile e soprattuto, una volta superata la prima fase del lancio, quello rimanente nei serbatoi viene scartato con enormi sprechi di denaro.

SABRE08

Ma nel panorama mondiale qualcosa si sta muovendo per superare i limiti dell’attuale sistema.

L’E.S.A., l’Agenzia Spaziale Europea, in collaborazione con la Reaction Engines inglese, sta progettando S.A.B.R.E., sigla che sta per Synergistic Air-Breathing Rocket Engine, ossia un nuovo tipo di motore in grado di rivoluzionare il modo in cui i razzi arrivano nello spazio.

Il principio di funzionamento è abbastanza semplice; S.A.B.R.E., sfrutterebbe aria atmosferica nelle prime fasi del lancio per poi trasformarsi in un razzo convenzionale nella seconda fase al fine di fornire la spinta necessaria al razzo per farlo uscire dall’atmosfera terrestre superando la forza attrattiva del pianeta.

SABRE07

Più complesso è il sistema per ottenere questo processo; infatti, comprimere l’ossigeno dell’atmosfera a circa 140 atmosfere e spingerlo nelle camere di combustione, è abbastanza semplice ma comporta un forte innalzamento della temperatura, calore che potrebbe compromettere il funzionamento dei motori. E’ necessario, quindi, raffreddare l’aria all’interno di uno scambiatore di calore in modo che questa possa far bruciare il combustibile a idrogeno al posto dell’ossigeno liquido fino a quando il razzo non raggiunge la quota di 25.000 metri dove l’aria diventa più rarefatta. A questo punto S.A.B.R.E., torna ad essere un razzo convenzionale non potendo più utilizzare l’ossigeno atmosferico.

SABRE02

Il problema di questo avveniristico progetto sono appunto gli scambiatori di calore. Abbastanza diffusi nel settore industriale in questo caso hanno il compito di dover raffreddare l’aria in entrata a oltre 1.000°C in un centesimo di secondo a -150°C evitando la formazione di brina o ghiaccio. Inoltre, dovrebbero avere un peso di circa 100 volte inferiore rispetto a quelli utilizzati in ambito industriale, proprio perché dovrebbero essere montati in sistemi aerospaziali, dove il peso è una variabile fondamentale.

Forti investimenti per la realizzazione di S.A.B.R.E. sono stati attivati dall’Agenzia Spaziale Europea, convinta, insieme ai partners inglesi che questa tecnologia farà fare enormi passi avanti ai programmi spaziali e soprattutto perché consentirà di ottenere nuovi propulsori per l’aviazione a basso costo e a basse emissioni.

SKYLON

SKYLON

Skylon, ossia lo Shuttle Spaziale in grado di decollare come un aereo e di rientrare nell’atmosfera e atterrare nuovamente, sarebbe una dimostrazione della bontà di questo progetto.

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
Feb 272017
 

LIDAR_Scroll

Oramai sentire parlare di veicoli a guida autonoma è quasi quotidiano e anche su queste pagine ne abbiamo parlato diverse volte. In questa direzione si sono mosse due grandi case produttrici a livello internazionale e hanno presentato al CES di Las Vegas queste loro innovazioni. La Koito Manufacturing grande produttore internazionale di fari per le autovetture e Quanergy Systems produttore a sua volta di sensori LiDAR acronimo di Laser Imaging Detection and Ranging hanno unito i loro sforzi per produrre un faro automobilistico di nuova concezione che incorpora i sensori LiDAR S3 allo stato solido.

LIDAR02

Lo scopo è quello di realizzare un sistema in grado, attraverso il telerilevamento, di tracciare una mappatura 3D dell’ambiente intorno alla vettura in modo da crearne una visuale tridimensionale in tempo reale fornendo informazioni dettagliate e tracciamento degli oggetti.

Il sensore può essere incorporato nel faro senza alterarne l’estetica e il faro può a sua volta proteggere il sensore da acqua, sporco, polvere attraverso l’uso di spazzole tergifaro.

LIDAR03

L’uso di questi fari consentirà nelle prossime vetture di mettere a disposizione del conducente funzioni definite di “percezione” quali mappatura, pianificazione di percorsi, localizzazione, rilevamento e classificazioni di oggetti.

PrintQuesto sistema va ad integrarsi con gli avanzati sistemi ADAS, Advanced Driver Assistance Systems, tipici dei veicoli a guida autonoma. Questi sistemi, oggi, sono già in grado di riconoscere e classificare differenti tipologie di oggetti, per cui sono in grado di distinguere un’autoambulanza da un furgone per trasporti, segnalare al pilota eventuali condizioni pericolose lungo il percorso e in alcuni casi addirittura intervenire fermando del tutto l’autovettura al fine di garantire l’incolumità degli occupanti. Sofisticatissimi algoritmi computazionali, riescono a fare oggi molte delle cose che fa normalmente il conducente, con un fattore predittivo superiore a quello umano. L’integrazione di questi sensori sulla scocca dell’auto rappresenterà un ulteriore passo avanti in questa direzione e contribuirà a rendere ancora più sicure le nostre strade e la nostra guida.

Il progetto del sensore LiDAR S3 è stato premiato al recente CES 2017 di Las Vegas con il Best of Innovation Award nella categoria autoveicoli.

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Feb 272017
 

A380_03

15 ottobre 2007 è una data storica. I cieli del mondo vedono librarsi per la prima volta in aria un nuovo gigante, anzi il gigante dei giganti: l’Airbus A380, il primo aereo al mondo dotato di doppio ponte capace di trasportare a pieno carico fino a 850 passeggeri.

L’A380 nasce con lo scopo di risolvere i problemi del trasporto aereo sempre più congestionato di tratte e persone, ma anche per competere con lo strapotere quarantennale di Boeing con il suo aereo di punta, il 747.

38413707airb_20010628_04889.jpg

La presentazione al grande pubblico è avvenuta il 16 gennaio 2005, ma l’Airbus è stata costretta a rinviare ripetutamente l’uscita del velivolo per diverse problematiche soprattutto ai sistemi elettrici, un vero proprio dedalo di cavi e connessioni.

A380_06

Il gigantesco aereo è grande in tutto. Per la prima volta, l’apertura alare supera la lunghezza. Questa è stato il primo problema per Airbus che ha dovuto ricorrere ad uno stratagemma per consentire al suo gigante di poter essere ospitato in tutti gli aeroporti internazionali senza dover riprogettare gli hub. L’ala nella parte finale, infatti, è stata ripiegata; questo ha consentito di riportare la lunghezza all’interno degli standards degli aeroporti e a fatto si che questa fornisse maggiore stabilità in volo ad alta velocità.

A380_01

L’A380 è lungo 73 metri e alto più di 24. L’apertura alare è di 79,8 metri e il diametro della fusoliera 7,14. Il doppio ponte consente di ospitare un numero di passeggeri che varia da 525, in configurazione standard con la suddivisione in 3 classi, a 853 in configurazione charter con classe unica. Il ponte principale misura 49,7 metrici lunghezza mentre quello superiore 47,9; tutto questo spazio si traduce in comodità e possibilità da parte delle compagnie aeree di offrire ai clienti più esigenti spazi unici attrezzati con suite, docce, sale gioco con biliardo, lounge-bar e tanto altro.

Sono necessari 2 piloti (4 per le lunghe tratte) e 22 assistenti di cabina per gestire l’enorme spazio e la grande quantità di persone a bordo.

La tecnologia la fa da padrona; anche la classe economy è dotata di molti comfort in più e soprattutto spazio tra i sedili. Intrattenimento di bordo, wi-fi, videocamere esterne per vedere comodamente le fasi del viaggio e tanto altro. Insomma, l’A380 apre una nuova era per il viaggio aereo.

A380_04

Anche la dotazione meccanica è di prim’ordine; vengono utilizzati 4 turbofan Engine/Alliance GP7000 o, in alternativa, 4 turbo-reattori Rolls-Royce Trent 900. Questi spingono l’aereo a velocità di crociera a Mach 0.85, ovvero a circa 850 Km orari e sono capaci di fargli percorrere una distanza di 15.200 Km in un’unica tratta consumando il 15-20% in meno di un 747 con emissioni nell’atmosfera ridotte del 13%. Viaggia inoltre più in alto, 35mila piedi (circa 11.000 metri) è molto più silenzioso e necessita di meno spazio per atterrare e decollare.

Lo sviluppo di questo gigantesco aereo è avvenuto negli impianti di Tolosa in Francia appositamente costruiti da Airbus per la realizzazione di questo velivolo. L’avvio del progetto è del giugno 1994 e solo nel 2004 dopo dieci anni di progettazione, è stata approntata la catena di montaggio.

I costi sono stati enormi, basti pensare che l’aereo è composto da circa 4 milioni di pezzi, con 2,5 milioni di componenti provenienti da 1.500 aziende di 30 nazioni. Ogni aereo costa circa 350 milioni di dollari.

10 miliardi di investimento complessivo che si traducono nella necessità di vendere almeno 250 aerei da parte di Airbus per rientrare nelle spese.

A380_02

Nel 2006 il primo Airbus A380 è stato consegnato alla compagnia aerea Singapore Airlines che ebbe anche l’onore di effettuare il primo volo commerciale di questo gigante il 15 ottobre 2007 sulla tratta Singapore-Sydney.

Sono diverse oggi le compagnie aeree che utilizzano l’A380 e molte altre si stanno aggiungendo piano piano. L’aereo ha oramai superato i dieci anni di servizio e non si sono riscontrati incidenti, se non lievi, sul suo percorso di volo tranne che per l’incidente occorso ad un A380 della Qantas, la compagnia aerea australiana, che durante il volo vide esplodere uno dei motori a causa di un difetto di progettazione di un tubicino che trasportava olio. Il volo si concluse con un atterraggio di emergenza ma nessun danno all’aereo ne alle persone a bordo.

A380_08

La compagnia aerea che maggiormente utilizza gli A380 oggi è la Emirates, la compagnia dell’emirato di Dubai e per questa compagnia vola il primo pilota italiano accreditato per gli A380, il comandante Michele D’Ambrosio.

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Feb 242017
 

Concept01

Sembra uscita da un film di fantascienza e invece è la concept car di un grande marchio di auto giapponesi. Si chiama Concept-I e si tratta di un’autovettura che estende il concetto di dotazioni e accessori in auto portandoli ad un livello più alto.

Concept02

Dotata di un sistema avanzatissimo di intelligenza artificiale, la Concept-I, è capace di apprendere dalle abitudini e necessità del proprio guidatore e migliorare le proprie performance anticipandone le necessità, fornendogli suggerimenti e semplificandogli la vita al volante.

Concept03

Come molte altre vetture, la Concept-I dispone di differenti modalità di guida, manuale e automatica, ma dispone anche di un nuovo sistema di interazione con il conducente in grado di aumentare notevolmente il livello di sicurezza e il supporto automatico alla guida in caso di pericolo o necessità.

Concept05

Concept-I, attraverso un sofisticato sistema di sensori, stabilisce una comunicazione quasi sensoriale con il conducente dell’autovettura attraverso l’uso di stimoli visivi e tattili. Può controllare lo stato del conducente durante tutta la permanenza sull’auto e le condizioni della strada in modo da avvisarlo tempestivamente in caso di colpo di sonno, ostacolo o distrazione alla guida.

Concept04

Il segreto di tutta questa tecnologia si chiama Yui ed è il sofisticato software di intelligenza artificiale di cui è dotata l’autovettura. Yui è in grado, attraverso un visore sul cruscotto anteriore e molteplici sistemi visivi posti in tutta l’autovettura di creare questo nuovo sistema comunicativo. Luci, colori e suoni interagiscono con il conducente informandolo, istruendolo e dialogando con lui in ogni momento. Yui è in grado di comunicargli lo stato dell’auto, visualizzare sul parabrezza le informazioni di viaggio, salutarlo augurandogli buongiorno, ossia diventare quasi un compagno di viaggio che apprende dalle sue abitudini e collabora con lui durante il tragitto.

GUARDA I VIDEO:

 

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Feb 102017
 

Vahana01

Si chiamerà Vahana, nome che in lingua sanscrita significa “mezzo di locomozione degli dei” e nell’immaginario di quelle popolazioni identificava la divinità con il mezzo di trasporto. Si tratta in questo caso dell’ultimo avveniristico progetto di Airbus la grande compagnia aerea che compete per il primato nei cieli con l’americana Boeing.

L’idea è quella di voler intervenire sul traffico sempre più congestionato delle megalopoli con un sistema di trasporti avveniristico. Mentre si parla sempre più di auto a guida autonoma, campo nel quale si stanno sfidando i grandi big dell’economia, Airbus propone un sistema, a metà tra un grande drone e un piccolo elicottero che dovrebbe essere in grado di trasportare un passeggero per volta in aria su tragitti brevi all’interno delle città, superando il caos e la congestione del traffico a terra.

Vahana02

Qual’è la particolarità di questo sistema? Dovrebbe decollare in verticale, dato il poco spazio a disposizione, e volare autonomamente senza pilota.

L’idea, pazzesca di per se, è presa molto seriamente da Airbus che prevede di lanciare tale sistema già tra 4 anni nel 2020 presentando a breve i primi prototipi funzionanti.

Vahana04

Lavorano al progetto gli ingegneri di A3, società di proprietà di Airbus, i quali hanno deciso di lanciarsi nel 2016 in questa avventura ideando questo incredibile sistema di volo autonomo.

Ciò che ha dato loro fiducia nella realizzazione di un progetto così avanzato sono stati diversi fattori; tra questi, lo stato dell’arte dei sistemi di intelligenza artificiale nei sistemi di guida oggi particolarmente avanzati ed affidabili, l’uso di materiali ultraleggeri ma estremamente resistenti e la possibilità di utilizzare batterie la cui tecnologia consente di ottenere sufficiente energia e durata.

La realizzazione del prototipo completamente funzionante è già prevista per la fine di questo 2017 e la speranza di veder volare Vahana per la fine del 2020.

Vahana03

Rodin Lyasoff, amministratore delegato di Airbus Group ha commentato il progetto affermando che l’aerodinamica di questo mezzo innovativo è già in fase di avanzata realizzazione, avendo ottenuto un mezzo capace di volare con un solo motore e con un software in grado di controllarlo e guidarlo con una sicurezza del 100%. Vahana dovrà essere in grado di volare da un punto ad un altro con assoluta certezza evitando tutti i possibili ostacoli che potrebbero frapporsi tra i due luoghi da congiungere.

Inoltre, Lyasoff, ha affermato che Airbus rilascerà i codici di questo nuovo sistema di volo in modo che tutti ne possano trarre beneficio.

Non ci resta che aspettare e sperare che questo progetto possa diventare realtà. A quel punto ci si porrà un’ulteriore domanda: chi supererà la propria reticenza e si proporrà come passeggero per un volo sui cieli della propria città su un mezzo privo di pilota?

PUOI LEGGERE ANCHE:
  1. BOOM IL VOLO SUPERSONICO E’ QUI
  2. HOVERBOARD. IN VOLO CON IL DRONE
  3. Il VOLO secondo AIRBUS

SCARICA L’ARTICOLO:
Gen 142017
 

La guida autonoma, ossia la guida in città lungo percorsi prefissati senza la presenza di un guidatore umano, è sempre più presente sui media e sulla rete. Tutti i grandi produttori, e non solo di auto (vedi Apple, Google, Microsoft), stanno lavorando per realizzare le auto del futuro, ma in testa a questo gruppo di aziende interessate troviamo la Tesla Motors del magnate Elon Musk.

Tesla01

Al salone del Tesla Design Studio di Hawthorne, Musk ha presentato il prototipo della Tesla Model 3, definita dallo stesso, la prima auto elettrica per tutti ossia quella il cui prezzo sarà accessibile alla maggior parte di noi.

Tesla02

Uno dei grossi problemi delle auto elettriche, anzi probabilmente il più grosso, sono le batterie. Infatti, il progetto della Tesla 3 è legato ad un altro progetto, quello della Gigafactory, il secondo più grande impianto di produzione al mondo dopo quello della Boeing dove Musk prevede di far realizzare ogni anno 50 Gigawattora di batterie agli ioni di litio sufficienti ad alimentare le 500 mila autovetture che la casa automobilistica prevede di mettere sul mercato ogni anno.

Tesla03

La probabile commercializzazione della Tesla Model 3 dovrebbe avvenire negli Stati Uniti a partire dal 2017, mentre per gli altri mercati, europeo incluso, si dovrà aspettare il 2018.

Ma quali sono le incredibili caratteristiche che hanno “agitato” le acque della rete facendo sborsare a oltre 115.000 utenti la cifra di 1.000 dollari per la prenotazione dell’auto nel giro di 24 ore? Sono di tutto rispetto.

La Tesla sulla carta promette di avere un’autonomia di 350 chilometri con un pieno elettrico ed è predisposta per le colonnine di ricarica ultrarapide “Supercharger”. Dovrebbe avere un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 6 secondi ed essere equipaggiata con 1 o 2 motori elettrici (a seconda del modello). Autopilot di serie, ossia la possibilità di mantenere in autonomia la corsia, cruise control “intelligente” e parcheggio automatico sfruttando le telecamere di bordo, radar e diversi sensori montati sull’auto. A completare la dotazione un tetto panoramico, doppio bagagliaio, 5 posti interni ed un ampio pannello di comando touchscreen. Come opzional è possibile scegliere un modello a trazione integrale.

Tesla04

Vedremo quale sarà la risposta del mercato e se Elon Musk riuscirà a rispettare la tabella di produzione della prima auto totalmente elettrica e a guida autonoma.

GUARDA I VIDEO:
PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO:
Nov 262016
 

L’idea è avveniristica, e ne abbiamo già parlato ripetutamente. Il patron dell’impresa è uno che non conosce la parola impossibile: il miliardario Elon Musk promotore di idee fantastiche quali SpaceX per portare l’uomo su Marte e Tesla la prima autovettura completamente elettrica.

Hyperloop001

Ma tra i fantastici progetti che il denaro e la fantasia creativa di Musk stanno portando avanti, quella del treno a levitazione magnetica che viaggerà dentro un tubo a 1.000 Km/h, è probabilmente quella che vedrà la luce per prima. Soprattutto se il progetto approda negli Emirati Arabi Uniti, nazione dove anche qui, la parola impossibile non esiste.

Il progetto conta di collegare con il supertreno Hyperloop One (forse prima dell’Expo a Dubai del 2020) le due grandi capitali, Abu Dhabi e Dubai, che vedrebbero così ridotti i tempi di percorrenza e collegamento dall’attuale ora e mezza circa ad appena 10 minuti.

La società che fa capo a Musk, ma che dietro ha grandi nomi dell’industria mondiale, ha presentato i rendering di un ambizioso progetto che porterebbe l’incredibile treno fin nel cuore delle due città, creando delle stazioni chiamate “Hyperportals” dalla base del Burj Khalifa e del Dubai Mall a Dubai e alle Etihad Towers nel pieno nucleo vitale di Abu Dhabi.

I rendering mostrano come le strutture di questo tipo di trasporto potrebbero integrarsi perfettamente con realtà urbane già costituite portando il sistema di trasporto più innovativo al mondo fin nel cuore pulsante ed economico di queste, diversamente dagli aeroporti che restano confinati ben lontani dai centri abitati.

Hyperloop3 Hyperloop4
Ethiad Towers – Abu Dhabi Burj Khalifa – Dubai

A Dubai l’Hyperloop potrebbe giungere fin nel centro vitale della city, alla base del Burj Khalifa dove l’Hyperportal configurato come un sistema di anelli concentrici si fonderebbe perfettamente con lo spazio già antropizzato del contesto.

Hyperloop7

Stazione Hyperportal alla base del Burj Khalifa

Questa struttura ad anelli, all’interno, diventa un sistema di smistamento degli Hyperpod (le capsule dell’Hyperloop), sala di controllo, sala di accesso, giardino coperto. Lo sfasamento di altezza tra gli anelli serve a filtrare la luce naturale, impedendo di fatto la creazione di un ambiente cupo e angusto.

Percorsi circolari, ariosi, luminosi, ipermoderni, stabiliscono un nuovo modo per definire la stazione di un sistema di trasporto terrestre. L’ampio spazio centrale permetterebbe di creare uno spettacolare giardino al chiuso consentendo di aumentare l’ariosità e l’oasi di naturalezza all’interno di uno spazio costruito.

Hyperloop8

Centro di controllo dell’Hyperportal

Un sistema di controllo computerizzato e proiettato su mega schermi, consentirebbe al viaggiatore di tenersi informato sullo spostamento di tutti gli Hyperpod in arrivo e partenza.

Hyperloop2

Accessi all’Hyperportal

Hyperloop funziona infatti come una capsula che contiene un numero variabile di navette (pods) agganciate le une con le altre in fila. I pods hanno funzione diversificata: trasporto persone, trasporto merci, altro. Gli anelli concentrici fungono da sistema di smistamento dei pods; il viaggiatore acquistato il biglietto si reca nella postazione indicata per individuare il pod a lui assegnato per il viaggio. All’orario di partenza il pod si chiude e tramite un sistema di spostamento autonomo, si reca alla postazione di partenza dove viene assemblato dentro un Hyperloop per la partenza.

I sedili sono leggermente orientati verso la direzione di marcia soprattutto per le fasi di accelerazione, ma consentono loro liberamente di ruotare per consentire la socializzazione.

Nella configurazione meeting, invece, tavoli e sistemi elettronici consentono di creare un ufficio temporaneo dove poter coordinare e organizzare il proprio lavoro una volta giunti a destinazione.

Hyperloop5

Hyperpod – configurazione Lounge per singolo viaggiatore

Hyperloop6

Hyperpod – configurazione meeting o ufficio per chi viaggia per lavoro o in gruppo

12 minuti di viaggio e i circa 140 chilometri che separano Dubai da Abu Dhabi saranno percorsi.

L’Hyperportal di Abu Dhabi sorgerebbe alla base delle Ethiad Tower, uno dei simboli economici della città e si strutturerebbe come un sistema di ponti sospesi sopra il sistema di traffico e la grande viabilità della città.

Da un lato i box che conterrebbero i Pods che si sposterebbero solo su di un lato, dall’altro un’immensa vetrata aprirebbe la stazione con una vista spettacolare sulla città e sulle sue meraviglie architettoniche.

Vedremo se questo interessantissimo progetto vedrà la luce.

Hyperloop1

Hyperportal di Abu Dhabi con vista delle Ethiad Tower

Hyperloop3

Hyperportal di Abu Dhabi con il sistema di ponti ad anello

Hyperloop9

Render notturno dell’Hyperportal di Abu Dhabi

GUARDA I VIDEO:

PUOI LEGGERE ANCHE:
SCARICA L’ARTICOLO: